Da: PROMETEO, OVVERO L’ANIMA PASSIONALE DELLA RAGIONE SCIENTIFICA di Emilio Del Giudice
Nel Seicento fu fondata la prima moderna istituzione scientifica, la Royal Society, uno dei due bracci ideologici della monarchia inglese, restaurata dopo la rivoluzione di Cromwell; l’altro braccio era appunto la Church of England.
Entrambi i bracci cooperavano nel negare che il divino, cioè il fattore di movimento della materia, fosse una entità diffusa nella materia, come affermato invece dalla grande tradizione magica del Rinascimento, i cui eroi sono stati Paracelso, Giordano Bruno, Böhme, Campanella.
In questa tradizione rinascimentale la materia era concepita attiva, così come nel pensiero di Epicuro, di cui Marx sottolineò l’antagonismo con la concezione di Democrito, in cui la materia è passiva, come per il fisico classico.
Contro questa visione della materia capace di automovimento si coalizzarono i vecchi poteri clericali e i nuovi poteri della borghesia ormai vittoriosa e perciò non più rivoluzionaria.
Per essi il principio dell’attività e del movimento non può essere già presente nella materia, che altrimenti si autorganizzerebbe, come ha fatto lungo tutta la storia dell’evoluzione naturale, e non sarebbe più convinta di dover dipendere per la sua evoluzione da dio rappresentato in terra dalla chiesa, dallo stato, dal capitale, dal mercato, dall’esperto, dall’autorità medica, dall’autorità scientifica, insomma da tutti i servi del potere.
Nel Seicento fu fondata la prima moderna istituzione scientifica, la Royal Society, uno dei due bracci ideologici della monarchia inglese, restaurata dopo la rivoluzione di Cromwell; l’altro braccio era appunto la Church of England.
Entrambi i bracci cooperavano nel negare che il divino, cioè il fattore di movimento della materia, fosse una entità diffusa nella materia, come affermato invece dalla grande tradizione magica del Rinascimento, i cui eroi sono stati Paracelso, Giordano Bruno, Böhme, Campanella.
In questa tradizione rinascimentale la materia era concepita attiva, così come nel pensiero di Epicuro, di cui Marx sottolineò l’antagonismo con la concezione di Democrito, in cui la materia è passiva, come per il fisico classico.
Contro questa visione della materia capace di automovimento si coalizzarono i vecchi poteri clericali e i nuovi poteri della borghesia ormai vittoriosa e perciò non più rivoluzionaria.
Per essi il principio dell’attività e del movimento non può essere già presente nella materia, che altrimenti si autorganizzerebbe, come ha fatto lungo tutta la storia dell’evoluzione naturale, e non sarebbe più convinta di dover dipendere per la sua evoluzione da dio rappresentato in terra dalla chiesa, dallo stato, dal capitale, dal mercato, dall’esperto, dall’autorità medica, dall’autorità scientifica, insomma da tutti i servi del potere.
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