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riduzione dei rifiuti

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  • riduzione dei rifiuti

    non so se questo che sto per dire è gia stato scritto in questo forum, se è così me ne scuso ma sono sono un novizio .

    Sono convinto, come molti di voi spero, che la chiave per risolvere il problema dei rifiuti ( enon mi riferisco solo al caso specifico di napoli) sia la riduzione della produzione procapite.
    Secondo me si dovrebbe cominciare a leggiferare in modo serio in tal senso.
    si dovrebbe regolarizzare soprattutto l'industria del packaging.

    -iniziamo a vietare con una legge alcuni prodotti (ad esempio i sacchetti di plastica usa e getta )

    -stabiliamo in modo chiaro che ogni prodotto debba essere confezionato in un solo incartamento ( perchè un pezzo di cioccolato deve essere racchiuso in tre strati di carta e due di stagnola?)

    -facciamo in modo che alcuni tipi di oggetti possano essere prodotti solo con materiale riclato (ad esempio i giornali la carta igienica) e che altri debbano contenere una minima quantità di materi provenienti da riciclaggio

    -rendiamo facile il riciclaggio , ad esempio mettendo sui futuri rifiuti deu simboli che indichino la natura del fututo rifuto (una cosa simile alle etichette che indicano come lavare un vestito)

    voi pensate sia una cosa fattibile?

    avete qualche altra idea??

  • #2
    per quel che riguarda il confezionamento di alimentari, temo che dovresti vedertela con la legislazione in materia di conservazione/igiene/etc etc

    Odisseo

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    • #3
      Per le buste di plastica esiste già una Legge che ne vieta la produzione e quindi la distribuzione tra breve, sostituendole con altre in materiale biodegradabile. Molte aziende si sono già adeguate ed è facile trovarne al supermercato, anche se l'utente normale trova difficile distinguerle da quelle vecchie, nonostante che quasi sempre quelle biodegradabili hanno una bella stampigliatura che le certifica tali.

      Per altri imballi qualcosa si sta facendo sul fronte della vendita di latte, acqua e detersivi "alla spina", dove è l'utente che se ne arriva col suo contenitore e preleva il prodotto, di qualità certificata e garantita, direttamente dal distributore automatico. Qui si tratta di abituare il consumatore ad usufruire di questa opportunità presso i negozi che la propongono (in Piemonte vi sono già diversi centri in provincia di Torino e di Cuneo).

      Per molti altri prodotti si può fare poco per ridurre i materiali, come è stato detto da odisseo, ma si può forse indurre i produttori almeno a rendere facile la separazione di un materiale di un tipo, da quello di un altro tipo, in modo da facilitarne la separazione in vista del riciclo. Non aspettiamo solo la Legge per ogni cosa, già ne abbiamo un gran numero di Leggi: i cittadini stessi possono pilotare le politiche delle imprese attraverso le loro scelte d'acquisto.

      Di imballi se n'era già scritto in altre discussioni in questa sezione, mi pare quindi che ci sia sensibilità sull'argomento, ma non credo si possa definire la questione come la soluzione del problema. Come ho già più volte ribadito, non esiste "la soluzione" al problema dei rifiuti, ma esistono "le soluzioni", che possono variare da zona a zona e da caso a caso. Solo l'integrazione virtuosa di più tecniche sarà in grado di fornire il miglior beneficio, col minor impatto ambientale, a un costo ragionevole.

      ••••••••••••

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      • #4
        beh se già si staq iniziando a fare qualcosa sono molto contento...

        e comunque confermo che torino già esistono dei distributori "alla spina" di detersivo

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        • #5
          Originariamente inviato da 'ntonio86 Visualizza il messaggio
          Sono convinto, come molti di voi spero, che la chiave per risolvere il problema dei rifiuti ( enon mi riferisco solo al caso specifico di napoli) sia la riduzione della produzione procapite.
          Secondo me si dovrebbe cominciare a leggiferare in modo serio in tal senso.
          si dovrebbe regolarizzare soprattutto l'industria del packaging.
          Concordo pienamente. Ritengo che la riduzione della produzione procapite di rifiuti sia la migliore terapia per risolvere il problema. Meglio prevenire che curare. La raccolta differenziata, il riciclo, le discariche, l'incenerimento sono solo cure che tentano di abbassare la febbre.

          La produzione di rifiuti andrebbe disincentivata, ma come?

          Ho un'idea. Forse è una castroneria irrealizzabile. Mi piacerebbe capire dove sbaglio nel ragionamento di seguito esposto.

          Ritengo che la tassazione sullo smaltimento dei rifiuti (TARSU) sia iniqua. Perchè deve pagare un servizio sulla base della superficie del mio appartamento anche se non produco un kg di spazzatura?

          Non sarebbe possibile invece impostare un diverso meccanismo di tassazione? Un meccanismo che non tassi lo smaltimento nel momento in cui si produce il rifiuto, ma nel momento dell'acquisto della merce. Credo che esista un meccanismo simile per gli imballaggi (contributo CONAI).

          Ogni merce acquistata, prima o poi, diventa rifiuto, sia esso allo stato solido, liquido o gasoso. Si potrebbe quindi pagare il costo dello smaltimento all'acquisto della merce imponendo una tassa calcolata sulla base del costo del suo smaltimeto. Una specie di IVA basata sui costi di smaltimento.
          Secondo me, un sistema del genere permetterebbe di ridurre la domanda e l'offerta delle merci caratterizzate dal più alto costo di smaltimento in modo da favorire la riduzione dei rifiuti.

          Cosa ne pensate? Dove sbaglio? Secondo voi un sistema di tassazione del genere sarebbe praticabile? Quali ripercussioni potrebbe avere?

          Saluti, Mr. freeDom.

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          • #6
            Originariamente inviato da MrfreeDom Visualizza il messaggio
            Concordo pienamente. Ritengo che la riduzione della produzione procapite di rifiuti sia la migliore terapia per risolvere il problema. Meglio prevenire che curare. La raccolta differenziata, il riciclo, le discariche, l'incenerimento sono solo cure che tentano di abbassare la febbre.

            La produzione di rifiuti andrebbe disincentivata, ma come?

            Ho un'idea. Forse è una castroneria irrealizzabile. Mi piacerebbe capire dove sbaglio nel ragionamento di seguito esposto.

            Ritengo che la tassazione sullo smaltimento dei rifiuti (TARSU) sia iniqua. Perchè deve pagare un servizio sulla base della superficie del mio appartamento anche se non produco un kg di spazzatura?

            Non sarebbe possibile invece impostare un diverso meccanismo di tassazione? Un meccanismo che non tassi lo smaltimento nel momento in cui si produce il rifiuto, ma nel momento dell'acquisto della merce. Credo che esista un meccanismo simile per gli imballaggi (contributo CONAI).

            Ogni merce acquistata, prima o poi, diventa rifiuto, sia esso allo stato solido, liquido o gasoso. Si potrebbe quindi pagare il costo dello smaltimento all'acquisto della merce imponendo una tassa calcolata sulla base del costo del suo smaltimeto. Una specie di IVA basata sui costi di smaltimento.
            Secondo me, un sistema del genere permetterebbe di ridurre la domanda e l'offerta delle merci caratterizzate dal più alto costo di smaltimento in modo da favorire la riduzione dei rifiuti.

            Cosa ne pensate? Dove sbaglio? Secondo voi un sistema di tassazione del genere sarebbe praticabile? Quali ripercussioni potrebbe avere?

            Saluti, Mr. freeDom.
            Oserei dire che OGNI MERCE PRODOTTA PRIMA O POI DIVENTA RIFIUTO.

            la tassazione in capo alla produzione secondo me è ottimale per disincentivare certi tipi di produzioni.
            la tassazione sulla produzione poi si trasferisce al consumatore che sarà disincentivatoa comperare ( a dare mercato ) a determinati prodotti.
            la tassazione alla produzione è molto più CERTA in quanto tramite la tenuta di registri è possibile commisurare esattamente ( attraverso imposte specifiche su unità fisiche ) quanto dovuto dal produttore... e quindi dal consumatore.

            direi che il ragionamento fila... salvo ostruzionismi da parte di chi produce.

            probabilmente molte produzioni odierne ricadrebbero nella fattispecie " da tassare " e quindi il loro mercato si ridurrebbe se non addirittura sparirebbe lasciando a casa tanta gente che prima era impiegata nel settore "inquinante".
            trovatemi un politico capace di accollarsi e far che sia mantenuta una scelta così poco popolare e io LO VOTO!

            a presto!
            www.energeticambiente.it

            www.energoclub.org

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            • #7
              Originariamente inviato da SolarPrex Visualizza il messaggio
              Oserei dire che OGNI MERCE PRODOTTA PRIMA O POI DIVENTA RIFIUTO.

              la tassazione in capo alla produzione secondo me è ottimale per disincentivare certi tipi di produzioni.
              la tassazione sulla produzione poi si trasferisce al consumatore che sarà disincentivatoa comperare ( a dare mercato ) a determinati prodotti.
              la tassazione alla produzione è molto più CERTA in quanto tramite la tenuta di registri è possibile commisurare esattamente ( attraverso imposte specifiche su unità fisiche ) quanto dovuto dal produttore... e quindi dal consumatore.
              Gentile SolarPrex, grazie per aver accettato il confronto.

              Lei è riuscito ad esprimere molto meglio di me quello che avevo in mente.
              L'unico appunto alla sua osservazione è che serebbe perfetta se applicata a livello globale. Se invece dovesse essere applicata a livello nazionale non funzionerebbe perchè colpirebbe anche la merce prodotta per l'esportazione e non colpirebbe invece la merce importata. In tal caso potrebbe funzionare se applicata in capo alla merce Commercializzata nel Paese. Si tratto solo di definire il meccanismo, ma i risultati non dovrebbero esser diversi da quanto finora detto.

              Ma questi sono dettagli da affrontare con calma.

              Originariamente inviato da SolarPrex Visualizza il messaggio
              probabilmente molte produzioni odierne ricadrebbero nella fattispecie " da tassare " e quindi il loro mercato si ridurrebbe se non addirittura sparirebbe lasciando a casa tanta gente che prima era impiegata nel settore "inquinante".
              Questa osservazione invece merita una più ampia discussione.
              In effetti questo problema me l'ero già posto.
              Aggiungerei che questo sistema lascierebbe a casa anche tutti gli operatori impiegati per lo smaltimento dei rifiuti non più prodotti.

              Queste considerazioni mi mettono in crisi e mi inducono a pensare che i rifiuti siano indispensabili al sistema capitalistico. E' come ammettere che per produrre ricchezza occorre produrre rifiuti. Se così è, sono indotto a pensare che ci sia qualcosa che non va nel nostro sistema capitalistico.

              "E qui ho paura di essere comunista. Ma io non voglio essere comunista. Ditemelo se vi sembro comunista. Fermatemi!"

              Ma è proprio così? Produrre merci che diventaranno rifiuti inquinanti, e quindi daranno origine a problemi ambientali e a costi per lo smaltimento, equivale a produrre ricchezza? Di certo creano occupazione.

              Se fosse solo un problema di occupazione, non sarebbe meglio trovare un'altro impiego per questi disgraziati?

              Che ne so... Faccio qualche ipotesi.

              1° ipotesi (demenziale):
              A quelli che facevano le merci inquinanti li mettiamo a fare le buche.
              A quelli dello smaltimento li mettiamo a chiuderle.
              Avremmo gli stessi costi, ma non produrremmo danni ambientali.

              2° ipotesi (faraonica)
              Li mettiamo tutti a costruire piramidi. A che servirebbero? Non lo so! Ancora non siamo riusciti a capire perchè le civiltà passate le hanno realizzate. Però sono affascinanti e ogni anno milioni di turisti vanno a visitarle.
              Avremmo gli stessi costi, ma almeno lasceremmo ai posteri qualcosa di affascinante. Potremmo anche riempirle con la restante quota di spazzatura che continueremmo a produrre.

              3° ipotesi
              Proponetela voi. Non penso che manchino proposte.

              "Ditemelo se sto diventando comunista. Fermatemi per tempo!"

              Originariamente inviato da SolarPrex Visualizza il messaggio
              trovatemi un politico capace di accollarsi e far che sia mantenuta una scelta così poco popolare e io LO VOTO!
              Ci sto facendo un pensierino. Anche perchè in campagna elettorale potrei raccogliere molti consensi dicendo che abolirò la TARSU. Saranno lacrime e sangue per i grossi produttori.
              Comunque avrei problemi a collocarmi politicamente. Mai comunista.

              Saluti e a presto! Mr. freeDom.

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              • #8
                anche secondo me la soluzione può essere quella di applicare SERIAMENTE al livello italiano/europeo una tassazione all'origine da rinvestire nello stesso settore.

                Tassando con misura la merce importata si potrebbe rendere il prodotto italiano/europeo più competitivo e non costringere le nostre aziende a "tagliare" per esempio i fondi verso misure pro-ambiente.

                Per l'utente, il prodotto dovrebbe costare meno.. magari perchè semplificato nella bellezza dell'imballo.. ma sicuramente non sarà così.

                Spero (con preoccupazione) che i lavoratori delle aziende che non si adegueranno, potranno trasferirsi verso quelle in regola.. quindi + competitive.. che avendo maggiore "domanda" avranno la necessità di implementare il loro organico.

                In teoria il discorso dovrebbe filare.. che ne pensate? in pratica.. potremmo essere capaci di peggiorare la situazione odierna ; )
                «Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo». Mahatma Gandhi

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                • #9
                  Sinceramente io penso che la soluzione proposta, pur avendo spunti interessanti, magari per certi settori, rischierebbe di un contributo marginale alla soluzione del problema.

                  Come anche la crisi in Campania dimostra, non è la mancanza di fondi per lo smaltimento a creare problemi: per quanto è stato speso le strade di Napoli dovrebbero brillare.

                  Il problema principale è che pur avendo i fondi per farlo non si sa dove trattare e/o stoccare i rifiuti. Quindi, o si interviene sul processo che porta alla produzione del rifiuto o il problema non si risolve.

                  Il fatto di tassare i prodotti maggiormente soggetti a produrre rifiuti potrebbe costituire un stimolo alle aziende, nel tempo, ad avere una produzione più virtuosa, ma innanzi tutto andrebbe applicato in maniera generalizzata e, comunque, rischierebbe di deresponsabilizzare un anello della catena, il consumatore. Quest'utlimo, infatti, avendo pagato di più il prodotto, perché dovrebbe preoccuparsi del suo smaltimento differenziato?

                  In fin dei conti, poi, se un prodotto è classificabile come "inquinante" tanto da imporre una tassazione maggiore, forse si farebbe prima a vietarne l'immissione sul mercato: in Europa abbiamo una miriade di regole, anche sul diametro delle zucchine, perchè non dobbiamo varare una normativa seria sul packaging dei prodotti?

                  Ancora, riferendomi al consumatore, io trovo che dovrebbe essere innescato un circolo virtuoso per il suo impegno nel riciclo dei materiali. Ad esempio, in Germania se, in qualsiasi esercizio commerciale, si acquista una bibita nelle bottiglie di plastica (pet) si nota che vi sono due prezzi, uno del prodotto, uno della bottiglia; se chi ha consumato la bibita riporta la bottiglia in un qualsiasi esercizio, riceve indietro il prezzo dell'involucro. Cosicché ciascuno ha un riscontro immediato del suo comportamento "virtuoso".

                  Non capisco perché in Italia, tranne sporadiche iniziative, ciò non succeda e, inotre, perchè tale metodo non sia esteso ad altri prodotti.

                  Concordo in pieno, infine, con chi chiedeva di apporre delle etichette sugli involucri: un tale sistema, abbinato alla chiara idendificazione delle medesime etichette sui raccoglitori per la differenziata, costituirebbe un valido aiuto per il cittadino: io, per esempio, perdo un sacco di tempo a cercare di capire se un dato involucro di plastica deve andare nella campana o nell'indifferenziata.

                  Saluti

                  Fred.Fusion

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                  • #10
                    Le osservazioni riguardo la perdita di posti di lavoro sono del tutto corrette, purtroppo ciò che non vorremmo, l'iperpackaging, il mancato riciclaggio dei materiali... fanno parte di un ampio mercato e entrano in pieno nella produzione di PIL (e bisognerebbe ancora tornare a riflettere cosa rappresenti veramente il PIL), nell'occupazione e nei relativi introiti, basti pensare la quantità di aziende che lavorano nel campo della produzione di imballaggi spesso inutili e nello smaltimeno dei rifiuti.

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Fred.Fusion Visualizza il messaggio
                      Sinceramente io penso che la soluzione proposta, pur avendo spunti interessanti, magari per certi settori, rischierebbe di un contributo marginale alla soluzione del problema.

                      Come anche la crisi in Campania dimostra, non è la mancanza di fondi per lo smaltimento a creare problemi: per quanto è stato speso le strade di Napoli dovrebbero brillare.
                      La mia idea non ha l'obiettivo di far aumentare i fondi a disposizione per il trattamento dei rifiuti, semmai il contrario. I fondi già ci sono. Li forniamo noi cittadini con le tasse. La TARSU è una di queste ed essa colpisce indistintamente sia chi produce rifiuti, sia chi non li produce affatto, sia chi fa raccolta differenziata, ecc. La tarsu non è affato educativa.
                      L'idea è sfruttare l'effetto deprimente di una tassa per incentivare le produzioni di merci meno inquinanti e più facilmente smaltibili.
                      Il tutto senza divieti e nella peggiore delle ipotesi (quella in cui non abbia alcun effetto) senza aumento del prelievo fiscale.

                      In questo modo verrebbero penalizzate le produzioni più inquinanti.
                      Allo stesso modo verrebbero agevolate le produzioni meno inquinanti.

                      Se applicato a livello nazionale (o europeo) favorirebbe lo sviluppo di una industria locale più rispettosa dell'ambiente e quindi più competitiva rispetto ad altre industrie estere meno rispettose.

                      Originariamente inviato da Fred.Fusion Visualizza il messaggio
                      Ancora, riferendomi al consumatore, io trovo che dovrebbe essere innescato un circolo virtuoso per il suo impegno nel riciclo dei materiali. Ad esempio, in Germania se, in qualsiasi esercizio commerciale, si acquista una bibita nelle bottiglie di plastica (pet) si nota che vi sono due prezzi, uno del prodotto, uno della bottiglia; se chi ha consumato la bibita riporta la bottiglia in un qualsiasi esercizio, riceve indietro il prezzo dell'involucro. Cosicché ciascuno ha un riscontro immediato del suo comportamento "virtuoso".
                      Il sistema proposto non è alternativo ad altre misure che favoriscano la raccalta differenziate, anzi, è complementare ad esse, molto di più di quanto lo sia il sistema attuale.

                      Commenta


                      • #12
                        e questo tipo di notizia è la cigliegina sulla torta

                        il VELINO Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale | Leggi l'articolo

                        500 - 1000 volontarii da tutta Italia per sensibilizzare le persone

                        ma porca di una miseria, da tutta italia ?

                        ok la solidarietà e tutto il resto, ma dico io occorre che vengano da tutta Italia ?

                        Odisseo
                        (E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)

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                        • #13
                          perchè dopo aver ridotto gli imballaggi, reso più equo il sistema di tassazione basandolo sulla quantità di rifiuti anzichè sulla superficie dell' appartamento, non ci dotiamo di tritarifiuti per la parte umida che così raggiungerebbe da sola il depuratore? sarebbero poche centinaia di grammi a famiglia gni giorno su centinaia di kg di acqua scaricata, si eliminerebbe in tal modo quasi tutto quello che puzza, la differenziazione e il recupero sarebbero molto più facili, si risaprmierebbero cassonetti, camion per la faccolta, discariche ed inceneritori e avremmo meno roba da portare fuori.
                          Ma è così difficile da realizzare?

                          Commenta


                          • #14
                            adesso voglio fare una sperimentazione casalinga con un frullatore, basta non metterci l' osso del brodo.

                            Commenta


                            • #16
                              sarà, ma io vedo più vantaggi che svantaggi e tutte le obiezioni fatte hanno un a risopsta che andrebbe valutata bene.
                              ciao

                              Commenta


                              • #17
                                Qui nel mio paese c'è un casino assurdo! non so se si è sentito parlare dell'inceneritore del Pollino; è quasi argomento nazionale oramai: taroccamenti di computer e avvelenamenti di massa per bruciare di più e incassare soldi. Tanti cittadini sono increduli a questa cruda realtà e noi che si combatte contro un comune di destra e una mafia troppo sofisticata, siamo allo stremo! Siamo riusciti a farlo chiudere per 2 mesi ma ci stanno spendendo 4 milioni di euro per riaccenderlo! Stiamo cercando vie d'uscita per sensibilizzare i cittadini alla raccolta differenziata ma questi si muovono solo per due motivi: se gli dai soldi o se glie li togli, special modo da quando c'è l'euro che ha seminato un panico totale. Infatti è per questo che avevo contattato Scraps e la Recoplastica. Comincio a capire che la mafia ha fatto bussare anche a quelle porte, infatti il signore con cui ho parlato son mesi che si fa negare. Se qualcuno conosce alternative per l'incremento della differenziata, per favore mi informi!
                                Grazie a tutti.
                                Scultrice:

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