Ciao a tutti,
dopo un lungo periodo di silenzio torno a scrivere di GDPE & co.
Purtroppo non ho notizione eclatanti, o forse si, dipende dai punti di vista...
Comunque, ritengo giusto aggiornarvi su quello che è stato un periodo di 'divertimento nello sperimentare' che per me è durato alcuni anni.
Ricordo che sto parlando di GDPE, ovvero del fenomeno a 'scarica sommersa', quello che molti ancora chiamano Fusione Fredda, ma che sono convinto non debba essere invece con essa confuso. Per intenderci, parlo di questo fenomeno: YouTube - Fusione Fredda - Renzo Mondaini 1
che sicuramente avrà attirato l'attenzione di molti, proprio come accadde a me anni fa.
Premessa:
In qualità di elettronico (per hobby) nonché appassionato di fisica e scienza in genere, ho rispolverato le antiche nozioni di termodinamica per allestire un setup di misura che tendenzialmente risultò istintivamente diverso da quello di molti altri sperimentatori.
Come informatico (per mestiere) invece, ho realizzato un sito Fusione Fredda e Trasmutazioni Nucleari by Riccardo Bennati in cui ho raccolto le esperienze vissute. Inoltre grazie alla Rete ho preso contatti con molti altri, anche autorevoli, sperimentatori in tale campo.
Gli esperimenti:
All'inizio ho semplicemente 'giocato' ai fuochi d'artificio con le scintille del plasma, per acquisire familiarità col fenomeno. Poi, ho deciso di organizzarmi per fare delle misure.
Quantum Leap ed altri hanno da sempre segnalato le due anomalie che la GDPE presenta, l'overunity e le trasmutazioni. Escluse le seconde per ovvie ragioni di costo e di difficoltà (occorre tutto materiale perfettamente puro, ecc..) ho ripiegato per cercare di misurare il calore prodotto e per compararlo con l'energia immessa.
Ebbene, dopo i primi iniziali entusiasmi, dovuti più che altro ad ingenui e grossolani errori nel sistema adottato (beaker aperto, energy-meter da 20€), ho subito capito che occorreva un sistema calorimetrico ed elettrico sufficientemente preciso.
Allestito un calorimetro a flusso e raggiunta così una buona precisione, ho dovuto passare alla computazione dell'energia elettrica immessa.
Forse per l'istinto di elettronico, o forse per caso, fatto sta che per cominciare decisi di far operare lo strumento elettronico LUTRON di computazione dell'energia in regime alternato, A MONTE del sistema raddrizzatore. Questo perchè mi ero già reso conto che i disturbi elettromagnetici emessi dal plasma sono ENORMI.
Ebbene, con questo tipo di misurazioni, che non mi consentivano un calcolo precisissimo in quanto non potevo valutare la perdita dovuta al raddrizzatore, realizzavo però misurazioni in cui il COP oscillava moltissimo attorno all'unità. Quando essa era superata, lo era di una piccolissima frazione, certamente al di sotto del limite d'errore complessivo del mio sistema. Questo mi ha sempre costretto ad una ampia prudenza nel dichiarare la mia 'overunity'.
Solo tentando di eseguire misure in regime continuo (Lutron a valle del raddrizzatore) facevo misure con valori di Cop elevati ma instabili, e purtroppo ero consapevole del fatto che essi erano soltanto misure falsate dai disturbi indotti dal plasma.
Per un anno e più ho cercato di affinare le misure, e pian piano mi accorgevo che il valore tendeva man mano a scendere poco sotto l'unità.
Addirittura per un certo periodo ho vissuto un sentimento di forte invidia nei confronti di Quantum e gli altri, perchè a me i loro valori non uscivano.
Poi, punto di svolta, dopo l'estate ho realizzato un circuito elettronico adatto ad effettuare acquisizioni di segnale ad ampio spettro e alle tensioni tipiche del plasma. Ebbene, i sospetti si sono rivelati giusti: stavolta, anche in regime continuo, tracciando curve di corrente e tensione con un sistema di acquisizione serio ed idoneo allo scopo, i conti tornavano come nel mio 'vecchio' sistema in AC. Niente overunity, purtroppo. Almeno nulla di significativamente misurabile. In qualche caso la traccia si è portata appena oltre l'unità, ma non posso escludere che non fosse un semplice errore di calibrazione o energia proveniente da una reazione chimica di anodo o catodo.
Conclusione:
Ritengo pertanto che, almeno sotto l'aspetto 'eccesso di calore', il fenomeno GDPE non presenti alcuna anomalia, se non quella di generare un regime elettronico talmente arduo da mettere abbondantemente in crisi anche i più costosi fra gli strumenti di misura commerciali, che sono però concepiti per misurare il consumo elettrico di carichi 'normali'.
Sono ormai convinto che anche nei più prestigiosi casi di 'anomalie' registrate da laboratori come il CNAM, i nostri amici Iorio & Cirillo (Quantum Leap), l'esperimento di Boulder, Colorado, eccetera, abbiano tutti un 'punto debole': il sistema di computazione elettrica. L'insufficiente banda passante dello strumento infatti porta ad una sottostima dell'energia immessa, ed in tutti i casi, che mi risulti, tali strumenti sono stati utilizzati nella stessa (errata) configurazione: accoppiati direttamente in CC con la cella.
Chiedo scusa a tutti coloro che resteranno delusi da queste mie affermazioni, ma non mi è sembrato corretto non dire queste cose. Amare la scienza significa anche saper riconoscere una bolla di sapone.
Attenzione, pero!
Questo non significa che il fenomeno GDPE non esista affatto, e resta comunque aperta la questione delle trasmutazioni che, ANZI, è in maggiore accordo scientifico proprio con l'assenza di una (misurabile) quantità di calore in eccesso, proprio perchè delle trasmutazioni ci sono solo 'tracce'.
Voglio dire, se davvero ci fosse stata tutta quell'energia, le trasmutazioni avrebbero dovuto essere in quantità sicuramente più significativa.
Inoltre, c'è un altro aspetto di cui tenere conto: se consideriamo che nell'acqua naturale c'è una parte di Deuterio su 6000 di Idrogeno, è plausibile che la GDPE consenta ad alcuni atomi di deuterio di liberarsi del neutrone, il quale può dare origine alle trasmutazioni. Questo è scientificamente molto meno 'esotico' di una sintesi neutronica.
Generatori di neutroni da laboratorio basati su gas deuterio sottoposto a potenziale elettrico sono ben noti da tempo. In questo stesso forum c'è più di un post in cui si parla del 'fusor', che è proprio un esempio di questi.
Ultima considerazione, è un ritorno alla premessa iniziale: la GDPE NON è Fusione Fredda!!! La FF va intesa come un fenomeno di fisica nucleare della materia condensata, che prevede reazioni tra deutoni adsorbiti in una matrice metallica, ed è tutt'altra cosa.
Insomma, resta ancora la porta aperta per chi voglia indagare a fondo la GDPE, ma la sofisticatezza di apparati e strumenti non ne consente di certo la realizzazione amatoriale.
Con grande stima per tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi (qua e sul sito) in questi anni, saluto ed abbandono la GDPE. Forse riuscirò a dedicarmi alla FF in Deuterio e Palladio, chissà.
Riccardo
P.S. Maggiori dettagli sul sito Fusione Fredda e Trasmutazioni Nucleari by Riccardo Bennati
dopo un lungo periodo di silenzio torno a scrivere di GDPE & co.
Purtroppo non ho notizione eclatanti, o forse si, dipende dai punti di vista...
Comunque, ritengo giusto aggiornarvi su quello che è stato un periodo di 'divertimento nello sperimentare' che per me è durato alcuni anni.
Ricordo che sto parlando di GDPE, ovvero del fenomeno a 'scarica sommersa', quello che molti ancora chiamano Fusione Fredda, ma che sono convinto non debba essere invece con essa confuso. Per intenderci, parlo di questo fenomeno: YouTube - Fusione Fredda - Renzo Mondaini 1
che sicuramente avrà attirato l'attenzione di molti, proprio come accadde a me anni fa.
Premessa:
In qualità di elettronico (per hobby) nonché appassionato di fisica e scienza in genere, ho rispolverato le antiche nozioni di termodinamica per allestire un setup di misura che tendenzialmente risultò istintivamente diverso da quello di molti altri sperimentatori.
Come informatico (per mestiere) invece, ho realizzato un sito Fusione Fredda e Trasmutazioni Nucleari by Riccardo Bennati in cui ho raccolto le esperienze vissute. Inoltre grazie alla Rete ho preso contatti con molti altri, anche autorevoli, sperimentatori in tale campo.
Gli esperimenti:
All'inizio ho semplicemente 'giocato' ai fuochi d'artificio con le scintille del plasma
Quantum Leap ed altri hanno da sempre segnalato le due anomalie che la GDPE presenta, l'overunity e le trasmutazioni. Escluse le seconde per ovvie ragioni di costo e di difficoltà (occorre tutto materiale perfettamente puro, ecc..) ho ripiegato per cercare di misurare il calore prodotto e per compararlo con l'energia immessa.
Ebbene, dopo i primi iniziali entusiasmi, dovuti più che altro ad ingenui e grossolani errori nel sistema adottato (beaker aperto, energy-meter da 20€), ho subito capito che occorreva un sistema calorimetrico ed elettrico sufficientemente preciso.
Allestito un calorimetro a flusso e raggiunta così una buona precisione, ho dovuto passare alla computazione dell'energia elettrica immessa.
Forse per l'istinto di elettronico, o forse per caso, fatto sta che per cominciare decisi di far operare lo strumento elettronico LUTRON di computazione dell'energia in regime alternato, A MONTE del sistema raddrizzatore. Questo perchè mi ero già reso conto che i disturbi elettromagnetici emessi dal plasma sono ENORMI.
Ebbene, con questo tipo di misurazioni, che non mi consentivano un calcolo precisissimo in quanto non potevo valutare la perdita dovuta al raddrizzatore, realizzavo però misurazioni in cui il COP oscillava moltissimo attorno all'unità. Quando essa era superata, lo era di una piccolissima frazione, certamente al di sotto del limite d'errore complessivo del mio sistema. Questo mi ha sempre costretto ad una ampia prudenza nel dichiarare la mia 'overunity'.
Solo tentando di eseguire misure in regime continuo (Lutron a valle del raddrizzatore) facevo misure con valori di Cop elevati ma instabili, e purtroppo ero consapevole del fatto che essi erano soltanto misure falsate dai disturbi indotti dal plasma.
Per un anno e più ho cercato di affinare le misure, e pian piano mi accorgevo che il valore tendeva man mano a scendere poco sotto l'unità.
Addirittura per un certo periodo ho vissuto un sentimento di forte invidia nei confronti di Quantum e gli altri, perchè a me i loro valori non uscivano.
Poi, punto di svolta, dopo l'estate ho realizzato un circuito elettronico adatto ad effettuare acquisizioni di segnale ad ampio spettro e alle tensioni tipiche del plasma. Ebbene, i sospetti si sono rivelati giusti: stavolta, anche in regime continuo, tracciando curve di corrente e tensione con un sistema di acquisizione serio ed idoneo allo scopo, i conti tornavano come nel mio 'vecchio' sistema in AC. Niente overunity, purtroppo. Almeno nulla di significativamente misurabile. In qualche caso la traccia si è portata appena oltre l'unità, ma non posso escludere che non fosse un semplice errore di calibrazione o energia proveniente da una reazione chimica di anodo o catodo.
Conclusione:
Ritengo pertanto che, almeno sotto l'aspetto 'eccesso di calore', il fenomeno GDPE non presenti alcuna anomalia, se non quella di generare un regime elettronico talmente arduo da mettere abbondantemente in crisi anche i più costosi fra gli strumenti di misura commerciali, che sono però concepiti per misurare il consumo elettrico di carichi 'normali'.
Sono ormai convinto che anche nei più prestigiosi casi di 'anomalie' registrate da laboratori come il CNAM, i nostri amici Iorio & Cirillo (Quantum Leap), l'esperimento di Boulder, Colorado, eccetera, abbiano tutti un 'punto debole': il sistema di computazione elettrica. L'insufficiente banda passante dello strumento infatti porta ad una sottostima dell'energia immessa, ed in tutti i casi, che mi risulti, tali strumenti sono stati utilizzati nella stessa (errata) configurazione: accoppiati direttamente in CC con la cella.
Chiedo scusa a tutti coloro che resteranno delusi da queste mie affermazioni, ma non mi è sembrato corretto non dire queste cose. Amare la scienza significa anche saper riconoscere una bolla di sapone.
Attenzione, pero!
Questo non significa che il fenomeno GDPE non esista affatto, e resta comunque aperta la questione delle trasmutazioni che, ANZI, è in maggiore accordo scientifico proprio con l'assenza di una (misurabile) quantità di calore in eccesso, proprio perchè delle trasmutazioni ci sono solo 'tracce'.
Voglio dire, se davvero ci fosse stata tutta quell'energia, le trasmutazioni avrebbero dovuto essere in quantità sicuramente più significativa.
Inoltre, c'è un altro aspetto di cui tenere conto: se consideriamo che nell'acqua naturale c'è una parte di Deuterio su 6000 di Idrogeno, è plausibile che la GDPE consenta ad alcuni atomi di deuterio di liberarsi del neutrone, il quale può dare origine alle trasmutazioni. Questo è scientificamente molto meno 'esotico' di una sintesi neutronica.
Generatori di neutroni da laboratorio basati su gas deuterio sottoposto a potenziale elettrico sono ben noti da tempo. In questo stesso forum c'è più di un post in cui si parla del 'fusor', che è proprio un esempio di questi.
Ultima considerazione, è un ritorno alla premessa iniziale: la GDPE NON è Fusione Fredda!!! La FF va intesa come un fenomeno di fisica nucleare della materia condensata, che prevede reazioni tra deutoni adsorbiti in una matrice metallica, ed è tutt'altra cosa.
Insomma, resta ancora la porta aperta per chi voglia indagare a fondo la GDPE, ma la sofisticatezza di apparati e strumenti non ne consente di certo la realizzazione amatoriale.
Con grande stima per tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi (qua e sul sito) in questi anni, saluto ed abbandono la GDPE. Forse riuscirò a dedicarmi alla FF in Deuterio e Palladio, chissà.
Riccardo
P.S. Maggiori dettagli sul sito Fusione Fredda e Trasmutazioni Nucleari by Riccardo Bennati
Commenta