phytoplancton - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

phytoplancton

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • phytoplancton

    per energia da microalghe:<br><a href="http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&amp;tb=notizie" target="_blank">http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&tb=notizie</a><br><a href="http://www.collepasso.it/news.phtml?value=1156&amp;tb=news" target="_blank">http://www.collepasso.it/news.phtml?value=1156&tb=news</a><br><a href="http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=879&amp;tb=notizie" target="_blank">http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=879&tb=notizie</a>

  • #2
    Il sistema che sto sviluppando è:<br> biogas - Digestato + CO2 degli scarichi del generatore - Alghe - Biogas<br><br>P.s-<br><br>Qualcuno mi sa dire dove trovare i ceppi di<br>Botrycoccus braunii?

    Commenta


    • #3
      Ho letto che negli Usa stanno sviluppando un sistema per trasformare la CO2 prodotta da una centrale in biocarburante.<br>La reazione avviene in bioreattori in plastica lunghi 2m riempiti di alghe microscopiche. Queste, usando la CO2, l&#39;acqua e l&#39;energia solare producono zucchero mediante processi di fotosintesi che a loro volta viene metabolizzato per produrre grassi e proteine. Tramite procedimenti chimici vengono estratti e raffinati per essere trasformati in biofuel

      Commenta


      • #4
        Sarebbe né più né meno una coltura agricola, si spera con più efficienza di mais o altre colture (altrimenti perché complicarsi la vita?). Ricordo solamente che per fare proteine è necessario fornire azoto, non basta energia e carbonio. E per quel che ne so l&#39;azoto ci vuole in forma nitrica o ammoniacale, non gassoso, solo i batteri nitrificanti sono in grado di organicare l&#39;azoto atmosferico quando lavorano in simbiosi con piante superiori che li riforniscono di energia.

        Commenta


        • #5
          credo di si...<br>Non ho molte informazioni a riguardo.<br>Rileggerò l&#39;articolo e se trovo qualcosa in più ve le posto

          Commenta


          • #6
            Secondo me questo è il futuro: modificare geneticamente batteri e alghe in modo da aumentare il rendimento di quello che gi&agrave; fanno naturalmente.<br><br>Con applicazioni vastissime nel trattamnto delle acque reflue, nello smaltimento della CO2, nella produzione di idrogeno

            Commenta


            • #7
              Riguardo al mio post precedente.<br>Questo è il link da cui l&#39;articolo che ho letto ha tratto le informazioni<br><br><a href="http://www.greenfuelonline.com/technology.htm" target="_blank">http://www.greenfuelonline.com/technology.htm</a>

              Commenta


              • #8
                <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (lorenzo&#46;iraci @ 29/3/2007, 14:53)</div><div id="quote" align="left">Qualcuno mi sa dire dove trovare i ceppi di<br>Botrycoccus braunii?</div></div><br>Ti direi......<br><br>Facolt&agrave; di biologia &amp; botanica presso le universit&agrave; dove si stanno studiando questi argomenti<br><br>Acquari di grandi dimensioni, in genere allevano il plancton che gli occorre per mantenere in vita i loro esemplari<br><br>Altrimenti, in un mondo dove è possibile ordinare per posta persino dei campioni di batteri letali, basta che ti rivolgi ad una azienda specializzata nel settore caratterizzazione di linee cellulari<br><br>Per esempio, <a href="http://www.ccap.ac.uk/" target="_blank">http://www.ccap.ac.uk/</a> ha collezioni di linee cellulari in libera vendita alle aziende e alle universit&agrave; (non sò ai privati)<br><br>Odisseo<br><br><span class="edit">Edited by odisseo - 1/4/2007, 03:28</span>

                Commenta


                • #9
                  Ma avete letto che dati? Con un ettaro di produzione a microalghe quanto si può guadagnare&#33; Signori miei, questa è la notizia più bella che abbia mai letto, sembra davvero una rivoluzione&#33; Mi comprerei da quell&#39;azienda subito un impianto e così saprei come investire e sfruttare come si deve la mia campagna (tirata &quot;a stenti&quot; per 4 miseri pomodori striminziti) &#33;&#33; Che ne dite?

                  Commenta


                  • #10
                    <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (stella&#95;solar @ 2/4/2007, 12:47)</div><div id="quote" align="left">Ma avete letto che dati? Con un ettaro di produzione a microalghe quanto si può guadagnare&#33; Signori miei, questa è la notizia più bella che abbia mai letto, sembra davvero una rivoluzione&#33; Mi comprerei da quell&#39;azienda subito un impianto e così saprei come investire e sfruttare come si deve la mia campagna (tirata &quot;a stenti&quot; per 4 miseri pomodori striminziti) &#33;&#33; Che ne dite?</div></div><br>Mio nonno ripeteva spesso che &quot;non è tutto oro quello che riluce&quot;, quindi ti dico di frenare il registratore di cassa che ti risuona in testa e, ragionarci sopra un momento<br><br>La tua campagna è in riva al mare ?<br>Cioè è vicina alla fonte della materia prima pricipale, l&#39;acqua salata, se vuoi coltivare alghe marine ?<br><br>La tua campagna ha fonti d&#39;acqua indipendenti e costanti tutto l&#39;anno, se vuoi coltivare alghe d&#39;acqua dolce ?<br><br>Quali sono i costi di impianto ?<br>Vasche, opere murarie e idrauliche (se opti per un impianto estensivo, con vasche all&#39;aria aperta)<br>Bio-reattori, opere murarie e idrauliche (se opti per un impianto intensivo ad alti rendimenti )<br><br>Quali sono i costi di conduzione ?<br>Corrente elettrica, miscele fertilizzanti, agitatori e aereatori, manod&#39;opera specializzata e non<br><br>Intendi produrre solo la materia prima (microalghe) o prevedi anche i semilavorati ?<br>Essicazione, spremitura, estrazione con solventi, fermentazione, digestione etc etc<br>In tal caso, puoi rispettare le normative e i regolamenti dei VVFF in materia di materiale infiammabile e/o deflagrante (ex. metano)<br><br>Il materiale di scarto delle lavorazioni, che fine far&agrave; ???<br>I residui di alghe come li smaltirai ???<br>Le acque reflue, inquinate da solventi e/o fertilizzanti, magari fortemente salate, con i prodotti di scarto generati dalla crescita algale, dove e come le smaltirai ?<br><br>Quali sono i prezzi correnti del prodotto che venderai ?<br><br>Quali sono le metodiche di conduzione di un impianto di acquacultura algale ?<br>Quali sono le problematiche di questa conduzione ?<br>Quali fattori influenzano le rese del prodotto ?<br><br>etc etc etc..........<br><br>Odisseo<br>

                    Commenta


                    • #11
                      hei odisseo,<br>se sono veri i dati di queste alghe,<br>stamo prudenti...<br><br>diciamo 50.000 litri di bio per ettaro/anno...<br>azz.. mettiamo 0.5 euri per litro....<br>sono un rendimento di 25.000 euro... hai voja de f&agrave; del grano...<br>...ma secondo altri arrivano a produrre 150.000 litri/anno per ettaro ...azz...almeno 75.000 euri...<br>altro che saline di cervia....<br>anche se sono lordi, e quindi poi dobbiamo metterci i costi che hai giustamente fatto notare....<br><br><br> ma poi forse devono essere alghe geneticamente modificate...<br>non vorrei essere io a spargere paura su un progetto che non sembra male...<br>lo dico perchè non vorrei si confondesse questo progetto con altre discussioni sull&#39;alga e le contrails...(forse odi mi capisce)<br>ripeto...non c&#39;entra nulla...e questo mi sembra un bel progetto...<br>di sicuro siamo ad un rendimento superiore ai 1000 litri /anno per ettaro delle normali colture vegetali,canapa compresa....<br>(qui Siamo sempre a circa 500euri/ettaro ...sempre meglio dei circa 300 di una coltivazione a grano...ma non basterebbe tutta la superficie d&#39;italia per far fronte al consumo di carburante...)<br><br>e con 150.000 litri/anno, possiamo pensare di poter essere autosufficienti,per il consumo di carburante,<br><br> con 3.000/4.000Km2 arriviamo a produrre a sufficienza...<br>un dato, questo sì, perfettamente compatibile con le nostre possibilit&agrave;....<br>ora per penitenza.. la butto lì...<br>certo che gli impianti economicamente migliori si devono fare in serre in acque costiere basse,<br>basterebbe che le alghe, geneticamente modificate, potessano riprodursi solo in condizioni, tipo soluzioni di concime,controllate, e difficilmente riproducibili in natura...<br>ed oops, il gioco è fatto...<br><br>

                      Commenta


                      • #12
                        Caro Odisseo,<br>credo che tu non abbia letto attentamente le informazioni sui link che ti ho fornito. Tutti i dati li ho trovati qui, anche il costo dell’impianto ad ettaro <a href="http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&amp;tb=notizie" target="_blank">http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&tb=notizie</a><br>Semplicemente mi son fermata a riflettere e a far dei piccoli conti. La matematica non è un’opinione, mi insegnava mio nonno (contadino, ma cervello matematico…). Ti facilito il compito, l’investimento ad ettaro è di circa 80.000 euro, con una produzione annua di 52.000 euro/ha. In due anni ripago tutto&#33; E quando si parla di “investimento” a casa mia si intende TUTTO compreso, anche i costi di gestione ecc... Caro Odisseo, la storia dell’uomo e del business è piena di scoperte, novit&agrave; e sorprese innovative (…altrimenti saremmo rimasti nell’era della pietra e a scaldarci con la lana di pecora). Odisseo, ma cosa significa, secondo te, quando un’azienda assume 420 tecnici e 1200 dell’indotto?? significa qualcosa di importante, credo. QUI SI ASSUME&#33; Alcuni miei amici son gi&agrave; stati assunti dopo aver inviato curriculum…e son rimasti sbalorditi dell’organizzazione e del progetto. Qui in Salento è l’unico progetto serio nel rinnovabile (su inziative dell’eolico e fotovoltaico ho moltissimi dubbi, son inutili, costosissimi e improduttivi).<br>Oggi è uscito un articolo dell’azienda sul Nuovo Quotidiano di Puglia, stanno coprendo l’intero fabbisogno energetico della provincia di Lecce, cioè 250 MW…utilizzando solo 5000 ettari di superficie agricola (che, a quanto riportato, sono impianti nuovissimi, performanti e a bassissimo impatto ambientale, come i tunnel in polietilene che si utilizzano per l’orticoltura). E i protagonisti sono per 3000 ettari gli agricoltori.<br>Quindi niente OGM o fesserie simili. Le microalghe sono i microrganismi più efficienti in assoluto, per loro natura…lo sa pure la mia figlioletta.<br>E poi chi ha parlato di solventi? Qui si parla di produrre biogas da biomassa microalgale (capitolo fermentazione). E lo scarto dei digestori sai che è un ottimo fertilizzante? Ma mi sorge un dubbio: sei un esperto di microalghe?? Io no, ma rifletto e medito sulle cose. Da quanto scrivi credo che dovresti studiare (con tutto il rispetto, permettimi), ma detesto chi dice la sua solo per il gusto di farlo. Un ultimo pensiero: mentre noi stiamo qui a riempirci la bocca di parole, altrove stanno gi&agrave; avanti, e lavorano. Chi si trova indietro siamo noi. Dovremmo svegliarci.<br>

                        Commenta


                        • #13
                          Prescindiamo tranquillamente dalle considerazioni sull&#39;entusiasmo, la differenza che corre tra il preventivo e un articolo di giornale, sul fatto che sarebbe simpatico conoscere la forbice di prezzi min/max di un ettaro di impianto in funzione delle condizioni del fondo con annessi e connessi gli impianti di digestione, depurazione, stocaggio, combustione, generazione, connessione alla rete<br>Idem per la produzione min/max di alghe, sempre per ettaro, sempre in funzioni delle condizioni necessarie (quantit&agrave; d&#39;acqua, insolazione, concimazione, lavorazioni, temperatura, etc etc)<br><br>Anch&#39;io mi sono fermato a riflettere e, non mi sono limitato alla sola clorella da infilare in un digestore anaerobico, ho immaginato anche l&#39;uso di altre alghe, alghe d&#39;acqua salata come il botrycoccus (60-85&#37; del peso secco sotto forma di olio convertibile in bio-diesel), comunque fermentabili dopo la spremitura<br><br>Parliamo di produrre metano direttamente in loco e bruciarlo per produrre elettricit&agrave; da rivendere in rete ?<br>Una cosa di questo tipo ??<br><a href="http://www.ecoblog.it/post/2891/elettricita-dalle-alghe" target="_blank">http://www.ecoblog.it/post/2891/elettricita-dalle-alghe</a><br><br><br>Ok, le mie considerazioni sono sempre valide, quelli sono i problemi che mi sono venuti in mente<br>Puoi considerarli irrilevanti, però riflettici sopra quando stenderai un business plan, prima di procedere con il tuo investimento<br><br>Odisseo<br>p.s. nessuna offesa, tienici informati sui tempi/modi/costi di conversione del tuo fondo

                          Commenta


                          • #14
                            Con le alghe possiamo seguire un&#39;altra strada, quella dell&#39;idrogeno.<br>Un&#39;alga verde del genere Chlamydomonas è ad oggi studiata propio per questo scopo.<br>Si utilizza il processo fotosintetico dell&#39;alga stimolando il suo corredo enzimatico a una maggiore reattivit&agrave; alla luce in modo da accrescere la produzione di idrogeno. Bisogna fornirle acqua, anidride carbonica e luce solare. Nella prima parte del processo l&#39;acqua viene scissa in idrogeno e ossigeno e nella seconda fase l&#39;anidride è trasformata in glucosio. Al momento l&#39;efficienza è piuttosto bassa e si aggira intorno al 5&#37;.<br>Si sta tentando, tramite la manipolazione genetica, di fare lo stesso con alcuni batteri per cercare di aumentare l&#39;efficienza.<br>Il difficile resta comunque riuscire a tenere in vita gli organismi.

                            Commenta


                            • #15
                              Per Odisseo,<br>perdonami se son stata &quot;tempestosa&quot;. Non volevo.<br>Ok, vi tengo informati sull&#39; iniziativa.<br><br>A proposito, parlavo dell&#39;articolo su cui ho trovato altri dati interessanti riguardo al progetto:<br><br><a href="http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=909&amp;tb=notizie" target="_blank">http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=909&tb=notizie</a><br><br>Saluti dal Salento&#33;

                              Commenta


                              • #16
                                ho ordinato i ceppi per le alghe.<br>Il digestore per biogas ce l&#39;ho.<br>L&#39;azoto in forma ammoniacale pure, in quantit&agrave; enormi.<br>Calore anche. 1000 Kw termici che non so come usare.<br>La CO2 potrei recuperarla dagli scarichi del generatore, essendo un motore a metano emette solo CO2.<br>Bisogna solo imparare a coltivare le alghe&#33;<br>vi terrò informati. Accetto consigli

                                Commenta


                                • #17
                                  x leptone, se non ricordo male la produzione di idrogeno si innesca solo in carenza di alcuni nutrienti, lo zolfo, credo, ma devo andare a cercare<br><br>x stella_solar, nessun problema, entrambi abbiamo chiarito le ns. opinioni<br><br>x lorenzo.iraci<br><br>beccati stò pacco di roba <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/bfe723e51aa8e85c51ee645034b30ae1.gif" alt=""><br><a href="http://www1.eere.energy.gov/biomass/pdfs/biodiesel_from_algae.pdf" target="_blank">http://www1.eere.energy.gov/biomass/pdfs/b..._from_algae.pdf</a><br><a href="http://www.cascadehs.csd.k12.id.us/advbio/97-98/minicoil.html" target="_blank">http://www.cascadehs.csd.k12.id.us/advbio/...8/minicoil.html</a><br><a href="http://www.aiam.info/05/articoli_ml_plancton1.htm" target="_blank">http://www.aiam.info/05/articoli_ml_plancton1.htm</a><br><a href="http://www.aiam.info/05/articoli_ml_plancton2.htm" target="_blank">http://www.aiam.info/05/articoli_ml_plancton2.htm</a><br><br>Piccola aggiunta per leptone <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/88422e78753f51a2fb1990cf8ccde525.gif" alt=":B):"><br><a href="http://www.quitalia.it/article.aspx?id=24718" target="_blank">http://www.quitalia.it/article.aspx?id=24718</a><br><a href="http://www.scienzaegoverno.org/2002/inconv/csua_conv_03_06/giacometti.pdf" target="_blank">http://www.scienzaegoverno.org/2002/inconv.../giacometti.pdf</a><br><a href="http://www.muvita.it/data/Progetti/energygeneration.pdf" target="_blank">http://www.muvita.it/data/Progetti/energygeneration.pdf</a><br><br><br>Odisseo<br><br><span class="edit">Edited by odisseo - 5/4/2007, 20:28</span>

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Ciao Odisseo,<br>grazie per i link, sono davvero molto interessanti.<br><br>Si, ti confermo che la produzione di idrogeno si innesca eliminando lo zolfo.<br>Ciò avviene perchè, una volta private di questo elemento, non potranno continuare il processo di fotosintesi con conseguente produzione di ossigeno, ma di contro produrranno idrogeno.<br>Nello specifico, l&#39;alga &quot;Chlamydomonas reinhardtii&quot; è facilmente manipolabile dal punto di vista genetico. Se non ricordo male, l&#39;anno scorso alcuni ricercatori utilizzando una variante creata a doc, sono riusciti a quintuplicare la produzione di idrogeno; il rendimento rimane comunque basso.<br>In germania invece si sta studiando un&#39;ulteriore variante in grado di ottenere rendimenti del 10&#37;. Un prototipo del bioreattore è gi&agrave; stato costruito.<br>Purtroppo non ho nessun link a riguardo, non sono riuscita a trovarne.

                                    Commenta


                                    • #19
                                      grazie dei link odisseo.<br><br>sul sito della ccap <a href="http://www.ccap.au.uk" target="_blank">www.ccap.au.uk</a> dice che il &quot;botryococcus braunii&quot; è un alga d&#39;acqua dolce, perchè tu dici che è di acqua salata?<br><br>E la chlorella ritieni sia preferibile?<br><br>con quale inizio? tanto si deve iniziare.

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Il botryococcus braunii è un alga cloroficea (alga verde) che vive in acqua dolce.<br><br>Scegli tu con cosa partire, alla fine come ben dici bisogna pur partire. Con una buona sperimentazione pratica potrai poi scegliere meglio

                                        Commenta


                                        • #21
                                          ehm,scusate ..<br><br>per le battute del post precedente..,<br>ma sono fortemente incuriosito dal progetto alga-biodisel...<br>purtroppo mi ricordo di alcune invasioni algali prodotte spontaneamente in adriatico...<br>e devo dire che sono sempre rimasto fortemente impressionato dall&#39;enorme quantit&agrave; di alghe prodotte..<br>e dal fatto che prese in mano, lasciavano tracce di sostanze viscide, gelatinose e fortemente oleose....(mi venne il sospetto che i depositi di petrolio fossero derivati da queste alghe, piuttosto che da vegetali tipo alberi, che infatti producono carbone)<br>poi , un ricercatore, che è scomparso recentemente,<br>purtoppo non ricordo il nome, trovò una stretta relazione tra gli scarichi di detersivo(fosforo),gli scarichi di liquami,o azotati,gli scarichi vari delle attivit&agrave; umane,<br>che in concentrazioni casuali, e in determinate condizioni di temperatura<br>producevano queste esplosioni di vegetazione algale...<br><br>premesso che con la fine dell&#39;era del petrolio a basso prezzo...<br>e entro pochi anni del petrolio stesso...<br>le coltivazioni per produrre biodisel sono diventate economicamente appetibili...<br>e se lo dice bush, possiamo fidarci...<br>il dato interessante è che le alghe sono certamente la risposta più interessante...<br>quindi potremmo aggirare il problema,(come anche ha osservato il fidel)<br>che per far fronte al consumo (e solo del 20&#37; ) per es.. di carburante in USA non è sufficiente tutta la produzione attuale Usa di mais...e quindi la superficie agricola non è sufficiente...<br>e qualcosa dobbiamo pur mangiare...<br>ma se la produzione per ettaro passa dai 4000 litri/ettaro per anno del mais,<br>(una buona produzione media) ,<br>ai 100.000 e passa delle alghe,<br>le superfici diventano possibili e gestibili...e le rese simili a quelle di un buon pozzo di petrolio....tipo con 4.000 ettari produciamo come un pozzo da 10.000 barili/giorno,(di, con 60 dollari/barile sò 600.000 dollari al giorno..caro odi..con una resa di 200 milioni di euri l&#39;anno..possiamo anche investire 100 milioni di euri nelle strutture)<br> diventiamo sceicchi...con buona pace di bin laden...<br><br><br>ma come si chiama l&#39;alga marina?<br><br>p.s<br> la produzione di idrogeno e/o metano,<br>credo sia tecnicamente più difficile ...<br>

                                          Commenta


                                          • #22
                                            Su questo sito ho trovato il botryococcus braunii<br>Universit&agrave; del Texas - <a href="http://www.bio.utexas.edu/research/utex/" target="_blank">http://www.bio.utexas.edu/research/utex/</a><br><br>Tra un po&#39; arriva la provetta. Sar&agrave; divertente vedere che ci farò&#33;<br><br>Se c&#39;è qualcuno che mi può dare consigli&#33;<br><br>Questo è quello che dicono che serve:<br><br>Bold 3N medium and *MB (H.C. Bold, pers. comm.)<br>Modification of Bold&#39;s recipe. General purpose freshwater medium used for xenic cultures, especially blue-greens and reds.<br><br>Preparation: To 940 mL of glass-distilled water, add:<br><br>mL stock solution g/400 mL H2O<br>30 NaNO3 10.0<br>10 CaCl2. 2H2O 1.0<br>10 MgSO4. 7H2O 3.0<br>10 K2HPO4 3.0<br>10 KH2PO4 7.0<br>10 NaCl 1.0<br>1 vitamin B12 60.0 x 10-6<br>6 PIV metal solution<br>40 soilwater (GR+) supernatant<br><br>PIV metal solution.<br><br>To 1000 mL of glass-distilled water, add 0.750 g of Na2EDTA, and dissolve fully. Add the following salts in the amounts indicated:<br><br>FeCl3. 6H2O 97 mg<br>MnCl2. 4H2O 41 mg<br>ZnCl2 5 mg<br>CoCl2. 6H2O 2 mg<br>Na2MoO4. 2H2O 4 mg<br><br>* For MB3N only, add our DAS (Dasycladales) vitamin cocktail (1ml/L) to the cooled liquid medium or just before pumping melted agar medium.<br><br>Boh<br>

                                            Commenta


                                            • #23
                                              Che tipo di consigli hai bisogno?<br><br>Quello che hai riportato è, per dirla in parole povere, la ricetta per preparare il terreno di coltura delle alghe, chiamati nel tuo caso 3N o MB.<br>La prima parte ti dice come preparare il tipo di coltura; la seconda, quella denominata &quot;PIV&quot;, dice appunto come preparare la soluzione PIV da aggiungere alla prima (6 ml di PIV).<br>In ogni caso, se cerchi magari in internet, troverai sicuramente la composizione scritta in modo più chiaro.<br><br>Ely

                                              Commenta


                                              • #24
                                                Per lorenzo.iraci<br>Ti auguro in bocca al lupo per questa tua avventura.<br>Sappi che esitono testi specialistici che trattano la colture di microalghe. Comunque, non te la prendere, ma se non sei un esperto di questi microorganismi, non ti servir&agrave; a niente tenere le microalghe in coltura. Non sono alberi o semi per cui una volta piantati aspetti con pazienza che crescano. Devi gestire il mezzo liquido in cui vivono ecc ecc... e se sbagli dosaggio in un momento, puoi buttare tutto nel cesso. Le microalghe hanno vita breve, ma si duplicano in continuazione. Non saprei cosa dirti se non di studiare a fondo questa materia. Mio nonno mi diceva sempre quando mi vedeva fare cose che non ero in grado di fare: Lassa cu fannu l&#39;arte a ciunca sape. Cioè lascia fare il mestiere a chi sa farlo :-)<br><br>A presto

                                                Commenta


                                                • #25
                                                  <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (stella&#95;solar @ 18/4/2007, 22:20)</div><div id="quote" align="left">Per lorenzo.iraci<br>Ti auguro in bocca al lupo per questa tua avventura.<br>Sappi che esitono testi specialistici che trattano la colture di microalghe. Comunque, non te la prendere, ma se non sei un esperto di questi microorganismi, non ti servir&agrave; a niente tenere le microalghe in coltura. Non sono alberi o semi per cui una volta piantati aspetti con pazienza che crescano. Devi gestire il mezzo liquido in cui vivono ecc ecc... e se sbagli dosaggio in un momento, puoi buttare tutto nel cesso. Le microalghe hanno vita breve, ma si duplicano in continuazione. Non saprei cosa dirti se non di studiare a fondo questa materia. Mio nonno mi diceva sempre quando mi vedeva fare cose che non ero in grado di fare: Lassa cu fannu l&#39;arte a ciunca sape. Cioè lascia fare il mestiere a chi sa farlo :-)<br><br>A presto</div></div><br>Quello che dici è vero, ma permettimi di dire che &quot;nessuno nasce imparato&quot;.<br>Ora ripeto anche una cosa che ho gi&agrave; scritto in un&#39;altra discussione, ovvero che nel campo della ricerca si hanno parecchi insucessi e talvolta può capitare un successo.<br>Lo studio non si fa solamente leggendo un testo ma anche sperimentando in prima persona e pazienza se farai errori, si cresce anche con quelli.<br>Bisogna avere anche buona volant&agrave;, mai scoraggiarsi e soprattutto essere scrupolosi nell&#39;applicare i vari protocolli.<br>Ho vissuto in prima persona queste cose, quindi so di cosa parlo.<br><br>Ely

                                                  Commenta


                                                  • #26
                                                    Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Specialmente con i soldi propri.<br><br>Non ho niente in contrario con la ricerca, anzi, ci lavoro pure.<br>Lorenzo.iraci è libero di fare ciò che vuole, e son contenta per lui.<br><br>Ciò che mi incuriosisce e mi fa sorridere è &quot; l&#39;improvvisazione &quot; e spesso (anzi sempre) improvvisare non porta a niente, ma solo perdita di soldi e tempo. Non si costruisce MAI una casa se non si sa come metterla in piedi, cercando di volta in volta di incastrare i mattoni &quot;per sentito dire&quot;.<br><br>Occorre prepararsi in anticipo per affrontare un lavoro. Per percorrere un viaggio bisogna sapere DOVE andare, con CHE COSA andare.<br>Occorre quindi acquisire conoscenze, informazioni, dati, e soprattutto acquisire la famosa &quot;sensibilit&agrave;&quot; del mestiere (chi lavora con gli organismi viventi sa a cosa mi riferisco).<br>Solo dopo tutto ciò si può iniziare la Ricerca, o meglio, il lungo viaggio della Ricerca. I risultati si vedranno così.<br><br>Ricordo solo che se avessi risposto &quot; Boh&quot; ai miei docenti di fronte a dei dati mi avrebbero detto : &lt;&lt; Signorina, lei non è adatta per questo laboratorio. La porta è quella....arrivederci. >><br><br>Quindi la parola d&#39;ordine è : S T U D I A R E .<br><br>Saluti.

                                                    Commenta


                                                    • #27
                                                      beh, questo è per progetti con milioni di euri....<br>ma mi sembra la strada per le microalghe....<br><br>da tuttoscienze<br><br>FRANCESCODEPRETIS<br>Immaginat e il centro di Torino,<br>Milano o Roma costellato<br>di grattaceli di 30 piani, pieni<br>di pannelli solari e di coltivazioni<br>di ogni tipo, capaci di<br>purificare acque inquinate e<br>produrre energia pulita: fantascienza?<br>Secondo il professor<br>Dickson Despommier della<br>Columbia University, molto<br>presto questi polmoni verdi<br>potrebbero fare compagnia<br>alla Mole, al Duomo, al<br>Colosseo.<br>Microbiologo e scienziato<br>ambientale di fama internazionale,<br>Despommier è sicuro<br>che l’agricoltura, dopo un<br>lungo periodo di assenza, giocher&agrave;<br>di nuovo un ruolo fondamentale<br>nell’evoluzione<br>delle societ&agrave; umane del XXI<br>secolo: a fronte del riscaldamento<br>globale e del boom demografico<br>dei nuovi Paesi<br>emergenti, il Pianeta Terra e<br>il genere umano potranno sopravvivere<br>solo se saranno<br>capaci di ribaltare le regole<br>del gioco, partendo proprio<br>dall’agricoltura. La parola<br>d’ordine di Despommier è infatti<br>«vertical farming», coltivazioni<br>non più orizzontali<br>ma sviluppate verticalmente<br>in gigantesche «bio-towers»<br>- le bio-torri - totalmente autosufficienti<br>e sostitutive del<br>lavoro dei campi. Agricoltura<br>non più nelle campagne,<br>ma hi tech e direttamente<br>nelle metropoli.<br>Il Piano Al Gore<br>L’idea potrebbe sembrare<br>bizzarra, ma sta riscontrando<br>grande interesse nella comunit&agrave;<br>internazionale: il governo<br>olandese si è dimostrato<br>decisamente interessato<br>al progetto e anche l’emirato<br>di Dubai vorrebbe investire<br>parte delle proprie ricchezze<br>petrolifere in un centro di ricerca<br>di agricoltura urbana.<br>Come mai tutto questo interesse?<br>Molta della fortuna che il<br>«vertical farming» sta riscontrando<br>è dovuta a una possibile<br>soluzione che questo<br>nuovo modo di coltivare conterrebbe<br>dentro di sé: la soluzione<br>a un grave e complicato<br>problema. Il professore di<br>New York ne è convinto: coltivare<br>dentro grattaceli ecosostenibili<br>potrebbe fermare<br>il riscaldamento globale.<br>Secondo Despommier, infatti,<br>le attuali proposte di riduzione<br>del consumo energetico<br>(a cominciare dall’ormai<br>famoso «Piano Al Gore»)<br>non riusciranno a incidere<br>più di tanto sulla «febbre»<br>della Terra e al massimo potranno<br>rallentare l’evoluzione<br>di un fenomeno sempre<br>più catastrofico. Le «biotowers<br>», al contrario, sfruttando<br>spazi urbani decisamente<br>inferiori alle attuali<br>superfici coltivate, permetterebbero<br>il ritorno alla grande<br>delle foreste sui terreni non<br>più sfruttati in modo intensivo<br>da milioni e milioni di contadini,<br>bloccando così il continuo<br>aumento delle temperature<br>terrestri.<br>Dall’analisi eseguita dal<br>gruppo di ricerca della Columbia<br>University emerge un dato<br>particolarmente interessante:<br>al crescere delle «bio-towers»<br>il correlato aumento dei territori<br>boschivi potrebbe riequilibrare<br>nell’atmosfera l’eccesso<br>di anidride carbonica e in modo<br>molto più consistente di<br>quello finora seguito per limitare<br>i consumi e gli sprechi<br>energetici.<br>Opportunit&agrave; hi-tech<br>Appurato questo ruolo positivo,<br>perché costruire le «biotowers<br>» nelle citt&agrave; e non nelle<br>campagne?<br>Sempre secondo lo studio,<br>le aree urbane garantiscono<br>maggiore sicurezza e opportunit&agrave;<br>alle coltivazioni: se l’agricoltura<br>è controllata nelle metropoli,<br>in caso di disastri naturali<br>i terreni sono più protetti<br>e si evitano perdite su larga<br>scala (come, per esempio, a seguito<br>degli uragani nel Sud-<br>Est degli Stati Uniti). Inoltre<br>le coltivazioni possono essere<br>seguite con logiche hi tech<br>nuove, che, finora, sono state<br>raramente applicate. E si possono<br>razionalizzare anche molte<br>forme di allevamento. Si aggiunge,<br>poi, la questione della<br>pressione demografica: entro<br>il 2050 quasi l’80&#37; della popolazione<br>mondiale vivr&agrave; nelle<br>citt&agrave; o in zone limitrofe e le<br>«bio-torri» funzionerebbero<br>quindi da granai per una domanda<br>alimentare iper-concentrata<br>nelle megalopoli.<br>Despommier è convinto<br>che il «vertical farming» possa<br>trasformarsi presto in un sistema<br>di produzione agricola per<br>tutte le principali citt&agrave; degli<br>Usa gi&agrave; in un quindicennio: sogni<br>o realt&agrave;?<br>L’agricoltura deve<br>trasformarsi: non la<br>si può più lasciare<br>inmano ai contadini<br>del TerzoMondo<br>Dickson Despommier<br>Columbia University<br>New York - Usa<br>Il cibo cresce nei bio-grattacieli<br>Professor Dickson Despommier,<br>perché dobbiamo cambiare i<br>modi di coltivare?<br>«Penso che vi siano almeno<br>due fattori da considerare. Innanzitutto<br>c’è stata una crescita<br>demografica esponenziale<br>negli ultimi 100 anni. In Italia<br>ed in Europa questo problema<br>è poco avvertito, perché i tassi<br>di natalit&agrave; sono quasi a zero,<br>ma nel resto del mondo le nascite<br>sono in costante aumento<br>e stiamo per toccare quota<br>sei miliardi e mezzo di esseri<br>umani. Tutto ciò sta provocando<br>una pressione incredibile<br>sia sulla domanda sia sulla<br>produzione di cibo: una situazione<br>denunciata ogni anno<br>dalla Fao. In secondo luogo abbiamo<br>registrato una consistente<br>riduzione delle funzioni<br>dell’intero ecosistema terrestre<br>negli ultimi 20 anni, un<br>processo innescato dall’impatto<br>negativo che l’agricoltura<br>tradizionale ha sui territori<br>coltivati. Molti scienziati, oggi,<br>concordano su un’analisi:<br>nei prossimi 50 anni questa<br>devastazione rischia di diventare<br>ancora peggiore e i terreni<br>coltivati - sottratti a foreste<br>tropicali e sub-tropicali - renderanno<br>sempre di meno».<br>Il «vertical farming» disinnescher&agrave;<br>questa bomba a tempo?<br>«Sì. Il “vertical farming” che<br>propongo è una delle soluzioni<br>innovative che stanno emergendo.<br>Coltivare cibo in centri<br>urbani ha notevoli vantaggi: riduce<br>il consumo di carburanti<br>fossili, produce alimenti con<br>continuit&agrave;, offre nuove opportunit&agrave;<br>di impiego, ma soprattutto<br>favorisce un vero riequilibrio<br>con l&#39;ambiente naturale».<br>Com’è nata l’idea? E quanto<br>tempo ci vorrebbe per vedere<br>una citt&agrave; nutrita dalle bio-torri?<br>«Tutto è iniziato circa sette anni<br>fa: ero a New York con un<br>gruppo di studenti e si discuteva<br>di fabbisogno alimentare di<br>una metropoli. Eravamo saliti<br>sul giardino pensile di un grattacielo,<br>quando ci siamo chiesti:<br>“Perché non spostare tutte<br>le operazioni di coltivazione in<br>citt&agrave;, magari in palazzi abbandonati?<br>Sarebbe più facile fare<br>i conti con la domanda di cibo<br>di ogni quartiere di New<br>York”. Così è partito il progetto:<br>abbiamo lavorato molto sul<br>modello e ci siamo accorti che,<br>spesso, azioni molto utili a rallentare<br>il riscaldamento globale<br>non sono affatto prese in considerazione<br>dagli agricoltori.<br>Pochi piantano alberi e molti li<br>abbattono per aumentare gli<br>ettari di coltivazione: questo è<br>uno degli esempi che dimostrano<br>come in realt&agrave; l’agricoltura<br>non andrebbe lasciata in mano<br>a gente inesperta».<br>In pratica, però, la sua è una rivoluzione:<br>non sar&agrave; troppo difficile<br>da realizzare?<br>«Il nostro progetto può sembrare<br>troppo avveniristico,<br>ma non ci vorrebbe molto a costruire<br>un sistema di “vertical<br>farming” anche per una metropoli<br>come New York: secondo<br>le nostre stime, in 7-10 anni la<br>produzione alimentare sarebbe<br>gi&agrave; a pieno regime».<br>Sar&agrave; più facile installare il suo sistema<br>in nazioni altamente industrializzate<br>o in quelle del Terzo<br>Mondo?<br>«Se è una questione di soldi, il<br>G8 può partire subito con il<br>progetto. Tuttavia, il “vertical<br>farming” giocherebbe un ruolo<br>fondamentale contro la fame<br>nel Terzo Mondo: sono<br>convinto che si debba mettere<br>in comune sia la nostra tecnologia<br>sia il nostro benessere, indipendentemente<br>da chi è il beneficiario<br>ultimo. Il miglior modo<br>di mantenere la nostra ricchezza<br>è offrirla agli altri: Bill<br>Gates o Warren Buffett sono<br>d’accordo con me». [F. D. P.]<br>I siti<br>THE VERTICALFARMPROJECT:<br><a href="http://verticalfarm.com/essay" target="_blank">http://verticalfarm.com/essay</a>.<br>htm<br>LATOUR VIVANTE:<br><a href="http://www.ateliersoa.fr/newsagence/" target="_blank">http://www.ateliersoa.fr/newsagence/</a><br>newsagence.htmA<br>NATIONAL SUSTAINABLE<br>AGRICOLTUREINFORMATION<br>SERVICE:< br><a href="http://attra.ncat.org/" target="_blank">http://attra.ncat.org/</a><br>PROGRESSIVE GARDENING:<br><a href="http://progressivegardening" target="_blank">http://progressivegardening</a>.<br>com/<br>IE’ stata la principale attivit&agrave;<br>dell’uomo dal Neolitico fino<br>al XVIII secolo e ora l’agricoltura<br>si infila sotto i riflettori di<br>scienza e tecnologia: genetica<br>e problemi energetici la stanno<br>riportando in auge in una versione<br>decisamente hi tech. Il<br>«vertical farming» teorizzato<br>dal professor Despommier della<br>Columbia University, infatti,<br>non è che l&#39;ultima di una lunga<br>serie di proposte che stanno rimettendo<br>al centro dell&#39;attenzione<br>i lavoratori della terra. La<br>questione degli Ogm resta centrale:<br>dagli Usa al Terzo Mondo<br>proseguono le sperimentazioni<br>- spesso controverse - sugli organismi<br>geneticamente modificati<br>per migliorare le sementi,<br>incrementare la produttivit&agrave;<br>dei raccolti e creare cibi che<br>contengano vitamine e «integratori<br>». Intanto cresce l’attenzione<br>sui biocarburanti, la nuova<br>generazione di benzine prodotte<br>dai vegetali: all’avanguardia<br>delle ricerche in questo<br>campo il MIT di Boston e il Brasile,<br>dove fa scuola la campagna<br>per le energie alternative del<br>presidente Lula. [F. D. P.]<br>Lo sapevi che?<br>La rivoluzione verde punta anche ai carburanti<br>“Ecco l’arma decisiva<br>contro l’effetto serra”<br>Torri di 30 piani<br>alimentate dal Sole<br>produrranno frutta<br>e verdura ecologiche<br>IlWeb<br>«Una nuova filosofia<br>che è condivisa anche<br>da Bill Gates<br>eWarren Buffett»<br>Urbanistica.Con il vertical farming si abbandonano i campi tradizionali per creare coltivazioni hi-tech nelle citt&agrave;<br>“Sar&agrave; l’unicomodo per riuscire a sfamare imiliardi di persone che si stanno concentrando nellemetropoli”<br>Partners-LA STAMPA<br>La fabbrica del cibo<br>LA STRUTTURA<br>L’energia viene fornita<br>in larga parte<br>da un sistema<br>di celle ruotanti<br>PANNELLI SOLARI<br>I «camini»<br>a spirale con<br>mini-eliche<br>garantiscono<br>un ulteriore<br>supporto<br>di energia<br>SISTEMA<br>EOLICO<br>COPERTURA<br>TRASP ARENTE<br>Mentre le sostanze<br>inquinanti vengono<br>intercettate e neutralizzate,<br>la pioggia viene convogliata<br>in serbatoi e utilizzata<br>Una rete di sensori e computer<br>garantisce un sistema<br>di coltivazione 24 ore<br>al giorno, 365 giorni l’anno<br>STANZA DI CONTROLLO<br>La struttura rotonda, basata<br>su elementi modulari,<br>permette il migliore<br>sfruttamento dello spazio<br>ARCHITETTURA<br>Una torre può produrre grano,<br>verdura, frutta e allevare<br>pollame, maiali e pesci,<br>garantendo l’alimentazione<br>di 50 mila persone l’anno<br>RACCOLTI<br>LE COLTIVAZIONI<br>Simile al «jet inker» delle stampanti,<br>il braccio robotico gestisce l’acqua<br>e la luce per le coltivazioni<br>Alimentatore<br>L’acqua per l’irrigazione è raccolta,<br>filtrata e depurata e poi riutilizzata<br>Ricircolo<br>Monitor e sensori controllano<br>il grado di crescita e maturazione<br>dei prodotti per una raccolta<br>tempestiva<br>Raccoglitore<br>La massimizzazione dello spazio<br>è fondamentale: i piani<br>di coltivazione sono sovrapposti,<br>da 2 a un massimo di 10<br><br><br>

                                                      Commenta


                                                      • #28
                                                        Sono pienamente d&#39;accordo con quello che hai scritto gentile stella_solar.<br>Tuttavia permettimi di dire che quando si incomincia una ricerca non sempre si hanno testi da consultare e quindi necessariamente bisogna &quot;improvvisare&quot;. Soprattutto se l&#39;oggetto della ricerca fa parte di un contesto nuovo e ancora da studiare.<br>Se esistessero i testi su cui studiare tutto, alla fine la ricerca non avrebbe senso e come ben dici ci limiteremmo al classico studio che si fa quando si frequenta un laboratorio dell&#39;universit&agrave;.<br>Ribadisco quindi le informazioni si ottengono certamente con lo studio, ma studio inteso come VERA ricerca partendo anche da zero.<br>Il DOVE, il CHE COSA, la parola &quot;MAI&quot; e altre belle parole sono tutte cazzate che insegnano all&#39;universit&agrave;.<br>Quando ti capita di lavorare ad esempio con un tipo di alga non molto conosciuta e ti dicono di trovare un sistema per alzare il suo rendimento e non hai praticamente nulla cosa fai? Certo ti documenti ma trovi ben poco, allora fai esperimenti su esperimenti magari uscendo dal laboratorio alle 4 di notte, saltando anche la cena e dimenticandoti che forse hai anche una casa.<br>E ti posso assicurare che si sbaglia... e si sbaglia parecchio prima di mettere a punto un giusto protocollo biologico di crescita.<br>Questa è la vera ricerca&#33;&#33;&#33;<br>E mi spiace che in qualcuno provochi stupore.<br>Quindi per concludere il mio sfogo, di cui chiedo anche scusa, dico che se il nostro caro Lorenzo vuole buttarsi nella sperimentazione, lo faccia pure senza timori.<br><br>(scusate mi sono un pochetto arrabbiata)<br><br>Ely<br>

                                                        Commenta


                                                        • #29
                                                          Caro Lorenzo,<br>per placare le urla di leptone, informaci sui tuoi risultati.<br>Ok, mettiamo da parte i litigi da bimbi piccoli (mia figlia piccola, a proposito, è proprio brava nel farli...) e torniamo a cose serie: leggevo l&#39;articolo riportato da superabazon. Interessante. Dall&#39;agricultura aspettiamoci di tutto.<br>E mi fa pensare anche al progetto che sta nascendo nel mio Salento.<br>Volevo chiedere a superabazon: a quale percentuale di lipidi in peso hai fatto riferimento per ottenere 100.000 litri/ha? Ogni microalga (a quanto ricordo) ha una sua produttivit&agrave; in olio.<br><br>Son pienamente d&#39;accordo anche con superabazon quando scrive che i giacimenti di petrolio derivino proprio dalle microalghe.<br><br>E il Salento punta proprio su di esse per produrre energia.<br><br>Ho fatto altre ricerche su questa azienda che sta nascendo. Ho trovato questo articolo:<br><a href="http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&amp;tb=notizie" target="_blank">http://www.collepasso.it/notizia.phtml?value=766&tb=notizie</a><br><br>e una serie di annunci di ricerca per centinaia di persone. Si vede che stanno strutturando la parte tecnica-costruttiva. Infatti la quantit&agrave; maggiore di personale sta nei tecnici. E poi stanno nascendo con fondi privati. Incredibile. I miei amici che hanno sostenuto il colloquio, e poi assunti, sono rimasti senza parole.<br><br>Qui si parla di coltura di Chlorella, cioè la stessa microalga su cui si effettuavano le prime ricerche sulla fotosintesi (anni 40-50). E&#39; considerata la Ferrari delle microalghe (si duplica velocemente). Il processo termina con produzione di biogas, e quindi energia elettrica.<br><br>Sono impressionanti le cifre che l&#39;azienda riporta in produttivit&agrave;, investimenti, fatturato. Sono dati perfetti. Immagino ora che usciranno con gli impianti &#33;<br><br>E&#39; dall&#39;agricultura che tutti i problemi ambientali avranno soluzione. Così come sempre è stato. Ma con un tocco di hi-tech.<br><br>Dal Salento, tanti saluti

                                                          Commenta


                                                          • #30
                                                            In effetti sono andata piuttosto pesante, ma ci tenevo a puntualizzare su certe cose. Non era mia intenzione &quot;urlare&quot; e nel caso me ne scuso.<br>Il paragone con i bimbi è pefetto; primo perchè sono vivacissimi e secondo sono molto curiosi, particolarit&agrave; molto importante per chi fa ricerca. <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/5b6d9327844342755e8b0c55926b8638.gif" alt=":P"><br><br>Per quanto riguarda la produzione di energia partendo dalle alghe, fate attenzione ai reali rendimenti.<br>Sono tecnologie ancora nuove ed in continua evoluzione dove parecchi si sono buttati.<br>Un caso analogo sta avvenendo con i gassificatori di biomassa; tanti si son buttati ed altrettanti hanno problemi di varia natura che al momento non ti consentono di avere un impianto affidabili al 100&#37;<br><br>Ely

                                                            Commenta

                                                            Attendi un attimo...
                                                            X