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Celle fotovoltaiche organiche, polimeriche, plastiche

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  • Celle fotovoltaiche organiche, polimeriche, plastiche

    visto l'articolo sotto riportato sono a chiedervi <br>funzionano? i dati riportati sono reali? dove le vendono?<br><br>Grazie <br><br><br><br>Ricerca & Sviluppo: Celle fotovoltaiche organiche, polimeriche, plastiche<br> <br> Il principio del loro funzionamento e' stato individuato nel 1990 dal chimico svizzero Michael Graetzel che, ispirandosi alla fotosintesi per convertire la luce in corrente elettrica, ha pensato di porre sulla superficie di un semiconduttore uno strato di molecole organiche trattate in modo da metterle in grado di assorbire la luce.<br><br>Se prodotte a livello industriale, le celle di Graetzel potrebbero superare in breve tempo in efficienza e convenienza le attuali celle fotovoltaiche in silicio. Gli esperti che lavorano al progetto prevedono che entro i prossimi dieci anni il costo dell'energia solare potrà essere paragonabile a quello degli impianti tradizionali. <br> <br>Il vetro serve solo da supporto ad una "vernice" polimerica-organica<br>Per il momento un prototipo delle celle solari organiche fa funzionare un piccolo ventilatore.<br>La STMicroelectronics, società italo-francese, leader nella produzione di semiconduttori, ritiene sia possibile produrre sistemi fotovoltaici con semiconduttori organico-polimerici ad un costo di 200 € al kWp: 20 volte meno dei sistemi attuali al silicio, l'efficienza dovrebbe essere del 5-10% e quindi per avere 1 kWe di picco servono dai 20 ai 10 mq di superficie fotovoltaica. <br>La commercializzazione è prevista per il 2005. Tale prospettiva riapre completamente le potenzialità del fotovoltaico che diventerebbe una fonte enorme e semplice da utilizzare. <br><br> Le celle solari "Dye-sensitized"<br>Il team della ST Microelectronic seguirà l’approccio di ricerca sviluppato nel 1990 dal professor Michael Graetzel dello Swiss Federal Institute of Technology, basato su un principio analogo a quello della fotosintesi. In una cella convenzionale, un singolo materiale come il silicio svolge tutte le tre funzioni essenziali al funzionamento della cella, e cioè assorbire la luce solare (convertendo i fotoni in elettroni e lacune), resistere al campo elettrico necessario a separare gli elettroni dalle lacune e condurre le cariche libere (elettroni e lacune) ai collettori delle celle. <br>Per assolvere in modo efficiente a queste tre funzioni è necessario che il materiale semiconduttore abbia elevata purezza e questo è il principale motivo per cui le celle solari al silicio sono troppo costose per competere con le tradizionali forme di produzione di elettricità.<br><br>La cella sviluppata da Graetzel, conosciuta come Dye-Sensitized Solar Cell (DSSC), riproduce il meccanismo usato dalle piante per convertire la luce del Sole in energia utile, dove ogni funzione è assegnata ad una diversa sostanza. La cella DSSC usa un colorante organico (in pratica un fotosensibilizzatore) per assorbire la luce e creare una coppia elettrone-lacuna, uno strato di ossido metallico nanoporoso ad elevata area superficiale come conduttore di elettroni ed un elettrolita liquido come conduttore delle lacune. Ulteriori sviluppi di queste celle prevedono la sostituzione dell’elettrolita liquido generalmente usato per la funzione del trasporto delle lacune con polimeri conduttori. Ciò potrebbe consentire un’ulteriore riduzione dei costi e quindi un importante passo verso la competitività dell’elettricità solare fotovoltaica.<br> <br> <br>

  • #2
    <div align='center'><div class='QUOTE_top' align='left'><b>CITAZIONE</b> (danilele @ 27/2/2006, 11:56)</div><div id='QUOTE' align='left'>visto l'articolo sotto riportato sono a chiedervi <br>funzionano? i dati riportati sono reali? dove le vendono?<br><br>Grazie <br><br><br><br>Ricerca & Sviluppo: Celle fotovoltaiche organiche, polimeriche, plastiche<br> <br> Il principio del loro funzionamento e' stato individuato nel 1990 dal chimico svizzero Michael Graetzel che, ispirandosi alla fotosintesi per convertire la luce in corrente elettrica, ha pensato di porre sulla superficie di un semiconduttore uno strato di molecole organiche trattate in modo da metterle in grado di assorbire la luce.<br><br>Se prodotte a livello industriale, le celle di Graetzel potrebbero superare in breve tempo in efficienza e convenienza le attuali celle fotovoltaiche in silicio. Gli esperti che lavorano al progetto prevedono che entro i prossimi dieci anni il costo dell'energia solare potrà essere paragonabile a quello degli impianti tradizionali. <br> <br>Il vetro serve solo da supporto ad una "vernice" polimerica-organica<br>Per il momento un prototipo delle celle solari organiche fa funzionare un piccolo ventilatore.<br>La STMicroelectronics, società italo-francese, leader nella produzione di semiconduttori, ritiene sia possibile produrre sistemi fotovoltaici con semiconduttori organico-polimerici ad un costo di 200 € al kWp: 20 volte meno dei sistemi attuali al silicio, l'efficienza dovrebbe essere del 5-10% e quindi per avere 1 kWe di picco servono dai 20 ai 10 mq di superficie fotovoltaica. <br>La commercializzazione è prevista per il 2005. Tale prospettiva riapre completamente le potenzialità del fotovoltaico che diventerebbe una fonte enorme e semplice da utilizzare. <br><br> Le celle solari "Dye-sensitized"<br>Il team della ST Microelectronic seguirà l’approccio di ricerca sviluppato nel 1990 dal professor Michael Graetzel dello Swiss Federal Institute of Technology, basato su un principio analogo a quello della fotosintesi. In una cella convenzionale, un singolo materiale come il silicio svolge tutte le tre funzioni essenziali al funzionamento della cella, e cioè assorbire la luce solare (convertendo i fotoni in elettroni e lacune), resistere al campo elettrico necessario a separare gli elettroni dalle lacune e condurre le cariche libere (elettroni e lacune) ai collettori delle celle. <br>Per assolvere in modo efficiente a queste tre funzioni è necessario che il materiale semiconduttore abbia elevata purezza e questo è il principale motivo per cui le celle solari al silicio sono troppo costose per competere con le tradizionali forme di produzione di elettricità.<br><br>La cella sviluppata da Graetzel, conosciuta come Dye-Sensitized Solar Cell (DSSC), riproduce il meccanismo usato dalle piante per convertire la luce del Sole in energia utile, dove ogni funzione è assegnata ad una diversa sostanza. La cella DSSC usa un colorante organico (in pratica un fotosensibilizzatore) per assorbire la luce e creare una coppia elettrone-lacuna, uno strato di ossido metallico nanoporoso ad elevata area superficiale come conduttore di elettroni ed un elettrolita liquido come conduttore delle lacune. Ulteriori sviluppi di queste celle prevedono la sostituzione dell’elettrolita liquido generalmente usato per la funzione del trasporto delle lacune con polimeri conduttori. Ciò potrebbe consentire un’ulteriore riduzione dei costi e quindi un importante passo verso la competitività dell’elettricità solare fotovoltaica.</div></div><br>Il problema principale delle organiche credo stia nella effettiva durata di vita utile, che per ora è basso. Certo se il costo fosse davvero 1/20 delle soluzoni classiche forse anche la durata di pochi anni potrebbe essere un problema secondario. Però per ora ci sono solo annunci e nulla di commercialmente concreto. Stiamo a vedere.<br><br>Molto più promettente a breve termine credo sia la strada del film sottile. Sono in ansiosa attesa della commercializzazione dei primi prodotti, annunciati per l'inizio del 2006, di questa azienda: <a href='http://www.csgsolar.com.au/' target='_blank'>http://www.csgsolar.com.au/</a> E' un progetto australiano che prometteva alcuni mesi fa costi di 1000€/Kwp con possibilità di scendere ulteriormente. Necessita di spazi maggiori per la minor efficienza ma potrebbe essere una rivoluzione nel FV. La serie di partner molto autorevoli che hanno investito in questa operazione fa ben sperare.
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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    • #3
      ho parlato con gente impegnata nella ricerca sul film sottile, per il microcristallino dicono che per avere pannelli industiali ci vorranno altri 6 / 7 anni.<br>per ora vi è il CIG ( da copper indium gallium).<br>ritengo che per i prossimi 8 10 anni il bulk la fara ancora da padrone, sopratutto se si riesec a produrre silicio SG a basso costo.

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