JATROPHA-costituiamo una s.p.a. per una piantagione in Africa - EnergeticAmbiente.it

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JATROPHA-costituiamo una s.p.a. per una piantagione in Africa

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  • JATROPHA-costituiamo una s.p.a. per una piantagione in Africa

    Costituiamo una società per azioni per la realizzazione in Africa di una piantagione di Jatropha dalla quale ottenere l'olio combustibile.

    I semi della pianta di jatropha sono esclusivamente usati per produrre l'olio che può essere usato direttamente come normale combustibile o, previa filtrazione, come carburante in appositi motori specificatamente modificati. Con procedimenti di transesterificazione si produce invece il normale combustibile biodiesel.
    I residui dei semi spremuti sono un ottimo fertilizzante, le radici della pianta proteggono il terreno e con l'olio si fabbricano saponi.
    Il contenuto in olio estratto dai semi varia dal 28% al 38%, con estrazione al 94%; un ettaro di piantagione può produrre fino a 1.6 t di olio, ovviamente in terreni poveri la produzione è molto più modesta.
    La Jatropha permette di produrre un combustibile di ottima qualità, a bassa viscosità.
    La Jatropha non compete con la produzione di generi alimentari poiché non è commestibile, richiede basse quantità di acqua ed è sufficiente un'irrigazione "sporca", e quindi non sottrae acqua potabile al'uso umano, cresce in zone aride dove comunque sarebbero possibili poche altre colture. Permette di estendere la superficie coltivabile in zone aride, ferrtilizzando i terreni: svolge un ruolo importante contro la desertificazione e l'erosione dei suoli.
    L'olio estratto dai semi (Olio di Jatropha), è usato come combustile da cucina, per illuminazione, per produrre lubrificanti, saponi, detergenti, oli da bagno, ammorbidenti; è anche usato per adulterare gli oli vegetali di costo superiore.

  • #2
    finalmente una proposta concreta, io ci sto, ma non ho ne la competenza ne' il tempo per collaborare, posso solo partecipare acquistando qualche azione.
    buon lavoro

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    • #3
      Resto in attesa di una proposta concreta sulla costituzione della società, statuto, quote, ecc.

      Per ora ho letto solo la descrizione delle qualità della pianta.

      In seguito ad informazioni più precise potrò valutare.
      'This shit's got to go!' (J.Fresco)

      Zeitgeist: Moving Forward

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      • #4
        Originariamente inviato da taote79 Visualizza il messaggio
        Per ora ho letto solo la descrizione delle qualità della pianta.
        Effettivamente fino a qui c'eravamo già arrivati da un po'....

        Prova a vedere con KATIALOGO cosa sia successo per questo tipo di esperienza in Africa: bene o male lei è laggiù da una decina d'anni!

        http://www.energeticambiente.it/bio-...-curcas-9.html
        OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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        • #5
          Cari amici,
          m'imbatto solo ora in questa interessante proposta e la ripropongo per un serio e costruttivo sviluppo, senza alcun timore di finire a Striscia la Notizia.

          Sono un diplomatico italiano che rappresenta uno Stato africano internazionalmente riconosciuto tra i più affidabili politicamente ed economicamente, nonché con incrementi del PIL tra i più elevati al mondo.

          Notevolissime agevolazioni sono previste per nuove imprese, soprattutto nel settore agricolo e per l'impiego di manodopera locale, oltre ad esenzioni fiscali, incentivi, concessioni, ecc. Dal 2007 è vigente anche un accordo con l'Italia a garanzia degli investimenti.

          Oltre alla jatropha, che ben si adatterebbe a molte province del Paese, essendo diverse le zone climatiche, vi è la possibilità di valutare altre coltivazioni, sempre destinate alla produzione di oli da impiegare come carburanti, tenendo in considerazione che la Nazione di cui parliamo è la più ricca di bacini idrici di tutto il continente, con una fittissima ragnatela di fiumi e torrenti che permettono l'irrigazione ed abbondanti raccolti.

          A solo titolo esemplificativo sono da considerare le fiorenti coltivazioni di girasole (comunque da incrementare) con due o più raccolti l'anno, di altri frutti o semi oleosi, oltre alle iniziative di accrescere le piantagioni di palma da olio e di incrementare la produzione di "bio-diesel" per uso interno e per l'esportazione.

          Dette coltivazioni rientrano tra quelle previste dai piani privilegiati del Governo.

          Vi sarebbero ancora molte cose da dire, ma, per ora, credo sia il caso di non andare oltre.

          In presenza di serie iniziative, sarei naturalmente lieto di fornire tutte le informazioni del caso, nonché di favorire i necessari incontri con la nostra Rappresentante Commerciale per ulteriori delucidazioni e per l'eventuale avvio delle pratiche relative.

          Eviterei, se possibile, di sprecare tempo nel rispondere a futili curiosità, o provocazioni (come spesso avviene nel forum) privilegiando invece le questioni più serie e di maggior utilità per tutti.

          Grazie per l'attenzione e cari saluti a tutti.

          Gigi

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          • #6
            Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
            Cari amici,

            Sono un diplomatico italiano che rappresenta uno Stato africano internazionalmente riconosciuto tra i più affidabili politicamente ed economicamente, nonché con incrementi del PIL tra i più elevati al mondo.

            Gigi
            L'idea è interessante e condivisibile ma quale è lo stato africano che rappresenti per curiosità?

            Commenta


            • #7
              Caro lukapat,
              mi sarebbe costata meno fatica citare lo Stato, in luogo dei panegirici.
              Ma il riserbo è dovuto dalla mia posizione, che mi impone di non rendere pubblica alcuna iniziativa o trattativa prima della conclusione della stessa e, anche in quel caso, magari non spetterebbe a me la sua divulgazione.

              Naturalmente non è un mistero, quindi ne parlerò senza problemi, ma solamente a seri ed intenzionati interlocutori.

              I biunivoci vantaggi di realizzazioni come quella in esame sono fortemente agevolati dallo Stato, attraverso esenzioni fiscali per 15 anni, azzeramento dei dazi doganali, nessuna restrizione per l'esportazione degli utili e del capitale, ecc. oltre alle agevolazioni nell'analisi del progetto, studio delle migliori soluzioni e dislocazioni, scelta delle colture più idonee,valutazioni economiche ottimali, concessioni territoriali incentivanti, eventuale ricerca di partnership, selezione del personale, ecc.

              Vivo in Lombardia e non avrei alcuna difficoltà, dopo i preliminari scambi di informazioni, ad incontrare gli interessati ed a condividere con loro l'idea da sviluppare.

              Da non trascurare, infine, gli interessantissimi contributi ed incentivi che l'Italia, Europa e regioni, mettono a disposizione per l'internazionalizzazione delle imprese.

              Svegliamoci ragazzi!
              Nei paesi in via di sviluppo potremmo godere di aumenti del PIL a due cifre per i prossimi 10/20 anni, mentre qui ...

              Saluti a tutti.

              Commenta


              • #8
                Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                Caro lukapat,
                mi sarebbe costata meno fatica citare lo Stato, in luogo dei panegirici.
                Ma il riserbo è dovuto dalla mia posizione, che mi impone di non rendere pubblica alcuna iniziativa o trattativa prima della conclusione della stessa e, anche in quel caso, magari non spetterebbe a me la sua divulgazione.
                -------------------------------------------------------------------
                I biunivoci vantaggi di realizzazioni come quella in esame sono fortemente agevolati dallo Stato, attraverso esenzioni fiscali per 15 anni, azzeramento dei dazi doganali, nessuna restrizione per l'esportazione degli utili e del capitale, ecc. oltre alle agevolazioni nell'analisi del progetto, studio delle migliori soluzioni e dislocazioni, scelta delle colture più idonee,valutazioni economiche ottimali, concessioni territoriali incentivanti, eventuale ricerca di partnership, selezione del personale, ecc.
                ---------------------------------------------------------------------
                Da non trascurare, infine, gli interessantissimi contributi ed incentivi che l'Italia, Europa e regioni, mettono a disposizione per l'internazionalizzazione delle imprese.
                Svegliamoci ragazzi!
                Nei paesi in via di sviluppo potremmo godere di aumenti del PIL a due cifre per i prossimi 10/20 anni, mentre qui ...

                Saluti a tutti.
                Con tutto il rispetto continuo a non comprendere il mistero, comunque non ritorno sulla domanda se non vuoi rispondere.
                Certo che se si comincia con misteri è difficile attrarre degli investitori perchè suona in questo modo:

                In un paese importante in Africa ci sono delle ottime opportunità di investimento e di crescita (tra il resto analoghe a quelle che c'erano in Romania quando ci lavoravo io 10 anni fa)... mi sembra un po pochino per fare un progetto con solide basi:

                1) In primo luogo uno deve sapere se spostarsi ai tropici oppure nel nordafrica oppure in sudafrica (ci possono essere problemi di salute legati ai luoghi, per esempio allergie nel mio caso)
                2) Vi sono trasporti efficienti? E se si quali?
                3) Il governo locale è stabile? I paesi confinanti altrettanto?
                4) Il mercato interno è in grado di assorbire i prodotti o bisogna rivolgersi anche all'estero, tornando quindi al punto 2)?
                5) Quali sono esattamente i contributi all'internazionalizzazione dell'impresa di cui parli (riferimenti normative europee nazionali) e quale probabilità di acquisirli evitando che vadano ai soliti noti per le loro pantagrueliche cene e i loro meeting con le belle signorine..

                Chiaro che per impostare un progetto bisogna avere dei dati concreti e delle informazioni precise.

                E poi

                Anzichè produrre olio che tende a irrancidire (a meno di non usare antiossidanti) specie nei climi torridi si potrebbe produrre energia oppure energia per alimentare delle fabbriche che possono produrre o trasformare quanto presente sul territorio.

                Bisogna anche sapere cosa offre un territorio per poterlo valorizzare:
                Per esempio dal legno si può distillare il metanolo e produrre il carbone di legna il che è del tutto biocompatibile derivando dalle piante. Il metanolo può a sua volta essere trasformato in dimetiletere e TME tramite condensazione in acido solforico....

                Altro passaggio interessante è che se il paese è opportunamente caldo possono essere svolti economicamente i processi industriali che richiedono calore e creare delle fabbriche in loco evitando emigrazione e portando ricchezza in loco; la trasformazione è sempre più conveniente vicino all'origine della materia prima.

                Come vedi soluzioni ce ne sono diverse basta fissare bene le idee e le condizioni al contorno e poi attivarsi.

                Un saluto e buon w.end

                Commenta


                • #9
                  Scusa luka per il ritardo e per la fugace risposta,

                  non esiste mistero alcuno: solamente un minimo di discrezione, destinata a cadere immediatamente a fronte di altrettanto minimo intento diverso dalla mera curiosità.

                  Da come ti proponi, sembreresti, oltre che preparato, anche tendenzialmente interessato a sviluppare un'idea di progetto; in tal caso ti pregherei di confermarlo ed io sarei lieto di fornirti privatamente tutte le informazioni che ritenessi di non pubblicare e di rispondere, se in grado di farlo, a tutte le tue domande.

                  Per il momento, in maniera estremamente sommaria:

                  1) tra l'equatore ed un tropico;
                  2) dipende dalle zone;
                  3) Governo assolutamente stabile e paesi limitrofi senza particolari problemi;
                  4) la coltivazione del girasole è abbastanza diffusa; la produzione di biocarburanti è prevista dai programmi governativi; l'assorbimento del mercato interno è funzione del quantitativo prodotto;
                  5) circa i contributi trovi più fresche informazioni alla CCIAA Direzione Internazionalizzazione della tua provincia, ICE - Istituto nazionale per il Commercio Estero e .:: Simest ::.
                  6) ti indicherei anche il sito della nostra Agenzia per l'Investimento Privato ove reperiresti utili informazioni riguardanti il Paese, la costituzione delle imprese, l'aiuto per l'orientamento, studi di mercato, scelte strategiche, ecc. oltre che per il disbrigo delle pratiche ed altre incombenze,
                  7)ogni progetto del settore energetico è ben accetto e, dopo vagliatura, anche agevolato.

                  Naturalmente siamo in Africa, dove le realtà sono diverse dalle nostre e dove i servizi sono spesso carenti, salvo alcuni casi nei quali gli "africani" sembriamo noi.

                  Abito in provincia di Varese e sono disponibile per un incontro; abbiamo gli Uffici della Rappresentanza Commerciale a Milano (ora in fase di trasloco, quindi poco o nulla operativi) ma a disposizione per le richieste degli operatori economici e per prendere atto di eventuali progetti, nonché per indirizzare i potenziali investitori verso scelte adatte, ecc. ecc.

                  Se lo ritenessi, ma questo vale per tutti, potresti contattarmi anche privatamente, per ottenere quelle notizie che non scriverei in queste pagine, ove, invece e se necessario, continuerei ad interloquire per informazioni ed idee di carattere generale.

                  Questo è comunque un forum e non una vetrina commerciale, quindi preferirei discutere in maniera generica sull'argomento introdotto: Costituiamo una società per azioni per la realizzazione in Africa di una piantagione di Jatropha dalla quale ottenere l'olio combustibile.

                  Buona giornata e saluti a tutti.
                  Ultima modifica di gigi0000; 15-09-2010, 10:09.

                  Commenta


                  • #10
                    Scusa luka per il ritardo e per la fugace risposta,

                    No problem


                    non esiste mistero alcuno: solamente un minimo di discrezione, destinata a cadere immediatamente a fronte di altrettanto minimo intento diverso dalla mera curiosità.

                    Beh ammetti che di curiosità ne hai ingenerata non poca... aggiungi che io sono curioso di mio


                    Da come ti proponi, sembreresti, oltre che preparato, anche tendenzialmente interessato a sviluppare un'idea di progetto; in tal caso ti pregherei di confermarlo ed io sarei lieto di fornirti privatamente tutte le informazioni che ritenessi di non pubblicare e di rispondere, se in grado di farlo, a tutte le tue domande.

                    Parliamone volentieri..

                    Per il momento, in maniera estremamente sommaria:

                    1) tra l'equatore ed un tropico;
                    Escludendo sudafrica e gli stati del nordafrica le possibilità sono molte un aiutino in più?


                    2) dipende dalle zone;

                    3) Governo assolutamente stabile e paesi limitrofi senza particolari problemi;

                    Questo esclude alcuni paesi dalla parte atlantica e del mar rosso

                    4) la coltivazione del girasole è abbastanza diffusa; la produzione di biocarburanti è prevista dai programmi governativi; l'assorbimento del mercato interno è funzione del quantitativo prodotto;

                    Si potrebbe prevedere anche una esportazione sciogliendo i problemi del trasporto; c'è da vedere se vicino a dove vuoi fare il sito e gli impianti esiste un fiume navigabile, un grande lago, oppure il mare.

                    5) circa i contributi trovi più fresche informazioni alla CCIAA Direzione Internazionalizzazione della tua provincia, ICE - Istituto nazionale per il Commercio Estero e .:: Simest ::.

                    Ci guardo

                    6) ti indicherei anche il sito della nostra Agenzia per l'Investimento Privato ove reperiresti utili informazioni riguardanti il Paese, la costituzione delle imprese, l'aiuto per l'orientamento, studi di mercato, scelte strategiche, ecc. oltre che per il disbrigo delle pratiche ed altre incombenze,

                    Sarà il passo successivo

                    7)ogni progetto del settore energetico è ben accetto e, dopo vagliatura, anche agevolato.

                    Ho diverse idee in merito soprattutto applicabili dove non c'è che il nulla

                    Naturalmente siamo in Africa, dove le realtà sono diverse dalle nostre e dove i servizi sono spesso carenti, salvo alcuni casi nei quali gli "africani" sembriamo noi.

                    Ho vissuto e lavorato all'estero quindi non mi sorprendo ne mi scandalizzo di nulla


                    Abito in provincia di Varese e sono disponibile per un incontro; abbiamo gli Uffici della Rappresentanza Commerciale a Milano (ora in fase di trasloco, quindi poco o nulla operativi) ma a disposizione per le richieste degli operatori economici e per prendere atto di eventuali progetti, nonché per indirizzare i potenziali investitori verso scelte adatte, ecc. ecc.

                    Se lo ritenessi, ma questo vale per tutti, potresti contattarmi anche privatamente, per ottenere quelle notizie che non scriverei in queste pagine, ove, invece e se necessario, continuerei ad interloquire per informazioni ed idee di carattere generale.

                    Diciamo che potresti dirmi in privato qualche dettaglio in più su quello che intendi fare e possiamo vedere i passi successivi e le modalità


                    Questo è comunque un forum e non una vetrina commerciale, quindi preferirei discutere in maniera generica sull'argomento introdotto: Costituiamo una società per azioni per la realizzazione in Africa di una piantagione di Jatropha dalla quale ottenere l'olio combustibile.

                    A volte non serve la SPA si potrebbe fare qualcosa anche senza inquadramento giuridico assicurandosi che però il tutto vada dove deve andare magari di persona


                    Buona giornata e saluti a tutti


                    Che ricambio

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                    • #11
                      Salto a pie' pari tutto ciò che identificherebbe il Paese e tento di chiarire altri aspetti:

                      4) Si potrebbe prevedere anche una esportazione sciogliendo i problemi del trasporto; c'è da vedere se vicino a dove vuoi fare il sito e gli impianti esiste un fiume navigabile, un grande lago, oppure il mare.

                      L'esportazione, che abbinata alla richiesta interna potrebbe rappresentare un interesse ulteriore, impone, come indicato, l'oculata scelta dei luoghi nei quali operare con la priorità di agevole collegamento ad uno dei porti (il Paese è dunque sul mare).
                      Dicendo delle ovvietà: si rende pertanto indispensabile un accurato studio del progetto che tenga conto non solo di incentivi ed agevolazioni, ma di tutti i parametri per la miglior riuscita dello stesso.

                      7) Ho diverse idee in merito soprattutto applicabili dove non c'è che il
                      nulla

                      C'è tanto nulla: avrai solo l'imbarazzo della scelta.

                      Diciamo che potresti dirmi in privato qualche dettaglio in più su quello che intendi fare e possiamo vedere i passi successivi e le modalità

                      Ti mando subito due righe col contatto telefonico, però sappi chi io non intendo fare alcunché di diverso dalla promozione dei contatti ed interrelazioni che mi compete per la mia posizione.

                      A volte non serve la SPA si potrebbe fare qualcosa anche senza inquadramento giuridico assicurandosi che però il tutto vada dove deve andare magari di persona

                      Convengo appieno e presumo che citando la SpA, Master Key intendesse una qualsiasi forma associativa, societaria, ovvero l'iniziativa individuale.
                      Aggiungo che qualsiasi attività commerciale o imprenditoriale in loco necessiti di una veste giuridica (iscrizione Camera di Commercio, Repertorio Fiscale, ecc. come in Italia). Questo non è necessario solamente nell'ambito di programmi governativi o analoghi, giudicati di interesse nazionale e, generalmente, di importo molto elevato, mentre l'investimento minimo richiesto (capitale sociale) per qualsiasi impresa, sia locale, che straniera, che intende operare in loco e di US$ 100.000.

                      Soprattutto l'ICE in Italia e la nostra AgenziaNazionale per l'Investimento Privato nel Paese sono fonte utilissima di informazioni e indispensabile contributo per la corretta pianificazione.
                      L'Agenzia dovrà comunque approvare il progetto.

                      Alla prossima puntata le altre informazioni di carattere generale, sempre che questo non rimanga solo un dialogo, bensì interessi anche altri.

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                      • #12
                        Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                        Salto a pie' pari tutto ciò che identificherebbe il Paese e tento di chiarire altri aspetti:



                        Alla prossima puntata le altre informazioni di carattere generale, sempre che questo non rimanga solo un dialogo, bensì interessi anche altri.
                        OK visto tutto nel privato e risponderò a breve quando sono a casa. Faccio presente che proporre un ottimo progetto col supporto del governo può attirare parecchi investitori specie dei fondi che in questo momento non si fidano delle banche e delle finanziarie (e non gli si può dare torto)

                        Commenta


                        • #13
                          cerco partener

                          sono senegalese ho gia creato una srl (SENBIO) in senegal per una piantagione di jatropha abbiamo 100 ettari di terreno cerchiamo persone interessato a lavorare con noi

                          Commenta


                          • #14
                            Originariamente inviato da ameth Visualizza il messaggio
                            sono senegalese ho gia creato una srl (SENBIO) in senegal per una piantagione di jatropha abbiamo 100 ettari di terreno cerchiamo persone interessato a lavorare con noi
                            Cortesemente spiegaci meglio quale collaborazione cercate in modo che possiamo darvi delle dritte o aiutarvi direttamente.

                            Commenta


                            • #15
                              Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                              Caro lukapat,
                              mi sarebbe costata meno fatica citare lo Stato, in luogo dei panegirici.
                              Ma il riserbo è dovuto dalla mia posizione, che mi impone di non rendere pubblica alcuna iniziativa o trattativa prima della conclusione della stessa e, anche in quel caso, magari non spetterebbe a me la sua divulgazione.

                              Naturalmente non è un mistero, quindi ne parlerò senza problemi, ma solamente a seri ed intenzionati interlocutori.

                              I biunivoci vantaggi di realizzazioni come quella in esame sono fortemente agevolati dallo Stato, attraverso esenzioni fiscali per 15 anni, azzeramento dei dazi doganali, nessuna restrizione per l'esportazione degli utili e del capitale, ecc. oltre alle agevolazioni nell'analisi del progetto, studio delle migliori soluzioni e dislocazioni, scelta delle colture più idonee,valutazioni economiche ottimali, concessioni territoriali incentivanti, eventuale ricerca di partnership, selezione del personale, ecc.

                              Vivo in Lombardia e non avrei alcuna difficoltà, dopo i preliminari scambi di informazioni, ad incontrare gli interessati ed a condividere con loro l'idea da sviluppare.

                              Da non trascurare, infine, gli interessantissimi contributi ed incentivi che l'Italia, Europa e regioni, mettono a disposizione per l'internazionalizzazione delle imprese.

                              Svegliamoci ragazzi!
                              Nei paesi in via di sviluppo potremmo godere di aumenti del PIL a due cifre per i prossimi 10/20 anni, mentre qui ...

                              Saluti a tutti.
                              'Unione Europea non finanzia progetti seri, nei paesi africanoi l'Unione Europea è gestita da locali che fanno le scelte e bocciano progetti di sviluppo. In africa il lavoro lo devono fare i privati con i loro mezzi,io sono la da 4 anni e sono il responsabile del progetto jatropha per una importante società di Roma che produce energia rinnovabile e che cerca partners per coltivare 100.000 ettari di jatropha, ci state????

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                              • #16
                                Originariamente inviato da Master Key Visualizza il messaggio
                                Costituiamo una società per azioni per la realizzazione in Africa di una piantagione di Jatropha dalla quale ottenere l'olio combustibile.

                                I semi della pianta di jatropha sono esclusivamente usati per produrre l'olio che può essere usato direttamente come normale combustibile o, previa filtrazione, come carburante in appositi motori specificatamente modificati. Con procedimenti di transesterificazione si produce invece il normale combustibile biodiesel.
                                I residui dei semi spremuti sono un ottimo fertilizzante, le radici della pianta proteggono il terreno e con l'olio si fabbricano saponi.
                                Il contenuto in olio estratto dai semi varia dal 28% al 38%, con estrazione al 94%; un ettaro di piantagione può produrre fino a 1.6 t di olio, ovviamente in terreni poveri la produzione è molto più modesta.
                                La Jatropha permette di produrre un combustibile di ottima qualità, a bassa viscosità.
                                La Jatropha non compete con la produzione di generi alimentari poiché non è commestibile, richiede basse quantità di acqua ed è sufficiente un'irrigazione "sporca", e quindi non sottrae acqua potabile al'uso umano, cresce in zone aride dove comunque sarebbero possibili poche altre colture. Permette di estendere la superficie coltivabile in zone aride, ferrtilizzando i terreni: svolge un ruolo importante contro la desertificazione e l'erosione dei suoli.
                                L'olio estratto dai semi (Olio di Jatropha), è usato come combustile da cucina, per illuminazione, per produrre lubrificanti, saponi, detergenti, oli da bagno, ammorbidenti; è anche usato per adulterare gli oli vegetali di costo superiore.

                                che fine ha fatto la proposta???????

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                                • #17
                                  Sono sparito per troppo tempo e me ne rammarico, ma ho veramente avuto un periodo particolarmente oneroso, a cui non escludo ne possano seguire altri.

                                  Approfitto di un momento di pausa, per aggiungere qualche piccola tessera al mosaico, tentando contemporaneamente di rispondere, almeno in parte, anche agli amici che mi hanno contattato privatamente e che ringrazio per la loro disponibilità.

                                  Il progetto iniziale potrebbe trovare effettivamente sbocco nella cooperazione con altre iniziative analoghe "L'unione fa la forza" con la sola eccezione, a parer mio, di poter essere relegati alla sola funzione di finanziatori, senza alcuna facoltà decisionale.

                                  A mio avviso, sarebbe più profiqua una forma cooperativa più "casereccia", ove tutti potrebbero essere membri attivi, nei limiti delle proprie capacità e possibilità, auspicabilmente in collaborazione con omologhi del luogo, per non affrontare troppi problemi nella fase iniziale.

                                  Circa i finanziamenti, effettivamente, non sono sempre da tener in considerazione le "sparate" propagandistiche degli enti erogatori, ma vi sono anche altre possibilità concrete offerte da ineccepibili banche locali.

                                  La scorsa settimana, a Milano, ho partecipato ad una riunione dei Consoli di 4 Nazioni dell'Africa Australe, che aveva per tema il comune intento di attrarre ed agevolare gli investimenti dei giovani imprenditori italiani. Sono previsti all'uopo una serie di convegni congiunti presso le Camere di Commercio di tutta Italia, cominciando dalla Lombardia ed a partire dal prossimo mese.

                                  Queste assise saranno molto snelle, non costituite da lunghe e barbose esposizioni dei relatori e invece prettamente orientate alla specifica informazione ed alle risposte alle domande degli astanti. Vi relazionerò in merito.

                                  I Paesi di cui si tratta - i più affidabili sul piano politico, economico e della credibilità internazionale - ricoprono tutta la gamma di condizioni climatiche ed ambientali, cha vanno dal temperato, all'equatoriale, dal marino al montano, dall'arido alla foresta pluviale, ecc. si adattano quindi a qualsiasi coltivazione di oleaginose.

                                  Con questo mi permetto di non essere così favorevole alla Jatropha: non sono un esperto e mi affido a ciò che ho letto in proposito, ma temo che non sia la coltura più interessante, ma semplicemente da sfruttare in presenza di manodopera sottopagata.

                                  Anche in altre discussioni di questo forum vi sono parecchie critiche in proposito che coincidono con le mie perplessità, affermando che la resa in prodotto sia proporzionale alla disponibilità d'acqua, mentre quella economica, come detto, sia funzione del costo del lavoro, divenendo sconveniente al verificarsi di minime variazioni salariali, ovvero laddove la coltivazione dovesse avvenire fuori da terreni accidentati, poichè in campi piani e accessibili dalle macchine, sarebbero più vantaggiose altre coltivazioni che potrebbero dare due o più raccolti l'anno.

                                  In queste pagine, seppur momentaneamente formate da uno sparuto gruppetto di partecipanti, abbiamo già qualche interessato all'investimento (piccole cifre: 10/20.000 Euro), un chimico di grande esperienza, anche pratica,del settore specifico, ci mancherebbe un agronomo e qualche altra persona che credesse nell'iniziativa, per poter cominciare seriamente a pensare al progetto concreto.

                                  che fine ha fatto la proposta???????
                                  Chi ha voglia di contattare i propositori iniziali?
                                  Chi ha voglia di divulgare l'iniziativa tra amici, conoscenti ed in altri settori del forum?
                                  Chi ha voglia di puntualizzare l'idea di Ameth e quella di Maurizio Benin?
                                  Chi ha voglia ...?

                                  Saluti.

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                                  • #18
                                    Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                                    Sono sparito per troppo tempo e me ne rammarico, ma ho veramente avuto un periodo particolarmente oneroso, a cui non escludo ne possano seguire altri.

                                    Approfitto di un momento di pausa, per aggiungere qualche piccola tessera al mosaico, tentando contemporaneamente di rispondere, almeno in parte, anche agli amici che mi hanno contattato privatamente e che ringrazio per la loro disponibilità.

                                    Il progetto iniziale potrebbe trovare effettivamente sbocco nella cooperazione con altre iniziative analoghe "L'unione fa la forza" con la sola eccezione, a parer mio, di poter essere relegati alla sola funzione di finanziatori, senza alcuna facoltà decisionale.

                                    A mio avviso, sarebbe più profiqua una forma cooperativa più "casereccia", ove tutti potrebbero essere membri attivi, nei limiti delle proprie capacità e possibilità, auspicabilmente in collaborazione con omologhi del luogo, per non affrontare troppi problemi nella fase iniziale.

                                    Circa i finanziamenti, effettivamente, non sono sempre da tener in considerazione le "sparate" propagandistiche degli enti erogatori, ma vi sono anche altre possibilità concrete offerte da ineccepibili banche locali.

                                    La scorsa settimana, a Milano, ho partecipato ad una riunione dei Consoli di 4 Nazioni dell'Africa Australe, che aveva per tema il comune intento di attrarre ed agevolare gli investimenti dei giovani imprenditori italiani. Sono previsti all'uopo una serie di convegni congiunti presso le Camere di Commercio di tutta Italia, cominciando dalla Lombardia ed a partire dal prossimo mese.

                                    Queste assise saranno molto snelle, non costituite da lunghe e barbose esposizioni dei relatori e invece prettamente orientate alla specifica informazione ed alle risposte alle domande degli astanti. Vi relazionerò in merito.

                                    I Paesi di cui si tratta - i più affidabili sul piano politico, economico e della credibilità internazionale - ricoprono tutta la gamma di condizioni climatiche ed ambientali, cha vanno dal temperato, all'equatoriale, dal marino al montano, dall'arido alla foresta pluviale, ecc. si adattano quindi a qualsiasi coltivazione di oleaginose.

                                    Con questo mi permetto di non essere così favorevole alla Jatropha: non sono un esperto e mi affido a ciò che ho letto in proposito, ma temo che non sia la coltura più interessante, ma semplicemente da sfruttare in presenza di manodopera sottopagata.

                                    Anche in altre discussioni di questo forum vi sono parecchie critiche in proposito che coincidono con le mie perplessità, affermando che la resa in prodotto sia proporzionale alla disponibilità d'acqua, mentre quella economica, come detto, sia funzione del costo del lavoro, divenendo sconveniente al verificarsi di minime variazioni salariali, ovvero laddove la coltivazione dovesse avvenire fuori da terreni accidentati, poichè in campi piani e accessibili dalle macchine, sarebbero più vantaggiose altre coltivazioni che potrebbero dare due o più raccolti l'anno.

                                    In queste pagine, seppur momentaneamente formate da uno sparuto gruppetto di partecipanti, abbiamo già qualche interessato all'investimento (piccole cifre: 10/20.000 Euro), un chimico di grande esperienza, anche pratica,del settore specifico, ci mancherebbe un agronomo e qualche altra persona che credesse nell'iniziativa, per poter cominciare seriamente a pensare al progetto concreto.



                                    Chi ha voglia di contattare i propositori iniziali?
                                    Chi ha voglia di divulgare l'iniziativa tra amici, conoscenti ed in altri settori del forum?
                                    Chi ha voglia di puntualizzare l'idea di Ameth e quella di Maurizio Benin?
                                    Chi ha voglia ...?

                                    Saluti.
                                    bene avendo lavorato sullo studio di fattibilita- vi do alcune cifre, dimentichiamo le produzioni in cantina se vogliamo fare qualcosa di serio:
                                    partendo da 1000 ettari ci vogliono 200.000 euro per la lavorazione manuale della sola parte agricola e per 2000 ettari si puo fare con 400.000 incluso un investimento di cirtca 100.000 in attrezzatura, qualcuno potrebbe utilizzare anche l'attrezzatura come quota. In questo caso dei 2000 ettari si puo poi provvedere ad un investimento ulteriore di 500.000 euro per l'impianto di spremitura e quindi si esporta l'olio in italia. La parte agricola richiede l'investimento spalmato su due anni poi si paga da sola e dopo 5 anni rende 350.000 all'anno. allora ci state o no????
                                    Io ho tutto pronto, personale, contadini di cooperative agronomi e nel paese done sono, il benin la temperatura e la piovosita sono ideali per questa coltivazione.
                                    Io partecipo con 70.000 euro, la stagione per cominciare è gennaio perche si devono preparare le terre, poi si semina in aprile e a dicembre c'è il primo raccolto
                                    si va????

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                                    • #19
                                      Ben vengano i numeri di Maurizio Benin e un po' meno le critiche circa la serietà di proposte che non siano le sue. (per inciso: non citare inutilmente interi post, altrimenti i moderatori potrebbero tirarti le orecchie).

                                      Non mi permetto di contraddire altre idee, ma mi sia consentito almeno di chiedere su quali basi siano stati effettuati i calcoli:

                                      1) € 200/Ha per la lavorazione manuale derivano da quale classe di remunerazione: oraria, giornaliera, mensile?
                                      2) Con € 100.000 di attrezzatura, che cosa si intenderebbe acquistare?
                                      3) Il rientro in 5/7 anni dell'investimento deve proprio ritenersi interessante e scevro da rischi?
                                      4) Si è tenuto conto di eventuali, forse inevitabili, rivendicazioni sociali, salariali, sindacali?
                                      5) I margini calcolati hanno capacità di ammortizzare gli sbalzi della borsa dell'olio, che, com'è noto, riguardano oscillazioni dal 50 al 200% dei prezzi base?
                                      6) L'investimento potrebbe considerarsi vantaggioso anche per le popolazioni locali, ovvero consentirebbe l'arricchimento degli investitori a detrimento dei luoghi?
                                      7) Ecc. ecc. ecc.

                                      Prima di rispondere a: allora ci state o no???? ed a: si va???? forse sarebbe bene fare un po' di chiarezza.

                                      Non intendo con questo incensare le produzioni in cantina se vogliamo fare qualcosa di serio: ma mi permetto di affermare che, certamente, sarebbero rispettose dei luoghi e degli abitanti, prevederebbero equi compensi per tutti e che, proprio per evitare grandi investimenti, si avvarrebbero della collaborazione di altre iniziative analoghe per giustificare un unico impianto centralizzato di spemitura, centrifugazione, decantazione, ecc. : un po' quel che succede per i nostrani piccoli produttori di olio d'oliva, che portano ancora i loro raccolti al frantoio consorziale.

                                      Caratterizzerebbero le produzioni in cantina investimenti, rischi, sfruttamento agricolo e di manodopera inferiori e, certamente, anche minori introiti, ma autoconsumo a costi ragionevoli, opere di rilevanza sociale e tanta, ma tanta, tranquillità in più, oltre alla consapevolezza della propria funzione umanitaria.

                                      Non intendo strappare lacrime, quindi chiudo osservando la falsità delle affermazioni di sottrazione di terreni alla produzione alimentare, per incentivare la coltivazione di oleaginose per biocarburanti: di terreni incolti in Africa ve ne sono talmente tanti da poter sfamare il triplo e più della popolazione mondiale, se messi a coltura, e senza minimamente impoverire le riserve, i parchi e le foreste di pregio.

                                      Pronto a ricredermi se ottenessi compiute e rassicuranti risposte ai miei dubbi, ma sono certo di ricordare che esistano altre discussioni in questo forum che trattano di investimenti speculativi.

                                      Saluti.

                                      Gigi


                                      PS: oggi , in altre discussioni, ho trattato dei prezzi dell'olio e della possibilità di formare gruppi d'acquisto.

                                      Non sono così sicuro della convenienza della produzione di olio per esportazione, se non in presenza di autoconsumo!

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                                      • #20
                                        Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                                        Ben vengano i numeri di Maurizio Benin e un po' meno le critiche circa la serietà di proposte che non siano le sue. (per inciso: non citare inutilmente interi post, altrimenti i moderatori potrebbero tirarti le orecchie).

                                        Non mi permetto di contraddire altre idee, ma mi sia consentito almeno di chiedere su quali basi siano stati effettuati i calcoli:

                                        1) € 200/Ha per la lavorazione manuale derivano da quale classe di remunerazione: oraria, giornaliera, mensile?
                                        2) Con € 100.000 di attrezzatura, che cosa si intenderebbe acquistare?
                                        3) Il rientro in 5/7 anni dell'investimento deve proprio ritenersi interessante e scevro da rischi?
                                        4) Si è tenuto conto di eventuali, forse inevitabili, rivendicazioni sociali, salariali, sindacali?
                                        5) I margini calcolati hanno capacità di ammortizzare gli sbalzi della borsa dell'olio, che, com'è noto, riguardano oscillazioni dal 50 al 200% dei prezzi base?
                                        6) L'investimento potrebbe considerarsi vantaggioso anche per le popolazioni locali, ovvero consentirebbe l'arricchimento degli investitori a detrimento dei luoghi?
                                        7) Ecc. ecc. ecc.

                                        Prima di rispondere a: allora ci state o no???? ed a: si va???? forse sarebbe bene fare un po' di chiarezza.

                                        Non intendo con questo incensare le produzioni in cantina se vogliamo fare qualcosa di serio: ma mi permetto di affermare che, certamente, sarebbero rispettose dei luoghi e degli abitanti, prevederebbero equi compensi per tutti e che, proprio per evitare grandi investimenti, si avvarrebbero della collaborazione di altre iniziative analoghe per giustificare un unico impianto centralizzato di spemitura, centrifugazione, decantazione, ecc. : un po' quel che succede per i nostrani piccoli produttori di olio d'oliva, che portano ancora i loro raccolti al frantoio consorziale.

                                        Caratterizzerebbero le produzioni in cantina investimenti, rischi, sfruttamento agricolo e di manodopera inferiori e, certamente, anche minori introiti, ma autoconsumo a costi ragionevoli, opere di rilevanza sociale e tanta, ma tanta, tranquillità in più, oltre alla consapevolezza della propria funzione umanitaria.

                                        Non intendo strappare lacrime, quindi chiudo osservando la falsità delle affermazioni di sottrazione di terreni alla produzione alimentare, per incentivare la coltivazione di oleaginose per biocarburanti: di terreni incolti in Africa ve ne sono talmente tanti da poter sfamare il triplo e più della popolazione mondiale, se messi a coltura, e senza minimamente impoverire le riserve, i parchi e le foreste di pregio.

                                        Pronto a ricredermi se ottenessi compiute e rassicuranti risposte ai miei dubbi, ma sono certo di ricordare che esistano altre discussioni in questo forum che trattano di investimenti speculativi.

                                        Saluti.

                                        Gigi


                                        PS: oggi , in altre discussioni, ho trattato dei prezzi dell'olio e della possibilità di formare gruppi d'acquisto.

                                        Non sono così sicuro della convenienza della produzione di olio per esportazione, se non in presenza di autoconsumo!
                                        Grazie per la risposta, l'investimento della parte agricola di ripaga in 5 anni ma si alimenta da solo dopo 2. ci sono due soluzione nel senso che il capitale va messo solo i primi due anni e poi ci sono gli utili che in altri tre coprono gli investimenti fatti e successivamente si guadagna ogni anno quanto investito.
                                        Per la parte industriale invece ci sono due soluzioni la prima è vendere la i semi a ditte italiane io ne ho che poi pensano a fare l'investimento per la estrazione dell'olio e l'altre ' di fare in proprio o in partecipazoione l'investimento dell'imianto di spremitura. Tutti i numeri possono essere esplicitati in caso di reale interesse.
                                        Per quanto riguarda il "buonismo" i salari ai contadini, le malattie, il benessere ecc ecc mi sembra caratteristico di chi parla senza mai aver messo piede in africa oppure di chi vive la ma è nel limbo delle organizzazioni internazionali che sfoggiano i loro 4x4 con autista e se un povero chi chiede la carità non abbassano neanche il vetro del finestrino.
                                        Chi come me ha vissuto nel sacrificio, ha dormito negli hotel con gli scarafaggi, ha mangiato insieme ai poveri e ai contadini, si è beccato la malaria, ha visto in faccia il colera, l'incopetenza e il cinismo dei politici locali, l'inconsistenza delle strutture e dei programmi scolastici, la vuotezza della vita che offre solo disoccupazione o commercio ai semafori, lo sfruttamento delle risorse che fanno i cinesi e gli indiani, i soldi senza senso che invia l'Unione Europea che finanzia appalti poi presi regolarmente da ditte cinesi e indiane, praticamente noi li finanziamo,ma si è innamorato della povera gente che è la vera risorsa africana a tal punto di sentirsi africano dentro, allora diamo agli africani un lavoro continuativo e il resto verra da solo. Per chi non lo sapesse vi sono delle leggi che se rispettate, tutelano il territorio. Per l'impiego locale questa è una pessima idea perche il beneficio di un prodotto che si vende a maggior valore all'estero va colto quindi vendiamo l'olio all'estero e portiamo i benefici la. Quella dell'uso locale del prodotto è una idiozia che normalmente viene ripetuta dagli inetti amministratori locali i quali parlano senza sapere che almeno nel mio paese, non ci sono impianti che vanno a olio se non i cementifici che tiu pagherebbero l'olio pochissimo e per fare l'autotrasporto bisogna fare gli impianti esterificatyori con costi aggiuntivi che porterebbero il prodotto fuori prezzo. Non dico che so tutto io ma in quattro anni si imparano e soprattutto si capiscono molte cose.

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                                        • #21
                                          interessi commerciali

                                          ciao Gigi sono italiano e risiedo in svizzera tedesca rapresenta una societa svizzera che si occupa di smaltimento rifiuti non pericolosi come pneumatici fuori uso per recupero energia nei cementifici in tutto il mondo,
                                          mi sono iscritto oggi al forum che seguo da molto tempo mi trovo ora in calabria per cercare dei terreni adatti alla pianta jatropha sono interesato a contattarti magari ricevere una tua rapresentante per ulteriori informazioni.
                                          Conosco anche un po l'Africa purtroppo (e posso capirti) non specifichi dove sei il mio indirizzo elettronico e' sergio.quercia@gmail.com oppure eurowintradingag@gmail.com
                                          arei lieto di essere contattato
                                          saluti
                                          sergio
                                          Originariamente inviato da gigi0000 Visualizza il messaggio
                                          Cari amici,
                                          m'imbatto solo ora in questa interessante proposta e la ripropongo per un serio e costruttivo sviluppo, senza alcun timore di finire a Striscia la Notizia.

                                          Sono un diplomatico italiano che rappresenta uno Stato africano internazionalmente riconosciuto tra i più affidabili politicamente ed economicamente, nonché con incrementi del PIL tra i più elevati al mondo.

                                          Notevolissime agevolazioni sono previste per nuove imprese, soprattutto nel settore agricolo e per l'impiego di manodopera locale, oltre ad esenzioni fiscali, incentivi, concessioni, ecc. Dal 2007 è vigente anche un accordo con l'Italia a garanzia degli investimenti.

                                          Oltre alla jatropha, che ben si adatterebbe a molte province del Paese, essendo diverse le zone climatiche, vi è la possibilità di valutare altre coltivazioni, sempre destinate alla produzione di oli da impiegare come carburanti, tenendo in considerazione che la Nazione di cui parliamo è la più ricca di bacini idrici di tutto il continente, con una fittissima ragnatela di fiumi e torrenti che permettono l'irrigazione ed abbondanti raccolti.

                                          A solo titolo esemplificativo sono da considerare le fiorenti coltivazioni di girasole (comunque da incrementare) con due o più raccolti l'anno, di altri frutti o semi oleosi, oltre alle iniziative di accrescere le piantagioni di palma da olio e di incrementare la produzione di "bio-diesel" per uso interno e per l'esportazione.

                                          Dette coltivazioni rientrano tra quelle previste dai piani privilegiati del Governo.

                                          Vi sarebbero ancora molte cose da dire, ma, per ora, credo sia il caso di non andare oltre.

                                          In presenza di serie iniziative, sarei naturalmente lieto di fornire tutte le informazioni del caso, nonché di favorire i necessari incontri con la nostra Rappresentante Commerciale per ulteriori delucidazioni e per l'eventuale avvio delle pratiche relative.

                                          Eviterei, se possibile, di sprecare tempo nel rispondere a futili curiosità, o provocazioni (come spesso avviene nel forum) privilegiando invece le questioni più serie e di maggior utilità per tutti.

                                          Grazie per l'attenzione e cari saluti a tutti.

                                          Gigi

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                                          • #22
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                                            Malgrado la disponibilità di taluni, che sentitamente ringrazio per la loro partecipazione (evito di fare nomi per le ovvie ragioni di chi messo prima, chi dopo, la dimenticanza, ecc.) non c'è stata - c'era da immaginarselo - che qualche seria proposta: purtroppo non sufficiente.

                                            POPOLO BUE! Era solito esclamare il mio maestro alle elementari, oppure: ITALIANI CON LA CODA! Aveva perfettamente ragione.

                                            Saluti a tutti e nuovamente grazie a chi sa di meritarselo.



                                            Malgrado tutto, la butto li: se invece della jatrofa, parlassimo di altre colture annuali, o che magari potrebbero dare due o più raccolti l'anno, tipo colza o girasole, avendo già più terreni, dislocati in diverse provincie, di proprietà di un partner locale, qualcuno potrebbe essere interessato a cooperare?

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                                            • #23
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                                              Chi ha piu nozioni di me prego si faccia avanti!

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                                              • #24
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                                                io, ribadisco, non ho competenza, tempo, capacità e età giusta, ma qualche migliaio di euro per acquistare azioni di una futura società ad hoc potrei metterceli, diciamo 5 - 10.000 per cominciare.
                                                con 100 soci si potrebbe arrivare a 1.000.000 euro e forse potrebbero bastare per iniziare, magari per avviare la piantagione, successivamente si possono acquistare le macchine per la spremitura e dei semi e poi da cosa nasce cosa.
                                                ciao

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                                                • #25
                                                  Mi sono veramente appassionato alla Jathropa e alle sue possibilità.
                                                  Sto valutando la possibilità di andare in Africa ad investire.
                                                  Volevo segnalare l'articolo al seguente link.
                                                  COME UN AZIENDA , LA BIOSHAPE, PUò ROVINARE IL POPOLO DI UN PAESE, LA TANZANIA, SOLO PER I SUOI INTERESSI - Paperblog

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                                                  • #26
                                                    X Diz
                                                    penso che sia chiaro che sono contrario a questo tipo di progetti e che avverso la speculazione riguarddo jatropha. Ne ho scritto e continuo a scriverne dopo averne sperimentato e toccato con mano.
                                                    Nonostante tutto l'articolo che hai pubblicato è molto sibillino e da abito a interpretazioni fuorvianti.
                                                    le domande che mi vengono spontanee sono :
                                                    Degli 80.000 affittati ( parliamo di venti chilometri per quaranta ?) quanta superficie è stata realmente deforestata ? In quattro anni non si è accorto nessuno di ciò che stava avvenendo? ( nel delta del Niger si sta scatenando una guerriglia per 3.000 ettari di nuove palme ).
                                                    Quanta Jatropha è stata messa a dimora in questi 4 anni e come mai sta morendo ( è una infestante che sopravvive anche con 350 mm di pioggia l'anno ).
                                                    Se hanno disboscato, che terreno hanno sottratto agli agricoltori?
                                                    Se il terreno era coltivato e adesso le piante di jatropha non sono coltivate perchè non tornano a fare ciò che facevano prima?.
                                                    L'articolo che hai postato è un fulgido esempio di pessimo giornalismo falso ecologista. Chi l'ha scritto è più preoccupato di non poter dimostrare che sono state distribuite bustarelle ai governanti locali che di cercare di capire come rimediare a una delle tante speculazioni mal riuscite all'insegna della finta rivoluzione verde.
                                                    Come oramai dico spesso . Senza numeri e dati precisi tutto sembra m...a e la gente non riesce a farsi una opinione reale. Poi arriva quella radical di striscia la notizia, ci fa vedere che se spendiamo 3 o 4 milioni di euro riusciamo ad avere una casa a energia zero e tutti pensano che la via giusta sia quella

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                                                    • #27
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                                                      Al di là delle tue considerazioni di affidabidabilità dell'informazione su internet, che posso senz'altro condividere, e quelle di natura politica che richiederebbero considerazioni a margine, mi chiedevo se esiste un esempio di sfruttamento sostenibile della pianta e di successo, perchè alla fine non ne ho trovati.

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                                                      • #28
                                                        Scusa se non ti ho risposto subito Diz , non mi ero accorto della domanda. Direi che i pochi interventi che considero seri che ho visto con i miei occhi riguardanti jatropha non erano mai finalizzati alla speculazione sui biocombustibili. Il primo e più importante iniziato da Bamex con denaro di USAid nella provincia di Tulear II 10 anni fa di 10.000 ettari ( tutte le volte che leggi di una grande iniziativa privata in Madagascar sui biocarb è qualcuno che pensa di metterci le unghie ) . Uno in atto adesso in Mozambico da parte di sognatori italiani. Un intervento scappato di mano al ministero dell'ambiente Australiano nel Qeensland , un aborto in Tunisia ( se ingrandisci il mio avatar capirai perchè ) .
                                                        Un essere umano rapido raccoglie al massimo 10 Kg di semi di Jat all'ora, se lo fai sudare , gli ripassi ogni tanto con lo jambock l'interno del ginocchio o come faccio io allunghi un ciocorì ogni tanto ai bambini arrivi a 11 kg. Io in competizione con i bambini arrivavo a 5 e mi urlavano vasà lento come lumaca . Per raccogliere una tonnellata ci vogliono 10 ore di 8 o 9 persone e da quella tonnellata di semi se andrà bene estrarrai 340 - 400 kg. di olio . A questo punto vorrai mica pagare i raccoglitori ?
                                                        Sono stati lenti, il 60% di ciò che han raccolto diventerà concime di scarso valore.... l'olio non si mangia e deve entrare in competizione con il palma che non vale 0,5 $ al kg.
                                                        Naa, non bisogna pagare chi raccoglie perchè convenga fare l'olio con la jatropha e per accellerare la racccolta accarezzare ogni tanto l'interno del suo ginocchio con il nerbo di bue, altrochè ciocorì ....

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                                                        • #29
                                                          io ci stò tenetemi presente per quando si aprirà il mercato. Voglio anche visitarla poi ^_^, bellissimo!!
                                                          l'Ape Regina dell'e-eco-nomia. W I BARBAPAPà!

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                                                          • #30
                                                            Sentite ammetto che sono ignorante in fatto di coltivazione, ma se invece dell'olio di jatropa si producesse olio di colza o di palma e venisse in parte utilizzato in loco per la produzione di energia elettrica?
                                                            Io non conosco per neinte il mercato africano, non conosco il prezzo di vendita del MW, sarebbe conveniente o è sempre meglio esportare in europa?

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