La filosofia schiavista nell'energia? - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

La filosofia schiavista nell'energia?

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • La filosofia schiavista nell'energia?

    Come sapete io frequendo una certa idea del mondo e di come fare per rendere le cose funzionali alla mia ed altrui sopravvivenza.

    Cerco e ricerco nell'ottica del miglioramento continuo e, nel mio peregrinare tra le varie "filosofie" che promettono una maggiore libertà di essere, ho scoperto qualche anno fa gli scritti di un certo Ms. Ron Hubbard.

    Mi hanno interessato e quindi ho cercato di approfondire e devo dire che le sue idee mi sono sembrate e continuano a sembrarmi utili e funzionali...

    Tra l'enorme quantità di cose che LRHubbard ha scritto, questa mattina leggevo questa:

    "Tra le molte cose che l’uomo ha fatto, nella sua preoccupazione per la propria mente e per il proprio stato d’essere, nel suo tentativo di controllare altri, c’è stata l’adozione di filosofie schiavistiche.

    Chiunque inventi o usi una filosofia del genere tende a rimanere esente, in maggior o minor misura, dalla schiavitù così imposta, e tende a mantenere la forza altrui in una condizione di annullamento, servendosi di quanto ha inventato.

    Questo sotterfugio ha una funzionalità molto limitata, perché alla fine intrappola anche chi lo usa. Non è un’opinione ma una legge dimostrabile, che chi rende schiavi i propri simili diventa egli stesso schiavo.

    Una “terapia” che insegni che l’uomo dovrebbe adattarsi al proprio ambiente anziché adattare l’ambiente a se è una filosofia schiavistica e non è efficace, per la semplice ragione che è l’esatto opposto della verità."
    LRHubbard: “Manuale per i Preclear” pp9:10

    Mi sono accorto che questa cosa che lui ha scritto centra perfettamente il "sottofondo" culturale, per dirla in modo dotto i "metasignificati" che stanno alla base di molti discorsi fatti sulle energie rinnovabili, sull'energia in genere, sulla determinazione ad una "libertà energetica" tanto affine alla maggior parte dei frequentatori di questo forum.

    La LIBERTA' DI scegliere è derivabile dalla capacità di diffondere metodi di generazione dell'energia più vicini alle persone.

    Questa tanto ricercata "libertà energetica" non è forse un desiderio intimo di affrancarsi da un mondo in cui l'ideologia schiavistica determina le politiche a vantaggio di pochi e a discapito di tutti glia altri?

    E questa LIBERTA' DA che tanto viene sbandierata in questa nostra civiltà civilizzata non è forse un modo "velato" di far perdurare il potere di pochi a discapito della vera LIBERTA' DI essere UOMINI LIBERI?
    Soluzioni, Azioni, Risultati per la vita...

  • #2
    Lo schiavismo è sempre stato direttamente e intimamente collegato al problema energia. Lo schiavo era l'energia a buon mercato del passato.
    Più o meno tutti siamo convinti che l'affrancamento dalla schiavitù sia una concquista della ragione, della carità religiosa o delle filosofie varie.

    Niente di più falso.

    Lo schiavismo c'è sempre stato, in forma più o meno ipocrita, anche nelle società più ragionevoli, pie e sagge. Un contadino medioevale non veniva definito "servo della gleba" per caso. Era previsto e necessario che esistesse una servitù coatta (uno schiavismo insomma) di una moltitudine di persone necessarie alla produzione energetica per tutti (cibo e legna). Senza schiavitù la società non è in grado di produrre e costruire, evolversi insomma. Senza una legione di contadini che faticavano dall'alba al tramonto Leonardo non avrebbe prodotto proprio nulla (se non le rape e i cavoli per nutrirsi).

    La vera "rivoluzione" che ha condotto all'abolizione dello schiavismo (perchè non più necessario, non per generosit&agrave è la rivoluzione industriale con il moltiplicarsi di produzione energetica accessibile a molti. Gradualmente dal contadino schiavo della terra per 24 ore al giorno si è passati all'operaio, per qualcuno ancora schiavo, ma perlomeno a part-time, fino alla situazione odierna dove l'abitudine al consumo quotidiano dell'energia suficiente alla sopravvivenza annuale di un contadino medioevale ci sembra il minimo per sopravivere. Siamo in una situazione di "assuefazione" alla droga energetica! (E questo dovrebbe preoccupare molto i fautori delle terapie di disintossicazione progressiva troppo ottimistiche! <_< )

    Detto ciò la mia visione di libertà energetica parte senz'altro dalla necessità di ridurre fino ad eliminare il potere "schiavista" (anche se forse è un pelo esagerata come definizione) della produzione centralizzata che porta cin sè il corollario che moltissimi pagano a peso d'oro l'energia a pochissimi che ne approfittano alla stragrande.
    Non vedo però la produzione diffusa tanto come una serie di microrealtà, individuali o famigliari che si "autoproducono" l'energia accettando compromessi e sacrifici con stoicismo pseudo-religioso. Questa è una visione minimalista, pauperista che non mi è mai piaciuta granchè.
    Vedo invece una rete di produzione, dove ognuno, esattamente come il bravo contadino medioevale "servo della gleba" produce tutto il necessario a sè E il molto altro necessario al resto della società.
    Come arrivarci è il nucleo del dibattito. Non sarà nè semplice nè poco costoso. E il nucleare darà al massimo solo una mano (per chi ci crede).

    Comunque la si pensi non è certo in Scientology che troveremo risposte, FernandoFast. <img src=">
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

    Commenta


    • #3
      CITAZIONE (BrightingEyes @ 29/12/2007, 12:57)
      .....

      Comunque la si pensi non è certo in Scientology che troveremo risposte, FernandoFast. <img src=">

      Sono in accordo con te: Scientology non è una risposta; infatti, è solamente un'applicazione tecnica al pensiero filosofico. E' L'UOMO e solo lui a dover esser capace di oltrepassare il suo LIMITE conosciuto o sconosciuto che sia.

      L'empirismo, tanto caro al tecnicismo industriale e post-industriale, può oltrepassare il limite del conosciuto nelle scienze umanistiche come ha dimostrato di poter fare nella rivoluzione industriale?

      La scommessa a cui stiamo puntando è proprio questa.

      Per cercare di innalzare le scienze umanistiche oltre i livelli consolidati, possiamo certamente immaginare che, tramite l'applicazione tecnica di assiomi scienticamente provati dalle evidenze naturali, casualmente organizzate come scienza in Scientology, sia possibile cavalcare il limite conosciuto per applicarsi con nuova determinazione alla soluzione dei problemi della vita UMANA ed ENERGETICA di tutti i giorni.

      In campo energetico la soluzione empirica ai problemi ci ha portato passo dopo passo dall'acciarino alla fusione fredda.

      Nella filosofia ci si è sempre limitati alla teoretica, all'attività concettuale, alla speculazione su ciò che è possibile considerare vero discriminando tra i vari livelli del conosciuto.

      L'uomo, quando ha voluto superare i limiti della tecnologia, si è applicato nella ricerca sperimentale; non ha fatto lo stesso quando ha approcciato le evidenze, o perlomeno a quelle che sembrano tali, spirituali.

      La cultura nei suoi trascorsi, nelle varie epoche ha cercato di portare a compimento un'analisi filosofica in grado di definire la VERITA' come assoluto, come evidenza ultima, e si è spesso rifugiato nel dogma religioso per superare le proprie difficoltà di esegesi della coscienza.

      Applicare l'empirismo alla spiritualità è un "dovere" insito nella possibilità di evolvere come umanità.

      CITAZIONE (BrightingEyes @ 29/12/2007, 12:57)
      Lo schiavismo c'è sempre stato, in forma più o meno ipocrita, anche nelle società più ragionevoli, pie e sagge.

      Su questo permettimi un appunto; anche se "c'è sempre stato" non vedo perchè debba continuare ad esserci! :woot:

      E' il PENSIERO che deve evolversi o meglio le capacità di pensiero; e fino a quanto diamo per naturale, scontato, il fatto che esista una schiavitù prima fisica e oggi morale, spirituale: la sua evoluzione non avverrà.

      La libertà da i vincoli terreni diciamo che l'abbiamo conquistata (almeno in occidente) ora si tratta di conquistare la libertà di essere... quello che siamo senza limiti imposti e schiavizzanti.

      L'esser schiavo secondo me NON è insito nella natura sociale umana; non è necessario scomodare il "libero arbitrio" per poterlo affermare.

      L'esser schiavo, il far schiavo qualcuno, sono entrambe facce di un unica medaglia.

      L'evoluzione verso un futuro migliore ha in se, senza se e senza ma <img src="> , l'affrancarsi dalla necessità di SFRUTTAMENTO che tu consideri insita nella natura sociale umana.

      Superato questo sbarramento troviamo la capacità di COLLABORARE; troviamo le società moderne in cui l'etica individuale è posta a fondamento della possibilità di condividere con fiducia il presente.

      Nell'energia l'evoluzione, la scommessa è la stessa. Bisogna passare, se non ritornare, alla libertà di produrre ed usare l'energia che vogliamo... senza prevaricare l'"altro".

      Una nuova ipotesi energetica supera l'imposizione energetica affrancandosene e si libera verso una "liberalità" nell'uso dell'energia...

      Edited by FernandoFast - 29/12/2007, 18:14
      Soluzioni, Azioni, Risultati per la vita...

      Commenta


      • #4
        <img src="> Io non sarei così pessimista, il problema degli schiavi esiste perchè si fanno schiavizzare, basta non credere agli schiavizzatori ed è risolto tutto.
        non darei neanche una grande importanza al petrolio o all'euro.. se esistono queste due entità significa che la maggioranza delle persone ci crede.
        Meccatronico

        Commenta

        Attendi un attimo...
        X