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Il Mercato di Produzione di Pellet

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  • Il Mercato di Produzione di Pellet

    Salve a tutti, sono un piccolo imprenditore toscano gi&agrave; presente nel campo del riscaldamento privato con l&#39;intenzione di buttarmi sul mercato della produzione di pellet.<br>Leggendo i post fatti su questa discussione e informandomi da fonti esterne ho potuto constatare la sempre maggiore appetibilit&agrave; sul mercato di metodi per riscaldamento a biomassa rispetto a ai classici combustibili fossili, visto il sempre crescente apprezzamento di GPL, Gasolio ecc.<br>Nella mia zona questi metodi alternativi sono ancora allo stato embrionale, non se ne sa ancora molto.<br>Mi chiedevo:<br>- Con cosa sono prodotti i pellet? Soltanto con scarti di falegnamerie? Sarebbe possibile creare un pellet ibrido contenente anche scarti di olive (sansa), o residui agricoli (ad es. mais)?<br>Anche perchè detto in maniera spicciola i pellet sono masse di scarti tritati e riassemblati ad alte pressioni (una specie di wurstel), quindi non si potrebbero trovare soluzioni con componenti miscelate?<br><br>Grazie in anticipo

  • #2
    Ti do il mio parere personale (non sono un esperto)<br><br>Innanzi tutto si deve osservare il potere calorifico di ogni prodotto.<br>So per certo che il mais rende + calore rispetto alla legna e anche rispetto al pellets.<br><br>Secondo me si possono fare varie miscele con potere calorifero + o - alto.<br><br>Tieni presente che ..... il mais prende fuoco con più difficolt&agrave; rispetto al pellets tanto che le caldaie a mais che girano nella mia zona (Vicenza) devono essere accese prima a pellets, poi quando è accesa va a mais.<br><br>Inoltre il pellets è un prodotto povero (2.5 euro il sacco da 10-20 Kg ???????mi informo meglio.)<br><br>Comunque se fossi in te comincerei a commerciarlo prima di pensare a produrlo. così vedi quanto mercato c&#39;è nella tua zona.<br><br>

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    • #3
      Grazie per i consigli. Cmq i pellets che tu conosci sono fabbricati soltanto con legni, magari di vario tipo però solo legni, giusto?<br>La scelta di produrlo era data dal fatto che se si riusciva con convenzioni varie fatte con apparati pubblici e falegnamerie ad avere praticamente il prodotto da lavorare per nulla, allora il discorso sarebbe positivo.<br>Cmq anche per il futuro non lo vedo male il mercato.<br>Ti dico solo 2 cose: il potere calorifero del GPL è 12.000 Kcal al chilo, e del 4.200 Kcal al chilo per il pellet.<br>Però un chilo di pellet costa 0,20/0,25 euro, un chilo di Gpl 1,60 euro.<br>Insomma fatti 2 conti non è male

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      • #4
        A mio avviso legno di varia origine, sansa di oliva ed eventualmente paglia (di frumento, orzo, segale, farro, avena) in miscela variabile dovrebbero andare più che bene per produrre pellet. Eviterei il mais, perché chi ha una caldaia idonea lo può usare direttamente. Renderlo farina per poi ricostituirlo è solo un aggravio di costi. La granella di mais è gi&agrave; "fluida", la pellettizzazione è un processo per rendere uniforme un materiale che non lo è (ramaglie, scarti di legno di varie dimensioni, compreso il truciolo, paglia). Poi non condivido l&#39;opinione corrente che il mais avrebbe un potere calorifico molto più alto del pellet di legno. Probabilmente ha un potere calorifico solo leggermente più alto per la presenza di una piccola percentuale di olio (nel germe). Il resto è amido, e circa il 7-8% di proteine, che hanno lo stesso potere calorifico della cellulosa (4,5 kcal per grammo).

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        • #5
          Legno faggio 15% umidit&agrave; 3500 Kcal/Kg<br>Pellets 4500 Kcal/Kg<br>Sansa/gusci nocciole 4500 Kcal/Kg<br>Granoturco (mais) 5% umidit&agrave; 6180 Kcal/Kg<br>Metano 8500 Kcal/Kg<br>Gpl 9000 Kcal/Kg<br>Gasolio 10000 Kcal/Kg<br><br>Fonte <a href='http://www.casafelice.it/sitopellets/granturco.htm' target='_blank'>http://www.casafelice.it/sitopellets/granturco.htm</a><br>

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          • #6
            Gpl 12000, so io.. Lo so per esperienza personale

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            • #7
              Facciamo un rapido calcolo per comprendere perché i valori indicati in quel sito sono errati. L&#39;umidit&agrave; del mais sul mercato è intorno al 12-13%. Poi troviamo al massimo un 5% di grassi (olio di germe di mais), il resto è composto da carboidrati, fibre e proteine. Questi ultime parti forniscono 4,5 kcal/g, i grassi il doppio (9 kcal/g), l&#39;acqua nulla.<br>Dunque, su 1000 g:<br><br>50 g grassi x 9 kcal/g = 423 kcal<br>880 g carboidrati-fibre-proteine x 4,5 kcal/g = 3960 kcal<br>Totale = 4383 kcal<br><br>Per chi non fosse persuaso invito a rifare i calcoli. Basta prendere un testo di zootecnia o alimentazione animale e vedere la composizione della granella di mais integrale. <br><br>Per lo stesso motivo a mio avviso il pellet di solo legno potrebbe fornire 4500 kcal/kg solo se l&#39;umidit&agrave; fosse zero. Il legno infatti è composto da cellulosa, un polimero del glucosio come i carboidrati, e dunque dovrebbe fornire 4,5 kcal/g come i carboidrati. Se consideriamo che nel pellet c&#39;è un 5% d&#39;acqua le calorie fornite dovrebbero essere 4.275 ogni kg.<br>Per quanto riguarda la sansa tutto dipende dal residuo di olio contenuto. Differenze dunque tra sansa esausta, dopo estrazione del residuo d&#39;olio con solventi (olio di sansa, appunto), oppure residuo di spremitura essiccato.

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              • #8
                Ecco, ho cannato, dunque su 1000 g di mais:<br><br>120 g acqua = 0 cal<br>50 g di grassi x 9 = 450 kcal<br>83 g di carboidrati-fibre-proteine x 4,5 = 3735 kcal<br><br>TOTALE = 4.185 kcal/kg<br><br>Ora dovrebbe andare bene. Se anche il mais fosse al 5% di umidit&agrave; non si arriverebbe mai ai valori indicati (oltre 6.000 kcal) in una strana letteratura che si trova ovunque in internet (tutti si copiano fra di loro?).

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                • #9
                  <div align='center'><div class='QUOTE_top' align='left'><b>CITAZIONE</b> (Lolio @ 13/9/2005, 15:26)</div><div id='QUOTE' align='left'>Ecco, ho cannato, dunque su 1000 g di mais:<br><br>120 g acqua = 0 cal<br>50 g di grassi x 9 = 450 kcal<br>83 g di carboidrati-fibre-proteine x 4,5 = 3735 kcal<br><br>TOTALE = 4.185 kcal/kg<br><br>Ora dovrebbe andare bene. Se anche il mais fosse al 5% di umidit&agrave; non si arriverebbe mai ai valori indicati (oltre 6.000 kcal) in una strana letteratura che si trova ovunque in internet (tutti si copiano fra di loro?).</div></div><br> MITICO&#33;&#33;&#33;&#33;&#33;&#33; <img src='http://img.forumfree.net/html/emoticons/laugh.gif' alt='laugh.gif'>

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                  • #10
                    <br><br>Ciao a tutti,<br> non sono un esperto di pellett, non ho mai visto uno stabilimento di produzione di pellet. Quello che sò e molto poco e lo metto a disposizione.<br>Ci sono macchine per la produzione di pellet di piccola taglia, 80 kg ora, ma i costi di produzione non si discostano da quelli indicati (24-28 euro il q.le).<br>I grossi impianti potrebbero abbassare il costo di produzione, io stesso ho usato dei pellet di paglia che ho trovato in cascina, acquistati per fare il letto alle mucche ad 11 euro al q.le. Anche i pellet di erba medica per l&#39;alimentazione dei conigli non superano i 12-13 euro. il problema comincia quando parliamo di pellet di faggio.<br>Il problema dell&#39;uso del faggio non è tanto nel potere calorico pci 3945 kcal/kg,<br>che potrebbe essere eguagliato dal sorgo zuccherino 3706 kcal/kg o dalla paglia di frumento 3681 kcal/kg, ma dalla esigua quantit&agrave; di ceneri a 750 gradi lasciata dal faggio, 0,53 contro il 5,36 del sorgo ed il 5,25 della paglia.<br>Lo stocco di mais, la canapa, le potature di olivo e di vite potrebbero avere dei rendimenti anche superiori al faggio, ma la quantit&agrave; di ceneri se non adeguatamente convogliate ed asportate finirebbero per intasare la stufa o la canna fumaria. Sò di certo che in Umbria 4 anni f&agrave; degli imprenditori tedeschi hanno provato a pellettare il Kenaf. Il rendimento era interessante, ma la quantit&agrave; di ceneri ha sconsigliato l&#39;investimento.<br>Anche la granella di mais sconta lo stesso inconveniente, dalle tabelle pubblicate nel sito citato, provate a fare il calcolo di dove va a finire la cenere mancante.<br>A fine stagione dovrebbe essercene uno strato di dieci cm sul tetto.<br>C&#39;è anche il problema del potassio, queste ceneri sono molto ricche di potassio, che a 550 gradi comincia a colare facendo delle belle croste che poi bisogna rompere con lo scalpello. Bisognerebbe tenere la temperatura del focolare sotto questa temperatura per evitare l&#39;inconveniente, ma allora poi non si innesca il ciclo del carbonio che si ossida sopra i 600 gradi ed aumenta di conseguenza la quantit&agrave; di ceneri, mentre non riusciremmo a sfruttare tutto il potenziale calorico.<br>Anche sul potenziale calorico vorrei avere io alcune risposte, prendendo per buono il conto fatto da Lolio. In un post ho letto delle perplessit&agrave; di qualcuno che si domandava perchè non potremmo fare andare un motore a sodio metallico, vista la quantita di energia che sprigiona ossidandosi, il potassio è molto affine al sodio, e dalle mie reminescenze scolastiche ho ripescato la termite, miscela di Al e Fe che sviluppa 3000 gradi, e veniva usata per saldare le rotaie.<br>Nel termoutilizzatore di Brescia, quando il lamierino non è richiesto dal mercato dei rottami, non viene nemmeno separato dalla spazzatura, si lascia andare la temperatura oltre i 1250 gradi, ed anche il ferro ossidandosi provoca una bella reazione esotermica. Tanto poi i filtri elettrostatici fermano tutte le polveri.<br>In conclusione, quando parliamo di potere calorico inferiore o superiore, usiamo dei metri adeguati o solo delle unit&agrave; convenzionali che ben poco hanno a che fare con quello che realmente succede nella nostra caldaia?<br>Scusate la lunghezza, ma anche così ho paura di aver saltato almeno una decina di passi importanti.<br>Grazie per la pazienza<br> Osvaldo<br>

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                    • #11
                      <div align='center'><div class='QUOTE_top' align='left'><b>CITAZIONE</b> (scisc @ 11/9/2005, 13:35)</div><div id='QUOTE' align='left'><br>Mi chiedevo:<br>- Con cosa sono prodotti i pellet? Soltanto con scarti di falegnamerie? Sarebbe possibile creare un pellet ibrido contenente anche scarti di olive (sansa), o residui agricoli (ad es. mais)?<br>Anche perchè detto in maniera spicciola i pellet sono masse di scarti tritati e riassemblati ad alte pressioni (una specie di wurstel), quindi non si potrebbero trovare soluzioni con componenti miscelate?<br><br>Grazie in anticipo</div></div><br>Ciao,<br>credo che molte notizie interessanti le puoi trovare a questo sito:<br><br><a href='http://www.cti2000.it/virt/cti2000/solidi.htm' target='_blank'>http://www.cti2000.it/virt/cti2000/solidi.htm</a><br><br><br>Ciao

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                      • #12
                        <br><br>Ciao Fabiomas, <br> grazie per l&#39;informazione che hai posto, almeno dal punto di vista delle ceneri sembra che qualcosa si sia mosso.<br>Non mi quadrava il dato tra la quantit&agrave; di biomassa incenerita e la quantit&agrave; di cenere da smaltire. Poi penso di aver capito che la differenza st&agrave; nel fatto che attualmente viene incenerita biomassa umida, con una percentuale di umidit&agrave; che arriva al 50%, per cui la quantit&agrave; di cenere cala in proporzione.<br>Ciao<br> Osvaldo

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                        • #13
                          <div align='center'><div class='QUOTE_top' align='left'><b>CITAZIONE</b> (scisc @ 11/9/2005, 13:35)</div><div id='QUOTE' align='left'>Salve a tutti, sono un piccolo imprenditore toscano gi&agrave; presente nel campo del riscaldamento privato con l&#39;intenzione di buttarmi sul mercato della produzione di pellet.<br>Leggendo i post fatti su questa discussione e informandomi da fonti esterne ho potuto constatare la sempre maggiore appetibilit&agrave; sul mercato di metodi per riscaldamento a biomassa rispetto a ai classici combustibili fossili, visto il sempre crescente apprezzamento di GPL, Gasolio ecc.<br>Nella mia zona questi metodi alternativi sono ancora allo stato embrionale, non se ne sa ancora molto.<br>Mi chiedevo:<br>- Con cosa sono prodotti i pellet? Soltanto con scarti di falegnamerie? Sarebbe possibile creare un pellet ibrido contenente anche scarti di olive (sansa), o residui agricoli (ad es. mais)?<br>Anche perchè detto in maniera spicciola i pellet sono masse di scarti tritati e riassemblati ad alte pressioni (una specie di wurstel), quindi non si potrebbero trovare soluzioni con componenti miscelate?<br><br>Grazie in anticipo</div></div><br> Se ne hai la possibilit&agrave; vai al Forlener di Biella, ci sono stato oggi e c&#39;è qualche espositore che vende attrezzatura per pellettare (www.forlener.it), oltre a produttori di caldaie a pellet, a cippato, a mais e attrezzature per boscaioli. Se non ce la fai (mi pare che chiuda domani 25/9) ci sar&agrave; un&#39;altra fiera a Verona dal 9 al 12 febbraio 2006 Bioenergy World (www.bioenergy-world.com).

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                          • #14
                            <br><br>Ciao Lolio, <br> c&#39;ero anchio ieri a Biella. Speriamo che l&#39;anno prossimo a Verona possa esserci anche lo stand dell&#39;Energoclub. Ho visto lo stand dell&#39;Universit&agrave; di Perugia, sul banco avevano due flaconcini di biodiesel ricavato dalla colza e dall&#39;olio esausto delle friggitorie. Ho chiesto se conoscevano l&#39;Energoclub, od almeno i forum sul biodiesel. Risposta negativa, noi non sappiamo niente di quello che stanno facendo a Perugia, e loro non sanno niente della nostre discussioni e realizzazioni. Sconsolante vero?<br>Ciao<br> Osvaldo

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                            • #15
                              Osvaldo traditore, mi avevi detto che a Biella non saresti andato&#33;<br>Io sono stato giovedi e venerdi per i convegni ed incontrare i produttori di caldaie per il mio progetto, molto interessante devo dire&#33;&#33;<br>Ho scoperto che la maggior parte dei paesi nord europei stanno pellettizzando tutto, il cippato non piace più... un motivo ci sar&agrave;&#33;<br>Quindi a mio avviso complimenti all&#39;imprenditore toscano di cui sopra per la buona idea ed il coraggio.<br><br>Saluti

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                              • #16
                                Io ho visto pellet di sansa esausta, sono uniformi, hanno un ottimo potere calorifico e non fermentano dando cattivi odori.<br>Non ne sono sicuro, ma dovrebbero anche essere più pregiati e quindi più costosi.

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                                • #17
                                  <br><br>Ciao Filippox,<br> hai ragione, purtroppo non sono riuscito ad avvertirti, ho seguito due amici che volevano controllare se c&#39;erano novit&agrave; nel settore. La loro idea sarebbe di produrre bricchetti con lo stocco di mais. Io sono contrario perchè un impianto destinato a lavorare solo tre mesi all&#39;anno non riuscirebbe mai a pagarsi.<br>Come integrativo in un ciclo che copra gi&agrave; almeno 200 gg anno si può tentare, ma solo per quello non ci sono margini.<br>Ho visto anch&#39;io il camion per il trasporto del pellet sfuso, per riempirti il serbatoio, ne avevo visto in un progetto presentato proprio a Biella da Punto Energia di Brescia ancora 5 anni f&agrave;, ed avevo pensato ad un fotomontaggio, è stato bello vedermelo davanti.<br>Ho visto anche le caldaie più evolute, che hanno automatizzato anche la rimozione delle ceneri. Ma tra le oltre 20.000 cal/h, chi può garantirle se non abbiamo ancora le tabelle dei fumi che dovevano uscire con i decreti attuativi?<br>Ciao<br> Osvaldo<br>

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                                  • #18
                                    Caro Osvaldo, spero che tu non ti sia offeso, io scherzo spesso.<br>Visto, niente fotomontaggi, ormai il pellet è diventato un vero e proprio combustibile...<br>Ho parlato con gli amici dell&#39;AIEL a cena a Biella sui sistemi di gassificazione che mi hai dato, loro dicono che sono prospettive molto interessanti, ma che al momento hanno numerosi limiti come la necessit&agrave; di inserire combustibile molto secco, smaltimento della carbonella e depurazione del gas; non erano molto aggiornati però, tu dici che hanno risolto questi problemi?

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                                    • #19
                                      <br>Ciao Filippox,<br> il limite maggiore dell&#39;impianto di gassificazione (wood-gas) a cui ti riferisci è che non si s&agrave; ancora niente di preciso sui decreti attuativi per la produzione di energia elettrica con biomasse.(non cogenerazione)<br>Se si decidessero a comunicare dei parametri analoghi al fotovoltaico, varrebbe la pena di studiare meglio la cosa.<br>Nell&#39;impianto in questione, un 9 kWel hai bisogno di usare un tipo di cippato ben definito, d&#39;altronde ho visto il capitolato di fornitura di cippato per la caldaia in cogenerazione di un ospedale svizzero ed era ben restrittivo, con una umidit&agrave; minima 35% e massima 50%. Qui deve essere inferiore al 20%.<br>D&#39;altronde non è risultato conveniente nemmeno il pellet, troppo secco e non riesce ad alimentare decentemente la reazione, dando troppo Carbonio residuo nelle ceneri. Sono quindi due problemi in antitesi.<br> Lo smaltimento delle ceneri è analogo alle altre caldaie e segue una normativa regionale. La depurazione dei gas è necessaria per la garanzia di durata del motore. Gli scarichi del motore devono essere a norma come qualsiasi motore di autoveicolo.<br>Alcuni problemi potrebbero essere superati in una versione più grande. Aspetto anch&#39;io di vedere in funzione il 60 kWel dual fuel.<br>Non mi sono offeso, anzi mi hai fatto sentire importante.<br>Ciao<br> Osvaldo

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                                      • #20
                                        A questo punto sorge spontanea una domanda: che cosa abbiamo attualmente per la cogenerazione di piccola scala?<br><br>A proposito della sola produzione di energia elettrica: è vero non ci sono decreti attuativi, ma comunque la sola generazione di energia elettrica la lascerei <br>alle turbine idro... se solo imparassimo a risparmiarla, sarebbe meglio.<br><br>Comunque io l&#39;impianto lo devo studiare in qualche modo... magari faremo un sistema sperimentale-pilota, così ci sono anche gli incentivi.<br><br>Saluti

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