Eolico a effetto magnus - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Eolico a effetto magnus

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Eolico a effetto magnus


    Qualcuno sa se ci sono delle applicazioni industriali al riguardo sia in campo eolico che idroelettrico ?
    Grazie


    UN’ELICA RIVOLUZIONARIA
    (di Mariella Di Donna, dalla rivista “Le Scienze”) Un nuovo tipo di aereogeneratore che funziona anche con velocità del vento decisamente bassa (da 3 a 6 metri al secondo) disponibili in Italia per almeno 7 mila ore l’anno, con il risultato di produrre una quantità di energia elettrica 20 volte superiore ad un generatore tradizionale dello stesso diametro, il tutto ad un costo da 10 a 26 volte inferiore a tutti gli altri sistemi di produzione. Questa apparente “utopia tecnologica” è invece una realtà dimostrata teoricamente e sperimentalmente e certificata dall’istituto di energetica dell’Università di Perugia che in merito ha presentato una relazione sull’energia eolica. “Il sistema – sottolinea il suo ideatore, Paolo Scarpa – è basato su un’elica denominata ‘chirale a bulbo’, di forma del tutto originale, mai sperimentata al mondo. Anziché il classico profilo alare, le pale dell’elica hanno una forma cilindrica, con un diametro che cresce verso l’estremità, con un profilo che ricorda quello di una bottiglia panciuta. Oltre alla sua forma, l’originalità della pala consiste nel fatto che questa viene fatta ruotare su sé stessa con una velocità variabile in funzione di quella del vento. Il principio fisico (l’effetto Magnus) è quello sfruttato dalle rotonavi di Fletner e di Cousteau”.

  • #2
    Scusate ma non ci credo, non è così facile.
    Il principio è chiaro: se al posto delle pale metto dei cilindri rotanti, questi ricevono una spinta in senso normale al vento, proporzionale alla velocità di rotazione dei cilindri. Così basta moltiplicare la velocità di rotazione per moltiplicare la potenza prodotta.
    Eh no, questo è il moto perpetuo. Intanto bisogna consumare dell'energia per tenere in rotazione i cilindri contro la resistenza dell'aria, un'energia proporzionale alla velocità di rotazione.
    E poi, qualunque sia il marchingegno escogitato, non si può estrarre dal vento più della sua energia cinetica, anzi più del 58% di questa. Non ha senso parlare di fattori di moltiplicazione di 10. E questo suggerisce di approfondire gli studi.

    Anche la nave di Cousteau usava l'effetto Magnus per spingere una nave. E anche lui avrà avuto la tentazione di moltiplicare la velocità di rotazione dei due cilindri per aumentare la spinta, e si sarà accorto che più di tanto non poteva ottenere.
    L'effetto Magnus è un'arma potente per sfruttare il vento, ma non permette certo il moto perpetuo.

    Commenta

    Attendi un attimo...
    X