Esperimento o fetenzia? - EnergeticAmbiente.it

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Esperimento o fetenzia?

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  • Esperimento o fetenzia?

    Saluti,innanzitutto.Mi scuso se sollevero' una questione di cui forse avrete già parlato mesi addietro,ma non ho ancora letto tutti i migliaia di post,mi son registrato da poco. Ho effettuato un semplice esperimento.Ho notato che il problema maggiore è dato dall'usura rapidissima degli ELETTRODI METALLICI. Come si vede dalla foto N' 1, ho preparato due contenitori di acqua salina.In uno vi è immerso il positivo,nell'altro il negativo.I puntali sono in cromo,ma questo è ininfluente. -segue -

    Edited by OggettoVolanteIdentificato - 4/9/2005, 00:20

  • #2
    Immagini fornite da OggettoVolanteIdentificato

    Edited by mariomaggi - 4/9/2005, 00:16

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    Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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    Mala tempora currunt, non contattatemi piu' per questioni riguardanti il forum, grazie, il mio tempo e' finito.
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    L'energia non si crea ne' si distrugge, ma ne sprechiamo troppa in modo irresponsabile. Sito personale: http://evlist.it
    Se fate domande tecniche e volete risposte dal forum precise e veloci, "date i dati" specificando anche l'ambiente operativo e fornendo il maggior numero possibile di informazioni.
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    • #3
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      • #4
        Ho avvicinato i due contenitori fra loro: essendo colmi fino all'orlo, si è creato subito un intenso ARCO VOLTAICO fra le due superfici dei liquidi( foto N 2, contenitori fotografati dall'alto). In questo modo, sto usando l'acqua come CATODO,e l'altra acqua come ANODO. Vorrei chiedere se qualcuno ha la possibilità di utilizzare stavolta le tensioni e gli amperaggi che si usano solitamente,al fine di creare un plasma fra due liquidi,e non piu' fra due elettrodi.Ovviamente si potranno immergere due semplici placche metalliche,in modo da assicurare il massimo scambio elettronico. Premetto che il rendimento di tale cella dovrebbe essere di molto superiore,in quanto non si crea alcuna dispersione subacquea,tipica di due elettrodi immersi nello stesso bicchiere. P.S. Per agevolare la formazione del plasma,sarebbe utile unire per un attimo,con un cacciavite isolato ,le superfici dei due liquidi; io utilizzando 12000 volt D.C. non ne ho avuto affatto bisogno, ho usato tale voltaggio solo per illustrare meglio l'esperimento tramite foto.
        P.S. Ringrazio Mario Maggi per la collaborazione digitalizzata. wink.gif

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        • #5
          Carissimo OggettoVolanteIdentificato

          Eccezzionali le foto, complimenti per la fantasia, l'idea è interessante, ma credo che tu stia eseguendo un plasma in aria, fra due elettrodi liquidi.
          Facci sapere i fenomeni anomali che riproduci; più menti lavorano e più cose nuove si possono scoprire, prosegui così.

          P.S. facci sapere l'amperaggio di lavoro, grazie.
          Comunque se vuoi vedere del vetro condurre la corrente e bruciare come carta, devi acquistare il mio DVD che trovi in questa Home page nella sezione "La Vetrina", il costo è irrisorio, € 7,00 che ho devoluto interamente a Progettomeg.it quale contributo indiretto.

          Renzo Mondaini (Ravenna)

          Edited by remond - 4/9/2005, 14:23

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          • #6
            Un doveroso saluto a remond,come prima cosa. Purtroppo non ho ancora approntato trasformatori, ponti diodi etc. etc. ,pur avendone in quantità in lab. Non ho ancora creato,nè visto un plasma,la materia mi è nuova,ho imparato parecchio leggendo le tue trattazioni e quelle degli altri simpatici colleghi del Forum,ma mi manca l'esperienza e la teoria. Ho operato con 12kiloVolt e 60milliampere,l'arco fotografato ha una potenza effettiva di 0.7 Watt. La soluzione salina è semplice acqua con cloruro di sodio,leggermente iodato. Ma ho piu' dubbi che certezze, in quanto se si opera con elettrodi a bagno,occorrono forti amperaggi,se si lavora "in aria" (come in questo caso), ho idea che occorrano forti tensioni.......o almeno penso... wacko.gif Mi son solo accorto che attorno all'arco si crea un forte campo di ultravioletti(me li ha rivelati la microtelecamera),e che l'acqua del contenitore di destra è quasi "risucchiata" verso l'acqua di sinistra,si verifica un'attrazione che crea da una parte una "gobba",e dall'altra una "concavità". Durante la formazione dell'arco,è avvertibile una leggera brezza,una sorta di vento freddo. Ho iniziato a pensare che si fosse verificato un effetto Peltier. Ossia il bicchiere di sinistra scalda,e quello di destra raffredda. Purtroppo ,lavorando con meno di un watt,non ho ritenuto opportuno inserire un termometro nelle due soluzioni liquide. ----------P.S. Curioso ,questo del "vetro che brucia". Mi chiedo se fosse un vetro puro,o un vetro colorato,......quelli colorati sono miscelati con ossidi metallici,mi chiedevo infatti se fossero questi "ossidi" a catturare le tensioni e a salire di temperatura,trasmettendola poi per conduzione al vetro... huh.gif Non ho afferrato una cosa,Remond: hai scritto che sto eseguendo un "plasma in aria". Ma il plasma,da quanto hai scritto tempo addietro,non si dovrebbe formare solo sulla superficie dell'acqua? .....Ossia sulla superficie (quasi puntiforme) del catodo liquido?...

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            • #7
              Carissimo OggettoVolanteIdentificato

              Eccezzionale il fatto da te riportato della gobba su di un bicchiere e della concavità sull'altro, poi è da verificare che non avvenga anche un effetto Peltier, cioè il raffreddamento di un elettrodo ed il corrispettivo riscaldamento dell'altro.
              Ora quello che volevo dirti è che tu riproducevi un plasma in aria, in quanto dalla foto si vedevano i bicchieri vicini con un arco voltaico fra loro, quindi in aria.
              Lo stesso fenomeno , se hai visto le foto della discussione "fusione fredda secca", lo abbiamo ottenuto con del tungsteno come elettrodi, però tu col liquido hai dimostrato che vi è un verso nella scarica.
              Nella discussione che ti dicevo, avevamo notato che si riscaldava maggiormente l'anodo. Questo ci lasciava stupiti, perché essendo il plasma formato da elettroni liberi e nuclei positivi, ci si sarebbe aspettato che si riscaldasse più il catodo, che essendo negativo, attira i nuclei che essendo più pesanti degli elettroni, riscalderebbero di più l'elettrodo negativo; tuttalpiù si dovrebbero riscaldare uguale, immaginando che il prodotto massa per velocità dia valori identici sia per i nuclei pesanti che per gli elettroni leggeri.
              Per finire ti comunico che nella fusione fredda elettrolitica, il plasma si forma sulla superficie del catodo, mentre è in ammollo, un quinto almeno rispetto all'anodo, il tutto sott'acqua.
              Se tocchi poi con l'anodo il vetro del vaso, dall'interno mentre è in ammollo, nel mio DVD si può vedere un vasetto da marmellata che brucia e fonde come burro.
              Ti ricordo che il vetro comune è composto da diossido di silicio (SiO2) in miscela con ossidi di metalli alcalini come il sodio, alluminio, potassio, calcio e magnesio in proporzioni varie, a seconda dei tipi.
              Infine ti ricordo che il vetro fonde ad oltre 1000°C.

              Renzo Mondaini (Ravenna)

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              • #8
                Salve Remond, Ciau ragazzi....

                Forse il fenomeno di "Tendenza allo spostamento delle masse d'acqua" che par verificarsi è riconducibile alla corrente ionica che si genera nei lifters...in fondo si tratta sempre di condensatori asimettrici nel momento in cui usiamo elettrodi di dimensioni diverse. Volevo far notare una seconda cosa....il rapporto fra gli elettrodi è di 1/6 circa...lo stesso usato nei lifters...che si tratti dello stesso fenomeno ma ad intensità diverse? (Nei lifters non si forma plasma ma solo perchè forse 30000 Volt non sono sufficienti a formare plasma in aria).

                Comunque interessante...da approfondire.

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                • #9
                  Ho osservato meglio...il sistema non è in questo caso asimmetrico, cosa che caratterizza le celle ed i lifters....quindi mi chiedo se forse si tratta di un fenomeno a parte....magari gli elettrodi liquidi fanno da depositi di cariche negative aumentando semplicemente l'effetto dei 30000 Volt che da soli non mostrerebbero scariche. I raggi ultravioletti probabilmente sono dovuti all'eccitazione degli atomi che compongono l'aria circostante. E' da osservare la presenza di neutroni quindi...(Io non credo comunque che si tratti di fusione perchè manca un fattore chiave....la differente concentrazione di cariche fra gli elettrodi rispetto la superficie.).

                  Che ne pensi Reimond?

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                  • #10
                    io penso che ai capi dell'arco si sia creato idrogeno ossigeno e cloro, che attraversando l'arco stesso (e grazie alla sua temperatura) si è subito ricomposto nel liquido originale.
                    siamo di fronte al teletrasporto dell'acqua.
                    rolleyes.gif

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