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elettrolisi del vapore acqueo

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  • elettrolisi del vapore acqueo

    ciao a tutti

    sperimentando con la mia cella per elettrolisi... ho provato a mettere la cella in depressione..... creando il vuoto al suo interno tramite una pompa....
    l'acqua si è messa subito a bollire compensando la depressione che rimane costante....
    mi sono accorto che l'elettrolisi dell'acqua ha subito migliorato in efficienza...
    ora mi stavo informando su come elettrolizzare il vapore dell'acqua.....girovacchiando su internet ho visto che la nasa ha sperimentato una cella in grado di farlo....ma non sono riuscito a vedere l'apparato....
    vorrei sapere se qualcuno ha informazioni a riguardo..... ho letto che l'elettrolisi del vapore è di gran lunga più efficiente di quello dell'acqua....

    grazie a tutti coloro che risponderanno senza sparare baggianate

  • #2
    Credo convenga se si dispone già di acqua sotto forma di vapore.
    Perchè,se si fosse costretti a scaldare acqua per poi fare elettrolisi,si perderebbe di efficienza.

    P.S. Sta Nasa fa proprio tutto.Peccato non divulghi mai gli esiti delle prove in maniera eccellente.

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    • #3
      ciao ovi
      grazie di essere intervenuto!!!! <img src=">
      non so se sai che se fai il vuoto ad una bottiglia piena (o quasi) di acqua questa produrra vapore acqueo essendo in depressione il gas prodotto compenserà la depressione....
      non so te ma mi sa tanto di spiegazione della joe cell....
      il sistema è simile alla cella di Pantone... solo che fino ad ora non ho provato con miscele di gasolio....
      anche perchè penso che in questo caso convenga l'idrogeno+ossigeno per il suo elevato potere calorico....

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      • #4
        A prescindere dal resto, per portare l'acqua allo stato di vapore ti serve energia... Se il tuo obiettivo è ricavare energia, direi che parti dal piede sbagliato.
        Già l'efficienza dell'elettrolisi è bassa, se poi aggiungi altra energia...

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        • #5
          Ciao Sandrinx77

          Forse ti riferisci a questo documento ?

          http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntr..._1966027558.pdf


          p.s. io ci credo, e so che riusciro' ad effettuare la scissione molecolare a bassa energia dell'acqua...THE SECRET

          Ciao buon lavoro e tanta buona fortuna.

          Pasquale

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          • #6
            grazie pasquale appena avrè un po di tempo lo leggerò......buona fortuna anche a te!!!

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            • #7
              Mi ricordo di un libretto delle edizioni Andromeda (BO) che parlava dell'elettrolisi con il vapore d'acqua, ( a parte ceh evaporare l'acqua lo si fa' anche con un po' di sole, non serve una pressione di vapore). Quindi in laboratorio facevano del vapore che poi passava in un tubo breve nel quale c'erano 2 pagliette di acciaio inossidabile collegate una amssa, l'altra ad una bobina di tesla, ma secondo me si potrebbe usare anche un generatore Van de Graaff

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              • #8
                Non è vero che scaldare acqua per favorire l'elettrolsisi è inutile, anzi!
                Facendo i conti otteniamo complessivamente un'efficienza maggiore.

                L'energia spesa per scaldare l'acqua (o depresurizzarla) è MINORE di quella spesa per elettrolizzare l'acqua a freddo ma in questo ultimo caso l'acqua viene scaldata un pò ugualmente perchè ci sono pesanti perdite, alla fine elettrolizzare l'acqua tiepida mi costa di più in termini di energia persa in calore.

                Allo stato di vapore, l'acqua non è un liquido quindi non si parla più di elettrolisi ma ionizzazione del vapore.
                Necessita aumentare la tensione di molto e giustamente, come dice Fabrizio3, si potrebbe utilizzare un piccolissmo acceleratore di particelle.
                Ecco qui di seguito un faxsimile della cella di Meyer
                image
                .
                .
                .
                variante cella di Meyer

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                • #9
                  Che io sappia l'acqua evapora a 4° .

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                  • #10
                    CITAZIONE (blackbombay @ 9/4/2008, 14:26)
                    Che io sappia l'acqua evapora a 4° .

                    Bene!
                    Quindi ci vorrebbe una tegame rotondo, basso e di ampia superficie (ampia superficie perchè la quantità di vapore dipende dalla superficie).

                    Poi ci vorrebbe un grosso imbuto rovesciato con buco piccolo per concentrare il vapore.

                    Peccato che però il vapore si condenserebbe sulla superficie interna dell'imbuto e si formerebbero delle goccioline niente affatto utili per lo scopo.
                    Il sole dovrebbe scaldare l'imbuto allo scopo di evitare la condenza, (niente vento di raffreddamento), la caloria che si accumula all'interno dell'imbuto dovrebbe secondo me fare evaporare anche l'acqua (piano piano).
                    Ionizzando con tensione alta il vapore che esce dall'imbuto dovremmo, secondo me, ottenere idrogeno con spesa inrilevante di elettricità.

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                    • #11
                      C'e' una cosa che mi sovviene... Il mix Ossigeno Idrogeno che si ottiene da un elettrolizzatore, viene bruciato con un cannellino e la fiamma ottenuta e' di 134 gradi circa http://www.watertorch.com/
                      Ma se la fiamma tocca un metallo lo fonde, anche il tungsteno che fonde a 3410 gradi
                      http://ww2.unime.it/cclchim/generale/tabel...ble_fusione.htm
                      Quindi se con un piccolo generatore fondo un pezzo di tungsteno, ottengo nella sua fornace 3410 gradi almeno. Questa energia di fusione non la posso sfruttare altrimenti ? E mi viene il dubbio che ci sia uno sbilanciamento in positivo del calore ottenuto rispetto all'energia impiegata per scindere l'acqua che ha fuso il tungsteno...

                      Se per esempio fondo l'alluminio 660 gradi, potrei scaldare l'acqua nella fornace tramite un tubo in ferro (che resiste fino a 1535 gradi) fatto passare nella fornace, ed otterrei vapore acqueo anche in pressione e magari a 200 e passa gradi, utile per una successiva elettrolisi piu' efficiente... Magari con lo stesso calore di fusione potrei produrre energia elettrica per la successiva operazione... Parlo di fornace perche' c'e' l'efeftto forno che aiuta molto la risonanza dell'energia calorica (infraroso e altre frequenze)...
                      Faro' qualche esperimento con la fusione di ferro e tubi in ferro, dato che il tubo con l'acqua sara' messo a partire ad esempio da 10 mm dal ferro fuso e dalla fiamma nella fornace, quindi avra' una calore minore in relazione all'aumentare della distanza...

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                      • #12
                        io in questa discussione avevo proposto di fare l'elettrolisi del vapore acqueo.....
                        non andate ot per favore......
                        ritengo interessante la tua osservazione sulla fiamma, mi giunge nuovo il fatto che essa sia solo di 134 gradi...
                        devo comprare un termometro ad infrarossi....
                        ora se volessi fare la pirolisi del vapore invece,,,quale temperature dovrei raggiungere???

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                        • #13
                          La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante (normalmente ossigeno). In pratica mentre riscaldando il materiale in presenza di ossigeno avviene una combustione che genera calore e produce composti gassosi ossidati, effettuando invece lo stesso riscaldamento in condizioni però di assenza totale di ossigeno il materiale subisce la scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici.
                          Per i rifiuti ci vogliono circa 600 gradi centigradi.

                          Ma per l'acqua si puo' fare comunque, ci vogliono 3000 gradi centigradi !
                          Capitolo 3 … La produzione di idrogeno per mezzo dei reattori HTR
                          3.3 - La produzione termochimica dell'idrogeno

                          Altra potenzialità particolare di questo tipo di reattori è la possibile produzione di idrogeno per via termochimica. Uno dei metodi infatti con cui l’acqua può essere decomposta è quello di somministrare calore ad alta temperatura, dell’ordine di 3000 °C (pirolisi). Questo comporterebbe però gravi complicazioni tecnologiche, soprattutto riguardo alla scelta dei materiali più indicati per operare a quelle temperature. Un’alternativa allora è quella di utilizzare un appropriato ciclo termochimico per ottenere la scissione dell’acqua, convertendo quindi il calore fornito in energia chimica (con un dato rendimento funzione del ciclo prescelto e dei macchinari che lo realizzano).
                          Gli studi del DOE (Department of Energy) commissionati negli anni ’70 alla General Atomics, Sandia National Laboratories, e all’Università del Kentucky identificarono 115 processi possibili. Di questi solo 2 furono considerati di interesse: l’UT3 (dell’Università di Tokyo-3), basato sul ciclo Ca - Br - Fe, e l’ I-S: i maggiori rendimenti (fino al 52% [3.6]) e la natura delle reazioni chimiche coinvolte (tutte allo stato fluido, al contrario dell’UT3) fecero preferire quest’ultimo. In tale processo l’unico reagente consumato è l’acqua, che viene scissa in 3 stadi ad opera del calore fornendo ossigeno ed idrogeno; tutti gli altri reagenti vengono (almeno in teoria) completamente riciclati (non generando quindi effluenti dannosi per l’ambiente). Lo schema del ciclo (fig. 3.15) è il seguente:

                          image

                          Edited by fabrizio3 - 11/4/2008, 13:54

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                          • #14
                            Se si disponesse gia di vapore inoltre ionizzato cosa ne sarebbe? una scissione migliore?
                            Non ho fallito! Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato (Thomas Alva Edison)

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