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Replicare il Fleishmann-Pons

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  • Replicare il Fleishmann-Pons

    Oltre alle trasmutazioni ad alta energia del plasma elettrolitico, in cui indendo 'investire' tempo per esperimenti, sono molto allettato dal Fleishmann-Pons.

    Dal rapporto dettagliato della replica Del Giudice/Preparata dell'ENEA (http://digilander.libero.it/outofbounds/FusioneFredda/RT-ENEA_02_411.pdf) sembrerebbe ragionevolmente semplice.

    Un amico orafo mi potrebbe procurare il platino e una 'striscia' di palladio applicata ad una peltier, come hanno fatto loro, 50cc di deuterio costano 100€ presso i fornitori di materiale da laboratorio...

    Unico dubbio: le emissioni gamma? Che tipo di schermatura bisognerebbe applicare, se occorre?

    Chi ha lumi li esponga...

    Ciao.
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

  • #2
    Caro Elektro-Rick,

    nella reazione Fleischmann e Pons, ( la VERA FUSIONE FREDDA ) non credo si producano gamma, al massimo qualche neutrone in forma più che trascurabile...
    Pensa che i due scienziati quando proposero il modello di fusione nucleare nel reticolo di palladio, furono derisi perchè usavano una cella mi sembra di vetroresina e quindi per la fisica attuale totalmente priva di schermature ontro i neutroni!!!!
    Eppure i due scienziati sono sopravissuti...
    Ciò perchè la fusione fredda come il nostro esperimento è una reazione si nucleare ma a debole energia!!!!
    In ogni caso se vuoi essere prudente visto che sono fenomeni sconosciuti in parte, il mio consiglio è applicare intorno alla cella un'intercapedine con dell'acqua ( se vuoi fare le cose in grande la arrichisci con carbonio o boro ) e poi uno due pannelli di plaxigas.
    Anche se per me queste schermanture sono inutili...
    In ogni caso attento a maneggiare certe tensioni e non scoraggiarti se l' esperimento fallisce, la ff si basa sul caricamento del palladio...ci vogliono SETTIMANE per ottenerlo e in ogni dìcaso le sue modalità sono ancora MOLTO difficili da realizzare...

    A presto alien.gif

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    • #3
      QUOTE (Dareus @ 25/10/2005, 13:11)
      In ogni caso attento a maneggiare certe tensioni e non scoraggiarti se l' esperimento fallisce, la ff si basa sul caricamento del palladio...ci vogliono SETTIMANE per ottenerlo e in ogni dìcaso le sue modalità sono ancora MOLTO difficili da realizzare...

      Sì, come avrai intuito da altri post, un po' ho studiato, non sono proprio asinello in materia... smile.gif

      Riprendendo qui la questione del Titanio invece che del Palladio, io ne facevo una questione di robustezza. Ciè, cercando di non costruire BOMBE (ci sono già parecchi artigiani che si cimentano in questo), forse sarebbe meglio qualcosa di metallico bello robusto (magari con una valvola di sicurezza) piuttosto che del vetro, almeno se si vuole utilizzare il fattore pressione per caricare il Ti.

      E poi, dove la trovo una macchina a controllo numerico che mi lavora un 'blocco' di vetro? tongue.gif

      L'anodo andrà bene in Ti anche lui?

      Per RABAZON: che ne pensi?
      "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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      • #4
        L'anodo va bene in titanio, tanto non è sottoposto agli sforzi del catodo. Ti serve del deuterio...e comunque anche facendo il contenitore in metallo, fai in modo che ci sia una finestra per vedere cosa accade dentro...

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        • #5
          dear elettrorik,
          la mia proposta era un esperimento per individuare se l'eventuale formazione di particelle avviene nel plasma, oppure nei cristalli del catodo...
          io suppongo che i cristalli del catodo sopportino supinamente il bombardamento e i nuclei trasmutino per questo...

          la prova dovrebbe servire per capire se , come penso, il problema del caricamento, in realtà serva solo per diminuire la superficie attiva del catodo, e portarla verso le condizioni di 1 a 6 delle celle mizuno
          se in una cella mizuno con palladio normale riusciamo a produrre plasma, e effetti simili a quelli riscontrati con palladio carico nelle pons.f.,possiamo dire di avere individuato nel plasma il colpevole...

          se no,se solo con catodo carico ci arriviamo, potremmo inferire che dentro i cristalli qualcosa accade...
          per l'anodo, penso che il W vada bene, perchè se mai avessimo la possibilità di analizzare la cella,non inquina molto la soluzione...

          saluti

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          • #6
            Caro ElettroRik,

            scusami se ti ho offeso con i miei consigli forse troppo presuntuosi cry.gif
            è vero ho sentito anche io che la ff si può fare col titanio come catodo...però l'anodo...non saprei se va bene anche lui di titanio però se lo dice HellBlow fidati di lui...
            Quanto alla pressione dipende che caricamento che vuoi attuare...per elettrolisi o per pressione appunto...mi sembra però che il caricamento per elettrolisi di acqua pesante sia più semplice...

            A presto smile.gif

            Edited by Dareus - 6/11/2005, 12:21

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            • #7
              Scusate ragazzi

              Ma vorrei mettervi al corrente che alcuni anni fa, tentai di replicare invano la cella di Feishmann e Pons, con palladio ed acqua pesante.
              Ora ricordo a tutti voi, che hanno fallito una marea di laboratori super attrezzati, ma questo non è importante; invece è importante sapere che, a caricare il palladio per elettrolisi, si ha lo sgradevole effetto secondario che dopo alcune ore, il vostro catodo di palladio si è disciolto tutto nel liquido, come è successo a me. Voglio vedere come fate poi ad eseguire la fusione fredda.
              Comunque non scoraggiatevi, bisogna trovare una tecnica efficace di caricamento, che fino ad un certo valore, avviene semplicemente immergendo il palladio in acqua pesante, senza tensione applicata; si notano subito bollicine di ossigeno che gorgogliano dal palladio, e questo dura poche ore.

              P.S. scusate ragazzi ma anche questa volta ho detto una baggianata, nell'elettrolisi si consuma l'anodo; ricordando bene, usai sia anodo che catodo in palladio, alimentai con tensione continua sovrapposta ad una impulsiva con impulsi anche negativi, al ché mi trovai ben presto con l'anodo disciolto ed il catodo consunto. Il catodo era ricoperto di un sale per colpa di un elettrolita (di mia invenzione) composto da acqua pesante e cloruro deuterato.
              Il mio pensiero era quello di eseguire una cosa, come la ramatura di una moneta che si faceva a scuola; questo per caricare di deuterio il catodo.
              Pensavo di far migrare atomi di palladio dall'anodo al catodo, cosicché si sarebbe ricoperto di altri atomi dello stesso metallo, portandosi con se ioni H+ essendo l'unico ione positivo presente nell'elettrolita di mia invenzione. Nella cella di Fleishmann e Pons, vi erano anche ioni Li+ che per me, potevano inquinare il reticolo del palladio.
              Il risultato fu che l'anodo si consumò presto nell'elettrolita e lo colorò di un bel rosso ciliegia, forse si era formato del cloruro di palladio, degli esperti di chimica potranno dire la loro; mentre il catodo annerito si sbriciolava (non è che per caso mi ha funzionato la reazione di fusione fredda, e non me ne sono accorto?) oppure si è semplicemente corroso per la presenza di cloruro deuterato (DCl), che non è altro che acido cloridrico, dove l'atomo di idrogeno è stato sostituito da un atomo di deuterio (costa un patrimonio al litro, infatti viene venduto a grammi).
              La gatta frettolosa fece i gattini ciechi, dice il proverbio; io dalla fretta usai come strumenti di misura, solo gli occhi per vedere e le mani per toccare; per cortesia risparmiatemi epiteti.

              Renzo Mondaini (Ravenna)

              Edited by remond - 6/11/2005, 14:36

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              • #8
                Quindi intanto si deve usare una sottilissima lamina di palladio, e poi inizialmente si carica immergendo come dice Remond, ma magari mettendo il tutto sotto pressione....una bella pressione molto forte...mmm ok ora la sparo.
                Prendiamo uno di quei bei pistoni da motopale, idraulico. Lo riempiamo di deuterio e mettiamo dentro il nostro bel palladio. Poi prendiamo una pressa, di quelle belle grandi (tipo quella dell'officina dove lavoravo io) e mettiamo il tutto sotto una bella pressione di svariate tonnellate. Ovviamente il pistone va ripulito per bene wink.gif

                PS: Ghghgh non mi linciate...

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