UN PIGGOTT-WORKSHOP IN ITALIA? - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

UN PIGGOTT-WORKSHOP IN ITALIA?

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • UN PIGGOTT-WORKSHOP IN ITALIA?

    Perché non fare in Italia un workshop sull’autocostruzione dei generatori eolici? Sul sito www.scoraigwind.com/buildyo/index.htm si vedono workshop realizzati in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Costa Rica, ecc.
    Un associazione ecologica di Pescara sta organizzando per luglio 2007 un workshop simile, di 5 o 6 giorni, per i propri associati con l’intento di autocostruire da zero un generatore da 1000 W.
    Ci sono lettori del forum che vorrebbero parteciparvi? L’associazione sta studiando un sistema per ridurre i costi al minimo per gli eventuali partecipanti esterni.
    Parliamone!!
    Andy48

  • #2
    Io, babbo, mio cugino, forse amici! <img src=">
    ciao
    Giorgio
    Il mio: Fotovoltaico a inseguimento - Caldaia a biomassa - Pannello solare

    Commenta


    • #3
      Sai già quanto potrebbe costare?
      Bisogna trovare una officina e una falegnameria di appoggio?
      ciao
      Giorgio
      Il mio: Fotovoltaico a inseguimento - Caldaia a biomassa - Pannello solare

      Commenta


      • #4
        Sono stato contattato dell’associazione ECQUOLOGIA per guidare il workshop in questione, avendomi conosciuto come autore degli articoli “eolici” su FARE ELETTRONICA (numeri dal 239 al 242 del 2005) e come traduttore del manuale di Hugh Piggott “How to build a wind turbine”.
        Il corso sarà tenuto utilizzando il laboratorio di un istituto tecnico industriale, portando dall’esterno eventuali attrezzi mancanti. Dal punto di vista tecnico non ci dovrebbero essere problemi; per quanto riguarda il costo non è stato ancora determinato niente, ma l’associazione si propone di ridurre il costo al di sotto di quello dei corsi che si svolgono all’estero.
        E’ in programma comunque di creare un opportuno sito Internet per illustrare le caratteristiche del corso e raccogliere le adesioni. Sarà anche chiesto a Piggott di creare un link nel suo sito (www.scoraigwind.com).
        Inserirò ogni novità in questa discussione.
        Saluti. Andy48

        Commenta


        • #5
          bello, ma chi ha 5 o 6 giorni di ferie??? <img src=">
          magari in due o tre week end!!!
          e dove? a pescara???

          ciao
          Willy

          Commenta


          • #6
            Il corso pratico seguirà le esperienze consolidate dei workshop simili che si svolgono all'estero (vedi www.scoraigwind.com)... questi incontri durano 6 o sette giorni di seguito... se vogliamo introdurre variazioni, dobbiamo però accettare il rischio di non riuscire.
            Io abito a 400 Km da Pescara e vi sono stato invitato per guidare il workshop; sarebbe scomodo spezzettare il tempo in più week-end.
            ... non si può venire incontro a tutti.

            Andy48

            Commenta


            • #7
              ciao andy, io sono interessato, fammi sapere.

              Commenta


              • #8
                Il programma del primo workshop italiano sull'autocostruzione dei piccoli generatori eolici è pronto.

                http://www.provincia.pescara.it/magazinede...711&sezione=ter

                Chi è interessato può chiedere la brochure con tutti i dettagli.

                Andy48

                Commenta


                • #9
                  E' appena terminato il primo workshop sull'autocostruzone dei generatori eolici ("Progetto Microeolico"), che è svolto con pieno successo dal'11 al 15 luglio del 2007 a Pescara, organizzato dall'associazione ECQUOLOGIA.IT e ospitato dall'ITIS "Volta".
                  - il workshop ha riguardato la costruzione, partendo da zero, di un generatore eolico da 1000 Watt a 24V, seguendo il metodo di Hugh Piggott.
                  - ogni giornata cominciava con un incontro di un'ora e mezza in cui si spiegavano le basi teoriche e continuava con la realizzazione pratica fino alla sera. Ad ogni partecipante venivano consegnati di volta in volta i fogli di lavorazione.
                  - gli "allievi", in numero di otto (altri due sono stati impediti all'ultimo momento), pur venendo da varie parte d'Italia, si sono distinti per capacità di collaborazione e di organizzazione, per cultura di base di buon livello e per grande interesse e attiva partecipazione alle varie fasi del workshop.
                  - alla fine del workshop, il generatore, dopo la verifica del suo perfetto funzionamento, veniva sorteggiato tra i partecipanti.
                  Il risultato ha superato le più rosee previsioni... cosa chiedere di più? Intanto ci sono richieste di workshop simili in altre città, ma la preparazione è lunga ... ne parleremo il prossimo anno.

                  Dimenticavo: ... io sono stato l'istruttore, ma il supporto tecnico ed organizzativo di ECQUOLOGIA è stato essenziale per la buona riuscita!!

                  Commenta


                  • #10
                    Questi i siti che descrivono il workshop:

                    www.ecquologia.org
                    www.webalice.it/acecere48

                    Commenta


                    • #11
                      Belle e suggestive foto.
                      Non comprendo l'uso del gesso alabastrino per caricare la resina. Era meglio usare millefibre, cosi' non occorreva rinforzare lo statore con il matte alla fine del lavoro, guadagnando anche in spessore. Posso aver compreso male ...

                      Commenta


                      • #12
                        Il gesso alabastrino sostituisce il talco suggerito da Piggott ed è reperibile ed economico. L'aggiunta di un inerte serve ad abbassare la temperatura di indurimento della resina liquida, che potrebbe danneggiare i magneti al neodimio.
                        Per quanto riguarda lo statore non si deve "guadagnare in spessore" perchè occorre ridurre al minimo la distanza tra i due rotori.

                        Commenta


                        • #13
                          Appunto, un guadagno nello spessore e' una diminuzione dello stesso. Se guardi in giro vedi come predico sempre "le bobine sottili" e i magneti vicini pure ...
                          Mi sembra un controsenso usare una carica non strutturale e poi rinforzare con lo stuoino dopo. Se si usa prima il millefibre poi nel mezzo anche il gesso e nello strato superiore di nuovo il millefibre si ottiene un rotore finito che ha resistenza strutturale molto maggiore di quella dell'esempio e che ha le bobine a filo dello spessore. Il costo del millefibre e' paragonabile a quello del gesso se si acquistano dai 10 kili in su'. (Un po' superiore a dir la verita').
                          Riguardo al calore, la temperatura di Curie per i Neodimio e' 310 gradi. La working e' 180 gradi. Ora dimmi che la vostra resina e' arrivata a 300 gradi nel settling ...
                          nonpuo' ... ma se potesse basta aggiungere stirene monomero per abbassarla o meno E M ketone ...
                          Mah?

                          Commenta


                          • #14
                            Io il mio statore l'ho fatto con della resina da pavimenti, senza mettere talco, gesso o fibre varie, la resistenza è eccezionale, si rompe dando delle belle martellate e più di una nello stesso punto, inoltre la resina una volta indurita è lavorabilissima con tornio e fresa (io ho usato il tornio per la finitura dei bordi e la fresa per praticare i fori per il sostegno) senza che si usurino gli utensili come avviene con la vetroresina, è un pò come lavorare pvc o delrin.
                            Il costo è buono: 60 Euro per 10 Kg di materiale (Resina e catalizzatore con rapporto 2:1).
                            Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. Igor Sikorsky

                            Commenta


                            • #15
                              anchio ho usato la lacca da pavimenti, purtroppo mi ha sciolto lo smalto del filo di rame e ho trovato le matasse in corto
                              forse era solo il tipo di lacca mia?

                              Commenta


                              • #16
                                CITAZIONE (udos3 @ 15/11/2007, 14:59)
                                anchio ho usato la lacca da pavimenti, purtroppo mi ha sciolto lo smalto del filo di rame e ho trovato le matasse in corto
                                forse era solo il tipo di lacca mia?

                                Per lacca intendi resina? Quella che ho usato io è a base epossidica e non scioglie lo smalto del filo, non ho riscontrato nessun problema, ho comunque spiegato al fornitore che utilizzo ne dovevo fare.
                                Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. Igor Sikorsky

                                Commenta


                                • #17
                                  E' evidente che qualunque materiale di riempimento va bene per mantenere insieme le matasse dello statore, purchè sia consistente, durevole nel tempo e privo di reazioni chimiche che danneggiano lo smalto.
                                  Per i magneti al neodimio viene raccomandato di non superare gli 80 gradi di temperatura. Un mio amico ha smagnetizzato i magneti, cercando di recuperarli da un disco resinato, con l'immersione nell'acqua bollente (l'aveva letto su un forum americano, ma l'indicazione era sbagliata). Stante questo rischio, è prudente mantenere bassa la temperatura della resina durante l'indurimento.

                                  Commenta


                                  • #18
                                    ...... e che non sia igroscopico , nel caso che sia molto vicino ai magneti, si gonfia e e blocca il tutto

                                    Commenta


                                    • #19
                                      CITAZIONE (andy48 @ 15/11/2007, 16:15)
                                      [...]
                                      Per i magneti al neodimio viene raccomandato di non superare gli 80 gradi di temperatura. Un mio amico ha smagnetizzato i magneti, cercando di recuperarli da un disco resinato, con l'immersione nell'acqua bollente (l'aveva letto su un forum americano, ma l'indicazione era sbagliata). Stante questo rischio, è prudente mantenere bassa la temperatura della resina durante l'indurimento.

                                      Nel realizzare i rotori ho utilizzato una resina per riempimento tipo quelle che si usano per incapsulare i trasformatori (non avevo ancora scoperto la resina da pavimenti) e per accelerare l'indurimento, come consigliato sul foglio di istruzioni, ho cotto il tutto in forno a 100°C. I magneti sono tali e quali a prima, è un caso eccezionale, sono fortunato o ho comperato dei supermagneti (vengono dal Canada e sono in neodimnio grado 52) :alienff: ?
                                      Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare. Igor Sikorsky

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Mah? Fortunato si e no .. il grado 52 e un N con Curie 310 gradi e working 80 gradi.
                                        Quindi .. si! sei stato fortunato ma a ragion veduta.
                                        Se prendi un NH e' 120 ed NEH 200 addirittura.
                                        Qui: http://www.kjmagnetics.com/specs.asp

                                        Commenta


                                        • #21
                                          CITAZIONE (andy48 @ 15/11/2007, 16:15)
                                          E' evidente che qualunque materiale di riempimento va bene per mantenere insieme le matasse dello statore, purchè sia consistente, durevole nel tempo e privo di reazioni chimiche che danneggiano lo smalto.
                                          Per i magneti al neodimio viene raccomandato di non superare gli 80 gradi di temperatura. Un mio amico ha smagnetizzato i magneti, cercando di recuperarli da un disco resinato, con l'immersione nell'acqua bollente (l'aveva letto su un forum americano, ma l'indicazione era sbagliata). Stante questo rischio, è prudente mantenere bassa la temperatura della resina durante l'indurimento.

                                          ma il tuo amico non poteva usare solamente un martelletto con un punteruolo?

                                          Commenta


                                          • #22
                                            Nel frattempo che io stavo cercando una vecchia pagina su Otherpower dove si mostrava come avevano tagliato la resina col flex e recuperato i magneti che erano scivolati nello stampo durante l'indurimento, egli (l'amico) impaziente metteva un quesito sul forum americano FIELDLINES ed un buontempone di americano gli suggeriva di mettere tutto in acqua bollente.
                                            La fretta fa brutti scherzi .. anche nel microeolico.

                                            Commenta

                                            Attendi un attimo...
                                            X