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ONU: Biocarburanti crimine a umanità

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  • ONU: Biocarburanti crimine a umanità

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    Edited by MetS - 14/3/2008, 05:28

  • #2
    Come volevasi dimostrare...

    Per quanto la azioni possano essere ispirate da sincera buona fede occorre sempre pensare bene alle conseguenze. Con la fabbricazione in casa di etanolo gli USA stanno cercando di affrancarsi dalla dipendenza degli approvvigionamenti di carburante, sempre più a rischio. A questo spinti anche dalla pressione internazionale e dalle difficoltà crescenti per difendere le vie di approvvigionamento. Stessa cosa stano facendo tutti gli altri paesi industrializzati che, per inciso, producono comunque cibo più che sufficiente per le proprie necessità.
    Però invece di esultare perchè finalmente i "ricchi" non "depredano" più le ricchezze dei paesi in via di sviluppo.... oibò si scopre che erano proprio i paesi in via di sviluppo quelli che ottenevano più vantaggi dalla situazione.
    Non vedo dove stia il problema comunque. I paesi arretrati sono ricchissimi di risorse naturali. Se i paesi ricchi non le richiedono più e ne fanno a meno ne resterà di più per i paesi poveri no?
    O qualcosa nel ragionamento non fila? :unsure:
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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    • #3
      CITAZIONE
      Negli ultimi anni la produzione di biocombustibili è in continua e costante crescita. Il ricorso a questa fonte di energia rinnovabile è stato favorito dagli alti prezzi raggiunti dal petrolio e dal problema del surriscaldamento e dell'inquinamento del pianeta. I carburanti coltivati si ottengono dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, da cui viene estratto l'etanolo, o alcol etilico, e possono essere utilizzati in sostituzione della benzina come combustibili per i motori a scoppio. Dalla lavorazione della spremitura dei semi di vegetali oleaginosi, come girasole, colza e soia, si può ottenere, invece, il cosiddetto biodiesel.

      Manca la canapa.....

      CITAZIONE
      L'Africa ha di recente attirato l'interesse di molte compagnie, orientate alla produzione e al commercio su larga scala di questi carburanti. Gli investitori occidentali hanno già stanziato milioni di dollari per produrre bioetanolo e biodiesel nel continente. La zona individuata - perché più appetibile, viste le frequenti precipitazioni piovose - sembrerebbe l'area compresa tra Angola, Zambia e Mozambico.

      Quando sono da coltivare per biocarburanti vanno bene , se servono per dare da mangiare no .
      L'ipocrisia dell'affamazione non regge.

      CITAZIONE
      La Nigeria, l'anno scorso, ha assegnato due concessioni alla Inc. Natural Resources per realizzare un progetto, del valore di 4 miliardi di dollari, per produrre etanolo nello stato settentrionale di Jigawa; mentre il Kenya ha avuto accesso a ben la metà dei 67 milioni di euro di prestiti a favore delle aziende agricole subsahariane, messi a disposizione da una società di promozione dei nuovi mercati per stimolare i produttori locali a orientarsi verso attività diverse, come la produzione di biodiesel e bioetanolo. Grazie all'ingente somma, che dovrà comunque essere restituita, e alla sua produzione di canna da zucchero, di granturco e di piante erbacee come il sorgo, il Kenya potrebbe avere l'opportunità di diventare un grande esportatore di combustibili estratti da risorse naturali rinnovabili.

      Il problema consiste nel fatto che altri paesi potrebbero diventare improvvisamente "ricchi" e indipendenti e questo non va bene per niente...


      La risposta prima della domanda :

      CITAZIONE
      I DUBBI

      Nel continente africano c'è già chi comincia a prendere le dovute cautele per commisurarsi con l'arrivo degli investitori stranieri nel settore dei biocarburanti. È il caso degli agricoltori della Tanzania, i quali hanno organizzato un corso destinato ai produttori locali su come investire in carburante verde. Secondo le dichiarazioni rilasciate dal rappresentante della Rete contadina per lo sviluppo e l'innovazione agricola (Mviwata), l'iniziativa è nata in risposta all'operato del governo, che avrebbe adottato una strategia che penalizza le fattorie. Non è un caso che sia stata proprio la Mviwata a organizzare il corso a Morogoro, nel centro-est del paese. La produzione di biocarburanti - in questo caso, di etanolo ottenuto a partire dal mais, dalla canna da zucchero o dal sorgo - richiede risorse e terreni estesi: condizioni che i contadini della Tanzania, abituati a lavorare su piccola scala, non sono in grado di sostenere. Anche se il ministro dell'agricoltura e della sicurezza alimentare, Matayo David, assicura che le terre non saranno portate via ai contadini locali, non possiamo non condividere la diffidenza degli agricoltori tanzaniani, consci del fatto che questo tipo di coltura rischia di impoverire il terreno e loro stessi.

      CITAZIONE
      AFFAMATI DAL BIOFUEL

      C'è anche chi pensa che l'utilizzo di bioenergie possa costituire una minaccia per i popoli autoctoni e tribali dell'Africa. L'allarme è stato lanciato nel maggio scorso a New York in occasione dell'apertura della sesta sessione dell'Istanza permanente sulle questioni autoctone, dedicata quest'anno al problema dei territori e delle risorse naturali. I 16 esperti della Commissione del forum permanente Onu sulle tematiche indigene (creato nel 1982) non hanno nascosto la loro inquietudine per l'espansione delle piantagioni destinate alla produzione di combustibili "puliti", che spesso si realizza con l'espulsione delle popolazioni autoctone dalle loro terre. Victoria Tauli-Corpuz, presidente dell'Istanza, si è detta molto preoccupata dal fatto che è nuovamente nelle terre autoctone che si cercano le soluzioni e che potrebbero essere cinque milioni gli indigeni sloggiati dai biofuel.

      CITAZIONE
      Ma non sono solo gli esperti del forum delle Nazioni Unite a puntare il dito contro gli agrocombustibili. Di recente, Fidel Castro ha posto l'accento sul rischio di carestie alimentari dovute alla diffusione di carburanti coltivati. L'anziano leader cubano ha indicato in oltre tre miliardi le persone che potrebbero esserne colpite. La catastrofica previsione trova parziale conferma in recenti studi, che indicano come, per ogni aumento di punto percentuale del prezzo del mais, il numero degli "affamati" crescerà di circa 16 milioni di persone, per arrivare a 1,2 miliardi entro il 2025. All'inizio dell'anno in Messico c'è stata una vera e propria sommossa popolare a causa dell'etanolo, che ha fatto schizzare il prezzo delle tortillas da 7 a 18 pesos al chilo, mentre in Sudafrica il mais bianco, il più usato, costa il 40 % in più dell'anno passato, con pesanti ripercussioni sui consumatori più poveri.

      Per poi portare a "credito" un comunista roba da ridere .

      Per il prezzo delle tortillas ci si dovrebbe chiedere chi sono gli speculatori che agiscono e che controllano il mercato , non solo in Messico ma anche in Italia visto che gli aumenti spropositati che ci sono stati .

      CITAZIONE
      Senza dimenticare che, nei mesi scorsi, buona parte del mondo scientifico ha più volte denunciato l'incoerenza ecologica dell'utilizzo dell'etanolo come combustibile per automobili. In primo luogo, le monoculture estensive hanno un effetto devastante dal punto di vista climatico: le precipitazioni, infatti, si riducono e si concentrano nel tempo, dando luogo a tempeste di pioggia, ristrette a brevi periodi dell'anno. C'è da mettere in preventivo, poi, che le monoculture possono provocare l'erosione della biodiversità animale e vegetale, se portate in regioni in cui questa è praticata.

      Perchè non alternare colture di canapa , barbabietole da zucchero e mais ?

      In più il bilancio co2 dovrebbe essere zero .

      CITAZIONE
      Nel giugno scorso, il sociologo svizzero Jean Ziegler, relatore speciale delle Nazioni Unite per l'alimentazione, ha puntato il dito contro i paesi occidentali che promuovono i cosiddetti biocarburanti provenienti da terreni agricoli in passato destinati alla produzione alimentare. La critica di Ziegler dovrebbe indurci a riflettere sul fatto che la bioenergia può compromettere la sicurezza alimentare e danneggiare l'ambiente. Per questo è indispensabile che, nell'immediato futuro, la produzione di biocombustibili venga seriamente regolata e monitorata.

      Puo stare tranquillo in fatto di alimentazione .... se la siccita perdura o si aggrava non si potranno coltivare ne gli uni ne gli altri ...

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      • #4
        Ma per FAVORE!
        Inutile girarci intorno, è CRIMINALE usare del cibo come carburante, punto e basta! La fame nel mondo è un problema allucinante e miete più vittime di qualunque epidemia, ed è rivoltante che si pensi al cibo come fonte di energia per le auto. Se tanto ci teniamo, ricicliamo l'olio delle fritture e risparmiamo qualcosa, ma basta lì!
        Energia elettrica, solare, fuel cell...con un po' di applicazione, arriveremo a queste fonti come standard. certo, magari le auto andranno più lentamente, ma non mi sembra la fine del mondo.

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        • #5
          Scusa, ma prima di usare parole grosse accendo il cervello.
          La fame nel mondo non è questione di quanto si produce, ma di come si distribuisce (cfr. Amarthya Sen). Poi i biocarburanti assorbiranno al massimo l'equivalente della produzione della Norvegia (non arriveranno all'1%). Quindi il prezzo del grano, se vai a vedere le statistiche è sempre cresciuto insieme a quello del petrolio negli ultimi quaranta anni.

          Ma poi: perchè quando dicono qualcosa che sembra "giusto" (di sinistra, progressista, avanzato, ...) si smette di guardare a chi parla? Siamo in un settore con interessi enormi e non certo per ma contro i biocarburanti.
          I nobel per la chimica (settore sempre vicino a quello petrolifero), i terzomondisti consulenti dell'ONU, le società di consulenza (a proposito, chi gli avrà dato l'incarico?) secondo te parlano per puro altrismo o vogliono qualcosa?

          Contemporaneamente l'OPEC continua a dire che tutti esagerano e non ci sono problemi, tanto loro apriranno un altro poco i rubinetti, e il nucleare viene rilanciato. Secondo te se non si può fare biocarburante dalla terra non verrà qualcuno che lo proporrà dall'uranio (via idrogeno)?

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