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Energie, libertà e crimini.

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  • Energie, libertà e crimini.

    urple">..dunque, ho deciso di aprire questo 3d in questa sezione OT perchè qui verranno da me, e da chiunque voglia, postati articoli, commenti e notizie che dalla rete giungono su temi riguardanti l'energia e la libertà in senso lato ed i crimini che pochi uomini compiono quotidianamente nei confronti dei loro simili e dell'ambiente per negare ciò che alla gran parte dell'umanità spetterebbe di diritto.
    ..i vari articoli o notizie che periodicamente posterò potranno fornire semplici spunti di conversazione e confronto o semplicemente rimanere lì per esser letti..non rivelerò alcuna sensazionale notizia in quanto è materiale facilmente reperibile su internet..e cercherò di non accendere inutili polemiche o battibecchi (collaborate anche voi..)

    ..siate leali con voi stessi e spogliatevi dei preconcetti che qualcuno tenta costantemente di attaccarvi addosso..siate liberi ed indipendenti !

    ..conscio che gran parte di voi vorrebbe cambiare molte cose non resta che iniziare..

    ..a breve posterò qualcosa..se qualcuno di voi intanto ha già materiale e non sa dove metterlo..questo è il posto giusto !




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    POVERI DI SERIE A
    di Thomas Rabeil




    GLI AIUTI CHE L’UNIONE EUROPEA DESTINA AI PAESI PIÙ POVERI DELL’AFRICA SEGUONO IN REALTÀ PRECISI INTERESSI ECONOMICI.

    THOMAS RABEIL,
    CONSULENTE SULL’AMBIENTE PER L’UNESCO,
    È L’AUTORE
    DI QUESTO ARTICOLO, PUBBLICATO
    SUL SITO INTERNET SUL MEDIO ORIENTE
    E L’AFRICA
    WWW.ELCORRESPON-SAL.COM.
    TITOLO ORIGINALE:
    “LA AYUDA ECONÓMICA
    COMO HERRAMIENTA DE COLONIZACIÓN”

    I Paesi africani selezionati dall’Unione Europea per ricevere assistenza economica non sono necessariamente quelli che ne hanno più bisogno ma quelli che hanno risorse sfruttabili.
    L’Unione Europea ha annunciato, in occasione del primo anniversario dello tsunami nel Sudest asiatico, che aiuterà i 10 Paesi più poveri dell’Africa per un totale di 166 milioni di euro. Che gran cuore questi europei! In questo caso si suppone che l’aiuto vada ai Paesi più poveri esposti a catastrofi naturali come la siccità, le inondazioni e le invasioni di insetti, per riprendere le parole di Louis Michel, commissario per l’Assi-stenza umanitaria dell’Unione Europea.
    Se prendiamo in considerazione i criteri di povertà o di sviluppo umano secondo gli indici del Pnud (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) e anche la frequenza delle catastrofi naturali, dovremmo ottenere la seguente lista: secondo l’ordine dei Paesi più poveri, troviamo Somalia, Liberia, Sierra Leone, Burkina-Faso, Niger, Mali, Etiopia, Zambia, Mozambico e Ciad. Seguendo l’ordine dei Paesi con minor indice di sviluppo umano, abbiamo Somalia, Liberia, Sierra Leone, Niger, Burkina-Faso, Mali, Burundi, Guinea Bissau, Mozambico ed Etiopia. Seguendo l’ordine dei Paesi più vulnerabili rispetto alle catastrofi naturali: Mozambico, Etiopia, Sudan, Mauritania, Ciad, Somalia, Repubblica di Gibuti, Capo Verde, Uganda e Gambia.
    I consiglieri di Louis Michel vivono nella realtà del nostro mondo e non nella fantasia. Per questo, nello scegliere la lista dei Paesi, hanno applicato una strategia win-win (strategia che mira ad ottenere benefici su più fronti, ndt) o di denaro-contro-risorse. Vediamo.
    Vi sono Paesi con un potenziale importante di petrolio finora non sfruttato: Ciad e specialmente Sudan, che ha una riserva di 563 milioni di barili.
    Il Paese più ricco dell’Africa è ovviamente la Repubblica Democratica del Congo - e Louis Michel lo sa perfettamente -, che possiede abbondanti risorse come diamanti, la foresta più grande dell’Africa, il coltan per i nostri strumenti elettronici (cellulari, computer ecc.) e molti altri minerali (rame e cobalto, principalmente). Per controllare la miniera d’oro che è la Repubblica Democratica del Congo si deve aver cura dei Paesi vicini (Burundi e Uganda), che hanno avuto la brutta abitudine di approfittare degli scontri per procedere a saccheggi e che inoltre possiedono risorse interessanti (minerali nel caso del Burundi e foreste e acqua dolce nel caso dell’Uganda). Un altro Paese africano ricco, con un potenziale importante di minerali ed enormi risorse ecologiche, è la Repubblica Unita di Tanzania, il cui settore turistico è uno dei più efficienti del Continente.
    Per equilibrare geograficamente gli aiuti europei, i consiglieri di Louis Michel dovevano coinvolgere la parte occidentale del Continente. Lo sguardo si rivolge naturalmente alla Costa di Marfil, “la perla dell’Africa occidentale”, come dicono i francesi, e che finora continua ad esserlo malgrado il conflitto che permane con il controverso presidente nazionalista Laurent Gbagbo. Gli interessi francesi in questo Paese sono stati considerevoli ed è certo che la Francia cercherà di ristabilire i legami che aveva prima del conflitto. Un Paese che gli europei devono ricompensare è la Liberia, con l’elezione di Ellen Johnson Sirleaf, ex funzionaria delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, che naturalmente costituisce una speranza di buon governo per applicare le politiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
    Ora la lista è quasi completa. Se menzioniamo i Paesi nell’ordine dell’interesse che rivestono per l’Europa, troviamo che si concedono gli aiuti nello stesso ordine: Sudan, 48 milioni di euro; Repubblica Democratica del Congo, 38 milioni; Burundi, 17 milioni; Liberia, 16,4 milioni; Uganda, 15 milioni; Ciad, 13,5 milioni; Tanzania, 11, 5 milioni e Costa de Marfil, Madagascar e Isole Comore con il resto.
    L’ironia è che un Paese come il Madagascar, per il quale l’aiuto umanitario è giustificato, riceverà molto poco in confronto con gli altri Paesi della lista, molto più ricchi. Senza parlare, ovviamente, delle nazioni più povere del Continente, che neppure appaiono nella lista, come Sierra Leone, Niger, Etiopia e Somalia.
    Cosicché, per favore, signor commissario europeo, non ci parli di bontà; sappiamo che l’Afri-ca continua a trovarsi ancora sotto le politiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale e i Paesi europei applicano solamente una forma di colonizzazione indiretta per mezzo dell’aiuto umanitario.


    tratto da : qui

  • #2
    ..mm oggi diamo uno sguardo " all'attento modo di condurre una guerra giusta " portata avanti dai dirigenti mondiali per una "giusta ed equa spartizione delle risorse" ....:


    Iraq. Cnn: abbiamo visto le foto che provano la strage di civili a Haditha

    Washington, 8 giugno 2006

    Mentre i marines accusati della strage di civili a Haditha, in Iraq, intendono invocare le caotiche condizioni di battaglia per sostenere la loro difesa, Cnn è riuscita a esaminare alcune foto che costituirebbero le prove più schiaccianti della loro colpevolezza.

    Le immagini, attualmente ‘segretate’ dal Pentagono, furono scattate da un altro gruppo di marines che arrivò sul teatro dell’incidente immediatamente dopo e aiutò i colleghi a rimuovere i corpi e trasportarli all’obitorio.

    Le fonti anonime del Pentagono non hanno consentito a Cnn di avere una copia delle foto, o di filmarle, ma il giornalista che le ha viste racconta di 30 scatti di uomini, donne e bambini uccisi dentro casa da colpi esplosi da distanza ravvicinata. I cadaveri sono 24, fra i quali anche una donna con un bambino uccisi a letto e un’anziana con la schiena dilaniata da un colpo d’arma da fuoco: tutte le persone uccise hanno abiti civili, molte sono morte per un proiettile alla testa.

    Il Pentagono non renderà pubbliche le foto neppure ad inchiesta conclusa, per non ripetere un’altra Abu Graib, ma, si chiede Cnn, queste immagini che nessun altro mai vedrà pongono interrogativi pesanti: gli ufficiali dei marines in Iraq le videro? Sapevano che erano in contraddizione con la versione che parlava di vittime di un crollo di una casa? E se conoscevano la verità, si adoperarono per nasconderla?


    tratto da qui

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    • #3
      interessante punto di vista diverso ...sopratutto se si avverera^^

      ANSA 8/06/2006 ore 9:00
      La televisione ABC afferma che il terrorista (creato ad arte dai servizi) Abu Musab al-Zarqawi è stato ucciso da un raid aereo americano...
      Forse qualcuno...sta adesso pensando ad una vendetta?

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      Esercitazione segreta in Usa
      Maurizio Blondet - 07/06/2006

      Il 19 giugno, migliaia di funzionari dell’amministrazione e di 50 agenzie federali saluteranno le famiglie, riempiranno una valigetta secondo le istruzioni (obbligatori torcia elettrica, una confezione di detersivo e due asciugamani) e si dirigeranno verso i bunker pre-determinati: comincerà così la più grande esercitazione mai condotta di «continuity of government» - volta ad assicurare l’ininterrotta gestione del potere sotto attacco terroristico e nucleare (1).
      Un indizio in più che un attentato «islamico», così necessario per giustificare l’aggressione all’Iran, si starebbe avvicinando.

      L’esercitazione (Forward Challenge 2006) va compresa nel quadro di un ampliamento straordinario di procedure risalenti agli anni ‘50, quando la presidenza Truman approntò una serie di rifugi dove il governo americano avrebbe continuato ad operare sotto attacco atomico.
      Le viscere rocciose di Mount Weather, sulle alture del Blue Ridge in Virginia, furono scavate per ricavarne immensi bunker attrezzati con apparati di sopravvivenza e comunicazione, dove avrebbero trovato riparo la maggior parte delle agenzie e dei ministeri.
      Per il Congresso fu approntato nel West Virginia un hotel apposito, il Greenbrier, sotto il quale fu costruita tutta una rete di cunicoli e rifugi corazzati.
      Gli Stati Maggiori riuniti si sarebbero rifugiati nel sottosuolo granitico di Raven Rock, o Sito R, presso Camp David.

      Subito dopo l’11 settembre, la Casa Bianca ha rispolverato il piano imprimendogli un significato più allarmante.
      Dapprima, ordinando ad un centinaio di funzionari del più alto livello di vivere e lavorare a rotazione fuori Washington in località segrete, pronti a subentrare al governo in caso di emergenza, irreperibilità o impossibilità del presidente.
      Poi, a poco a poco, tutte quante le funzioni di governo sono state coinvolte: dal dipartimento dell’Istruzione all’agenzia per le piccole industrie, dagli archivi nazionali fino all’ufficio-brevetti e al controllo e registro passaporti.

      Insomma non più un apparato leggero per emergenze passeggere, ma l’intero governo e la normale amministrazione diventano segreti e operano dai bunker.
      Uno scenario da colpo di Stato permanente.
      E infatti la FEMA , la protezione civile USA, ha discretamente addestrato i pastori e i rappresentanti religiosi ad agire come «pacificatori» della popolazione in caso di «legge marziale, sequestro di armi nelle abitazioni, quarantene, e rilocazione forzata delle comunità» (2).
      Questo programma è in corso in varie località - si dice 13 mila parrocchie o templi siano già stati preparati - da marzo.
      La FEMA consiglia fra l’altro i pastori di leggere ai fedeli, nell’ora X prossima ventura, la Lettera ai Romani di san Paolo, 13, là dove viene detto ai cristiani di obbedire a Cesare.
      A che scopo, si può immaginare.

      Inoltre, tutta una serie di eventi prodottisi negli ultimi giorni sembrano puntare a costruire lo scenario per l’atteso mega-attentato.
      - I messaggi video dei fantomatici Osama bin Laden ed Al Zarkawi sono diventati più frequenti. Nell’ultimo, «Bin Laden» rivendica l’attentato dell’11 settembre e di essere il mandante dei 19 terroristi suicidi. In singolare coincidenza con l’apertura del congresso di Chicago, detto dei complottisti.
      - In Gran Bretagna e Canada sono stati appena «sventati due complotti terroristici» molto strillati dai media, mentre i fatti reali sembrano assai meno allarmanti dei rapporti mediatici. Probabile scopo, mettere nella testa della gente che un attacco è inevitabile.
      - E difatti il 5 giugno la CBS ha spiegato nei suoi TG, citando fonti anonime del governo, che l’amministrazione «sarebbe sorpresa se un attacco terroristico non avvenisse prima della fine dell’anno».
      - A Washington il 28 maggio «qualcuno» ha sentito colpi d’arma da fuoco nel parcheggio del Rayburn Building, che è parte del Campidoglio. La notizia (poi appurata falsa) è stata l’occasione di un allarmante dispiegamento di forze, dove torme di uomini armati in uniforme nera dell’FBI hanno ordinato ai membri del parlamento (non i senatori) di camminare in fila, con le mani sopra la testa, verso una destinazione «sicura», dove sono stati messi sotto chiave per diverse ore. Il tutto con contorno di cani poliziotto, posti di blocco guardati da miliziani in giubbotto anti-proiettile, controllo di documenti e passeggeri delle auto. Un’esercitazione per uno stato d’assedio in piena regola, con arresto dei rappresentanti popolari potenzialmente meno malleabili, quelli della Camera Bassa.
      - I sondaggi in ribasso disastroso contro Bush - il 62% degli americani lo considera oggi «il peggior presidente della storia» - possono accelerare i piani. Esiste un rapporto segreto del novembre 2005, destinato ai soli membri del partito repubblicano, su come salvare il partito dal disastro atteso per le elezioni di medio termine del 2006 e rinfrescare l’immagine di Bush come comandante in capo. In esso si adombra un attentato per «validare» il presidente e «unire l’opinione pubblica» attorno a lui, «come accadde l’11 settembre» (3).
      - Vociferazioni di un possibile attentato «islamico» a Berlino durante i mondiali di calcio corrono anche negli ambienti USA. L’ex analista della CIA Ray McGovern ritiene che l’attacco all’Iran come risposta all’attentato prossimo venturo sia già in programma per fine giugno o luglio (4).
      - Israele continua a ripetere che l’Iran deve essere attaccato subito, il prima possibile.

      Lo scenario è dunque pronto.
      La Casa Bianca dichiarerà la legge marziale, lo stato d’emergenza permanente, e governerà dai bunker segreti.
      Dopo aver tolto ai cittadini le armi che custodiscono in casa, messo sottochiave i parlamentari, spostato a forza parti della popolazione, condotto arresti incontrollabili sotto emergenza e così via, con l’aiuto dei «pastori» predicanti l’obbedienza al nuovo Cesare (la parodia di quello vero).
      La storica libertà americana sarà abolita.

      A dominare sarà una giunta autoritaria che si è data tutti i mezzi per comandare senza seguito popolare.
      E può darsi che un attentato risolutore avvenga, guarda caso, proprio mentre è in corso l’esercitazione «Forward Challenge 2006».
      Le esercitazioni del potere costituito, come si sa, hanno sempre accompagnato, o sono sempre coincise, con i più sanguinosi e clamorosi «attentati islamici» in Occidente.

      Maurizio Blondet

      Note
      1) William M. Arkin, «Back to the bunker», washingtonpost.com, 4 giugno 2006. Fatto significativo, il Washington Post non pubblica questa notizia nelle sue pagine a stampa, ma nel suo blog in rete. Anche il giornale ufficiale fa un po’ di controinformazione.
      2) Joseph Watson, «Secret FEMA plan to use pastors as pacifiers in preparation of martial law», Prisonplanet, 24 maggio 2006.
      3) Doug Thompson, «GOP memo touts new terror attack as a way to reverse party’s decline», Capitol Hill Blues, newsletter, 12 novembre 2005.

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      • #4
        CITAZIONE (Tianos @ 8/6/2006, 12:58)
        interessante punto di vista diverso ...sopratutto se si avverera^^

        ANSA 8/06/2006 ore 9:00
        La televisione ABC afferma che il terrorista (creato ad arte dai servizi) Abu Musab al-Zarqawi è stato ucciso da un raid aereo americano...
        Forse qualcuno...sta adesso pensando ad una vendetta?

        Direi che Blondet è davvero strasicuro di sè e non ha alcun pudore a offrircene prova.
        Che la più grande e libera democrazia del mondo sia messa così in pericolo dal buffone texano con la complicità dei pastori a me lascia molti dubbi, ma vedremo. La cosa più probabile è che il popolo americano si sbarazzerà del cowboy semplicemente con il voto. I sondaggi, pur non così drastici come riportato, sono chiarissimi. Che poi la politica estera americana cambi drasticamente è tutta da vedere, ma son discorsi ampi.

        La possibilità di un grave attentato è invece verissima, si sa da mesi e non se ne parla per ovvi motivi. Ognuno resta libero di credere che sia tutta una manovra gigantesca di pochi cattivoni, ma questo purtroppo non cambia la situazione. Alla fine che la bomba provenga dai magazzini segreti CIA o dalle caverne afghane cambia poco per chi la proverà.
        Cambia invece che si cerchi di sfruttarla per "far fuori" i propri nemici. Addirittura giocando d'anticipo. Così come un'attentato anche grave NON sarebbe affatto una buona scusa per attaccare l'Iran senza prove NON sarebbe nemmeno una scusa per ribellarsi agli USA, sempre senza prove.
        Si torna sempre al punto basilare, non basta "mettere le mani avanti" ululando al complotto in preparazione. Servono prove. Semplici, comprensibili prove. Quelle citate non lo sono, anche se Blondet ci crede fermamente.
        “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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        • #5
          CITAZIONE
          Esercitazione segreta in Usa
          Maurizio Blondet - 07/06/2006

          ..lo scenario è davvero molto inquietante..il problema è che se un giorno diventerà realtà (come dicevo altrove..) non ci sarà + tempo e ragione di chiedersi il perchè..saremo come sempre costretti ad accettare la realtà..
          ..l'ipotesi di un imminente nuovo attentato in usa o altrove è molto ma molto verosimile..

          ..a presto.

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          • #6
            ..non dimentichiamo le nostre colpe..anche da noi c'è chi guadagna vendendo morte..


            1 giugno 2006
            Terra esplosiva
            di Elisa Marincola e Flaviano Masella




            Nuova inchiesta di Rainews24, dedicata a mine e cluster bomb, o bombe a grappolo che continuano a uccidere e mutilare in 90 paesi. Per ultimo l'Iraq, considerato dalle Nazioni Unite il paese con il maggior numero di ordigni inesplosi.

            Il Kurdistan iracheno e' stato minato a piu' riprese. Su un terreno di soli 10 km sono state trovate circa 10 milioni di mine. E sono state proprio delle compagnie italiane a produrre queste mine, lo si puo' comprovare a occhio nudo nelle zone dove la pioggia ha rimosso il terreno.

            Dal 1997 l’Italia ha messo al bando le mine, ma continua ad essere uno dei 57 paesi al mondo ad avere cluster bomb nei propri arsenali e tra i 32 paesi produttori.

            Dall'ospedale di Emergency di Sulaymaniyah, dove le vittime di mine e ordigni inesplosi ricevono le cure necessarie ma anche la possibilita' di prendere parte a dei programmi di formazione professionale, Rainews 24 ha ricercato le tracce della produzione di cluster, fino a un’azienda di Colleferro, alle porte di Roma.

            La Simmel Difesa, che a fine 2004 ha oscurato il proprio catalogo online che riportava diversi modelli di queste armi, continua a esportare componenti di cluster. Rainews24 ha dimostrato in particolare l’esportazione di una tipologia di missili che le contengono, grazie all’esame delle relazioni annuali del governo stilate in base alla legge 185 del 1990 sul commercio di armamenti.





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