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Cristalli di dilitio, energia alla Star Trek

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  • Cristalli di dilitio, energia alla Star Trek

    http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/...t/ecplanet.rxdf

  • #2

    A naso, mi sembra una bufala. Così come è descritto nell'articolo, il processo di fusione indotta dipende dalla tensione elevata che si crea e dalla collisione fra gli elettroni usciti di orbita e i nuclei di duterio. Non vedo la necessità di usare quel cristallo, i 100.000 volt sono facili da ottenere. Ma più che altro, la probabilità che un elettrone, sparato fuori dall'orbita, colpisca un nucleo di D2 è quasi zero, dati gli spazi esistenti. Mi auguro di sbagliarmi, in tal caso ne sentiremo parlare presto.

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    • #3
      QUOTE (HEIM @ 29/1/2006, 19:23)

      A naso, mi sembra una bufala. Così come è descritto nell'articolo, il processo di fusione indotta dipende dalla tensione elevata che si crea e dalla collisione fra gli elettroni usciti di orbita e i nuclei di duterio. Non vedo la necessità di usare quel cristallo, i 100.000 volt sono facili da ottenere. Ma più che altro, la probabilità che un elettrone, sparato fuori dall'orbita, colpisca un nucleo di D2 è quasi zero, dati gli spazi esistenti. Mi auguro di sbagliarmi, in tal caso ne sentiremo parlare presto.

      Caro HEIM,

      mi sento di risponderti perchè forse posso aggiungere qualche particolare in più, dato che questa notizia è stata 'la scintilla' che, a Settembre scorso mi ha fatto 'inciampare' in questo forum, e sulla quale a suo tempo ho tentato di indagare il più a fondo possibile attraverso la rete. biggrin.gif

      In particolare, le considerazioni sull'alta tensione facilmente ottenibile in altri modi l'avevo fatte anch'io, ma poi ho letto (purtroppo non trovo più il link) in un documento un po' più completo che la scelta di usare l'effetto piezoelettrico del Litio Tantalato fu esplicitamente fatta per far sì che l'energia fornita in ingresso, ovvero il calore, fosse dello stesso tipo di quella ottenuta in uscita, in modo da poter 'escludere' qualsiasi tipo di scetticismo e possibili contestazioni basate su eventuali errori di calcolo nella conversione dell'energia da un tipo all'altro.
      In realtà il commento del giornalista aggiunge che forse in parte ciò è stato voluto anche per le 'analogie' con la saga di Star Trek... e ci sta tutta, direi.
      Così come potrebbe essere che si sia cercato un modo 'esotico' di fare notizia (riuscendoci, evidentemente), perchè altrimenti, al solito, sarebbe passata inosservata.

      Comunque si parla di scarica elettrica attraverso una punta diretta su di un bersaglio solido, e quindi un impatto tra gli elettroni di una scarica e nuclei di deuterio non lo ritengo poi così impossibile.

      In effetti, tutto potrebbe anche collimare con certe teorie riguardo il ns. 'amico' Idrogeno ....

      Saluti.

      Edited by ElettroRik - 30/1/2006, 16:08
      "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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      • #4
        CITAZIONE (HEIM @ 29/1/2006, 19:23)

        A naso, mi sembra una bufala. Così come è descritto nell'articolo, il processo di fusione indotta dipende dalla tensione elevata che si crea e dalla collisione fra gli elettroni usciti di orbita e i nuclei di duterio. Non vedo la necessità di usare quel cristallo, i 100.000 volt sono facili da ottenere. Ma più che altro, la probabilità che un elettrone, sparato fuori dall'orbita, colpisca un nucleo di D2 è quasi zero, dati gli spazi esistenti. Mi auguro di sbagliarmi, in tal caso ne sentiremo parlare presto.

        Un elettrone scagliato contro un protone, o altro bersaglio, lo colpirà con probabilità quasi 0. Ma un fascio di elettroni (Electron Beam) contro un bersaglio formato da parecchi atomi, può dar luogo ad urti più o meno violenti. Lo dimostrano i collider (acceleratori per collissioni ad alta energia) quando formano antimateria, o spaccano nuclei.
        Riguardo l'articolo, potrebbe essere come non potrebbe essere. I test di uno non sono certezza perchè l'errore è sempre insito nell'esperimento. Quindi l'unica è replicare.

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        • #5
          Replicare l'esperimento?...dunque,vediamo cosa ho nel cassetto della mia scrivania....mumble mumble...... ho un multimetro di 20 anni fa........ forbici per carta....... tasselli metallici...... fialette di profumo vuote.....un adesivo Camel Trophy........ uhm.....No. Il Litio tantalato non ce l'ho.... mi sa che quest'esperimento lo salto. laugh.gif

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          • #6
            <>

            Certo, ma occorrono condizioni ben precise perchè collidano. Banalmente: se prendo uno ionizzatore a spilli che lavora a 3000/5000 volt, passandoci la mano davanti sento un vento; non è un vento elettronico, ma sposatmanto aria. Però quei pochi ioni che si formano per effetto della alta tensione, producono un agglomerarsi della polvere che si elettrizza. Ma se volessi incanalare quegli elettroni lungo una traettoria per farli collidere, dovrei realizzare un "binario" magnetico per prendere la mira, ed avere un bersaglio fermo da colpire, cosa che non ho. Quindi quelle collisioni sono frutto di una tempesta di elettroni che "probabilisticamente" colpiranno qualche protone. Ma l'accelleratore CERN, mi pare piu complesso di quanto descritto nell'articolo e di ciò che si vede in foto. Comunque la mia era solo una osservazione, un dubbio , sarei felice di ricredermi. Vedo che mio figlio a BO, a chimica, lavora su un NMR con dei campi magnetici di tale intensità che sono un pò preoccupato, ottenuti da superconduttori a - 170 celsius; e il macchinario è quanto una stanza.

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            • #7
              CITAZIONE (HEIM @ 31/1/2006, 10:51)
              .... Ma se volessi incanalare quegli elettroni lungo una traettoria per farli collidere, dovrei realizzare un "binario" magnetico per prendere la mira, ed avere un bersaglio fermo da colpire, cosa che non ho.
              ...

              Probabilmente non è chiaro il meccanismo.

              In una scintilla elettrica (scarica) si può sfruttare l'effetto punta e la differenza di potenziale. La fisica ci dice che sarà scelta sempre la strada più corta tra i 2 punti.

              Per la stessa ragione per cui se deve cadere un fulmine entro un raggio di 10Kmq su una superficie piatta tipo il mare andrà a cadere sull'unica punta esistente, l'albero della barchetta che passa di lì, o l'asta della bandiera della boa, alta poche decine di cm più del resto della superficie dell'acqua, allo stesso modo puoi essere CERTO che la scarica investirà in pieno l'oggetto contenente deuterio che avrai preparato.

              Basta che sia la cosa più 'vicina' alla punta da cui parte la scarica. tongue.gif
              E siccome la scarica ha un diametro di 1mm o più, ed è un fascio di elettroni ben concentrato, direi che di nuclei ne investe, e parecchi, anche.

              Inoltre questo è il comportamento in aria di una scarica (tipo fulmini) che deve rompere un dielettrico e che risente di 'disturbi' in atmosfera tipo umidità e temp dell'aria (deviazioni tipiche del fulmine).
              In un ambiente gassoso a bassa pressione, o nel vuoto, si deve parlare di arco elettrico, ed il comportamento è molto più lineare.

              No, secondo me non è una bufala.

              Ed è replicabile. Magari usando un tesla per 'caricare' a 100.000Volt, lasciando perdere i cristalli...
              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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