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Acqua sempre in movimento

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  • Acqua sempre in movimento

    Ciao a tutti,

    è da un pò che mi frulla in testa un idea. Ve la spiego subito senza troppi indugi...

    Conosciamo i moti browniani e come questi possano far muovere all'infinito un corpo colloidale all'interno di un contenitore pieno d'acqua. Sappiamo anche come sia difficile ricavare energia da questi moti (perché troppo deboli). Sappiamo che l'acqua è anche diamagnetica e, quindi, sappiamo come le molecole di quest'ultima vengano respinte da un campo magnetico (anche costante). La mia idea si basa sull'applicare ad un contenitore pieno d'acqua un campo magnetico e sfruttare il movimento delle molecole d'acqua (dovuto sia alla continua repulsione magnetica, sia al moto di Brown) per ricavare free energy. Quello che mi sfugge è il sistema più efficace per prelevare energia dal continuo movimento delle molecole d'acqua. Ho pensato che si potrebbero usare due elettrodi immersi nel liquido, dato che l'acqua (salina) è un conduttore ed all'interno di un conduttore in movimento immerso in un campo magnetico scorre corrente. Oppure ad un sistema meccanico. Voi cosa ne pensate?

    Grazie

    Gabriele

  • #2
    Come mai nessuna risposta? L'ho sparata così grossa?

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    • #3
      No,direi proprio di no.E' che serve adoperare elettrodi costruiti in nanotecnologia,in grado di infrapporsi tra una molecola e l'altra.Quantomeno difficile,visto che le molecole d'acqua tendono,per loro stessa natura dipolare elettrica,a restare unite tra di loro. Infilare due elettrodi tra una molecola e l'altra,o tra un gruppo di molecole e un altro gruppo,corrisponde a 'fare un certo lavoro' per sfondare le forze di coesione molecolare.
      E' come infilare una forchetta in un pezzo di granito....
      Per agitare maggiormente le molecole,sarebbe bello poter prelevare calore solare,le problematiche sono ,pero',di tipo nanotecnologico.
      Forse maggiori garanzie di successo potrebbero aversi sfruttando un effetto di 'condensatore immerso',costituito da due facce piane,e seguire un pochino le peculiarità tipiche dei magnetron (magnetismo/molecole dipolari/moti browniani/movimenti spiralati degli elettroni e via dicendo).

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      • #4
        CITAZIONE (gabryel81 @ 15/3/2007, 21:51)
        Ciao a tutti,

        è da un pò che mi frulla in testa un idea. Ve la spiego subito senza troppi indugi...

        Conosciamo i moti browniani e come questi possano far muovere all'infinito un corpo colloidale all'interno di un contenitore pieno d'acqua. Sappiamo anche come sia difficile ricavare energia da questi moti (perché troppo deboli). Sappiamo che l'acqua è anche diamagnetica e, quindi, sappiamo come le molecole di quest'ultima vengano respinte da un campo magnetico (anche costante). La mia idea si basa sull'applicare ad un contenitore pieno d'acqua un campo magnetico e sfruttare il movimento delle molecole d'acqua (dovuto sia alla continua repulsione magnetica, sia al moto di Brown) per ricavare free energy. Quello che mi sfugge è il sistema più efficace per prelevare energia dal continuo movimento delle molecole d'acqua. Ho pensato che si potrebbero usare due elettrodi immersi nel liquido, dato che l'acqua (salina) è un conduttore ed all'interno di un conduttore in movimento immerso in un campo magnetico scorre corrente. Oppure ad un sistema meccanico. Voi cosa ne pensate?

        Grazie

        Gabriele

        Perchè l'acqua e non un banale conduttore elettrico?
        Se elettrone si muove diventa una calamita, se la calamita si muove allora può essere frenata col metodo di Lenz e ricavare free energy.

        Nell'ambiente in cui viviamo non esistono elettroni fermi in un coduttore elettrico, questo è causato dall'agitazione termica, cioè l'agitazione termica muove gli eletrroni quindi gli elettroni sono sempre in movimento anche quando nel mondo macroscopico la differenza di potenziale è ZERO.

        Forse un semiconduttore è meglio del conduttore perchè dobbiamo mettere ordine al caos, è vero che gli elettroni sono sempre in movimento ma è anche vero che a livello globale abbiamo disordine e la risultante finale è zero.
        L'elettrone non è soltanto una calamita (quando si muove), ma è anche una piccola corrente elettrica: specializzato a mettere ordine alle correnti caotiche è il diodo raddrizzatore, perciò teoricamente... un pezzo di materiale composto da nanodiodi opportunemente collegati fra di loro, sarebbe in grado di raffreddare l'ambiente circostante e produrre free nergy sottoforma di energia elettrica in corrente continua.

        In futuro prevedo che i microprocessori di personal computer non avranno bisogno di essere alimentati, e anzi! al contrario, sarà il microprocessore ad alimentare il personal computer, computer senza spina elettrica e senza batterie di pile.

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        • #5
          articolo che forse interessa qui


          Progressi in meccanochimica
          Nuove reazioni controllate dalla meccanica

          Fra le potenziali applicazioni di questa nuova tecnologia vi sarebbero materiali in grado di autoripararsi o di indicare quando abbiano subito un danno Sfruttando forze meccaniche che alterano il corso delle reazioni chimiche è possibile produrre materiali che non sono ottenibili in condizioni convenzionali, capaci di autoripararsi o di segnalare l'insorgenza di difetti.
          Ricercatori dell'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign hanno scoperto un modo per manipolare la materia e indirizzare le reazioni chimiche nella direzione voluta sfruttando forze meccaniche che alterano il corso delle reazioni chimiche e portano alla produzione di materiali non ottenibili in condizioni usuali.

          "Si tratta di un modo fondamentalmente nuovo di fare chimica" ha detto Jeffrey Moore, che firma un articolo su questa ricerca pubblicato sul numero odierno di Nature. "Sfruttando l'energia meccanica possiamo arrivare alle molecole e costringerle a inserirsi in specifici legami, così da condurre alle reazioni desiderate."

          La natura specificamente direzionale delle forze meccaniche rende questo approccio al controllo delle reazioni fondamentalmente differente da quelli tradizionali che si basano su vincoli chimici e fisici.

          Per dimostrare la loro tecnica, Moore e colleghi hanno collocato una molecola attivata meccanicamente - battezzata dai ricercatori mechanophore - al centro di una lunga catena polimerica, successivamente stirata nelle due direzioni opposte grazie alle forze sviluppate da processi di cavitazione innescati da un generatore di ultrasuoni: in tal modo la molecola intrappolata nel polimero viene sottoposta a una sorta di continuo tiro alla fune.

          "In questo modo abbiamo creato una situazione in cui una reazione chimica può seguire una di due specifiche direzioni", ha proseguito Moore. "Applicando una forza al mechanophore, possiamo deviare la reazione verso il cammino che scegliamo."

          Una possibile applicazione di questa tecnica è quella di indirizzare l'energia immagazzinata in un polimero sottoposto a stress verso una sua utilizzazione per una reazione chimica, eventualmente utile - per esempio - per riparare il materiale. (gg)

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