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Barriera flangiflutti con produzione energia

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  • Barriera flangiflutti con produzione energia

    Energia alternativa

    Barriera frangiflutti con produzione di energia elettrica con possibilità di accumulo e regolarizzazione dell’energia delle onde del mare tramite serbatoio idropneumatico : vedi http://altratecnicabis.3000.it.
    Gradirei discuterne con appassionati e tecnici

  • #2
    Ciao,bel sito interessante,esistono molti impianti in funzione di diverso tipo per sfruttare le maree le correnti e le onde,ma non in italia!!!
    http://www.energoclub.it settore idroellettrico
    o cerca con google!!!!!!!!!!!!!
    ciao

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    • #3
      e' un bello schifo tenendo conto che siamo una penisola...solo a sostituire le barriere frangiflutti della rivieera romagnola ,si avrebbe impatto ambientale 0 ,dato che si sostituisce a qualcosa che ha gia impatto ambientale, e si produrrebbe un bel po di energia pulita.

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      • #4
        Prima di formulare la mia proposta (tutta da verificare) avevo esaminato gli impianti di produzione idroelettrica che sfruttano la forza delle onde constatando come ne esistano molti di già realizzati e che danno buoni risultati. Avevo però notato come nessuno di tali impianti abbia la possibilità di regolare in qualche modo la variabilità di potenza delle onde. Conoscendo il funzionamento del serbatoio idropneumatico applicato in un altro settore e cioè per livellare la pressione degli impianti di sollevamento degli acquedotti ritengo possibile utilizzarli con buoni risultati anche per immagazzinare e uniformare, entro certi limiti, la potenza delle onde del mare quindi migliorare la producibilità di corrente elettrica. Si tratta di un impiego innovativo e quindi da verificare. Sarebbe interssante avere pareri di esperti ed appassionati.

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        • #5
          Ciao,si tratta di un polmone o qualcosa del genere,negli aquedotti in genere dentro i condomigni si utilizzano per eliminare i colpo d'ariete negli impianti centralizzat presso il serbatoio,o per mantenere la pressione in inpianti di riscaldamento a circuito chiuso,negle acquedotti é piu convegnante e pratico utilizzare valvole di regolazione della pressione,per le turbine risolvono con la geometria variabile e o co l'elettronica come negli impianti eolici, comunque l'idea non é male,ma si usurano col tempo e il sale e l'inquinamento cicino alle coste fa brutti scherzi,é meno parti meccaniche in movimento ci sono meglio é
          Ciao

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          • #6
            Tu stai parlando delle autoclavi. Quello cui mi riferisco io è il serbatoio idropneumatico che è diverso sopratutto per le dimensioni che sono molto maggiori, ma anche per costituzione e funzionamento. E' stato utilizzato in Francia per sostituire i serbatoi pensili. Se tu avessi tempo e voglia di leggere la mia nota su http://altratecnicabis.3000.it ne vedresti l'impiego nel caso particolare della barriera frangiflutto. Il serbatoio idropneumatico è stato descritto nella rivista "L'Acqua" n. 2 del 2003 ed anche nel mio sito http://altratecnica.3000.it.
            Sarebbe oltremodo gradito un tuo commento su detto serbatoio idropneumatico.
            Un'ultima cosa. Che tu sappia è possibile con l'elettronica rendere costante la corrente elettrica attualmente prodotta dagli impianti che sfruttando le onde del mare la cui potenza è estremamente variabile di minuto in minuto? Succede cosi negli impianti eolici?
            Ti ringrazio molto per l'attenzione.

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            • #7
              ciao,non sono stato a leggere tutto,ma lo faro,ci sono argomenti molto interessanti,premetto che oramai negli autoclavi casalinghi non si usa piu il polmone o il serbatoio in pressione con aria compressa"idrosfera",si utilizzano i presostati elettronici,che garantiscono una portata e pressione costante,cosa che non capitava con i polmoni a membrana ed aria,ed elimina le sovrapressioni durante la chiusura dei rubinetti e la momentanea sottopressione all'apertura,sono ad oggi il top per autoclavi ,sia da casa allacciati allacquedotto che da pozzo,sono complementare alla pompa e la comandano,Ha una piccolissima riserva di pressione; aprendo il rubinetto la pompa si avvia pressoché immediatamente se la pressione in rete è inferiore alla taratura di avvio prescelta.
              Si arresta 5 secondi dopo che la portata è diventata inferiore a 0,5-1 l/min o la pressione è diventata superiore di 0,5-0,7 bar alla taratura di avvio.
              La pressione rimane costante.
              Ha una protezione contro la marcia a secco.
              Ha un ingombro ridotto
              Il sensore elettronico (presostato)"Domino" rappresenta una evoluzione nella tecnologia della pressurizzazione e viene sempre più preferito alla tradizionale autoclave con idrosfera.
              Ovvio che per impianti di pompaggio di acquedotti con enormi portate le cose cambiano,di solito i serbatoi li utilizzavano come scorta o come (condensatore) ed anche in caso di quasto elettrico alle pompe,che per altro funzionerebbe ugualmente col sistema da té citato,eliminando le torri serbatoio esteticamente brutte,che a mio parere sono state portate avanti per abitudine e "moda" dato che il sistema da té menzionato é molto meno costoso e ugualmente se ben dimensionato efficente.
              é comunque da qualche decenio che si utilizzano quello che dici tu,ma solo in impianti nuovi o di ristrotturazzione completa,ovvio anche che se c'é un serbatoio elevato classico viene riutilizzato se non é daneggiato,ma in impianti nuovi funziona come dici tu col serbatoio in pressione con aria compressa, ricordo che una decina di anni fa' ero stato chiamato per controllare un autoclave da pozzo che forniva acqua ad una casa isolata,avendone visti pochi e moderni mi aveva dato l'impressione di un impianto autocostruito,cera una pompa ad immersione nel pozzo a 40mt sotto comandata da un presostato installato sulla parte superiore di una cisterna ermetica da 100 litri,la parte superiore era presurrizzata con un compressore classico a 3-4 atm,quando si apriva il rubinetto usciva acqua e quando si notava un leggera diminuzzione di portata partiva la pompa nel pozzo che ri riempiva la cisterna fino a far scattare il presostato che fermava la pompa, comunque dal tipo di installazione era sicuramente opera di un idraulico fai da té e non commerciale,altri impianti li ho visti con serbatoio aperto con galleggiante elettrico per la pompa e autoclave classico esterno con piccolo polmone da 10 litri d'aria e suo presostato.
              Confermo che le regolazzioni in impianti eolici ed a onde viene fatta sia sulla areodinamicita' delle turbine (pale) e meccanica sul moltiplicatore di giri per impianti di grossa taglia che elettricamente, e solo elettronicamente per impianti piccoli da poche decine di kw.
              Strano che nessuno abbia mai pensato alla dua idea,si vede che anno avuto problemi, esistono degli impianti ad onde che sfruttano l'aria spinta dallaqua ed il risucchio di essa,come una spece di ibrido tra l'eolico,e la cosa strana é che funziona con le pale che girano in un senso spinte dall'aria che a sua volta e spinda dall'acqua dell'onda poi si fermano e girano al contrario durante il risucchio dell'aria !! generando potenza in tutti i due sensi e con uno stallo durante l'inversione,che viene compensata sicuramente da grossi volani sottovuoto su cuscinetti magnetici ed accoppiati alla turbina magneticamente senza parti meccaniche a contatto !! prima dell alternatore, come negli UPS statici rotanti
              Ciao

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              • #8
                Scusa la mia insistenza. Mi interesserebbe molto saperne di più sui "grossi volani sottovuoto su cuscinetti magnetici ed accoppiati alla turbina magneticamente senza parti meccaniche a contatto prima dell alternatore", come pure "negli UPS statici rotanti".
                Grazie.
                Ciao

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