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Impianti Biogas Lipp

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  • Impianti Biogas Lipp

    Qualcuno di voi conosce gli impianti a biogas della tedesca Lipp? Cosa ne pensate? pro e contro rispetto ai normali digestori in cemento? L'azienda italiana che li vende propone inoltre l'installazione di motori Mercedes, sono realmente validi come dicono? (il tutto riferito ad un impianto da 250-350 kW).

  • #2
    La Lipp non ha molta flessibilitá su matrici piú secche. Mercedes ? Importante é il contratto di manutenzione che ti propongono e le garanzie che ti danno nel rispettarlo. Chiedi referenze in italia sulle manutenzioni !

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    • #3
      Ciao Magister ci pui spiegare come funzionano gli impianti LIPP.Guardando il sito mi sembra che funzionino in modo diverso da quelli della BEKON. Magari se hai esperienza di altre aziende mi farebbe piacere sentire il tuo perere. Ciao
      Terra

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      • #4
        LIPP e BEKON sono due cose totalmente diverse.
        Il processo LIPP é un "Wet" totale con una ss del 7 % massimo e difficoltá a gestire concentrazioni piú elevate visti i ridotti sistemi di miscelazione che hanno. Si usa in agricoltura con prodotti preferibilmente liquidi e poca biomassa.

        Il processo BEKON si adatta al trattamento dei rifiuti é un "Dry" totale con una ss dal 40 - 50 % in su, peró con:
        rese in biogas che fan paura (basse !)
        igienizzazione matrici che non esiste
        condizioni di lavoro paurose

        Informazioni piú concrete é meglio chiederle direttamente a loro !

        ciao

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        • #5
          Scusa della cavolata ma quando hai detto che non hanno molta flessibilità su matrici secche pensavo che fosse un impianto dry.Comunque a parte la bekon conosci altre aziende con un sistema diverso per trattare matrici secche(almeno 35% SS)?
          Terra

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          • #6
            Originariamente inviato da Magister Visualizza il messaggio
            LIPP e BEKON sono due cose totalmente diverse.
            Il processo LIPP é un "Wet" totale con una ss del 7 % massimo e difficoltá a gestire concentrazioni piú elevate visti i ridotti sistemi di miscelazione che hanno. Si usa in agricoltura con prodotti preferibilmente liquidi e poca biomassa.
            Grazie mille per le risposte.. Io vorrei fare un impianto da 250 kW, con circa 26-27 mc/gg di liquame suino (circa 4% ss) e mi hanno detto che per arrivare alla produzione di 250 kW servono 10-11 ton/gg di insilato di mais. Mi è stato proposto un digestore 15x11 (altezza liquame 7,4 metri) ma io preferisco il 18x11 (altezza liquame sempre 7,5 metri circa). Secondo te può gestire questa quantità di biomassa senza diluizioni? (in questo caso per l'agitazione utilizzano due agitatori in prevasca + un agitatore nel tubo venturi + 2 agitatori sul fondo del digestore + una pompa trituratrice con getto per rompere il cappello).
            Utilizzando questi numeri ho calcolato un tempo di ritenzione di circa 50 giorni, è sufficiente secondo te/voi?
            La ditta venditrice sostiene che la sosta di circa 2-3 gg in prevasca riscaldata, in cui fanno avvenire un'idrolisi enzimatica in abiente aerobico, e la fine triturazione e miscelazione col liquame fresco, accorci fortemente i tempi che occorrono per estrapolare tutto il biogas convenientemente ricavabile dalla biomassa introdotta. Mi sembra un sistema via di mezzo tra quello EnviTec e quello di Seko.
            Come costo si può risparmiare qualcosa con questo tipo di impianto o sono tutti allineati? Grazie e scusate le mille domande.

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            • #7
              per iciodebby:
              sistema bioferm della Atzwanger (che poi é la stessa cosa di Bekon). Quando parlo di matrici secche intendo dire: la biomassa puó ovviamente avere ss anche intorno ai 35 % ma nella sua diluizione all' interno del digestore cosiccome il suo degradamento devono portare a ss miscelabili. Qui si differenziano le varie ditte dove alcune sono a range bassi "wet" tipo Lipp mentre le altre sono a range piú alti tipo AAT (austriaca) oppure THÖNI (austriaca)

              La differenza di tutte queste ditte: chi offre la maggiore flessibilitá di alimentazione e miscelazione ha vinto!

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              • #8
                albe:
                Il tempo di ritenzioni é ancora OK anche se in un monostadio preferirei tempi piú lunghi. La idrolisi per il mais non ha molto senso perché la digeribilitá del prodotto é comunque molto buona mentre la gestione di idrolisi non é cosí semplice (emissioni di H2). É molte volte piú conveniente alzare i tempi di ritenzione che utilizzare pretrattamenti (lo dicono sempre i tedeschi che sono piú esperti di noi).

                La idrolisi si utilizza qualche volta con carichi di biomassa ad alto contenuto di cellulosa ed emocellulosa dove con questo metodo si ottiene un cracking delle catene moleculari.

                saluti

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                • #9
                  Grazie magister della risposta. Ma secondo te un digestore della Lipp è in grado di gestire una "ricetta", come quella che ho scritto nel mio post precedente, senza dover diluire?
                  Per il discorso idrolisi e utilità dei pretrattamenti ho sentito tutto ed il contrario di tutto, di sicuro io immagino che in ogni caso omogeneizzare le biomasse introdotte possa portare dei vantaggi, sia perchè la triturazione fornisce più superficie esposta all'attacco dei batteri sia perchè in questo modo si dovrebbe ridurre il rischio di formazione del cappello e galleggiamenti vari. Se si pensa all'alimentazione di una vacca, nella bocca avviene una prima triturazione e l'attacco dell'alimento per via enzimatica, e poi successivamente il cibo passa agli stomaci. Quindi immettere biomassa tal quale nel digestore è come ingoiare l'alimento intero, con i relavtivi problemi che comporta, sbaglio? E' vero che il silomais è trinciato molto fine, ma in trincea tende inevitabilmente a compattarsi, senza considerare altri prodotti che si possono reperire facilmente(es patate) che non hanno subito macinazioni.
                  Allungare ulteriormente i tempi di ritenzione con questi digestori da quanto ho capito diventa antieconomico, quindi spero che sia sufficiente il pretrattamento, unito all'azione del tubo venturi (per riportare sul fondo la biomassa ancora da digerire) e ad un ottimale ed omogeneo riscaldamento del digestore, ad accorciare i tempi di ritenzione ottimali.

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                  • #10
                    Questi dati é meglio che te li diano quelli della Lipp cosí da avere anche un pó di garanzie, non credi ? Sulla trinciatura del mais in ingresso o delle biomasse hai in teoria ragione anche se devi considerare questo:
                    - i tempi di rintenzione sono lunghissimi rispetto alla digestione bovina
                    - le temperature sono piú alte
                    Se tu inserisci una patata intera in un digestore senza toccarla o macinarla dopo 60 giorni che aspetto credi che abbia ? È sparita !!
                    I tempi di permanenza sono il metodo piú economico per far fronte ad uno sfruttamento energetico delle biomasse specie quando la ricetta cambia e con esso anche i tempi di permanenza idraulico. Un volume piú elevato del digestore comporta bassi costi di investimento rispetto ad altri sistemi.

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Magister Visualizza il messaggio
                      Questi dati é meglio che te li diano quelli della Lipp cosí da avere anche un pó di garanzie, non credi ? Sulla trinciatura del mais in ingresso o delle biomasse hai in teoria ragione anche se devi considerare questo:
                      - i tempi di rintenzione sono lunghissimi rispetto alla digestione bovina
                      - le temperature sono piú alte
                      Se tu inserisci una patata intera in un digestore senza toccarla o macinarla dopo 60 giorni che aspetto credi che abbia ? È sparita !!
                      I tempi di permanenza sono il metodo piú economico per far fronte ad uno sfruttamento energetico delle biomasse specie quando la ricetta cambia e con esso anche i tempi di permanenza idraulico. Un volume piú elevato del digestore comporta bassi costi di investimento rispetto ad altri sistemi.
                      Hai pienamente ragione e condivido il tuo pensiero, pretrattare a mio avviso accorcia un po' i tempi di ritenzione necessari, di sicuro non fa miracoli. Per quanto riguarda il fatto di chiedere direttamente alla lipp io ho già chiesto a loro, però volevo un po' avere altri pareri. Tra l'altro ho rivalutato un po' le varie offerte, e loro col digestore 18x11 sono poco competitivi, lo diventano col 16x11, però avrei un tempo di ritenzione di (solo) 37 giorni. Loro dicono sia sufficiente e che è la misura più giusta per le mie esigenze, ma a me sembra davvero poco. Per quello chiedevo altri pareri qui, anche perchè altri impiantisti hanno una filosofia diametralmente opposta, e quindi tempi lunghi di ritenzione e digestione a due stadi, e cercavo un po' di capire le differenze ed i vantaggi svantaggi di entrambi. L'impianto lipp mi piace molto, però mi lascia alcune perplessità..

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                      • #12
                        37 é a rischio. Se hai liquame e prodotti liquidi tipo glicerina, oli e grassi va bene. Ma appena che devi utilizzare matrici "normali" un 37 giorni ti toglie ogni flessibilitá e pensando che l' alimentazione incide sui costi di gestione incluso l' ammortamento per ben oltre il 50 % sai che devi tenerti tutti i margini possibili su quel fattore li perché é poi l' unica leva che puoi muovere come agricoltore e nessun altra !!

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                        • #13
                          Il processo BEKON si adatta al trattamento dei rifiuti é un "Dry" totale con una ss dal 40 - 50 % in su, peró con:
                          rese in biogas che fan paura (basse !)
                          igienizzazione matrici che non esiste
                          condizioni di lavoro paurose

                          Informazioni piú concrete é meglio chiederle direttamente a loro !

                          ciao[/QUOTE]
                          Buongiorno , da un po' seguo bekon perchè mi sembra interessante come sistema , non riesco a fare quantificare dal produttore la minor redditività in biogas delle celle rispetto alla biodigestione umida, loro dicono che è pressochè equivalente . A me questo "pressochè " preoccupa, sapresti dirmi , sempre pressapoco , percentualmente la differenza ?

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