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Elettrificazione villaggi in Paesi in via di sviluppo

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  • Elettrificazione villaggi in Paesi in via di sviluppo

    Buongiorno a tutti.

    Al mondo vi sono una miriade di villaggi rurali dove gli abitanti vivono in quella situazione "di mezzo". Non sono sicuramente paragonabili all'occidente ma neppure all'immagine di disperazione che spesso viene in mente pensando ai "paesi del sud del mondo". In genere hanno una loro economia produttiva agricola, di allevamento o anche artigianale.

    Sono i villaggi di molti stati sudamericani, asiatici, (alcuni) africani. Forse un po' simili a quelli italiani prima dell'elettrificazione capillare.

    Nei prossimi decenni molti di questi villaggi saranno oggetto di studio per eseere elettrificati. Mi piacerebbe ragionare assieme a voi su quali possono essere i metodi piu' auspicabili e sostenibili (anche economicamente).
    Molti governi stanno investendo o investiranno a breve sull'elettrificazione di questi villaggi al fine di garantire la fornitura minima alle abitazioni (per l'india richiedono qualcosa come 3 lampadine per abitazione) e per gli spazi comuni (pompaaggio da pozzi,....).
    A noi cosa verrebbe da proporre?


    Penso che in prima battuta le possibilita' possano essere raggruppate in due grosse famiglie:

    A) investimento per l'estensione quanto prima della rete elettrica nazionale aumentando la produzione centralizzata. Espansione a macchia d'olio della rete, suo e potenziamento, fino ad arrivare alla copertura totale.

    B) investimento per la realizzazione di sistemi stand-alone nei singoli villaggi. Espansione a macchia di leopardo dell'elettrificazione e in un secondo momento le macchie potrebbero venir connesse e coordinate tra di loro.


    Marco Piana

  • #2
    A mio modo di vedere queste realtà meritano un rispetto totale. Anche perchè dal mantenimento di un diffuso tessuto rurale può provenire la salvezza di queste popolazioni, altrimenti costrette all'inurbanizzazione crescente.

    I ritmi di vita di una comunità rurale basata sull'agricoltura secondo me sono fatti apposta per una microproduzione locale, senza collegamento in rete. La giornata è scandita dal ritmo solare, quindi il contributo di un piccolo impianto FV sarebbe sufficiente a fornire l'energia necessaria alla sopravvivenza senza necessità di accumulo.
    In molti paesi il problema veramente grave è quello dell'acqua. Qui non c'è risparmio nostro che tenga (se non a livello di solidarietà virtuale) serve energia per tirare su l'acqua dai pozzi. Non tantissima e non garantita ogni minuto della giornata, ma pulita, semplicissima da ottenere e da usare.
    Resta il grave problema dei costi, certo. Ma sono convinto che molte soluzioni tecnologiche che noi per ora consideriamo non sufficienti potrebbero dare soddisfazioni in quelle realtà. Penso ad es. alle celle solari organiche (mirtillo e succo di more.. se ne parla da altre parti nel forum).
    Con limitato rendimento e vita limitata, è vero, ma semplicissime da realizzare anche con tecnologia minima e a costi interessanti.
    Sarebbe una cosa furba reindirizzare molti aiuti, ora limitati a tamponare l'emergenza, verso microprogetti solidali di questo tipo.

    Può sembrare poco, ma dopo gli errori del passato conviene partire da piccoli progetti senza tecnologia sofisticata che leghi il beneficiato al carro tecnologico dei "benefattori" creando dipendenze economiche e sociali che tanto male hanno fatto in passato.
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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    • #3
      Concordo in pieno...

      La soluzione di tante isole felici e' sicuramente la piu' responsabile e potrebbe anche essere la piu' economica...

      Tirare km e km di cavi elettrici in mezzo al nulla non so se sia tanto + conveniente di realizzare degli impianti distribuiti, vista anche l'esigenza minima di potenza che questo tipo di utenti potrebbero avere... (200 Watt per abitazione... basta un pannello da camper <img src="> )

      E poi getterebbe le basi per un fututo sviluppo in tal senso di una energy farm distribuita, come dovrebbe diventare qui...

      Anche nel caso di aiuti umanitari si dovrebbe provvedere in questo senso... invece di portare delle pompe con motore a scoppio nei paesi del terzo mondo , si potrebbero portare delle pompe elettriche alimentate da un pannelo FV... costerebbe un po po di + all'inizio ma non ci sarebbe bisogno di portare in seguito il rifornimento di carburante...


      Forse l'organizzazione Ingegneri Senza Frontiere - link (l'equivalente di medici senza frontiere) si sta muovendo in questo senso, se non lo sta facendo sarebbe il caso di spronarli a farlo

      alex

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      • #4
        concordo in pieno , sarebbero tutti impianti autonomi ,senza obbigo di grosse manutenzioni .
        Ma dopo averne costruiti 100.000 qualche american generation , o qualche mustafà non si incazzerà ??, perchè non c'ha magnà ! :blink:

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        • #5
          QUOTE (alby62 @ 6/8/2006, 18:28)
          Ma dopo averne costruiti 100.000 qualche american generation , o qualche mustafà non si incazzerà ??, perchè non c'ha magnà ! :blink:

          Mustafa' magari si, gli american generators non credo. Anzi: venduti i primi 100.000 gia' il guadagno non e' male. Inoltre, una volta elettrificati i villaggi diventano consumatori di elettricita' e acquirenti di attrezzature elettriche. Da questo punto di vista credo possa essere un bel business per loro.

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          • #6
            E nel momento che diventano acquirenti di attrezzature elettriche il sistema energetico non è più sufficiente. C'è qualcosa che non funziona nel nostro modello di sviluppo in cui l'unica cosa che si deve promuovere è il consumo.
            Pensare ad uno sviluppo sostenibile solo per gli altri mi sembra un po' da dame di carità che si preoccupano di raccogliere il pane vecchio per i poveri mangiando pasticcini.
            Comunque può diventare un businnes piuttosto sostanzioso sviluppare apparecchiature enegeticamente indipendenti basate su FER. Basterebbe una frazione del bilancio militare di qualche potenza per elettrificare con FER gran parte del terzo mondo.

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            • #7
              Ma nessuno lo pensa "solo " per gli altri. Lo sviluppo sostenibile è necessario per tutti, certo. E' la decrescita che non è sostenibile e va rifiutata con tutta la forza necessaria.
              La nostra società è in grado di offrire cibo e servizi consumando un certo quantitativo di energia. Sostenibile è trovare le forme più adeguate e rinnovabili per fornire quel quantitativo. Non sostenibile è illudersi di "convincere" la popolazione sviluppata a condividere lo stile di vita di altre popolazioni più arretrate illudendosi di dare il buon esempio.
              Quando queste popolazioni avranno più necessità di consumi saranno anche in grado di adeguare eventualmente la produzione. Nessuno rinuncerà al pane e nemmeno ai pasticcini. L'unica alternativa è ridurre corposamente ed energicamente la coda dei questuanti, il resto sono fantasticherie romantiche. Ma per me resta una cattiva idea.
              “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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              • #8
                caro BE,
                cosa intendi per ridurre corposamente ed energicamente la coda dei questuanti?
                Cosa intendi per popolazioni più arretrate?
                Quali sono le fantasticherie romantiche?
                Qual è la cattiva idea?

                Prova a ragionare prima di scrivere, non perché tu dica cose strane, ma perché ti contraddici continuamente e spesso le tue premesse sono totalmente incoerenti con le conclusioni. Sembra che tu stia cercando di batterere il record degli interventi, mica ti danno un premio.

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                • #9
                  Rispondo telegraficamente alle domande

                  - Sterminarli.
                  - Popolazioni dei paesi dove non esiste alcun tipo di energia diversa da forza umana e animale.
                  - Decrescita felice - Condivisione globale della ricchezza - ecc.
                  - Sterminarli appunto.

                  Articolo un pò i concetti.

                  Non capisco cosa intendi con contraddizioni. E' da molto che lo dici, ma la mia visione sarà forse utopistica, ma mi pare chiara.
                  1) Serve rendere le nostre civiltà industriali indipendenti energeticamente e presto. Questo per non entrare in contrasto con la sempre maggiore richiesta di energia che proverrà dal mondo in via di sviluppo. Altrimenti ci troveremo presto a scannarci per il controllo delle fonti. Siamo d'accordo?
                  2) Serve mantenere almeno il grado di civiltà attuale, l'unico che può dare speranza di arrivare a tecnologie in grado di fornire energia abbondante, rinnovabile a tutto il mondo. Occorre perciò garantire ORA la produzione di energia necessaria, senza inseguire utopiche speranze di corposa riduzione di domanda affidata a soluzioni faidate e stili di vita bucolici finanziati da altri. Il risparmio è sacrosanto e ne abbiamo parlato a iosa, ma illudersi di dimezzare la richiesta così e basare su questo una politica energetica è illusorio e pericoloso. Discorsi sul modello di sviluppo consumistico mi trovano d'accordo, ma la modifica non può essere affidata a molte ricette che tanto vanno per la maggiore.
                  3) Serve che nelle popolazioni dei paesi industrializzati cresca la consapevolezza che l'energia è la base di tutto e ha un valore altissimo. Ancora oggi la maggior parte della popolazione italiana si dice molto favorevole alle FER, ma non accetterebbe assolutamente aumenti del costo energetico, come invece dovrà inevitabilmente avvenire, se si vuole far crescere queste FER.
                  4) E' un problema non primario per noi, ma visto che si discuteva di energia ai villaggi del mondo non industriale, il problema non può essere risolto nè dal lasciarli per sempre dipendenti dagli aiuti (che non saranno mai sufficienti e anzi rischiano drammatici tagli che sarebbero devastanti) nè dall'imporre stili di sviluppo industriali che imporrebbero ulteriore inurbanizzazione. L'idea di aiutarli fornendo loro semplici tecnologie in grado di fornire la minima energia necessaria a sopravvivere dignitosamente nele campagne mi sembra una cosa intelligente e fattibile, oltre che rispettosa delle culture e tradizioni locali. Sono conscio ma non mi importa molto del fatto che così ci sarebbe comunque un enorme divario fra il nostro stile di vita e il loro. Sarà loro cura e responsabilità decidere il loro cammino di sviluppo. Sarebbe già tanto non scontrarsi no?

                  Forse ho equivocato, ma l'ultimo intervento mi pareva un pò critico verso questa ultima ipotesi, con accenni alla solita visione demagogica e inesatta sui ricconi che gozzovigliano lanciando qualche tozzo di pane ai poveracci crepano di fame. Se ci sono altre soluzioni da proporre discutiamone, ma in senso costruttivo. Limitarsi a sedersi e attendere la meritata rivoluzione dei derelitti non la vedo una grande idea. Forse sbaglio io però.



                  “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                  • #10
                    Quello che manca nel tuo discorso è la consapevolezza che il sistema energetico è finito e che non si possono continuare ad ipotizzare scenari energetici che prevedono un incremento dei consumi infinito.
                    Già oggi, se tutti vivessero come un americano medio, servirebbero le risorse di 4 pianeti terra.
                    Non si tratta di visioni romantiche, si tratta di conti aritmetici. Se le FER permettono 100 è quel 100 che va suddiviso fra tutti se non vuoi sterminare gli altri.

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                    • #11
                      L'americano medio vive così per un motivo banalissimo. L'energia storicamente gli costa un ca...o. Se leggi attetnamente vedrai che per me uno dei punti basilari è portare gradualmente la popolazione a dare il giusto valore all'energia, anche pagandola il giusto (cioè circa due volte e mezzo il costo dell'energia elettrica attuale e circa il 50% in più del costo carburante attuale).
                      Dato che sappiamo tutti che si vive benissimo con consumi sicuramente alti, ma copribili da energia rinnovabile come in Europa, ecco che l'unica possibilità concreta è proprio quella di dare l'esempio agli yankee di come si può vivere benissimo senza sprechi inutili, ma anche senza ridicoli sogni di ritorno a stili bucolici.
                      Riallacciandomi al discorso paesi in via di sviluppo, la posizione risparmiota ad oltranza mi sembra nascere più da un diffuso complesso di colpa immotivato (io mangio anche troppo e quei poveracci muoiono di fame... vabbè non mi faccio la doccia così rispamrio un pò d'acqua!) che da reali rilfessioni razionali. Le FER saranno molto probabilmente (ma non è certissimo) in gado di darci quel che ci serve per mantenere il livello di vita attuale non prima di una trentina d'anni. Nel frattempo serve altro e ne abbiam parlato.
                      Ma questo discorso riguarda noi. Noi Italia, noi Europa. Non so tu, ma nè io nè altri milioni di persone (diciamo pure il 99,9%) accetterà mai di scambiare l'auto col calesse perchè serve condividere l'energia con qualche miliardo di disperati in continua moltiplicazione.
                      Parti da considerazioni giustissime (la consapevolezza che il sistema è finito e non si può aumentare il consumo all'infinito) ma sono le conclusioni che sono fallimentari. L'idea della "folgorazione mondiale" con conseguene conversione a comportamenti decrescitori è irreale. Lo sbocco più probabile, se non troviamo soluzioni praticabili, è sterminare o farci sterminare. Non lo dico per spirito polemico, la preoccupazione è reale <img src=">
                      “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                      • #12
                        CITAZIONE (BrightingEyes @ 21/8/2006, 14:10)
                        L'americano medio vive così per un motivo banalissimo. L'energia storicamente gli costa un ca...o. Se leggi attetnamente vedrai che per me uno dei punti basilari è portare gradualmente la popolazione a dare il giusto valore all'energia, anche pagandola il giusto (cioè circa due volte e mezzo il costo dell'energia elettrica attuale e circa il 50% in più del costo carburante attuale).
                        Dato che sappiamo tutti che si vive benissimo con consumi sicuramente alti, ma copribili da energia rinnovabile come in Europa, ecco che l'unica possibilità concreta è proprio quella di dare l'esempio agli yankee di come si può vivere benissimo senza sprechi inutili, ma anche senza ridicoli sogni di ritorno a stili bucolici.
                        Riallacciandomi al discorso paesi in via di sviluppo, la posizione risparmiota ad oltranza mi sembra nascere più da un diffuso complesso di colpa immotivato (io mangio anche troppo e quei poveracci muoiono di fame... vabbè non mi faccio la doccia così rispamrio un pò d'acqua!) che da reali rilfessioni razionali. Le FER saranno molto probabilmente (ma non è certissimo) in gado di darci quel che ci serve per mantenere il livello di vita attuale non prima di una trentina d'anni. Nel frattempo serve altro e ne abbiam parlato.
                        Ma questo discorso riguarda noi. Noi Italia, noi Europa. Non so tu, ma nè io nè altri milioni di persone (diciamo pure il 99,9%) accetterà mai di scambiare l'auto col calesse perchè serve condividere l'energia con qualche miliardo di disperati in continua moltiplicazione.
                        Parti da considerazioni giustissime (la consapevolezza che il sistema è finito e non si può aumentare il consumo all'infinito) ma sono le conclusioni che sono fallimentari. L'idea della "folgorazione mondiale" con conseguene conversione a comportamenti decrescitori è irreale. Lo sbocco più probabile, se non troviamo soluzioni praticabili, è sterminare o farci sterminare. Non lo dico per spirito polemico, la preoccupazione è reale <img src=">

                        Il discorso non si regge. Per l'Americano medio vivere come viviamo noi significa decrescita, forte decrescita. Tu, giustamente, dici che noi viviamo benissimo, ma per un Americano medio non stare in canottiera a Natale in Alaska e non mettersi il piumino a ferragosto in Florida è un'inconcepibile decrescita. Per un Indiano dormire d'inverno con quattro pelli di Lama e cercare l'ombra come refrigerio d'estate è considerato un buono standard. Il problema è chi deide quanta energia possiamo consumare per riequilibrare il sistema senza romperlo. Le FER ci daranno una certa quantità di energia e quella va spartita. Il resto, attualmente, sono ipotesi ottimistiche.
                        Io non sto dicendo che dobbiamo decrescere per una questione morale, io sto dicendo che esaurite le fossili, bisogna adattarsi all'energia disponibile e bisogna decidere se il modello di sviluppo attuale, il PIL cresce costruendo qualsiasi cosa dalle mine antiuomo agli assorbenti con le molle, è l'unico e il migliore possibile. Oggi il papa dice che bisognerebbe lavorare meno, cito il papa perché non puoi considerarlo un anarcoinsurrezionalista, e Calearo gli risponde che il sistema non lo permette. Ma chi è che decide il sistema?

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                        • #13
                          Caro snap
                          QUOTE
                          Se le FER permettono 100 è quel 100 che va suddiviso fra tutti se non vuoi sterminare gli altri.

                          Sterminare è una parola grossa e una soluzione non assolutamente necessaria.
                          Mio figlio è figlio unico, io e mia moglie siamo figli unici.
                          Alla nascita di mio figlio il gruppo familiare "Tersite" contava 7 membri, ora siamo in tre, fra una ventina di anni rimarrà solo lui.
                          7 a 1 senza sterminare nessuno.
                          Se tutti avessero fatto come me in Italia fra 20 anni ci sarebbero 8 milioni di persone, allora si che energie rinnovabili sarebbero sufficienti.
                          Non piace questa soluzione? Allora lasciamo fare alla natura, che non è mai benigna verso i deboli.
                          Il papa, fra l'altro, ha scelto la soluzione migliore per la decrescita felice, per se e per i sui dipendenti.

                          Ciao
                          Tersite

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                          • #14
                            Io sono perfettamente d'accordo che è meglio investire in gomma che in proiettili.
                            Chiunque abbia un minimo di preveggenza sa che l'unica strada per sopravvivere è questa.

                            Commenta


                            • #15
                              QUOTE
                              Buongiorno a tutti.

                              Al mondo vi sono una miriade di villaggi rurali dove gli abitanti vivono in quella situazione "di mezzo". Non sono sicuramente paragonabili all'occidente ma neppure all'immagine di disperazione che spesso viene in mente pensando ai "paesi del sud del mondo". In genere hanno una loro economia produttiva agricola, di allevamento o anche artigianale.

                              Sono i villaggi di molti stati sudamericani, asiatici, (alcuni) africani. Forse un po' simili a quelli italiani prima dell'elettrificazione capillare.

                              Nei prossimi decenni molti di questi villaggi saranno oggetto di studio per eseere elettrificati. Mi piacerebbe ragionare assieme a voi su quali possono essere i metodi piu' auspicabili e sostenibili (anche economicamente).
                              Molti governi stanno investendo o investiranno a breve sull'elettrificazione di questi villaggi al fine di garantire la fornitura minima alle abitazioni (per l'india richiedono qualcosa come 3 lampadine per abitazione) e per gli spazi comuni (pompaaggio da pozzi,....).
                              A noi cosa verrebbe da proporre?


                              Penso che in prima battuta le possibilita' possano essere raggruppate in due grosse famiglie:

                              A) investimento per l'estensione quanto prima della rete elettrica nazionale aumentando la produzione centralizzata. Espansione a macchia d'olio della rete, suo e potenziamento, fino ad arrivare alla copertura totale.

                              B) investimento per la realizzazione di sistemi stand-alone nei singoli villaggi. Espansione a macchia di leopardo dell'elettrificazione e in un secondo momento le macchie potrebbero venir connesse e coordinate tra di loro.


                              Marco Piana

                              Ciao Marco
                              io propendo decisamente per la tua seconda ipotesi se si vogliono realmente aiutare quelle zone:

                              B)UN PICCOLO investimento per la realizzazione di sistemi stand-alone nei singoli villaggi. Espansione a macchia di leopardo dell'elettrificazione e in un secondo momento le macchie potrebbero venir connesse e coordinate tra di loro.

                              Anzi, se possibile, sistemi stand-alone per ogni famiglia/gruppo in modo da responsabilizzare per il funzionamento della fonte di energia ogni singolo capofamiglia...

                              Naturalmente partendo con sistemi facilmente riparabili e "rattoppabili" in loco da artigiani/meccanici/elettricisti che via via a seconda della richiesta si formeranno...
                              (parlo di generatori eolici/idroelettrici)

                              In questo modo, partendo dal basso (dal nucleo familiare con una responsabilizzazione consumo=produzione), si può pensare a un vero "in progress" per quelle zone rurali sottosviluppate... anche se con una partenza MOLTO lenta, comunque le reti hanno capacità di crescere molto in fretta e anche superare le aspettative... (basta vedere lo sviluppo di internet, da piccola che era cosa è diventata in pochi anni...)

                              Secondo me non sarebbe nemmeno necessario DOTARE molte singole famiglie di questi mezzi; si potrebbe partire con un campione, spiegare bene a tutti il funzionamento, e gli altri potrebbero autocostruirselo...

                              Saluti <img src=">


                              Commenta


                              • #16
                                QUOTE (Tigrinaio pazzo @ 21/8/2006, 16:43)
                                Secondo me non sarebbe nemmeno necessario DOTARE molte singole famiglie di questi mezzi; si potrebbe partire con un campione, spiegare bene a tutti il funzionamento, e gli altri potrebbero autocostruirselo...

                                Perfetto, ritorniamo al tema vero del post, abbandonando le derive polemiche che lasciano il tempo che trovano.

                                Sono d'accordo. Cercherei però di orientare la cosa verso impianti non unifamiliari, ma a livello proprio di comunità. E' il villaggio che installa 10 mq di pannelli FV (o quel che conviene di più nella situazione specifica, ovvio) ed è il villaggio che ne gode i frutti.
                                In molti casi un bilancio familiare di quelle località è ben lontano dal potersi permettere anche soluzioni per noi di bassissimo costo, anche ipotizzando soluzioni di microcredito. Una comunità invece, magari con un minimo di aiuto internazionale, può facilmente raggiungere l'obiettivo di produrre una quota minima di energia per tutti anche nel mezzo di una prateria. Moltissimi abbandonano le campagne perchè la vita in città, per quanto difficile e in estrema miseria, è meno rischiosa e faticosa di una vita in campagna, ma potrebbe bastare una fonte di energia che assicuri acqua corrente e un minimo di servizi per cambiare radicalmente questa visione.
                                “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

                                Commenta


                                • #17
                                  CITAZIONE (marco piana @ 5/8/2006, 01:55)
                                  Buongiorno a tutti.

                                  Al mondo vi sono una miriade di villaggi rurali dove gli abitanti vivono in quella situazione "di mezzo". Non sono sicuramente paragonabili all'occidente ma neppure all'immagine di disperazione che spesso viene in mente pensando ai "paesi del sud del mondo". In genere hanno una loro economia produttiva agricola, di allevamento o anche artigianale.

                                  Sono i villaggi di molti stati sudamericani, asiatici, (alcuni) africani. Forse un po' simili a quelli italiani prima dell'elettrificazione capillare.

                                  villaggi come questo ?

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                                  • #18
                                    Trovo utilissimo questo intervento, assolutamente. Non so che situazione sociale si stesse consumando al momento dello scatto.

                                    Comunque in linea di principio forse e' un villaggio anche quello: un villaggio urbano nomade.
                                    Non penso sia il caso della foto, ma le megalopoli contemporanee ospitano una miriade di villaggi nomadi al proprio interno. Il nomadismo urbano e' il vero frutto della contemporaneita': la megalopoli non offre piu' cittadinanza. L'individuo non e' piu' cittadino, non vive piu' la citta' ma la attraversa.

                                    Sono temi che da parecchio osservo e studio.

                                    Vi sono villaggi rurali e villaggi urbani. I primi sono piu' facili da affrontare, sono piu' percepibili. I secondi sono difficili. Spesso ospitano territori di scontri sociali e di conflitto con le autorita'. Sono basati su non codificati rituali urbani ma sono insediamenti all'interno di una struttura regolamentata (citta'). Riti locali che portano a comportamenti codificati come illegali. Per questo spesso questi villaggi diventano nomadi, spostandosi all'interno della stessa citta'.
                                    Qui si che parlare di progetto diventa difficile. Siamo di fronte a territori autogenerati ed autogestiti dove un progetto organico difficilmente puo' prendere piede.

                                    Il tema mi e' molto a cuore. Sarebbe curioso affrontarlo anche da un punto di vista dell'energia.
                                    Nonostante la presenza di alcune similitudini tra villaggio rurale e villaggiop urbano, consiglierei per comodita' di parlare in questo 3D solo di villaggi rurali di paesi in via di sviluppo.

                                    Piccola curiosita': secondo alcuni studi in un futuro prossimo solo 3 delle piu' popolose megalopoli mondiali saranno nel nord del mondo

                                    Marco

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