Sono riuscito ad escogitare strumenti per un’obiettiva registrazione del CSE, che reagiscono accuratamente alla prossimità di nidi d’insetti durante tutto questo tempo. Eccoli nei disegni. Si tratta di barattoli [di vetro] sigillati con dentro paglia, ramoscelli bruciati o carbone da disegno sospesi su fili di ragnatela, con un po’ d’acqua sul fondo per contrastare gli effetti dell’elettricità statica, che ostacola questi esperimenti nell’aria asciutta. Se si punta un vecchio nido di vespe, un alveare d’api o un mazzo di cereali verso il capo superiore dell’indicatore, esso gira lentamente di poche dozzine di gradi. Questo non è un miracolo… Coloro che hanno dubbi sono invitati a visitare il Museo di Agroecologico vicino a Novosibirsk e vederlo coi loro occhi…
Figura 9.2 – I rilevatori di CSE di Grebennikov in azione.
Questa nuova citazione fornisce una rimarchevole prova dell’abilità di un calabrone di sentire il CSE dal suo alveare anche attraverso un muro di mattoni spesso mezzo metro:
Mi è stato riferito di effetti altamente spiacevoli di pochi nidi di vespe in un attico. Oltre a quello, la maggior parte di strumenti a cellule multiple e oggetti con un manifesto campo CSE hanno un effetto tutt’altro che benefico sugli uomini nei primi pochi minuti. Alveari di api da miele sono una rara eccezione. Ho anche osservato spesso i calabroni che vivono nel nostro piatto Isilkul negli anni ’60. Un giovane calabrone non si prese la briga di ricordare l’entrata all’alveare e spese ore vagando intorno alle finestre di casa nostra e di una casa simile vicina nel suo primo viaggio fuori dall’alveare. Si arrese per la sua scarsa memoria visiva nel pomeriggio e atterrò su un muro di mattoni precisamente davanti all’alveare e tentò di passare proprio attraverso il muro.
Ora come faceva l’insetto a sapere che il suo nido era proprio là, a quattro metri dall’ingresso dell’attico e un metro e mezzo sotto, dietro il muro spesso mezzo metro? Al tempo mi sono perso in congetture ma ora so esattamente perché il calabrone si è comportato in quel modo. Ora ricordiamo l’esperimento nel quale le vespe cacciatrici ritornarono non solo ad un determinato luogo ma anche ad un luogo completamente diverso dove il pezzo di terra con il loro nido è stato spostato. Non dubito che esse siano capaci di trovarlo per via delle emettitore di onde creato dalle cavità del loro nido [grassetti aggiunti].
Nel prossimo passaggio, Grebennikov dimostra come certi fiori hanno una forma che crea una struttura risonante affinché vengano generate onde di torsione, attraendo così le api per l’impollinazione. Ancora, vediamo menzione dell’ “effetto fantasma” o “ polarizzazione del vuoto” quando Grebennikov discute di come è stato capace di trovare questi fiori in una stanza completamente buia utilizzando un gambo, una barra di carboncino o una corta matita:
Eppure c’era un altro mistero che doveva essermi rivelato dai miei amici insetti. E’ emerso che i fiori al fine di attirare i suoi impollinatori, oltre al loro colore, odore e nettare, usano anche emettitori di onde altrettanto potenti e inarrestabili. L’ho scoperto con un carboncino da disegno, un ramoscello bruciato, passandolo sopra larghi fiori a forma di campana (tulipani, lillà, amaryllis, malva o zucche). Potevo percepire “frenate” di questo rilevatore già ad una certa distanza dal fiore.
Figura 9.3 – Rilevazione di campi CSE dai fiori a forma di campana
Ho imparato a trovare un fiore in una stanza buia stando a uno o due metri da esso con questo rilevatore, ma solo se non veniva spostato. Se esso viene spostato, io troverei “un falso bersaglio”, il campo “fantasma” lasciato nella sua vecchia posizione, il “fantasma” residuo che ho già menzionato. Non possiedo alcuna facoltà sovrasensoriale, ed ogni persona sarebbe capace di farlo con un po’ di allenamento. Uno potrebbe utilizzare un pezzo lungo 10cm di gambo di saggina gialla invece di un pezzo si carbone, o una corta matita il cui retro dovrebbe guardare verso il fiore. Alcune persone sarebbero in grado di percepire il fiore (una sensazione “calda”, “fredda” o “di brivido” che emana da esso) con le loro nude mani, lingue, o anche facce. Come molti esperimenti hanno dimostrato, i bambini e gli adolescenti sono particolarmente sensibili a queste onde di materia. [grassetti aggiunti]
Nel prossimo passaggio, Grebennikov descrive come questo sistema sembra essere progettato per impedire ai nidi d’ape dal miscelarsi l’uno con l’altro, così come per impedire alle radici di crescere nei nidi:
Quando avviene nelle api, che nidificano sottoterra, la loro “conoscenza” del CSE è vitale per loro. Prima di tutto permette alla costruttrice di una nuova galleria di stare lontana dai nidi vicini. Altrimenti, tutta l’intera città attraversata da buchi intersecanti semplicemente collasserebbe. In secondo luogo, alle radici delle piante non deve essere permesso di crescere nelle gallerie e nelle celle ed infatti le radici smettono di crescere a pochi centimetri dalle celle dei tunnell e delle camere e cominciano a crescere in un’altra direzione, sentendo che i nidi sono vicini.
Ho avuto conferma dell’ultima conclusione da molti miei esperimenti sulla coltivazione di frumento in un forte campo CSE, comparato a colture germinanti nelle stesse condizioni climatiche ma in assenza del campo CSE. Fotografie e disegni mostrano sia la colorazione delle radici nella procedura sperimentale sia la loro ingegnosa deviazione in una direzione lontana dalla mia cella artificiale. Quindi, tornando al lago, le api e le erbacce hanno fatto un patto tanto tempo fa e sono un altro esempio della superiore convenienza ecologica di tutti gli esseri…
Infine, il nostro ultimo passaggio di Grebennikov in questo capitolo mostra come la radiazione torsionale ha causato effetti elettromagnetici anomali, ricordandoci ancora le prime scoperte di Kozyrev:
Figura 9.2 – I rilevatori di CSE di Grebennikov in azione.
Questa nuova citazione fornisce una rimarchevole prova dell’abilità di un calabrone di sentire il CSE dal suo alveare anche attraverso un muro di mattoni spesso mezzo metro:
Mi è stato riferito di effetti altamente spiacevoli di pochi nidi di vespe in un attico. Oltre a quello, la maggior parte di strumenti a cellule multiple e oggetti con un manifesto campo CSE hanno un effetto tutt’altro che benefico sugli uomini nei primi pochi minuti. Alveari di api da miele sono una rara eccezione. Ho anche osservato spesso i calabroni che vivono nel nostro piatto Isilkul negli anni ’60. Un giovane calabrone non si prese la briga di ricordare l’entrata all’alveare e spese ore vagando intorno alle finestre di casa nostra e di una casa simile vicina nel suo primo viaggio fuori dall’alveare. Si arrese per la sua scarsa memoria visiva nel pomeriggio e atterrò su un muro di mattoni precisamente davanti all’alveare e tentò di passare proprio attraverso il muro.
Ora come faceva l’insetto a sapere che il suo nido era proprio là, a quattro metri dall’ingresso dell’attico e un metro e mezzo sotto, dietro il muro spesso mezzo metro? Al tempo mi sono perso in congetture ma ora so esattamente perché il calabrone si è comportato in quel modo. Ora ricordiamo l’esperimento nel quale le vespe cacciatrici ritornarono non solo ad un determinato luogo ma anche ad un luogo completamente diverso dove il pezzo di terra con il loro nido è stato spostato. Non dubito che esse siano capaci di trovarlo per via delle emettitore di onde creato dalle cavità del loro nido [grassetti aggiunti].
Nel prossimo passaggio, Grebennikov dimostra come certi fiori hanno una forma che crea una struttura risonante affinché vengano generate onde di torsione, attraendo così le api per l’impollinazione. Ancora, vediamo menzione dell’ “effetto fantasma” o “ polarizzazione del vuoto” quando Grebennikov discute di come è stato capace di trovare questi fiori in una stanza completamente buia utilizzando un gambo, una barra di carboncino o una corta matita:
Eppure c’era un altro mistero che doveva essermi rivelato dai miei amici insetti. E’ emerso che i fiori al fine di attirare i suoi impollinatori, oltre al loro colore, odore e nettare, usano anche emettitori di onde altrettanto potenti e inarrestabili. L’ho scoperto con un carboncino da disegno, un ramoscello bruciato, passandolo sopra larghi fiori a forma di campana (tulipani, lillà, amaryllis, malva o zucche). Potevo percepire “frenate” di questo rilevatore già ad una certa distanza dal fiore.
Figura 9.3 – Rilevazione di campi CSE dai fiori a forma di campana
Ho imparato a trovare un fiore in una stanza buia stando a uno o due metri da esso con questo rilevatore, ma solo se non veniva spostato. Se esso viene spostato, io troverei “un falso bersaglio”, il campo “fantasma” lasciato nella sua vecchia posizione, il “fantasma” residuo che ho già menzionato. Non possiedo alcuna facoltà sovrasensoriale, ed ogni persona sarebbe capace di farlo con un po’ di allenamento. Uno potrebbe utilizzare un pezzo lungo 10cm di gambo di saggina gialla invece di un pezzo si carbone, o una corta matita il cui retro dovrebbe guardare verso il fiore. Alcune persone sarebbero in grado di percepire il fiore (una sensazione “calda”, “fredda” o “di brivido” che emana da esso) con le loro nude mani, lingue, o anche facce. Come molti esperimenti hanno dimostrato, i bambini e gli adolescenti sono particolarmente sensibili a queste onde di materia. [grassetti aggiunti]
Nel prossimo passaggio, Grebennikov descrive come questo sistema sembra essere progettato per impedire ai nidi d’ape dal miscelarsi l’uno con l’altro, così come per impedire alle radici di crescere nei nidi:
Quando avviene nelle api, che nidificano sottoterra, la loro “conoscenza” del CSE è vitale per loro. Prima di tutto permette alla costruttrice di una nuova galleria di stare lontana dai nidi vicini. Altrimenti, tutta l’intera città attraversata da buchi intersecanti semplicemente collasserebbe. In secondo luogo, alle radici delle piante non deve essere permesso di crescere nelle gallerie e nelle celle ed infatti le radici smettono di crescere a pochi centimetri dalle celle dei tunnell e delle camere e cominciano a crescere in un’altra direzione, sentendo che i nidi sono vicini.
Ho avuto conferma dell’ultima conclusione da molti miei esperimenti sulla coltivazione di frumento in un forte campo CSE, comparato a colture germinanti nelle stesse condizioni climatiche ma in assenza del campo CSE. Fotografie e disegni mostrano sia la colorazione delle radici nella procedura sperimentale sia la loro ingegnosa deviazione in una direzione lontana dalla mia cella artificiale. Quindi, tornando al lago, le api e le erbacce hanno fatto un patto tanto tempo fa e sono un altro esempio della superiore convenienza ecologica di tutti gli esseri…
Infine, il nostro ultimo passaggio di Grebennikov in questo capitolo mostra come la radiazione torsionale ha causato effetti elettromagnetici anomali, ricordandoci ancora le prime scoperte di Kozyrev:
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