Ciao a tutti,
alle prese con la progettazione di un impianto di riscaldamento a pavimento, mi sono sentito rispondere da TUTTI gli installatori della mia zona: "considera che tale impianto non si spegne mai e l'acqua deve sempre circolare".
L'idea di tenere sempre le pompe accese mi sembra assurda, così ci ho riflettuto sopra.
In linea di massima il ragionamento potrebbe stare in piedi in una condizioen di ipotetico equilibrio. Cioè: trovata una temperatura costante del pavimento che mantiene una temperatura ambiente vicina al desiderato (19-20 gradi), si continua a far girare la stessa acqua. Ma per le stanze da regolare a temperature inferiori (ad esempio, 17 gradi), provocheremmo oscillazione della temperatura (pavimento da molto caldo a molto freddo e viceversa) oppure no?
Immagino che il problema sollevato dai tecnici sia legato alla grande massa termica, che necessita di molte ore per raggiungere una temperatura tale da irradiare la stanza.
Spegnendo il sistema per un po' si rischia di abbassare troppo la temperatura del pavimento costringendo il sistema ad un recupero molto lento durante la fase di accensione.
Ma se fosse così, a cosa mi servirebbe il cronotermostato settimanale? Devo pensare di buttarlo, sostituendolo con un semplice termostato on/off?
A mio modesto parere, credo che nella realizzazione del pavimento si debba porre molta attenzione all'isolamento al di sotto dell'impianto, mentre la parte superiore (radiante) dovrebbe essere progettata e realizzata per trasmettere calore nel più breve tempo possibile.
Chi sbaglia?
alle prese con la progettazione di un impianto di riscaldamento a pavimento, mi sono sentito rispondere da TUTTI gli installatori della mia zona: "considera che tale impianto non si spegne mai e l'acqua deve sempre circolare".
L'idea di tenere sempre le pompe accese mi sembra assurda, così ci ho riflettuto sopra.
In linea di massima il ragionamento potrebbe stare in piedi in una condizioen di ipotetico equilibrio. Cioè: trovata una temperatura costante del pavimento che mantiene una temperatura ambiente vicina al desiderato (19-20 gradi), si continua a far girare la stessa acqua. Ma per le stanze da regolare a temperature inferiori (ad esempio, 17 gradi), provocheremmo oscillazione della temperatura (pavimento da molto caldo a molto freddo e viceversa) oppure no?
Immagino che il problema sollevato dai tecnici sia legato alla grande massa termica, che necessita di molte ore per raggiungere una temperatura tale da irradiare la stanza.
Spegnendo il sistema per un po' si rischia di abbassare troppo la temperatura del pavimento costringendo il sistema ad un recupero molto lento durante la fase di accensione.
Ma se fosse così, a cosa mi servirebbe il cronotermostato settimanale? Devo pensare di buttarlo, sostituendolo con un semplice termostato on/off?
A mio modesto parere, credo che nella realizzazione del pavimento si debba porre molta attenzione all'isolamento al di sotto dell'impianto, mentre la parte superiore (radiante) dovrebbe essere progettata e realizzata per trasmettere calore nel più breve tempo possibile.
Chi sbaglia?
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