Salve a tutti,
Aritorno sulle celle Peltier-Seebeck e non vorrei dire castronerie, scusate in anticipo.
Visto che la maggior parte dell'energia che bisogna applicare al lato caldo della cella, il 98-95% dell'energia totale, deve essere disperso dal lato freddo, cosa succede al rendimento della cella se viene usato il calore direttamente per irradiare l'interno di un appartamento?
L'idea sarebbe un tubo calettato sulla linea dell'acqua calda del proprio impianto, magari con l'esterno a sezione quadrata, sul quale fissare il lato caldo delle celle mentre un dispersore calettato viene fissato sul lato freddo, funzionando così da radiatore per riscaldare l'ambiente.
Dal momento che i periodi di utilizzazione del riscaldamento casalingo sono proprio quelli in cui gli impianti fotovoltaici producono di meno, mi chiedo se non potrebbe essere un interessante metodo di integrazione, particolarmente utile per gli impianti "ad isola". La produzione elettrica, peraltro, sarebbe concentrata nei momenti in cui l'utilizzatore è in casa, cioè nel momento di maggior bisogno.
Dal punto di vista 'tecnico' ci sarebbe anche il vantaggio di avere temperature del lato caldo perfettamente costanti potendo quindi utilizzare le celle cinesi a basso costo, limitato DT e bassa Tmax ed avere una certa stabilità e prevedibilità di produzione .
Mi piacerebbe avere il vostro parere.
Aritorno sulle celle Peltier-Seebeck e non vorrei dire castronerie, scusate in anticipo.
Visto che la maggior parte dell'energia che bisogna applicare al lato caldo della cella, il 98-95% dell'energia totale, deve essere disperso dal lato freddo, cosa succede al rendimento della cella se viene usato il calore direttamente per irradiare l'interno di un appartamento?
L'idea sarebbe un tubo calettato sulla linea dell'acqua calda del proprio impianto, magari con l'esterno a sezione quadrata, sul quale fissare il lato caldo delle celle mentre un dispersore calettato viene fissato sul lato freddo, funzionando così da radiatore per riscaldare l'ambiente.
Dal momento che i periodi di utilizzazione del riscaldamento casalingo sono proprio quelli in cui gli impianti fotovoltaici producono di meno, mi chiedo se non potrebbe essere un interessante metodo di integrazione, particolarmente utile per gli impianti "ad isola". La produzione elettrica, peraltro, sarebbe concentrata nei momenti in cui l'utilizzatore è in casa, cioè nel momento di maggior bisogno.
Dal punto di vista 'tecnico' ci sarebbe anche il vantaggio di avere temperature del lato caldo perfettamente costanti potendo quindi utilizzare le celle cinesi a basso costo, limitato DT e bassa Tmax ed avere una certa stabilità e prevedibilità di produzione .
Mi piacerebbe avere il vostro parere.
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