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monossido assassino

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  • monossido assassino

    ultimamente molte notizie di cronaca ha visto morti o intossicati dal monossido esalato da caldaiette difettose.
    Trovato morto in casa, ipotesi monossido - Cronaca - ANSA.it

    non esiste un dispositivo che percepisca il monossido e spenga il bruciatore?

    non sarà che alcuni possano ritenenere il sistema più pratico ed economico del suicidio assistito svizzero?


  • #2
    ci sono dispositivi per il monossido,il problema è il solito quando fa freddo e spesso
    succede in alloggi provvisori,ci si affida a sistemi di riscaldamento di emergenza e
    molto pericolosi,se uno avesse generatori sicuri e mantenuti in efficienza,queste cose
    non succederebbero,ma ha dei costi,

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    • #3
      Il problema è nella corta memoria e nella mancanza di educazione civica!.. Ma anche nello scarso amor proprio.
      Tutti gli anni succede sempre la stessa cosa, tutti gli anni automobili nei burroni per assenza di catene a bordo e tutti i giorni si assiste al "suicidio" programmato di chi si affida "all'erba" ed è costretto a frequentazioni poco salutari... ma,... ma... poi le cose succedono e ci coglie sempre di sorpresa e via di questo passo. L'anno prossimo saremo ancora qui a fare la conta degli "innamorati" del monossido di carbonio. Il controllo della canna fumaria è stato reso obbligatorio, ma a che scopo?, Per salvare vite umane o per far cassa?...

      f.sco

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      • #4
        Originariamente inviato da buonuomo Visualizza il messaggio
        ultimamente molte notizie di cronaca ha visto morti o intossicati dal monossido esalato da caldaiette difettose.
        Come forma di suicidio è certamente una delle più efficaci. Il CO Si lega fortemente all’emoglobina e salvare chi viene intossicato a volte è impossibile anche se il colpito quando viene soccorso è ancora vivo.
        Una precisazione, che puoi trovare anche sui siti dei VV FF. Il pericolo non deriva tanto dalla caldaia difettosa, ma dalla scarsità di ossigeno nell’ambiente! Se non garantisco un’adeguata aerazione anche una caldaia perfetta diventa un killer!
        Questo è tanto più vero oggi che abbiamo case accuratamente isolate. Ecco perché esiste la norma della presa d’aria nelle cucine o comunque dove c’e Una fiamma libera!
        Molti pensano che sia sufficiente mandare fuori efficacemente i fumi. NO! La canna fumaria, specie se lunga, NON serve a portare ossigeno all’interno, cosa che è il vero problema!
        La canna fumaria va controllata, ok! Ma occhio che o usate sistemi di riscaldamento non a combustione o il ricambio d’aria va GARANTITO anche se la stufetta è nuovissima o se il caminetto è tanto romantico!
        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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        • #5
          Normalmente l'aria comburente viene pescata all'esterno
          Zona climatica F 3396 gradi/giorno
          Caldaia guntamatic synchro 31, 2 puff da 1500 lt, centralina mhcc sorel, termosifoni,4 collettori solari a circolazione forzata.

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          • #6
            Nelle camere aperta , nelle stufe e camini a fumorola , la peschi sempre interna... non credo che i casi di avvelenamento da monossido siano dovuti a malfunzionamenti su caldaie forzate ...
            AUTO BANNATO

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            • #7
              Se l'ossigeno comburente proviene dall'aria esterna infatti non c'è alcun pericolo. Concordo.
              Il problema, spesso, è che questo particolare banale sfugge a qualcuno e si pensa solo a teorici malfunzionamenti della caldaia o, peggio, ci si illude che se i fumi di scarico sono ben canalizzati all'esterno non c'è rischio.
              Ma il rischio esiste sempre quando un processo di combustione usa ossigeno in un ambiente chiuso. Ho assistito personalmente alla ""dimostrazione"" di un ottimista che cercava di convincermi che non c'era alcun rischio in quanto il braciere da barbecue con cui pretendeva di scaldare l'ambiente era acceso a "carbone buono" e quindi non faceva fumo! Tranquillo! Mica uso carbonella da quattro lire! (facepalm!)
              Ultima modifica di BrightingEyes; 16-01-2018, 10:39.
              “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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              • #8
                “Erano riversi a terra senza mascherine. E inspiegabile, non siamo sprovveduti” - La Stampa

                «Ho visto due operai a terra. Non sono sicuro che avessero le mascherine ma adesso non so cosa possa essere successo»
                «Da quello che abbiamo capito due operai sono entrati nel forno per pulirlo. Quando non hanno visto uscire i colleghi altri 2 si sono affacciati. Ma davvero non riesco a immaginare perché non avessero le mascherine...».
                «...quando mi sono avvicinato e li ho visti a terra non avevano le mascherine e non so proprio perché».
                I primi soccorritori assicurano che dentro le campane non c’era più ossigeno. Cosa che deve aver fatto perdere la conoscenza ai primi operai che si erano infilati nelle campane e agli altri che sono entrati in loro soccorso.

                Ora, che si tratti di vere dichiarazioni rese dagli operai o di cattive trascrizioni di un giornalista incompetente, non cambia nulla: nessuna mascherina antipolvere può proteggere dalla mancanza di ossigeno o dalla presenza di gas velenosi o asfissianti, visto che come è ovvio si respira dallo stesso ambiente e si è solo tolta la polvere.

                E salvo casi particolari come quello dei VVFF che devono tentare di salvare qualcuno e sono attrezzati con autorespiratori e bombole d'aria come i sub, negli ambienti confinati (come un forno o una stanza o un serbatoio o qualunque cosa chiusa e non areata) è semplicemente vietato entrare.

                Per entrare, bisogna che chi entra sia sottoposto ad un corso di formazione speciale, che venga effettuato un prelievo dell'aria che conferma la respirabilità, che ogni persona indossi un rivelatore di ossigeno e gas con allarme sonoro di livello pericoloso e che ci sia un addetto formato ed attrezzato di guardia all'ingresso che tiene un registro di chi entra e chi esce. E l'azienda deve provvedere a sistemi di aereazione ed espulsione temporanei e dotarsi di mezzi di recupero adatti per agevolare eventuali soccorritori.

                Se veramente qualcuno pensa che ci si possa proteggere dalla mancanza di ossigeno con una mascherina da imbianchino, forse sarebbe il caso di fare un po' di informazione televisiva seria sull'argomento.
                Ultima modifica di livingreen; 17-01-2018, 09:49.

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                • #9
                  Ipotizzano intossicazione da ossido di azoto. A me pare strano, gli operai non erano nemmeno nelle campane, ma nella fossa aperta intorno ad essi. È certamente un gas più pesante dell'aria, che si è accumulato sul fondo, ma ossido di azoto o carbonio lasciano un certo margjne di tempo per i soccorsi. Qui invece, pur con soccorsi rapidi, i danni polmonari sembrano devastanti.
                  Se è stato un gas velenoso diverso è possibile che i sensori non abbiano funzionato.
                  Le mascherine ovviamente non servono a nulla contro gas asfissianti o velenosi.
                  Si è probabilmente verificata una qualche reazione che ha sviluppato un gas tossico più pesante dell'aria. Magari una sfortunata contingenza che si crea in un caso su un milione... e si porta via tre vite in un secondo.
                  “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                  • #10
                    Ipotizzano intossicazione da ossido di azoto.
                    I competenti giornalisti del Secolo dicono invece ozono...
                    Rimane il fatto che anche una fossa è un luogo confinato, e dovevano avere i detector personali (e NON l'allarme sull'impianto) e la ventilazione....

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                    • #11
                      Originariamente inviato da livingreen Visualizza il messaggio
                      Se veramente qualcuno pensa che ci si possa proteggere dalla mancanza di ossigeno con una mascherina da imbianchino, forse .
                      Più che mascherine dovevano avere gli autorespiratori come i pompieri o come i sub .
                      Strano che una azienda attenta alla sicurezza non ce fossero .
                      Ogni anno ne sento dire più di una di questi incidenti , con morti multipli uno dopo l'altro , anche in una semplice cisterna d'acqua .

                      Ma almeno provvedere ad areare la vasca con un ventilatoio o con un asciugacapelli prelevando con tubo l'aria dall'esterno .

                      Bastano dei semplici accorgimenti .
                      Comunque la colpa in questi casi è chi gestisce questi operai o che da l'ordine di entrare nelle vasche senza avvisare dei pericoli e fornire i mezzi necessari .

                      Quando lavoravo in una ditta di antiparassitari nella zona industriale di Catania, mi ricordo che venivano pulite delle vasche di miscelazione e pur non essendo io responsabile degli operai, essendo responsabile del laboratorio , avvertii il capo operai di areare bene la vasca e mettere un tubo che faceva entrare aria forzata da fuori della vasca .
                      Non era successo mai niente prima mi dissero, ma il proprietario obbligò gli operai di fare come avevo detto io .
                      Fortunatamente nel periodo che ci fui io non successe mai niente .

                      Molte volte la fretta e la leggerezza e l'incompetenza del pericolo portano a queste disgrazie e son cavoli e dolori per i responsabili e proprietari .
                      Dante : " Fatti non foste a viver come bruti .... "

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                      • #12
                        Originariamente inviato da livingreen Visualizza il messaggio
                        I competenti giornalisti del Secolo dicono invece ozono...
                        Bah! Non mi pare molto realistico. L'ozono ad alte concentrazioni (quelle pericolose acutamente) è irritante e non provoca a quanto ne sò una perdita di coscienza immediata. Si sarebbero allontanati. Secondo me sono stati esposti a un composto molto più letale.

                        Originariamente inviato da buonuomo Visualizza il messaggio
                        non esiste un dispositivo che percepisca il monossido e spenga il bruciatore?
                        Esistono dei rivelatori di monossido di carbonio. I più evoluti non spengono il bruciatore (sarebbe inutile e tardivo), ma aprono una linea di aereazione di emergenza.
                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                        • #13
                          Quella di ventilare un forno da acciaieria con un asciugacapelli mi mancava...

                          Commenta


                          • #14
                            Questa è l'opinione di medicina democratica:
                            Un crimine non ha giustificazioni - Medicina DemocraticaMedicina Democratica

                            "Il contesto dell’evento infortunistico lo identifica già chiaramente come un crimine : un crimine la mancata verifica della respirabilità dell’atmosfera nel luogo confinato dove stavano operando, un crimine l’assenza di dispositivi di protezione individuali idonei, un crimine la mancanza della presenza di lavoratori all’esterno con idonee attrezzature per il soccorso e l’estrazione veloce in caso di infortuni o altre emergenze.
                            Tutto scritto nella normativa da decenni, da alcuni anni ancor più specificato da una norma apposita sull’argomento, fiumi di inchiostro in linee guida, prassi, procedure : un evento prevenibile e prevedibile."

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                            • #15
                              Originariamente inviato da livingreen Visualizza il messaggio
                              Quella di ventilare un forno da acciaieria con un asciugacapelli mi mancava...
                              Non prendere alla lettera quello che era una semplice battuta , solo per dire di far giungere in prossimità della bocca e naso dei soggetti dell'aria fresca prelevata dall'esterno ,come se fosse un respiratore con ossigeno . Non si tratta di ventilare tutto il forno .


                              Giusto quello che dice Medicina Democratica:
                              Che dire poi di una politica sanitaria che impone vaccini a casaccio e nel contempo svuota (nel numero e nelle capacità di azione) i servizi pubblici di operatori della prevenzione e non organizza efficacemente l’attività di vigilanza ?
                              Dante : " Fatti non foste a viver come bruti .... "

                              Commenta


                              • #16
                                Capito niente, vero?

                                "Far arrivare aria fresca dall'esterno in prossimità della bocca e del naso" è una procedura appena inventata?

                                Le procedure che ho descritto sono quelle che devono essere adottate, e nessun'altra fantasiosa ipotesi è ammessa. Del resto, l'articolo che ho appena citato dice le stesse cose. E le conferma.

                                La politica sanitaria non ha niente a che vedere con la sicurezza sul lavoro e gli obblighi dell'azienda... e se vuoi deviare il discorso sugli ipotetici "vaccini a casaccio" c'è l'apposita discussione dove emerge che l'Italia è l'ultima al mondo per prevenzione.

                                Comunque, fine OT.

                                La ventilazione con griglia che permette all'aria esterna di entrare è obbligatoria, normata dalla UNI ed è una delle principali cause dell'avvelenamento da monossido di carbonio.
                                Le dimensioni minime sono stabilite dalla stessa norma UNI, così come la loro posizione.
                                Ultima modifica di livingreen; 18-01-2018, 09:01.

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                                • #17
                                  Originariamente inviato da experimentator Visualizza il messaggio
                                  Giusto quello che dice Medicina Democratica:
                                  Che dire poi di una politica sanitaria che impone vaccini a casaccio e nel contempo svuota (nel numero e nelle capacità di azione) i servizi pubblici di operatori della prevenzione e non organizza efficacemente l’attività di vigilanza ?
                                  Io sinceramente mi sono sempre chiesto perchè giudici, medici, ecc di ultrasinistra devono “usurpare” il termine “democratico”, come se fosse sinonimo di estrema sinistra, e non usano termini più consoni come “proletario” “stalinista” o simili. Se ne vergogneranno? Mah!
                                  Dato che esistono molti altri medici, assolutamente democratici, anzi a mio parere anche un pelo più aderenti alle regole della democrazia parlamentare, non posso esimermi dal considerare che “vaccini a casaccio” lo può dire solo un cialtrone che giustamente l’ordine radia. Democraticamente. Se ne facciano una santa ragione gli aspiranti rivoluzionari in camice!
                                  Tornando al problema la ditta dell’incidente era iperattenta alla sicurezza e iper vigilata a detta degli stessi lavoratori, sindacalisti compresi. Capisco che l’occasione per un po’ di propaganda facile sia succosa, ma per rispetto a chi è morto sarebbe il caso almeno di attendere che si sia stabilita la causa e le contingenze dell’incidente prima di provare a far saltare fuori qualche altro posto facile nella mangiatoia pubblica.
                                  Almeno un terzo degli incidenti chiamati “sul lavoro” sono in realtà banali incidenti stradali (cosiddetti in itinere). Nulla da dire sul diritto dei lavoratori a ad essere risarciti anche in questo caso, ma usare il caso del ragazzo che passa col rosso e centra l’autobus come pretesto per invocare ulteriori inasprimenti di una normativa già elefantiaca o ulteriori assunzioni resta molto “italiano tipico”.
                                  In altri paesi i controlli esistono, adeguati, con meno personale. Come faranno?
                                  “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                  • #18
                                    Sarei d'accordo con te se non ci fossero le dichiarazioni degli altri operai che parlano di "mascherina"... la probabilità che un lavoratore disinformato non conosca le procedure obbligatorie sono altissime, e che la sicurezza fosse adeguata lo deve dire lo Spresal.
                                    Per quanto si sa ora, le procedure di sicurezza sono state ignorate.

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                                    • #19
                                      Sarei d'accordo con te se non ci fossero le dichiarazioni degli altri operai che parlano di "mascherina"... la probabilità che un lavoratore disinformato non conosca le procedure obbligatorie sono altissime, e che la sicurezza fosse adeguata lo deve dire lo Spresal.
                                      Per quanto si sa ora, le procedure di sicurezza sono state ignorate, non ne erano nemmeno a conoscenza.

                                      Milano, morti sul lavoro: l’allarme fuori uso e la valvola rotta. Due guasti hanno ucciso i tre operai Lamina - Corriere.it

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                                      • #20
                                        Ho lavorato in gioventù in un ambiente industriale per qualche mese (allora usava) e ho visto spesso chi è il vero responsabile di comportamenti pericolosi.
                                        Era un semplice lavoro di aspirazione della polvere e cenere all'interno di una centrale elettrica, ma ti fornivano cuffie, mascherine, caschi e camice, e le istruzioni su come usarli, spesso passava il responsabile della ditta appaltatrice a controllare che tutti rispettassero le consegne, qualche volta anche il responsabile Enel (era ancora Enel) che si inza...ava di brutto per ogni mancanza.... eppure appena questi griavano l'angolo lo sport preferito dalle menti sublimi era quello di liberarsi il più presto possibile delle protezioni!
                                        La verità è che non c'è alcuna legge, controllo capillare, norma intelligente che possa evitare danni a chi spesso si pone volontariamente in condizioni di pericolo per incuria, disattenzione od addirittura presunzione! E l'esperienza di anni di lavoro spesso non è affatto una garanzia. Anzi...
                                        In questo caso è molto probabile che qualcuno non abbia seguito le regole. Ma a pagarne il prezzo sarà, come sempre, chi ci rimette le penne e chi cerca di dare lavoro rispettando le regole! E la cosa dovrebbe fare riflettere più che far invocare altri "competenti" capaci solo a fare la punta alle ... matite sulle schede non firmate, i ritardi di due giorni nei corsi o altre pignolerie burocratiche sanzionate spesso con mostruose multe insensate. Mentre chi davvero adotta comportamenti criminali poi la fa franca.

                                        P.S. leggo ora che il forno aveva subito la consueta verifica periodica appena due mesi fa. E che le dotazioni di sicurezza dell'azienda erano agiornate e controllate. Il guasto all'allarme infatti pare essere proprio la causa della necessità di intervento. Quindi l'azienda, per quanto appare al momento, certo non è accusabile di incuria. E chi è entrato nella fossa era al corrente che l'allarme non funzionava!
                                        In questi casi è la figura apicale responsabile della sicurezza in cantiere ad essere il vero responsabile e NON il datore di lavoro! La possibilità che un allarme che non funziona non segnali una fuga di gas credo dovrebbe essere facilmente immaginata, no?
                                        Sempre che sia davvero andata come raccontano, ovvio.
                                        Ultima modifica di BrightingEyes; 18-01-2018, 14:20.
                                        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                                        • #21
                                          BE, l'allarme non c'entra: è considerata una sicurezza durante il funzionamento, non una misura cutelativa per chi entra.

                                          Ripeto: negli ambienti confinati (come un forno o una stanza o un serbatoio o qualunque cosa chiusa e non areata) è semplicemente vietato entrare.

                                          Per entrare, bisogna che chi entra sia sottoposto ad un corso di formazione speciale, che venga effettuato un prelievo dell'aria che conferma la respirabilità, che ogni persona indossi un rivelatore di ossigeno e gas con allarme sonoro di livello pericoloso e che ci sia un addetto formato ed attrezzato di guardia all'ingresso che tiene un registro di chi entra e chi esce. E l'azienda deve provvedere a sistemi di aereazione ed espulsione temporanei e dotarsi di mezzi di recupero adatti per agevolare eventuali soccorritori.

                                          Chi sta di guardia all'ingresso DEVE impedire di entrare a chi non è conforme.

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                                          • #22
                                            Forse O.T.
                                            Tragedia a Rovato, "Inaccettabile morire a 19 anni sul lavoro"
                                            Rovato, si impiglia con la manica e il tornio lo schiaccia: grave 19enne
                                            Rovato (Brescia), 18 gennaio 2018 - È morto nella notte Luca Lecci, l'operaio di 19 anni di Villa Carcina che ieri, mercoledì 17 Gennaio era rimasto schiacciato in un tornio

                                            Parlo per esperienza personale
                                            Almeno tre volte a dieci minuti una dall'altra, ho dovuto "strattonare" il mio ex datore di lavoro che si ostinava a non darmi retta, volendo fare il "padrone" che tutto sa e tutto può, ha preteso che gli insegnassi come eseguire una certa lavorazione al tornio ( tornio "pesante" ), vedendo che per non sporcarsi e per darsi un "tono" indossava dei guanti in lattice telato, l'ho insistentemente invitato a toglierseli... niente da fare; dopo che per tre volte son dovuto intervenire per allontanargli le mani dal pezzo in lavorazione, poi gli ho spento il tornio!
                                            Sempre lo stesso titolare ma assieme all'altro titolare ( due soci ), nonostante "sollecitati" dal sottoscritto, se ne fregavano di adottare misure di prevenzione e/o di sicurezza per quanto attiene al maneggio di liquidi pericolosi ( acido Solforico concentrato/fumante, acido ortofosforico e soda caustica ), composti necessari per eseguire un processo galvanico ( elettro lucidatura inox 316 ), ma anche la ventilazione dei locali era in forse eppure, nonostante uno dei due fosse enologo o comunque esperto di laboratorio chimico, quindi, consci dei rischi che si correvano, questa situazione l'hanno protratta per i tre anni che io ho lavorato in quella ditta e credo la situazione sia ancora così...

                                            Il dipendente è tenuto ad osservare le norme di sicurezza previste, il datore di lavoro DEVE controllare che tali norme vengano rispettate e quando disattese, richiamo formale e alla terza volta ( se mai il dipendente ci arriva vivo), scatta il diritto/obbligo di licenziamento in tronco!... Quindi, in un caso come quello riportato, le responsabilità di primo impatto vanno appurate... ma il titolare della ditta ne risponde in massima parte, specie se vive di persona l'ambiente di lavoro... poi a scalare anche tutti gli impiegati della filiera produttiva addetta a quel forno... e chi ha operato la revisione del sistema di rilevamento gas pericolosi e/o tossici.

                                            Fine O.T.

                                            f.sco

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                                            • #23
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                                              Il famoso "siatema di rilevamento delle perdite di gas" è usato durante le normali operazioni di produzione, e non ha relazione con l'incidente. Al lavoratore è concesso entrare in un luogo confinato solo se dotato di rivelatore personale con allarme, provato prima dell'ingresso.

                                              Vi ricordo che i luoghi confinati sono "(art. 66) pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri (art. 121), pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere (all. IV), vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos e simili."
                                              Tanto per fare un esempio, ANCHE uno scavo stradale per la posa dei tubi del metano è uno spazio confinato o sospetto di inquinamento.

                                              E per far entrare in un ambiente confinato “almeno 2 lavoratori idonei alla mansione”, è obbligatorio il controllo sull’adozione di diverse misure generali:
                                              - presenza di “analisi di rischio ingresso in ambiente confinato”;
                                              - presenza di “procedura operativa”;
                                              - presenza di “procedura di emergenza”;
                                              - avvenuta formazione degli operatori;
                                              - avvenuta bonifica;
                                              - avvenuto isolamento/ciecatura;
                                              - avvenuto sezionamento/scollegamento elettrico;
                                              - avvenuto scollegamento aria e/o azoto strumentale;
                                              - idoneità e funzionamento della strumentazione di monitoraggio e delle attrezzature di lavoro; - idoneità temperatura/umidità;
                                              - avvenuta esecuzione prove ambientali”.
                                              Devono poi essere indicate le misure adottate in caso di pericoli derivanti da infiammabilità/esplosività, tossicità, asfissia, corrosività, microclima sfavorevole, ...

                                              Inoltre bisogna indicare l’adozione o meno di tre misure specifiche:
                                              - “utilizzo appropriati DPI ed eventuale fit-test;
                                              - possibilità di comunicazione tra addetto interno ed esterno all’ambiente confinato;
                                              - presenza di dispositivi previsti in procedura (es. cavalletto cevedale per eventuale recupero del personale, ventilazione forzata, ecc.”).
                                              Inoltre “in caso di interruzione delle attività all’interno degli ambienti confinati, alla ripresa dei lavori è necessario verificare che le condizioni di abitabilità siano ancora rispettate”.

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                                              • #24
                                                Io farei che ci deve un Responsabile della Sicurezza, e che se succede qualcosa la deve pagare così cara che chiunque ne viene a sapere gli passa la voglia di fare altrettanto.

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                                                • #25
                                                  sempre leggermente O.T.
                                                  Nell'Antico Testamento ( la Bibbia ) Il sacerdote preposto alla celebrazione del sacrificio veniva assicurato ad una corda prima di addentrarsi nel luogo santissimo per officiare il sacrificio... c'era il caso che per una mancanza spirituale o anche materiale ma sfuggita alla coscienza del sacerdote, questi ci rimanesse "secco"... folgorato... entro il luogo santissimo, nel caso, chi lo assisteva ma non poteva entrare in detto luogo "pericoloso", agiva sulla corda ed estraeva il sacerdote "indegno" della celebrazione. Sto riferendovi di fatti e consuetudini che risalgono ad oltre 4000 anni, quindi, a 2000 anni prima di Cristo. Ora, nel 2018, stiamo dimostrando di non aver fatto tesoro della memoria che ci "educa" al buon vivere.
                                                  Quanto alla normativa circa le precauzioni da adottare prima di addentrarsi in luoghi di dubbia salubrità, non posso esprimermi, non ho nozioni di rilievo a riguardo ma, le più spicciole le conosco da tempo e le dovremmo conoscere tutti... da tempo, basterebbero a non incappare in una fossa come quella della cronaca di oggi. Magari qualcosa ci è sfuggita, ma la cronaca non parla di mancanza di dispositivi personali atti a controllare la salubrità dell'ambiente, parlano solo delle mascherine quelle tipo per falegname, se così fosse, le cose si prospettano "spigolose" per la ditta.
                                                  fine OT

                                                  f.sco

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                                                  • #26
                                                    Il problema è che la "misure spicciole", pure se funzionano sono vietate. Perchè? Perchè sono approssimative, funzionano solo parzialmente e spesso solo per caso perchè dietro non c'è una vera cultura della sicurezza e una conoscenza dei rischi. E per di più, danno falsamente la fiducia ai lavoratori che affrontano così con incoscienza rischi che ignorano.
                                                    Se succede qualcosa, questo tipo di misure di protezione non viene nemmeno considerato.

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                                                    • #27
                                                      per livingreen che scrive:

                                                      "...Se succede qualcosa, questo tipo di misure di protezione non viene nemmeno considerato."

                                                      Aggiungo che, se queste misure approssimative vengono appurate dall'organo preposto, ci scappano pure delle "belle" multe.

                                                      Quanto al frammento del tuo scritto che ho riportato,
                                                      sicuramente è come dici tu ed io non ho voluto dire che le norme non debbano essere messe in atto secondo le più recenti direttive in merito... resta però un fatto, le norme previste non si mettono in atto e le persone muoio... ma nemmeno il "buonsenso" e l'amor proprio... si mette in atto, così, nemmeno le norme più puntigliose e stringenti ci mettono a riparo da questa fine ingloriosa! Quindi, da parte dei titolari della ditta, ad essere "presenti" nel far rispettare protocolli di sicurezza, ora avremmo qualche disoccupato in più ma qualche vedova o orfano in meno...

                                                      f.sco






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                                                      • #28
                                                        Secondo me, molte ditte non sanno nemmeno che esistono queste norme (che comunque, sono lo standard a livello mondiale). Se manca la cultura della sicurezza, non viene proprio in mente di chiedere di cosa dovrebbero preoccuparsi e di come mettersi in regola.
                                                        Purtroppo, manca l'informazione... sia ai datori di lavoro che ai dipendenti. Dovrebbero essere pubbliche e conosciute da tutti, magari oggetto di un corso come quello di educazione civica o di un'ora alla settimana di informazione televisiva. Ma la gente preferisce uomini e donne... salvo poi lamentarsi della sfortuna se capita qualcosa e gridare al miracolo se in mezzo a tanti morti c'è un sopravvissuto.

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                                                        • #29
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                                                          "Secondo me, molte ditte non sanno nemmeno che esistono queste norme (che comunque, sono lo standard a livello mondiale). Se manca la cultura della sicurezza, non viene proprio in mente di chiedere di cosa dovrebbero preoccuparsi e di come mettersi in regola."

                                                          Mi piacerebbe fosse come dici tu... ora, che tu ci creda o meno, la situazione che ho descritto a proposito di acidi vari dove ho lavorato sino a Marzo 2017, io l'ho segnalata a più riprese... erano solo spallucce e sorrisini di convenienza come dire: " si lo sappiamo ma che vuoi, più in la vedremo se e cosa fare"...
                                                          davanti a questa presa di posizione che cosa vuoi farci, solo una denuncia all'ispettorato del lavoro; poi gli "amici" li avvertono per tempo e scompare anche il capannone dove si materializza la "tragedia"... e a ruota, scompare anche il posto di lavoro. Siamo messi male!! Quanto successo in quel forno, mi/ci mostra lo spaccato di come in Italia la situazione è simile o uguale a tutte le latitudini... dopotutto sganciare euro per adeguamenti vari, è difficoltoso per chiunque.

                                                          f.sco

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                                                          • #30
                                                            Ho visto anch'io un'azienda simile (ora però sono tutti in galera, pur senza incidenti..), ma devo dire che tutte le altre che ho visto sono invece fiscalissime su questo argomento. Di solito, devo passare un tempo variabile fra due e quindici giorni fra corsi e formazione, prima che mi facciano anche solo entrare... e vale per tutti, persino per il padrone o l'amministratore delegato.

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