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fattibilità biogas - richiesta consiglio

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  • fattibilità biogas - richiesta consiglio

    Buongiorno a tutti,

    una piccola azienda agricola che conosco dispone di:
    1500 suini
    450 bovini da latte
    400 quintali di residui della lavorazione della frutta (pere, mele)
    60 ettari coltivabili
    un caseificio

    vorrei valutare la possibilità di sfruttare i liquami e i residui della lavorazione per fare un impianto di Biogas. (ovviamente se fosse necessario potrei far destinare qualche ettaro in modo rotativo a culture mirate)

    dalla vostra esperienza, con questi numeri è possibile sviluppare un progetto economicamente vantaggioso e se sì secondo voi qual è la dimensione ottimale in Kwh di un impianto di questo tipo.

    Grazie
    G
    Ultima modifica di ggrazia; 13-10-2010, 13:16. Motivo: miglioramento leggibilità

  • #2
    Con i numeri che dai la realtà agricola da te rappresentata non è sicuramente piccola. Per valutare la fattibilità tecnica di un impianto biogas avere la certezza delle materie prime in ingresso per un tempo relativamente lungo (15 anni?) è basilare. Pensa solo al valore aggiunto di avere un caseificio e i relativi sottoprodotti di scarto. Per quanto riguarda la parte economica il discorso è più ampio e dipende da molti fattori che vanno analizzati uno ad uno...

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    • #3
      grazie Insuber della risposta.

      ovviamente il biogas, come altri interventi che l'azienda sta portando avanti (leggi fv), servono a garantire la stabilità economica delle restanti attività.

      per essere più chiari: se il fv + il biogas mi generano reddito tale da sopperire alle fluttuazioni dei prezzi di mercato questo mi permette di garantire anche la sopravvivenza delle altre attività, cioè gli allevamenti, che a loro volta diventano gli "alimentatori" del biogas.

      l'operazione che sto quindi analizzando prende in considerazione più fattori, ma prima di tutto devo capire la solidità economico/tecnica, una volta chiariti questi punti dovrò studiare la strategia a medio termine (15 anni), che tenga conto anche dei vincoli che un impianto di biogas introduce in azienda.

      grazie ancora del supporto
      G

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      • #4
        Originariamente inviato da ggrazia Visualizza il messaggio
        Buongiorno a tutti,

        una piccola azienda agricola che conosco dispone di:
        1500 suini
        450 bovini da latte
        400 quintali di residui della lavorazione della frutta (pere, mele)
        60 ettari coltivabili
        un caseificio

        vorrei valutare la possibilità di sfruttare i liquami e i residui della lavorazione per fare un impianto di Biogas. (ovviamente se fosse necessario potrei far destinare qualche ettaro in modo rotativo a culture mirate)

        dalla vostra esperienza, con questi numeri è possibile sviluppare un progetto economicamente vantaggioso e se sì secondo voi qual è la dimensione ottimale in Kwh di un impianto di questo tipo.

        Grazie
        G
        Il consiglio che ti do è quello di non fare impianti esagerati, ma con una taglia adatta alla tua realtà. Credo che all' inizio tu possa rivolgerti ad uno studio di Engineering della tua zona (magari, se vuoi dicci in che provincia abiti. Forse posso aiutarti), farti fare un piccolo studio di fattibilità e un bel Business Planning. Dopodichè sceglierai le tecnologie che ti offre il mercato.
        Mi pare di capire che produci formaggio e quindi punterai alla qualità dei tuoi foraggi: utilizzerei l' acqua calda di cogenerazione per essiccare i foraggi e alimentare a costo pressochè nullo il tuo bestiame. Di solito, le ditte di Biogas non sanno mai come utilizzare l' acqua calda d' estate. Fatti fare due conti dal tuo tecnico.
        Se vuoi, puoi contattarmi in MP

        Erminio

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        • #5
          @ ggrazia
          Originariamente inviato da Erminio47 Visualizza il messaggio
          Il consiglio che ti do è quello di non fare impianti esagerati, ma con una taglia adatta alla tua realtà....
          ....utilizzerei l' acqua calda di cogenerazione per essiccare i foraggi e alimentare a costo pressochè nullo il tuo bestiame. Di solito, le ditte di Biogas non sanno mai come utilizzare l' acqua calda d' estate.
          Questi sono, a mio avviso, i suggerimenti giusti. Taglia in funzione dei substrati o dei reflui sicuramente presenti in azienda per un tempo relativamente lungo.
          Riutilizzare la parte calore, invece di disperderla in ambiente, ti permetterà di aumentare l'efficienza del tuo impianto e rientrare prima del tuo investimento.

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          • #6
            Originariamente inviato da Erminio47 Visualizza il messaggio
            Il consiglio che ti do è quello di non fare impianti esagerati, ma con una taglia adatta alla tua realtà. ...
            infatti prima di continuare con il progetto è mia intenzione capire da appassionati/tecnici e non solo dai venditori la fattibilità e la taglia ideale.
            ovviamente un venditore (parlo per esperienza...) tende a sovradimensionare l'impianto.

            di biogas ne capisco poco, ma è banale che un impianto sovradimensionato può facilmente mettere in crisi gli equilibri produttivi di un'azienda.

            la mia idea sarebbe quella di dare valore agli scarti che oggi sono un peso aziendale, senza essere costretto a rivoluzionare l'intera azienda.

            Originariamente inviato da Erminio47 Visualizza il messaggio
            Mi pare di capire che produci formaggio e quindi punterai alla qualità dei tuoi foraggi:
            infatti. la ditta produce parmigiano reggiano in provincia di MO

            Originariamente inviato da Erminio47 Visualizza il messaggio
            utilizzerei l' acqua calda di cogenerazione per essiccare i foraggi ...... Di solito, le ditte di Biogas non sanno mai come utilizzare l' acqua calda d' estate.
            la mia idea (non so se percorribile) era quella di utilizzare il calore anche per preriscaldare le caldaie utilizzate nel caseificio, è sensato ?

            ... se poi ci fosse calore in eccesso non mi dispiacerebbe "tramutarlo" in freddo....

            BTW... per il caldo ed il freddo si trova sempre un uso..., l'importante è non sprecarli.

            grazie
            G

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            • #7
              Non condivido Insuber che dice che la tua realtà "non è sicuramente piccola". Premetto che se tu parli di "400 quintali di residui di frutta" presumo si tratta della quantità annua. Pertanto se non vuoi stravolgere la tua azienda (dicasi affittare almeno altri 100 ha di terreno) devi pensare ad un impianto piccolo intorno ai 50-100 kw. Quello che puo aggiungere, al tuo elenco di biomasse disponibili, è il siero. Anche questo non rende molto in termini di energia prodotto, ma di norma per te sarà un costo di smaltimento (non credo che i suini mangiano tutto il siero). Sfruttare il calore in un caseificio è ovviamente ideale, generare freddo (trigenerazione) è relativamente costoso (a titolo di investimento) e non molto efficiente. Di norma si usa solo se tutte le altre idee per sfruttare il calore si sono esaurite.

              Commenta


              • #8
                Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                Sfruttare il calore in un caseificio è ovviamente ideale, generare freddo (trigenerazione) è relativamente costoso (a titolo di investimento) e non molto efficiente. Di norma si usa solo se tutte le altre idee per sfruttare il calore si sono esaurite.
                mi sento di sposare in buona parte quanto detto da brunob.

                mi permetto di aggiungere che c'è freddo e freddo. Le temperature richieste possono rendere appetibile o meno la trigenerazione...

                raccomando inoltre la massima prudenza nelvalutare questi investimenti. Dalla mia personale esperienza ormai sono + i titolari di impianti che mi chiamano per una consulenza per rientri finanziari "di fortuna" che non quelli che cercano di installare nuovi impianti.

                a presto
                www.energeticambiente.it

                www.energoclub.org

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                • #9
                  Per SolarPrex:
                  se hai dei contatti di persone con un "mezzo progetto" sarei felice di mettermi in contatto con qualcuno. Ho rilevato (entrando in società) a febbraio 2008 un progetto avviato ma in un vicolo cieco e siamo riusciti a fare un impianto funzionante, adesso valuto se ripetere l'esperienza.

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                  • #10
                    Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                    Non condivido Insuber che dice che la tua realtà "non è sicuramente piccola".
                    devo dare ragione ad entrambi: l'azienda non è piccola in senso assoluto, ma potrebbe non essere abbastanza grande per permettere un investimento redditizio in biogas
                    e il quesito che ho sottoposto al forum serve per capire i fondamentali dell'investimento....

                    Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                    Premetto che se tu parli di "400 quintali di residui di frutta" presumo si tratta della quantità annua
                    questi residui sono variabili di anno in anno e non possono essere considerati un "must have" nel bp, ma essendo residui zuccherini speravo potessero dare un forte impulso alla produzione di gas

                    Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                    Pertanto se non vuoi stravolgere la tua azienda (dicasi affittare almeno altri 100 ha di terreno)
                    non ci penso nemmeno !

                    Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                    Quello che puo aggiungere, al tuo elenco di biomasse disponibili, è il siero. Anche questo non rende molto in termini di energia prodotto, ma di norma per te sarà un costo di smaltimento (non credo che i suini mangiano tutto il siero).
                    ti devo contraddire: i maiali mangiano parecchio

                    ciao
                    G

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                    • #11
                      Allora devi puntare su un impianto "artigianale" da 50 kw ca. Esistono in quantità in Germania, da noi non so. Comunque si tratta di ca. 100.000 Euro di introiti annui per la vendita di energia elettrica ma con il vantaggio di non aver spese per la biomassa e di un risparmio sui costi di calore. Pertanto può essere vantaggioso. Purtroppo non ti posso aiutare oltre, visto che mi intendo solo di impianti tecnici da 500-999 kw.
                      Vantaggio per te: quanto mi risulta per impianti inferiori a 250 kw basta una DIA e l'allacciamento elettrico è in bassa tensione e, presumo, già presente in azienda.

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                      • #12
                        Originariamente inviato da brunob Visualizza il messaggio
                        Per SolarPrex:
                        se hai dei contatti di persone con un "mezzo progetto" sarei felice di mettermi in contatto con qualcuno. Ho rilevato (entrando in società) a febbraio 2008 un progetto avviato ma in un vicolo cieco e siamo riusciti a fare un impianto funzionante, adesso valuto se ripetere l'esperienza.
                        aiutare simili realtà è anche il mio lavoro mi sa che facciamo lo stesso tipo di consulenza

                        a presto
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                        • #13
                          in non faccio consulenza. Sono l'amministratore della società che gestisce il ns. impianto Biogas ed anche socio investendoci massicciamente. Ed è questo che eventualmente vorrei ripetere.

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                          • #14
                            Ciao a tutti,

                            volevo chiedere una cosa al sig. SolarPrex...
                            In uno dei suoi ultimi post ha scritto che sono più le consulenze effettuate per ottenere per un "rientro di fortuna" (immagino dall'investimento per un impianto di digestione anaerobica) che per la costruzione di nuovi impianti...

                            Trovo il dato drammatico per chi vorrebbe investire sulla DA...

                            Il nocciolo è la difficoltà intrinseca del processo che pretende una buona e non superficiale progettazione, seguita da un avviamento fatto con gli accorgimenti giusti ed un successivo regime di mantenimento costante e garantito...
                            ...Oppure è stato tutto un fuoco fatuo ed in generale sono più facili le perdite dei guadagni..?

                            Ovvero: parliamo di una grande quantità di cialtroni che domina il mercato e ne offusca le potenzialità o ci si rifierisce a reali e importanti appesantimenti della tecnologia della digestione per la produzione di biogas?
                            O peggio ancora... siamo così sul confine che devi avere tutto ben progettato e pianificato al millimetro per non rischiare il "rientro di emergenza"..?

                            Quanto è a rischio l'investimento nella DA per uno che ha già l'alimentazione annuale disponibile (penso ad un'azienda agricola con un tot di animali e terreni) e quindi anche i terreni per il riutilizzo del digestato?

                            Saluti

                            L.

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                            • #15
                              un mio parere

                              @ sawar

                              parlo esponendo un mio personalissimo e umile parere derivante dalla mia sola esperienza personale. Per nulla volto a insegnare la verità o il giusto assoluto in tale ambito.

                              la questione verte sul fatto che molti, conoscenti e non, si sono cimentati in investimenti a dir poco "molto redditivi, quasi speculativi" (sulla carta... e preciso sulla carta di coloro che vendevano/realizzavano l'impianto)... e mai si sarebbero sognati di investire nel parere esterno di un consulente che per mestiere va a vagliare la reale portata della redditività di un investimento del genere. Risparmiando su quello sono andati ben contenti ad investire sul vino buono offerto dall'oste.Oggi gli impianti sono fermi e le previsioni di budget non sono state rispettate... portando alla drammatica conclusione che ora si tentano pindarici piani di rientro di fortuna.

                              Purtroppo lo studio dell'economia e della finanza di un impianto del genere è tutt'altro che elementare. E presuppone conoscenze che i cari ingegneri spesso non hanno.

                              Io non presuppongo affatto la malafede di chi installa gli impianti anzi! (primo perchè io non c'ero in sede di contrattazione e non so quello che è stato promesso tra le parti... altro errore molto diffuso: quella di affrontare la contrattazione senza un gost shopper alle spalle)

                              Quanto piuttosto l'euforia di chi in quel momento investe e ritien che i soldi del consulente siano soldi buttati, tutto qui.

                              Pertanto raccomando sempre molta prudenza. Investire è redditivo? Dipende come e cosa si fa, un consiglio potrebbe risparmiare tanti mal di pancia.

                              a presto
                              www.energeticambiente.it

                              www.energoclub.org

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                              • #16
                                riflessioni

                                Salve... volevo intervenire su questo doveroso scetticismo su impianti a biogas. Ovviamente è FONDAMENTALE fare uno studio approfondito dell'azienda per realizzare un piano di fattibilità il più possibile veritiero. Per questo valutare anche con agronomi le produzioni, i sottoprodotti dell'attività agricola/zootecnica e le possibili soluzioni per l'azienda a mio parere è buona cosa. In ogni caso, se la normativa di riferimento non sarà stravolta, un impianto a biogas correttamente dimensionato per le aziende agricole (principalmente quelle zootecniche) è un'opportunità da non farsi scappare.

                                Spesso molte persone chiedono "al volo" se le la propria azienda può costruire un impianto senza conoscere bene alcuni dati secondo me importanti.
                                Conoscete indicativamente la quantità di substrato che siete in grado di produrre? Per un impianto da 250 Kwh servono più o meno 6000-8000 t di substrato all'anno.
                                E' vero che in ballo ci sono tante variabili e questo non è che un singolo dato ma può essere una discriminante iniziale.

                                ciao a tutti

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                                • #17
                                  Originariamente inviato da marco_arruzza_BioConst Visualizza il messaggio
                                  In ogni caso, se la normativa di riferimento non sarà stravolta, un impianto a biogas correttamente dimensionato per le aziende agricole (principalmente quelle zootecniche) è un'opportunità da non farsi scappare.
                                  Questo a mio modestissimo avviso è il nocciolo della questione.

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                                  • #18
                                    marco_arruzza_BioConst In ogni caso, se la normativa di riferimento non sarà stravolta, un impianto a biogas correttamente dimensionato per le aziende agricole (principalmente quelle zootecniche) è un'opportunità da non farsi scappare. [/SIZE]

                                    Salve marco vorrei sapere per curiosità che tipo di business plan fornite ai potenziali clienti, oggi che non si sa ancora nulla dell' incentivo del prossimo triennio.
                                    ciao e grazie.
                                    Terra

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                                    • #19
                                      Salve a tutti ,c'è un detto molto azzeccato per chi fa impianti di Biogas "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"
                                      Ho esperienza trentennale nell'alimentazione animale in particolere bovina e ultimamente mi diletto nel campo del biogas .Devo ammettere che a livello conoscitivo c'è un enorme carenza tecnica scientifica sulla fermentazione anaerobica . Ci sono impianti che non funzionano assolutamente e neanche i tedeschi con le loro "polverine magiche "riescono a farli funzionare.Non si ha la benchè minima conoscenza di quali batteri entrano in gioco, nè per esempio come una miscelazione particolare possa migliorare la resa ,insomma una bio-tecnologia da terzo mondo.Nonostante impianti sovradimensionati (noi italiani ci dobbiamo distinguere)che richiedono una gestione più difficoltosa e impegnativa dal punto di vista finanziario, grazie all'incentivazione ,si riesce a guadagnare ,ma fino a quandoe con quali entrate? Per non parlare dei piani di rientro ...L'anno scorso ho visto un bussines plane in cui si diceva che con il mais a 20€ a quintale i margini erano notevolmente ridotti.
                                      Oggi il mais è più vicino ai 21€. Ho seguito un impianto che solo aumentando del 2% la sosanza secca dell'insilato di mais si è avuto un decadimento del 20%. Insomma avrei altre variabili da analizzare ,ma che i venditori manco si sognano di mettere in evidenza . Ultimo esempio: tra le condizioni per un impianto di un 1mv per poter arrivare ai famosi 600000€ annui si richiedevano temperatura <15°e assenza di micotossine e muffe varie dell'insilato. Sulle muffe forse qualcosa si può fare ,ma sulla temperatura mi dispiace ,in Italia ,no! Il sistema sta in piedi grazie all'incentivazione e questo purtroppo diventa un alibi, visti gli introiti e i margini di guadagno ipotizzati ,per non parlare delle variabili che entrano in gioco che spesso pregiudicano il funzionamento del digestore.

                                      ciao a tutti

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Leggo che c'è molto pressappochismo in queste discussioni da entrambe le parti!
                                        Chi difende gli impianti biogas e chi gli da contro.
                                        Naturalmente un investimento del genere non si deve fare a cuor leggero come molti hanno fatto rimettendoci la propria azienda, ma con le adeguate precauzioni, il biogas ad oggi GARANTISCE un reddito più che adeguato ad aziende che con le condizioni dell'allevamento e dell'agricoltura odierne guadagnano esclusivamente per la presenza di PAC e altre forme di sostegno condannate a finire entro breve.

                                        Si sente spesso parlare di impianti che non vanno di prezzi del mais ai 21 € al quintale... quello è il prezzo della granella!!!!!!!! non dell'insilato!!!!!!!!!! se l'insilato arrivasse a quei prezzi sarebbe la fine dell'allevamento e degli impianti biogas visto che ad oggi si ragioa a seconda delle zone trà i 3,5 e i 5 € al quintale!!!!!!!!siamo usciti completamente da quelle discussioni costruttive. parlando di temperature esterne!!!!!!!!!!!!! la temperatura esterna non incide sulla redditività dell'impianto ci sono impianti a biogas che in Finlandia arrivano a -40!!! se non ci credete basta andare a vedere. la temperatura esterna incide sull'autoconsumo termico e poichè la produzione è di 1:! trà termico e elettrico e un impianto in italia ha un autoconsumo del 20-25 % in estate ho tranquillamente 750 kW termici da usare come voglio!!! e forse se sono un po intraprendente li faccio fruttare!!!

                                        A scanso di equivoci non sono trà quelli che dicono che il biogas rende ricchi e che bisogna investire ad occhi chiusi, ma non tollero il pressappochismo di molti soggetti che parlano senza avere la ben che minima cognizione di causa!! naturalmente da entrambe le parti!

                                        Un saluto

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                                        • #21
                                          Originariamente inviato da Solar Visualizza il messaggio
                                          Leggo che c'è molto pressappochismo in queste discussioni da entrambe le parti!
                                          Chi difende gli impianti biogas e chi gli da contro.
                                          Naturalmente un investimento del genere non si deve fare a cuor leggero come molti hanno fatto rimettendoci la propria azienda, ma con le adeguate precauzioni, il biogas ad oggi GARANTISCE un reddito più che adeguato ad aziende che con le condizioni dell'allevamento e dell'agricoltura odierne guadagnano esclusivamente per la presenza di PAC e altre forme di sostegno condannate a finire entro breve.

                                          Si sente spesso parlare di impianti che non vanno di prezzi del mais ai 21 € al quintale... quello è il prezzo della granella!!!!!!!! non dell'insilato!!!!!!!!!! se l'insilato arrivasse a quei prezzi sarebbe la fine dell'allevamento e degli impianti biogas visto che ad oggi si ragioa a seconda delle zone trà i 3,5 e i 5 € al quintale!!!!!!!!siamo usciti completamente da quelle discussioni costruttive. parlando di temperature esterne!!!!!!!!!!!!! la temperatura esterna non incide sulla redditività dell'impianto ci sono impianti a biogas che in Finlandia arrivano a -40!!! se non ci credete basta andare a vedere. la temperatura esterna incide sull'autoconsumo termico e poichè la produzione è di 1:! trà termico e elettrico e un impianto in italia ha un autoconsumo del 20-25 % in estate ho tranquillamente 750 kW termici da usare come voglio!!! e forse se sono un po intraprendente li faccio fruttare!!!

                                          A scanso di equivoci non sono trà quelli che dicono che il biogas rende ricchi e che bisogna investire ad occhi chiusi, ma non tollero il pressappochismo di molti soggetti che parlano senza avere la ben che minima cognizione di causa!! naturalmente da entrambe le parti!

                                          Un saluto
                                          Scuami, Solar,
                                          ma non hai capito ciò che intendevo la condizione per avere quell'introito(600000)era riferito all'insilato di mais in trincea che non doveva nella fase di accumulo superare la soglia dei 15° cosa capibile per l'utilizzo nel digestore, ma quasi impossibile ripeto da realizzare in Italia. Poi volevo dire che il confronto era tra un impianto di biogas e la produzione di granella. Per quanto riguarda l'insilato ti dico di aggiornarti... siamo 8€ e vista la scarsa produzione di quest'anno gli ultimi sono a 10€ con l'affitto dei terreni che è raddoppiato. Condivido pienamente le tue considerazione per quanto riguarda l'agricoltura anche se ci sono soluzioni alternative che oggi non si vogliono vedere ,e scusami ,ma il pressapochismo io lo vedo spesso in chi propone impianti di biogas perchè ci sono margini è vero, ma questa non è una giustificazione


                                          saluti

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                                          • #22
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                                            I 15 gradi per l'insilaggio non sono verosimili, ansi penso che non influiscano sensibilmente sulla qualità dell'insilato. Nelle zone pugliesi dove abbiamo sistemi d'irrigazione e quindi viene prodotto il mais per l'alimentazione degli impianti e per l'alimentazione bovina al momento della trinciatura le temperature sono ben al disopra di tale soglia. Ma non si sono verificati crolli di produttività. Dalle informazioni che ho invece in Italia le produttività del mais sono ben al disopra di quelle tedesche. Fatto testimoniato dal fatto che i primi impianti fatti in iItalia da società tedesche avevano delle alimentazioni sempre sovradimensionate. Tale fattore naturalmente non dipende dalla temperatura d'insilaggio quanto piuttosto dalla quantità di sole che il mais ha a disposizione nel nostro bel paese che ne permette uno sviluppo molto migliore, con delle pannocchie sensibilmente più grandi.

                                            Per quello che riguarda il prezzo dell'insilato, 10 € al quintale ti do ragione, con quei prezzi un impianto se non è in perdita è solamente a galla. Mi piacerebbe comunque sapere in che zona vi sono tali prezzi, in quanto parlando con gestori d'impianto del Cremonese (zona dove l'insilato ha raggiunto i massimi in Italia) nn si è mai parlato di prezzi sopra i 6,5 7. MA l'ultima volta che sono stato li era oltre un anno fa, potrei quindi non essere aggiornato.

                                            Sul fatto che noi Italiani sovradimensioniamo gli impianti è esattamente l'opposto, tendiamo a farli troppo piccoli! Ora non so se il regolemento del forum permette di parlare male di determinate aziende, ma quelle italiane hanno fatto abbondantemente casino int tal senso! Sono i tedeschi che sono prudenti e sovradimensionano gli impianti garantendo che anche l'ultimo pezzo di mais inserito sia completamente fermentato all'uscita.

                                            Un punto d'incontro è quello delle polverine magiche, non servono a nulla se non a far far soldi a chi le vende.

                                            Saluti

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                                            • #23
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                                              Il problema che i 15° te li mettono come condizone senza la quale i famosi 600000 non arrivano ....scusami ,ma è un pò come ,,,,pararsi ... ci siamo capiti.
                                              Per quanto riguarda i prezzi naturalmente(soprattutto i 10€ , ma l'anno prossimo sarà la base di partenza) si riferiscono a questo periodo e ti ripeto la produzione non è stata delle migliori ci sono state poi alcune aziende che non hanno potuto trinciare per i campi inzuppati d'acqua .Queste purtroppo sono le variabili. Sulla produttività italiana posso darti ragione , ma purtroppo è la qualità che non paga troppe malattie fungine e non che sicuramente incidono sulla produzione batterica nel digestore.In un altro post ho chiesto analisi del digestato perchè anche solo il ph è indice di come va l'impianto,ma nessuno ha risposto come chiedevo. Spero tu abbia capito come è il mio metodo di lavoro ttenere il massimo analizzando e sapendo cosa sto facendo e cosa devo fare per arrivare all'obbiettivo, cosi' come viene presentato il biogas sembra una macchina semplice per fare soldi....e cosi' non è.
                                              Sulla superficialità...8 mesi fa in questo forum dicevo che si facevano contratti del mais granella a 19€ qualcuno mi ha detto di non spargere notizie false ..oggi posto in azienda se ti va bene lo paghi 21€ . Non sono un veggente ,ma su internet si ha una visione lobale del mondo compresi gli impianti di biogas

                                              Ciao e grazie per la risposta

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                                              • #24
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                                                Buongiorno a tutti,

                                                una piccola azienda agricola che conosco dispone di:
                                                1500 suini
                                                450 bovini da latte
                                                400 quintali di residui della lavorazione della frutta (pere, mele)
                                                60 ettari coltivabili
                                                un caseificio

                                                vorrei valutare la possibilità di sfruttare i liquami e i residui della lavorazione per fare un impianto di Biogas. (ovviamente se fosse necessario potrei far destinare qualche ettaro in modo rotativo a culture mirate)

                                                dalla vostra esperienza, con questi numeri è possibile sviluppare un progetto economicamente vantaggioso e se sì secondo voi qual è la dimensione ottimale in Kwh di un impianto di questo tipo.

                                                Grazie
                                                G
                                                Ciao Grazia, mi son letto tutta la discussione sul tuo caso e lo trovo interessante.

                                                Riguardo la discussione che poi ne è partita, devo dire che risulta importante costruire gli impianti partendo dalle biomasse a disposizione e ricorrendo nel modo minore all'acquisto.. non si deve per forza raggiungere il MW a forza di insilato di mais.. se le nostre disponibilità sono per 150 kW, allore quella deve essere la taglia!

                                                Riguardo i substrati da te in possesso, mi sembrano sufficienti per un impianto degno di nota. Un problema che mi viene in mente è quello dell'ammoniaca, dato che la maggior parte dei substrati a disposizione è costituito da reflui suini, questo potrebbe creare qualche problema.

                                                Io lavoro in uno studio di progettazione a Bologna e valutazioni sulla taglia degli impianti, a partire dalle biomasse a disposizione le facciamo gratuitamente. Usiamo un database che ci siamo costruiti negli anni e da li facciamo un pò di conti. se ti interessa puoi compilare il modulo e inviarcelo. Il conto lo farei già io con i dati che hai indicato, ma ovviamente, mandando il modulo anche i miei capi son contenti



                                                ciao a tutti
                                                Ultima modifica di SolarPrex; 10-11-2010, 08:52. Motivo: no pubblicità diretta alla propria attività...ti prego di leggere le regole del forum

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