Ciao a tutti, sono iscritto da poco ma vi seguo con interesse (molti complimenti a Belinassu e compani per il lavoro fin qui svolto e messo a disposizione dei tanti pellegrini) a tal proposito vi riporto una news dal corriere della sera.....
«Nessuno produrrà più biodiesel in altro modo» dice il suo inventore Biodiesel per tutti con un microreattore Un piccolo dispositivo capace di trasformare l’olio vegetale nel carburante, velocemente e senza problemi di smaltimento STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
CORVALLIS (Stati Uniti) - Arriva dall’Oregon una scoperta potenzialmente rivoluzionaria per il mercato energetico. Il professore di ingegneria chimica dell’università statale dell’Oregon, Goran Jovanovic, ha testato con successo un piccolo reattore chimico, dalle dimensioni di una carta di credito, per la conversione di oli vegetali in biodiesel.
COME FUNZIONA - La trasformazione avviene mescolando l’olio vegetale all’alcol e facendoli passare in due tubi più sottili di un capello. Al termine della corsa, si ottiene biodiesel al 100 per cento. Al momento i reattori sono in grado di produrre una piccola quantità di carburante, ma visto il poco spazio che occupano è possibile collegarli in parallelo e riuscire a ottenere buone quantità. Se combinati fino a raggiungere le dimensioni di una stampante (il che costerebbe tra i 1000 e i 5000 dollari), i microprocessori sono infatti in grado di trasformare dai 200 ai 400mila litri di biodiesel all’anno. Il vantaggio di questo sistema di produzione sta tutto nella velocità. Con il precedente procedimento ci volevano quasi 24 ore per trasformare l’olio in biodiesel, utilizzando catalizzatori chimici, e i costi dello smaltimento delle sostanze nocive prodotte lo rendevano poco conveniente. Invece grazie al microreattore del professor Jovanovic niente più tempi di attesa, niente più catalizzatori e niente più costi di smaltimento.
MAI PIÙ SENZA - «Tutto questo è stato fatto nell’ottica di produrre energia in modo che i consumatori non siano vincolati al sistema di produzione e distribuzione attuale e siano di conseguenza più liberi» spiega Jovanovic. «Poter distribuire la produzione di energia significa poter sfruttare le risorse locali: gli agricoltori potranno produrre tutta l’energia di cui hanno bisogno direttamente dai loro campi». Insomma, una strada per l’autosostentamento degli agricoltori, sperando magari che il miracoloso microprocessore venga utilizzato anche per i mezzi degli automobilisti comuni. Secondo Jovanovic, se gli esperimenti continueranno a dare esiti positivi «nessuno produrrà più biodiesel in altro modo».
«Nessuno produrrà più biodiesel in altro modo» dice il suo inventore Biodiesel per tutti con un microreattore Un piccolo dispositivo capace di trasformare l’olio vegetale nel carburante, velocemente e senza problemi di smaltimento STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
CORVALLIS (Stati Uniti) - Arriva dall’Oregon una scoperta potenzialmente rivoluzionaria per il mercato energetico. Il professore di ingegneria chimica dell’università statale dell’Oregon, Goran Jovanovic, ha testato con successo un piccolo reattore chimico, dalle dimensioni di una carta di credito, per la conversione di oli vegetali in biodiesel.
COME FUNZIONA - La trasformazione avviene mescolando l’olio vegetale all’alcol e facendoli passare in due tubi più sottili di un capello. Al termine della corsa, si ottiene biodiesel al 100 per cento. Al momento i reattori sono in grado di produrre una piccola quantità di carburante, ma visto il poco spazio che occupano è possibile collegarli in parallelo e riuscire a ottenere buone quantità. Se combinati fino a raggiungere le dimensioni di una stampante (il che costerebbe tra i 1000 e i 5000 dollari), i microprocessori sono infatti in grado di trasformare dai 200 ai 400mila litri di biodiesel all’anno. Il vantaggio di questo sistema di produzione sta tutto nella velocità. Con il precedente procedimento ci volevano quasi 24 ore per trasformare l’olio in biodiesel, utilizzando catalizzatori chimici, e i costi dello smaltimento delle sostanze nocive prodotte lo rendevano poco conveniente. Invece grazie al microreattore del professor Jovanovic niente più tempi di attesa, niente più catalizzatori e niente più costi di smaltimento.
MAI PIÙ SENZA - «Tutto questo è stato fatto nell’ottica di produrre energia in modo che i consumatori non siano vincolati al sistema di produzione e distribuzione attuale e siano di conseguenza più liberi» spiega Jovanovic. «Poter distribuire la produzione di energia significa poter sfruttare le risorse locali: gli agricoltori potranno produrre tutta l’energia di cui hanno bisogno direttamente dai loro campi». Insomma, una strada per l’autosostentamento degli agricoltori, sperando magari che il miracoloso microprocessore venga utilizzato anche per i mezzi degli automobilisti comuni. Secondo Jovanovic, se gli esperimenti continueranno a dare esiti positivi «nessuno produrrà più biodiesel in altro modo».
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