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Emissioni micronde

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  • Emissioni micronde

    Ciao a tutti sono nuovo di questo forum, anche se vi seguo da molto, e sperimento la FF da diverso tempo... Ho parlato con un fisico nucleare che lavora all'enea di Frascati, il quale mi ha detto che dalla FF si liberano micronde dannose agli organismi viventi, in quanto esse rompono parti della catena del DNA, generando possibili tumori... Mi ha detto inoltre che se voglio schermare quelle micronde devo applicare alla mia cella una schermatura, fatta da una retina di metallo, con una sezione delle maglie in rapporto alla frequenza delle micronde... Ora io vi chiedo, ma sono davvero molte le micronde emesse? E' davvero necessario, se si vuole star sicuri, applicare quella schermatura? O basta semplicemente mantenersi ad una certa distanza? :huh:

  • #2
    CITAZIONE (kekko.alchemi @ 18/9/2006, 01:59)
    Ciao a tutti sono nuovo di questo forum, anche se vi seguo da molto, e sperimento la FF da diverso tempo... Ho parlato con un fisico nucleare che lavora all'enea di Frascati, il quale mi ha detto che dalla FF si liberano micronde dannose agli organismi viventi, in quanto esse rompono parti della catena del DNA, generando possibili tumori... Mi ha detto inoltre che se voglio schermare quelle micronde devo applicare alla mia cella una schermatura, fatta da una retina di metallo, con una sezione delle maglie in rapporto alla frequenza delle micronde... Ora io vi chiedo, ma sono davvero molte le micronde emesse? E' davvero necessario, se si vuole star sicuri, applicare quella schermatura? O basta semplicemente mantenersi ad una certa distanza? :huh:

    Innanzitutto devresti specificare che FF intendi. Quella classica ( Fleischmann-Pons ) o la GDPE ( plasma elettrolitico ) ?
    Wikipedia parla molto di microonde, direi che lì trovi tutto quello che c'è da sapere.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Microonde

    Edited by Riovandaino - 18/9/2006, 15:29

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    • #3
      Intendo la FF classica, scusa la mia ignoranza, io ho sempre sperimentato quella classica, ma qual'è la differenza fra la FF Fleischmann - Pons (classica) e la FF GDPE?

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      • #4
        Ciao kekko, ti rispondo io per quel poco che so.

        La Pons si basa sull'uso di palladio come catodo, a differenza della cella che usiamo noi che ricorre al tungsteno.
        La Pons si basa sul fatto che materiali come Palladio Nickel e Titanio sono degli ottimi assorbitori di idrogeno dato che riescono ad incamerare nella struttura cristallina quantità di idrogeno considerevoli.
        Nel caso del tungsteno invece, il materiale non è facilmente "inzuppabile" di idrogeno come nel caso dei suddetti. Però pare che buona parte dei metalli non sono impermeabili all'idrogeno. Forse questo è dovuto all'ordinata struttura cristallina che a temperatura ambiente caratterizza i metalli in genere. Anche alcuni elementi di transizione presentano questa capacità, e persino alcune leghe bimetalliche.
        Detto questo, la principale differenza è il catodo, a cui si affianca il fattore legato all'elettrolita. Nella cella GDPE si usa H2O a differenza della Pons che usa deuterio (testato dai Quantum).
        La cella GDPE pare aver dimostrato una invariabilità di comportamento nell'uso di H2O oppure D2O.
        Il rendimento della GDPE in termini di calore si aggira sui 120% watt rispetto quelli di ingresso. Tale valore si assesta al di fuori degli errori di misura, escludendo quelli piu' grossolani ovviamente.
        La cella di Pons poi credo funzioni a regimi di potenza inferiori rispetto la GDPE, specie in corrente, mentre la tensione è paragonabile.
        Nella cella GDPE forse ci sono fenomeni di trasmutazione, mentre nella Pons non so dirti.
        Nella GDPE il catodo fonde facilmente, nella Pons sembra resistere piu' a lungo (forse in virtù dell'idrogeno assorbito).

        Riguardo le microonde, la cella si comporta come un circuito che varia repentinamente la sua impedenza. Sebbene tali variazioni non sono molto visibili nei grafici di corrente e tensione, per via di fattori di campionamento probabilmente (lasciamo stare i tester e gli analogici), risultano lampanti ad un'analisi spettrometrica nel range delle onde radio, in quanto è palese un'emissione che in grado di disturbare gli strumenti di misura in maniera notevole.
        Tali emissioni avvengono soprattuto da parte del catodo, che si comporta da antenna. Non è da escludere che il plasma, per sua natura, tenda a fungere da filtro per molte delle frequenze emesse, oltre che la frequenza di 2,4 Ghz, automaticamente filtrata dall'acqua.
        La presenza di microonde è probabile, il punto è quantificare la loro entità. Per celle piccole le microonde prodotte dovrebbero essere di entità trascurabile, mentre per celle grosse il discorso potrebbe farsi piu' delicato.

        Per esperimenti consiglio l'uso di celle piccole, con catodi sottili, al fine di ridurre le emissioni EM in gioco. Inoltre Elettrorik ci insegna che un bel condensatore limita molto questo disturbo.

        E ricorda che la prudenza non è mai troppa!

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        • #5
          Grazie mille Hellblow per i chiarimenti... Per i condensatori intendevo usare, come letto nei vecchi post, 3 elettrolitici da 470 uF e 400 V, collegati in parallelo. Potrebbero andare bene? Un altro problema che ho riscontrato, è l'isolamento della superficie del catodo... Intendevo utilizzare porcellana o ceramica, ma quando metto la porcellana con l'elettrodo nel forno, a 1000 gradi e passa, la porcellana si ritira e non è più aderente all'elettrodo, quindi non c'è più l'isolamento! Come posso fare?

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          • #6
            Io so che la capacità piu' è alta meglio è.
            Per l'isolamento non ho capito bene. Ti serve coprire una parte del catodo?

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            • #7
              CITAZIONE (Hellblow @ 18/9/2006, 20:00)
              Ciao kekko, ti rispondo io per quel poco che so.

              La Pons si basa sull'uso di palladio come catodo, a differenza della cella che usiamo noi che ricorre al tungsteno.
              La Pons si basa sul fatto che materiali come Palladio Nickel e Titanio sono degli ottimi assorbitori di idrogeno dato che riescono ad incamerare nella struttura cristallina quantità di idrogeno considerevoli.
              Nel caso del tungsteno invece, il materiale non è facilmente "inzuppabile" di idrogeno come nel caso dei suddetti. Però pare che buona parte dei metalli non sono impermeabili all'idrogeno. Forse questo è dovuto all'ordinata struttura cristallina che a temperatura ambiente caratterizza i metalli in genere. Anche alcuni elementi di transizione presentano questa capacità, e persino alcune leghe bimetalliche.
              Detto questo, la principale differenza è il catodo, a cui si affianca il fattore legato all'elettrolita. Nella cella GDPE si usa H2O a differenza della Pons che usa deuterio (testato dai Quantum).
              La cella GDPE pare aver dimostrato una invariabilità di comportamento nell'uso di H2O oppure D2O.
              Il rendimento della GDPE in termini di calore si aggira sui 120% watt rispetto quelli di ingresso. Tale valore si assesta al di fuori degli errori di misura, escludendo quelli piu' grossolani ovviamente.
              La cella di Pons poi credo funzioni a regimi di potenza inferiori rispetto la GDPE, specie in corrente, mentre la tensione è paragonabile.
              Nella cella GDPE forse ci sono fenomeni di trasmutazione, mentre nella Pons non so dirti.
              Nella GDPE il catodo fonde facilmente, nella Pons sembra resistere piu' a lungo (forse in virtù dell'idrogeno assorbito).

              Riguardo le microonde, la cella si comporta come un circuito che varia repentinamente la sua impedenza. Sebbene tali variazioni non sono molto visibili nei grafici di corrente e tensione, per via di fattori di campionamento probabilmente (lasciamo stare i tester e gli analogici), risultano lampanti ad un'analisi spettrometrica nel range delle onde radio, in quanto è palese un'emissione che in grado di disturbare gli strumenti di misura in maniera notevole.
              Tali emissioni avvengono soprattuto da parte del catodo, che si comporta da antenna. Non è da escludere che il plasma, per sua natura, tenda a fungere da filtro per molte delle frequenze emesse, oltre che la frequenza di 2,4 Ghz, automaticamente filtrata dall'acqua.
              La presenza di microonde è probabile, il punto è quantificare la loro entità. Per celle piccole le microonde prodotte dovrebbero essere di entità trascurabile, mentre per celle grosse il discorso potrebbe farsi piu' delicato.

              Per esperimenti consiglio l'uso di celle piccole, con catodi sottili, al fine di ridurre le emissioni EM in gioco. Inoltre Elettrorik ci insegna che un bel condensatore limita molto questo disturbo.

              E ricorda che la prudenza non è mai troppa!

              Hell sei formidabile!!! Concordo in pieno.
              Una raccomandazione per kekko: vacci piano con le tensioni, stai non attento ma attentissimo e poi...divertiti ma sempre con prudenza e sicurezza assolute.

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              • #8
                Mi serve coprire una parte del catodo, in modo da poterlo immergere mantenendo la stessa superficie di contatto con l'elettrolita. Se non lo immergo abbastanza, e lascio che il plasma si formi appena sotto il "pelo" dell'acqua, una parte del calore si perde nell'aria non trasformando l'acqua in vapore... Infatti da quello che si vede dalla foto della cella di sperimentazione, per poter misurare effettivamente la quantità di vapore sviluppato, bisogna mantenere il plasma ben immerso... Correggetemi se sbaglio!!!

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                • #9
                  Ti sconsiglio di usare il teflon, perchè se troppo vicino al catodo nella zona calda può dar noie.
                  Puoi ricorrere ad un involucro in ceramica. In ogni caso anche rimane un piccolo spazio non ha importanza perchè al massimo la penetrazione degli ioni dovrebbe arrivare a qualche millimetro dal bordo del tubetto di ceramica.
                  Alcuni tipi di ceramica sono fatti per resistere bene alle temperature. Probabilmente già gli involucri dei fusibili vanno bene.

                  PS: La cella del disegno dovrebbe essere una Pons.

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                  • #10
                    Hellblow, grazie come sempre! Provo e vi faccio sapere. Il mio obbiettivo è quello di creare una cella che si autoalimenti... Per fare ciò ho intensione di convogliare il vapore a 100 gradi, emesso dalla cella, in una serpentina che riscaldi un contenitore che regga le alte pressioni. Nel contenitore intendevo mettere un sale sciolto in acqua, come il nitrato di potassio, che riduca in modo considerevole il punto di ebollizione. In questo modo il vapore a 100 gradi, emesso dalla cella, sarebbe sufficiente a far bollire la soluzione, per produrre pressione. Questa pressione farebbe girare una turbina con generatore, che andrà poi ad alimentare la cella. Considerando la dispersione di energia, si andrebbe ad utilizzare anche l'eccesso di calore prodotto per poter rialimentare la cella, ma così facendo si produrrebbe idrogeno in modo gratuito... Ovviamente è solo un sogno, e sò che una cosa di questo genere presenta molti ostacoli, ma come in tutte le cose nulla è impossibile... Se avete qualche idea o consiglio su come possa fare a realizzare ciò, li accetto volentieri!

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                    • #11
                      CITAZIONE
                      pressione farebbe girare una turbina con generatore,

                      Purtroppo quando parliamo di turbine parliamo di pressioni alte e di portate considerevoli. Non credo che la cella possa darti quello di cui necessita una turbina. Sarebbe allora piu' logico provare con uno Stirling che almeno probabilmente riuscirà a produrre qualcosa.
                      In effetti puoi riprogettare la cella per tenere lo scambiatore di calore vicino al plasma (non troppo!) o alla parte del catodo che sta vicino al manicotto in ceramica in modo da prelevare il calore.
                      A priori però dimentica l'autosostentamento per ora, i rendimenti delle celle attuali non consentono di far una cosa simile, per ora <img src=">

                      I ragazzi degli Stirling, nella sezione piu' giù, sapranno aiutarti <img src=">

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