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[alcol] Bioetanolo fai-da-te / 2

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  • [alcol] Bioetanolo fai-da-te / 2

    Allora ragazzi ho notizie abbastanza importanti da darvi. ho ultimato il mio esperimento sulla fermentazione degli zuccheri, allora possiamo saxe x certo k:

    - dalla fermentazione (lievito istantaneo)di zuccheri polialcoli nn si ottiene un bel nulla, xk dopo 2 sett circa si formano delle chiazze di muffa qua e là cosa k nn accadrebbe se ci fosse ank una minima ma considerevole parte di alcol;

    - dalla fermentazione del fruttosio puro al 100% si ottiene alcol perchè ank dopo tre sett la muffa nn si è formata, segno mdei tracce di etanolo. ora basta distillare x saxe la quantità precisa k si può ricavare da un kg;

    ora ho intenzione di provare con la fermentazione di 1kg di saccarosio semolato x vedere cosa succede. sxo di esservi stato utile:-)
    a presto.

  • #2
    aldebran molto importante ai fini della fermentazione è la gradazione zuccherina della soluzione. infatti se lo zucchero è troppo concentrato inibisce la proliferazione batterica(o fungina in caso di lieviti) quindi io userei delle soluzioni piuttosto diluite.
    per vedere se si è formato alcol puoi prendere un campione della soluzione e riscaldarlo in un ampolla (ideale sarebbe una a collo di cigno ma puoi anche vedere di raccordarci un tubicino) e mantenere una fiamma davanti al uscita del tubicino. l'alcol evaporando per primo dovrebbe incendiarsi subito. in alternatica puoi provare a procurarti uno di quei test con palloncino che danno all'uscita delle discoteche. contengono un palloncino e un filtro con dei cristalli rilevatori(molto sensibili) che cambiano colore in presenza di alcol.puoi provare a mettere un po di soluzione fermentata nel palloncino,riempirlo d'aria e dopo un po svuotarlo attraverso il filtro. se c'è etanolo si colorano i cristalli.

    quando ottieni una fermentazione discreta, ti consiglio di conservare una parte della soluzione per usarla come starter della fermenazione successiva.

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    • #3
      scusate avevo dimenticato le porzioni di h2o e zucchero: 100gr e 4l in entrambi i casi;
      si è importante quello k hai detto tu ma già basta di x sè la prova di cui sono stato testimone visto k l'alcol uccide batteri, muffe, funghi, lieviti etc. mo casomai vediamo qnt ne possimo ricavare dalla distillazione. casomai sarebbe da regolare le proporzione se il quantitativo di etanolo ottenuto nn è almeno discreto xk gli zuccheri sono quelli.
      riguardo allo starter credo k hai ragione, nn è una cattiva idea.


      N.B.: oggi hanno fatto vedere al motorshow di bologna una megane a bioetanolo E85 e ank altre macchine!! forse ci siamo, finalmente si è smosso qualcosa...

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      • #4
        Ciao Aldebran!
        Per lievito istantaneo credo tu intenda il Saccharomyces Cerevisiae, che come suggerisce il nome viene utilizzato anche per la birra. Ricava energia trasformando Glucosio in Etanolo (utilizzo in ambito alcolico) e CO2 (utilizzo per lievitazione), ma va utilizzato in un range di temperature ottimale (4-8°) e perfe efficacia al variare del pH (non dovrebbe essere questo il caso), del grdo alcolico in cui lavora (si ferma intorno ai 6-8°, in base alle condizioni), e della pressione osmotica a cui è sottoposto (questo vale anche per le muffe, e per questo non si sono in fruttosio puro, se abbiamo lo stesso concetto di "puro").
        Ricavare etanolo da questo processo senza ricorrere a ebollitori a bassa pressione con condensatori barometrici (difficili da avere in salotto) sarebbe onerosissimo, e la spesa (anche ambientale) per ottenerlo, superiore al vantaggio ottenuto.


        CITAZIONE (topolinus @ 10/12/2006, 14:18)
        quando ottieni una fermentazione discreta, ti consiglio di conservare una parte della soluzione per usarla come starter della fermenazione successiva.

        il lievito madre!
        ai fini della fermentazione funziona, ma purtroppo la strada per ottenere un combustibile da ciò in ambito casalingo è svantaggiosa. bisognerebbe poter sfruttare il processo esotermico della fermentazione associandolo alla bassa pressione indotta (per esempio) dai condensatori sopra citati, ma a livello casalingo non è pensabile.

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        • #5
          Il metodo più semplice per vedere quanto alcol c'è nel fermentato è comprare nei negozi o magazzini di enologia un banale vinometro al costo di pochi euro. Ne ho visti anche su ebay. E' uno strumento di vetro con un capillare all'interno.
          Comunque lo zucchero ha una resa di trasformazione di circa il 60% (da una soluzione di zucchero al 20% si ottiene alcol al 12% circa). Ti consiglio di non andare molto sopra il 20-25% di zucchero perché si rischierebbe una fermentazione incompleta in quanto l'alcol diventa tossico per i lieviti ad una gradazione del 15-16% (la bevanda fermentata più alcolica è il saké che raggiunge i 20°, ma la si ottiene con ceppi di lieviti specifici ed in condizioni particolari). E' il fenomeno del suicidio dei lieviti.
          A temperatura ambiente e con l'aggiunta di lieviti enologici (occorre usare questi e non lievito per panificazione, anche se sempre di funghi saccaromiceti si tratta) la fermentazione dovrebbe durare pochi giorni e ci si accorge che è terminata perché la soluzione non emette più bollicine di CO2. Al limite si può assaggiare il "vino di zucchero" per sentire se è ancora dolce. Il freddo può bloccare una fermentazione prima che sia completa. Al lievito è bene aggiungere il relativo nutrimento azotato che normalmente è venduto insieme ad esso.
          Ci sono batteri (e funghi) che possono alterare anche una bevanda alcolica (ad esempio fioretta, spunto, girato, eccetera), ma usando solo zucchero e acqua si ottiene solo alcol e acqua, non penso ci si debba preoccupare più di tanto dal dover usare anidride solforosa per la conservazione. Al limite, se dimentichi all'aria la soluzione alcolica per molto tempo, i batteri acetici potrebbero cominciare a lavorare...
          Il difficile comunque non è la fermentazione, che è anzi di estrema facilità, casomai la distillazione.

          Edited by Lolio - 18/12/2006, 18:53

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