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impianto biogas con scarti di potatura

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  • impianto biogas con scarti di potatura

    Salve a tutti, sono un biotecnologo industriale con qualche esperienza di produzione di biogas (H2) con bioreattori anaerobici da laboratorio alimentati con scarti agro-zootecnici, quali siero di latte e melasso. Attualmente sto partecipando ad un progetto di ricerca dell'università di Bologna, con prove di fermentazione sia in Batch che in Continuo.
    Trovandomi in un territorio (Sicilia occidentale) con una grande produzione di scarti di potature di vigneti ed uliveti, di facile approvvigionamento nel raggio di pochissimi Km, mi chiedevo se fosse possibile alimentarci un impianto a biogas. Purtroppo non ho molta esperienza pratica sulle potenzialità di un grosso impianto alimentato con queste biomasse, anche se ho una discreta competenza biologica a livello di cinetiche di crescita e monitoraggio della produttività.
    Sarei lieto di ricevere i consigli di chi ha esperienza in merito, in quanto sono estremamente interessato al progetto.
    Grazie mille e buona serata.

  • #2
    se la sostanza organica è lignificata, la digestione anaerobica non è un processo adatto
    devi andare a gassificarla o a combustione diretta

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    • #3
      Ciao

      L'unica cosa che puoi mettere nel biogas sono le vinacce derivanti dalla speremitura dell'uva e la sansa denocciolata derivante dalla spremitura delle olive. Le potature, inclusi i raspi come dice giustamente Apperol vanno o gassificato o in un impianto OCR, dipende senzbilmente da quanta energia termica utilizzi!!

      Ciao

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      • #4
        Ok, so che la lignina è difficilmente degradata in una digestione anaerobica, ma negli scarti di potatura degli ulivi non c'è solo quella.
        Sicuramente non possono essere utilizzati in grande percentuale, ma si potrebbe creare un mix a base di acqua vegetativa derivante dalla lavorazione delle olive da olio, sansa vergine, che è molto ricca in zuccheri e proteine ed infine un 30% di scarti di potatura.
        Il mio territorio è ricco di oleifici che pagano un botto per smaltire questi sottoprodotti, quindi non è difficile il loro reperimento.
        Sarebbe possibile utilizzare anche i rifiuti organici? Non conosco bene i regolamenti che ne limitano o avvantaggiano il loro utilizzo a tal fine.
        Grazie mille per le risposte.

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        • #5
          Se metti le potature nel digestore crei una crosta superficiale bella compatta che non uscirà mai più da la dentro sempre che non entri con un bobcat a rimuoverla!
          Per quello che riguarda le acque di vegetazione hanno i polifenoli quindi non puoi superare determinate % per avere una fermentazione efficiente, producono poco, non hanno una produzione costante e non possono essere stoccate. LA soluzione migliore è che metti le potature in un OCR e con il calore residuo essicchi l'acqua.
          La FORSU è un tema a se, sicuramente è utilizzabile, a patto che la raccolta differenziata sia fatta porta a porta o che ci sia un vaglio in ingresso all'impianto ( o comunque un estrusore). Sicuramente va miscelato, l'ideale sarebbe FORSU, SANSA e liquame ottimi risultati con costo di approvvigionamento positivo (la forsu ti pagano per ritirarle) po devi fare un po di trattamenti in uscita del digestato ma rientri sempre nel BP alla grande.

          In ogni caso le potature è meglio metterle nel camino!

          Ciao

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          • #6
            Grazie mille per le delucidazioni, é stato molto chiaro, scarti di potatura accantonati!!!
            I comuni presenti nel mio territorio portano tutti avanti la differenziata porta a porta, quindi sarebbe una soluzione pensare di poter utilizzare i rifiuti organici con gli scarti oleari.
            Secondo lei di che dimensioni dovrebbe essere l'impianto?
            Da quanto ho capito i Mw bisognerà scordarseli con i nuovi incentivi!
            Ringrazio ancora per il prezioso aiuto.

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            • #7
              Per i liquami è un problema!!! Da queste parti si allevano solo pecore

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              • #8
                Allora:

                - dammi pure del tu tanto qui siamo tutti Nerd delle rinnovabili

                -la potenza dell'impianto dipende strettamente dalle quantità di rifiuti presenti e dalle quantità dei cofermenti presenti nel territorio. Lo studio di fattibilità è molto complesso in quanto oltre a dover verificare gli aspetti tecnico biologici dell'impianto devono essere molto curati anche gli aspetti contrattuali di fornitura (i contratti devono essere blindati, pluriennali, e non devono contenere clausole che magari fanno passare un sottoprodotto a un rifiuto), gli aspetti bancari ed in particolare gli aspetti autorizzativi. Non ultimo il rapporto con il territorio, devono essere fatte delle presentazioni pubbliche se non volete trovarvi la gente con i forconi sotto casa (parlo per esperienza diretta).

                - Trattandosi di rifiuti poco conta l'incentivo, vedrai che il grosso lo si fa dal ritiro della FORSU stessa, inoltre un impianto come questo ha dei costi d'investimento fissi che portano ad avere un rapporto costo / kW istallato decrescente al crescere della potenza, quindi uno 0,5 MW costa circa il 75% di 1 MW.

                - la questione liquami è un po scomoda sarebbero veramente importanti ma si può sempre stabilizzare la fermentazione con altre sostanze!

                Non voglio scoraggiarti voglio solo renderti cosciente che un impianto a FORSU non è un impiantino a liquami, ma necessita di uno studio approfondito partendo dalle materie prime finendo a tutta la sfera degli Shareholder (municipalizzate & Co.) e agli Stakeholder (cittadini, elettori ecc ecc)

                Ciao

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                • #9
                  sottoscrivo quello che dice Solar

                  c'è anche un discorso di tariffa: se metti 1 kg di rifiuti assieme a prodotti (classe a) e sottoprodotti (classe b), prendi la tariffa più bassa, cioè quella dei prodotti classe a

                  secondo me la scelta è tra fare un impianto che va a soli rifiuti di taglia 0-1000 kw, o fare un impianto più piccolo 0-300 con max 30% di prodotti classe a ed il resto classe b

                  un'altra considerazione: se ti inoltri nel mondo dei rifiuti, la prima domanda da farsi è se veramente puoi averli quei rifiuti. non è così automatico.. si chiamano rifiuti ma li vogliono tutti

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                  • #10
                    Forse sarebbe meglio iniziare ad inviare il mio curriculm vitae e sperare di trovare lavoro in qualche impianto biogas già esistente!!!
                    Pensare di avviarne uno in Sicilia è veramente difficile!!! Continuerò ad informarmi...

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