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    Dietro il consumo eccezionale dell'olio vegetale l'arte d'arrangiarsi. Il prodotto, che
    si compra al supermercato, usato anche sulle macchine da corsa

    Sulle auto diesel il pieno di colza costa la metà e abbatte lo smog
    Il "trucco" fa risparmiare, ma è punito dalle regole fiscali


    Roma. Un po' la crisi, un po' la natura ecologista, un po' l'arte tutta italiana di arrangiarsi: la notizia che in Trentino è quasi introvabile, nei supermercati, l'olio di colza perché gli automobilisti lo usano per fare il pieno delle loro vetture diesel, ha fatto tornare alla mente dei meno giovani l'uso dell'infuso di cicoria al posto del caffè durante la seconda guerra mondiale.
    In realtà, però, dietro questo fenomeno che si sta diffondendo in questi giorni, c'è una storia molto lunga e, spesso, ignorata. E' possibile usare il normale olio di colza al posto del gasolio su quasi tutte le auto, con qualche precauzione. Solo che è illegale, rappresenta una frode nei confronti del Fisco, e può far scattare sanzioni. Se si vuole usare un carburante di derivazione naturale al posto di quello estratto dal petrolio lo si può fare: il prodotto in commercio si chiama "Biodiesel" ed è reperibile presso alcuni distributori. Solo che il costo non è competitivo rispetto al gasolio tradizionale. Sull'altro piatto della bilancia vi sarebbero solo vantaggi: le auto vanno bene (a volte migliorano le
    prestazioni) e si abbattono sia le polveri sottili sia l'inquinamento in generale.
    Autodromo di Vallelunga, edizione della "4 ore" del 2003: corsa mista aperta alle vetture a benzina e diesel. Due vetture stracciano le rivali infliggendo otto giri di vantaggio. Entrambi i propulsori sono diesel, ma, nel serbatoio, quel giorno non finì neppure una goccia di gasolio. Il rifornimento (uno, a differenza dei concorrenti che ne effettuarono tre durante la corsa) era costituito da un liquido vegetale verdastro. Olio di colza. Molti dei concorrenti decisero, nei giorni successivi, di provare questo combustibile nelle auto di tutti i giorni. I risultati furono sorprendenti: non si perdeva potenza del' motore e le prestazioni aumentavano. Ulteriori ricerche documentano che la colza non aggiunge anidride carbonica durante la combustione (quindi nessun effetto "serra"), e abbatte della metà i residui di combustione.
    Da quel giorno il "tam tam" ha cominciato a circolare, prima tra gli appassionati poi tra i curiosi. E si è scoperto che oltre ai "biodiesel" regolarmente in vendita come carburanti, gli stessi risultati si
    possono ottenere con il comunis-simo "olio di colza" in vendita un po' dappertutto: il costo di un litro di questo prodotto è, circa, di 0,65 euro, meno della metà del gasolio
    tradizionale. Con il passare del tempo, soprattutto attraverso la rete Internet, i consumatori di questo carburante hanno quasi messo a punto un piccolo decalogo, per l'utilizzo dell'olio al posto del derivato del petrolio.
    La colza può essere usata pura (al 100%) o miscelata con il gasolio tradizionale. In genere i motori più recenti non hanno problemi di sorta, quelli più vecchi si. Ma non si tratta di incompatibilità. Tutt'altro: occorre arrivare per gradi all'uso dell'olio di colza dopo aver progressivamente aumentato la percentuale di questo combustibile rispetto al gasolio, al solo scopo di ripulire gli iniettori dai residui petroliferi.
    Le auto più anziane hanno anche un problema di "olfatto": se non dispongono di marmitte catalitiche è assai probabile che il motore emetta il classico profumo di patatine fritte. In genere, nella stagione invernale, soprattutto al Nord, si preferisce usare l'olio di colza miscelandolo con il 30% di gasolio, per impedire che le gelate rendano meno fluido il carburante.
    Ma il "tam tam" degli utenti spiega che, per un primo uso generale, conviene consumare tutto il carburante tradizionale, fino ad entrare in riserva. A quel punto, nel serbatoio, resteranno appena cinque o sei litri. A quel punto si aggiungono altrettanti litri di olio di colza e si va avanti così, decidendo se tenere una percentuale 50 e 50, o aumentando, a scelta, l'uno o l'altro dei composti.
    Chiunque utilizza il comune olio di colza (reperibile negli hard discount a prezzi convenienti) commette un'infrazione: il Fisco italiano prevede che qualunque tipo di carburante per autotrazione sia gravato da accise. E non è che la Ue venga in aiuto degli automobilisti, consentendo tassazioni più alte nel caso il prodotto agricolo venga utilizzato, puro, come carburante. Una sorta di disincentivazione abbastanza incomprensibile visto i crescenti costi petroliferi e gli allarmanti livelli di inquinamento raggiunti dalle città europee.

    Angelo Bocconetti
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