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Pompa di calore ad integrazione della caldaia

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  • Pompa di calore ad integrazione della caldaia

    Salve a tutti, ho trovato diversi post sull'argomento ma non sono ancora riuscito a capire se l'impianto che ho in mente possa funzionare veramente.
    La mia idea (che nasce dall'avere disponibilità di energia elettrica in esubero da un sovradimensionamento dell'impianto fotovoltaico) è quella utilizzare una pompa di calore aria-acqua per la produzione di acs e per l'integrazione del sistema di riscaldamento tradizionale ad alta temperatura. L'acqua prodotta dalla pc viene accumulata alla massima temperatura di produzione (55°C) in un serbatoio di tipo tank in tank, dopodiché viene riscaldata per la quota mancante dalla caldaia modulante (i due sistemi sarebbero quindi in serie).
    A parte i momenti di bassa temperatura dell'aria esterna nei quali la pc sarebbe disattivata, il sistema funziona sicuramente per l'acs (il salto termico relativo viene sempre fatto dalla pc) ma per il riscaldamento, essendo l'acqua di ritorno nel circuito a T superiore a 55°C, che grado di integrazione posso immaginare? Cioé, effettivamente, questa pc quando lavorerebbe? E che risparmio potrei ottenere in termini di combustibile?
    L'alternativa potrebbe essere l'installazione di un sistema aria-aria del tipo multisplit.
    Grazie in anticipo a chi vorrà aiutarmi!

  • #2
    Zona climatica?
    sopratutto per valutare la necessità di raffrescamento.
    Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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    • #3
      Zona climatica D.
      Si tratta di villetta unifamiliare di tre piani alla quale verrà rifatta la copertura.

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      • #4
        Mi sono dimenticato, fascia solare?
        Basta che indichi la provincia.
        Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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        • #5
          Provincia di Pisa

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          • #6
            Purtroppo hai un sistema ad Alta Temperatura ed anche se a mio parere se hai una regolazione climatica la temperatura di ritorno potrebbe essere più bassa dei 55°C che hai indicato, diciamo 50°C, stai lavorando sempre con temperature alte per una pdc.
            Io faccio sempre l'esempio delle pompe di calore geoterm, quindi pompe di calore suolo/acqua con un comportamento più stabile e meno influenzabile dalla temperatura dell'aria esterna e loro dicono:
            limite di temperatura 35°C per riscaldamento 50°C per ACS.
            Tutte le pompe di calore aria/acqua che ho installato in Sardegna quando vanno ad interfacciarsi con un accumulo, che serve impianti a pavimento viaggiano con temperature massime di 40-42°C ed il ritorno è appunto sui 35°C, ma prima che raggiungano queste condizioni di regime ci vogliono all'inizio anche due giorni.
            I cosidetti boiler a termopompa per la sola produzione di ACS, a mio parere sono troppo costosi ed hanno tempi di ammortamento troppo lunghi.
            Il più economico costa 2000 euro + IVA con 212 litri di accumulo e 620 watts di potenza elettrica assorbita.
            Fascia solare 3 un impianto solare termico a CN semplice ed economico per sola ACS forse lo ripaghi in meno tempo, anche considerando il fatto del surplus di energia elettrica che hai.
            Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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            • #7
              Grazie della risposta dotting.
              Quindi mi sembra di capire che mi sconsigli la pdc aria-acqua per questo tipo di integrazione.
              Cercherò in giro i prezzi delle pdc per acs calcolando i tempi di ammortamento (con l'energia elettrica prodotta in più) a confronto con solare termico a CN.
              Eventualmente considererò qualche condizionatore con pdc a parete per le stanze più utilizzate, costi di installazione permettendo.

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