Olio di Jatropha curcas - EnergeticAmbiente.it

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Olio di Jatropha curcas

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  • #91
    Originariamente inviato da marcodozwwjd Visualizza il messaggio
    Ma quando avete effettuato il trapianto in pieno campo? La Jatropha è comunque una pianta molto rustica, ma come ogni coltura è particolarmente sensibile nel primo anno di vita, perché ancora deve "strutturarsi" bene. Interessante la vostra piantagione in Tunisia..è un progetto privato?
    Ma no , ero a Tataouine ( Tatooine in spielbergerese ) perchè era il periodo di caccia dei sabbipodi , mi si è fermato lo speeder in mezzo al deserto , proprio davanti a questa distesa di piantine , c'era sta ragazza strana, con l'accento di Bari che le guardava sconsolata e diceva " tutto bruciato , tutto bruciato " . Mentre aggiustavo il giroscopico dello speeder mi ha raccontato tutto , quanta acqua aveva utilizzato, gli esperimenti aumentando 1/2 punto percentuale per volta il cloruro di sodio sino a giungere al 4% in peso ( la pianta resiste anche a 250 mm di pioggia , solo che non produce nulla) . Insomma l'ho caricata sullo speeder e l'ho portata a mangiare uovo fritto nella pasta da un ebreo che conosco nel ghetto di Djerba . Li , anche se non c'era neanche una birra ha cantato tutto il resto. Ma mi è venuto in mente.... se invece di fare tutto sto casino avessimo messo qualche ora le piantine in frigo non era meglio ?

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    • #92
      Originariamente inviato da marcodozwwjd Visualizza il messaggio
      I 1°)Le rese di questa coltura giustificano ampiamente l'interesse che tuttora riscuote a livello mondiale, anche se fa fatica ad adfattarsi alle nostre latitudini.2°) Tu stai svolgendo qualche progetto biofuel in Brasile? Un cordiale saluto a tutti.
      1°) guarda che ha problemi anche in BR, che se va sotto zero sono .....zi!
      2°) nessun progetto perchè ci va per questo la "vil pecunia" ed oltretutto la Jatropha è ormai una realtà locale consolidata, che se dovessi far progetti o voli pindarici punterei su altre biomasse che si trovan solo là: parlavo semplicemente degli spazi a disposizione che ancor si trovano da quelle parti!...saluti...
      O pinhão-manso e a geada | Blog BiodieselBR - por Univaldo Vedana
      OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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      • #93
        Nulla a che vedere con la meccanizzata e produttiva canna da zucchero...
        La coltivazione della jatropha è senz'altro interessante in terreni non adatti a coltivazioni di generi alimentari.
        In India stanno piantando jatropha su più di 30 milioni di ettari prima incolti.
        Mi chiedo: perchè non sfruttare tanto terreno incolto?
        Il problema della non economicità personalmente la risolverei con piantagioni statali e chi raccoglie viaggia gratis !!!...
        Sarebbe da negligenti non sfruttare tanto terreno a disposizione...

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        • #94
          Originariamente inviato da Solarfranco Visualizza il messaggio
          Nulla a che vedere con la meccanizzata e produttiva canna da zucchero...
          La coltivazione della jatropha è senz'altro interessante in terreni non adatti a coltivazioni di generi alimentari.
          In India stanno piantando jatropha su più di 30 milioni di ettari prima incolti.
          Mi chiedo: perchè non sfruttare tanto terreno incolto?
          Il problema della non economicità personalmente la risolverei con piantagioni statali e chi raccoglie viaggia gratis !!!...
          Sarebbe da negligenti non sfruttare tanto terreno a disposizione...
          jatropha : Say No To Jatropha

          Non so da dove hai tratto la notizia che i 30 milioni di ettari indiani erano incolti , ti consiglierei di iscriverti a questo gruppo e dialogare un po' con Pankaj Ohudia che è lo scienziato indiano che l'ha creato e sta combattendo jatropha come il fumo negli occhi ( ha le sue motivazioni e non sempre son campate in aria ) . Comunque quello indiano non è un gran bell'esempio.....

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          • #95
            Come al solito bisogna far attenzione agli interessi trasversali.


            Fatto sta che tutti i media in lingua inglese che io ho letto lo definiscono come waste land che significa letteralmente terreno di scarto.

            Questa news sembra interessante.

            Jatropha - India's Bio-Fuel Option - NAM
            Ultima modifica di Solarfranco; 16-04-2009, 11:47.

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            • #96
              Originariamente inviato da Solarfranco Visualizza il messaggio
              Come al solito bisogna far attenzione agli interessi trasversali.


              Fatto sta che tutti i media in lingua inglese che io ho letto lo definiscono come waste land che significa letteralmente terreno di scarto.

              Questa news sembra interessante.

              Jatropha - India's Bio-Fuel Option - NAM
              Chi ha più creduto in jatropha in India è stata D1 che ha tentato un megaprogetto mondiale , circa 2 anni fa è riuscita a farsi assorbire da BP sulla base dei programmi che avevano sbandierato come realizzabili a breve, adesso BP dichiara che sta rivedendo al ribasso i programmi, la quotazione della società ha avuto una storia simile a quella di Unicredit e jatropha nella visione di BP sta assumendo l'aspetto di un incubo.
              Bravo il fondatore di D1 che è riuscito a vendere sta ciofeca a BP guadagnandoci un mucchio di soldi.
              Antieconomico e scarsamente industrializzabile non significa che non si può realizzare , significa semplicemente che se va bene non ci si guadagna nulla e se va male ci si rimette.....

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              • #97
                salve. ma qualcuno sa se adesso c'è qualcuno che vende l'olio e su che prezzi si posiziona?

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                • #98
                  Originariamente inviato da FilippoB Visualizza il messaggio
                  salve. ma qualcuno sa se adesso c'è qualcuno che vende l'olio e su che prezzi si posiziona?
                  no, tempo fa ci avevano offerto 2.000 ton per volta dal Brasile al prezzo del palma ma al dunque sono scomparsi...

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                  • #99
                    Per chi è zona Liguria (**) potrebbe provare a comprare corettamente (accise, ecc.) il biodiesel...

                    per esempio zona Campomorone (GE) potrebbe essere un buon riferimento:
                    Also S.r.L.
                    A&A F.lli Parodi S.r.L. ( "detentori" di -> PCT/IB2007/051763) sito: :: A&A Fratelli Parodi ::

                    (**) oppure in Lombardia Novaol (sito: Novaol)
                    Fare si può! Volerlo dipende da te.

                    Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

                    Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
                    Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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                    • Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                      Ma no , ero a Tataouine ( Tatooine in spielbergerese ) perchè era il periodo di caccia dei sabbipodi , mi si è fermato lo speeder in mezzo al deserto , proprio davanti a questa distesa di piantine , c'era sta ragazza strana, con l'accento di Bari che le guardava sconsolata e diceva " tutto bruciato , tutto bruciato " . Mentre aggiustavo il giroscopico dello speeder mi ha raccontato tutto , quanta acqua aveva utilizzato, gli esperimenti aumentando 1/2 punto percentuale per volta il cloruro di sodio sino a giungere al 4% in peso ( la pianta resiste anche a 250 mm di pioggia , solo che non produce nulla) . Insomma l'ho caricata sullo speeder e l'ho portata a mangiare uovo fritto nella pasta da un ebreo che conosco nel ghetto di Djerba . Li , anche se non c'era neanche una birra ha cantato tutto il resto. Ma mi è venuto in mente.... se invece di fare tutto sto casino avessimo messo qualche ora le piantine in frigo non era meglio ?


                      Divertente la tua risposta, Sulzer1, immagino che hai passato molto tempo davanti ai film di Spielberg, per rimanerne tanto influenzato. Scherzi a parte, sono una new-entry nel forum, e sicuramente non conosco la Jatropha in tutti i suoi segreti pratici ("i più importanti" - forse questo il messaggio subliminale del tuo racconto?).. Mi chiedo se mi sono posto in maniera sbagliata, tale da "meritare", in risposta ai miei interventi, un "raccontino spielberghiese" piuttosto che una argomentazione matura e "alla pari". Mi metto comunque la cenere sul capo perchè questo forum mi interessa e spero di trovare beneficio dal confronto con figure che coltivano e fanno già affari con la jatropha. Sicuramente anche io ho un contributo da dare: offro la mia disponibilità in tal senso, per quel che riguarda lo studio e le ultime ricerche universitarie riguardanti questa oleginosa gettonatissima. Disponibile a qualsiasi confronto saluto tutti cordialmente.

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                      • Originariamente inviato da marcodozwwjd Visualizza il messaggio
                        Divertente la tua risposta, Sulzer1, immagino che hai passato molto tempo davanti ai film di Spielberg, per rimanerne tanto influenzato. Scherzi a parte, sono una new-entry nel forum, e sicuramente non conosco la Jatropha in tutti i suoi segreti pratici ("i più importanti" - forse questo il messaggio subliminale del tuo racconto?).. Mi chiedo se mi sono posto in maniera sbagliata, tale da "meritare", in risposta ai miei interventi, un "raccontino spielberghiese" piuttosto che una argomentazione matura e "alla pari". Mi metto comunque la cenere sul capo perchè questo forum mi interessa e spero di trovare beneficio dal confronto con figure che coltivano e fanno già affari con la jatropha. Sicuramente anche io ho un contributo da dare: offro la mia disponibilità in tal senso, per quel che riguarda lo studio e le ultime ricerche universitarie riguardanti questa oleginosa gettonatissima. Disponibile a qualsiasi confronto saluto tutti cordialmente.
                        Allora, premesso che ogni tanto permetto a burlonsulzer di scrivere qualcosa perchè si annoia. Lungi da me l'intenzione di trattarti con sufficienza e non prenderti in considerazione. Ben vengano gli apporti di tutti . Parlo male di Jatropha dopo aver vissuto due diverse fasi di approccio con lei. La prima entusiasta mi ha portato a sperimentarla ovunque ho potuto , verificarne le caratteristiche e studiarne i risultati. Ho avuto la fortuna di conoscere posti dove cresceva che in altre storie e in altri tempi avevo già frequentato , alcuni amici che si occupano solo di alberi per ricerca scientifica proprio dove abito . Questo mi ha permesso di raccogliere alcune esperienze significative sull'argomento.
                        La seconda è stata una ricerca storica su Jatropha. Mi ha permesso di rivisitare le esperienze di quasi 100 anni su questa euphorbiacea e di capire che parecchi studi erano già stati fatti in molte direzioni e per l'utilizzo dell'olio e come apporto proteico per gli animali.
                        Come scrivo spesso , sono convinto che jatropha , nei paesi in via di sviluppo ( eufemismo per definire i paesi in cui una parte della popolazione è alla fame ) sia una ottima opportunità di evoluzione sociale. Utilizzata per il rinboschimento di aree degradate a scarsa piovosità può essere l'innesco della pionierizzazione di suoli altrimenti inutilizzabili ( sopratutto se abbinata alla pratica della " terra preta" ) . Tutto questo se si prescinde dal mero intento speculativo perchè sperare di guadagnare denaro con jatropha in questo momento è pressochè impossibile. La sua coltivazione può avere successo se si considera l'olio un sottoprodotto che può aumentare il reddito complessivo di chi la coltiva. Jatropha dovrebbe essere coltivata in aree residuali sotto la supervisione delle tante organizzazioni internazionali , tipo USAID ecc. e finanziata dalle stesse . la produzione di olio ne sarebbe una conseguenza ma non lo scopo.
                        Il futuro dei biocarburanti è nelle mani di chi sta sviluppando le alghe , non abbiamo abbastanza terra coltivabile per mangiare in 6 miliardi e produrre energia....
                        Sulzer

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                        • @Sulzer
                          Vorrei fare una domanda tecnica: secondo te per una piccola produzione sperimentale (non in Italia eh) diciamo di 3-4 ha la decorticatrice è indispensabile o è pensabile separare i semi dal frutto manualmente (come per la raccolta)? La differenza in termini di investimento non è poca come puoi immaginare.
                          Grazie

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                          • Originariamente inviato da Lombroso Visualizza il messaggio
                            @Sulzer
                            Vorrei fare una domanda tecnica: secondo te per una piccola produzione sperimentale (non in Italia eh) diciamo di 3-4 ha la decorticatrice è indispensabile o è pensabile separare i semi dal frutto manualmente (come per la raccolta)? La differenza in termini di investimento non è poca come puoi immaginare.
                            Grazie
                            A seconda del posto e della specie cambiano i parametri. Diciamo che potresti prevedere tra 3 anni di raccogliere 9/10 ton di semi . Se si tratta di Curcas potrebbe essere sufficiente l'essicazione sull'aia e la sgranatura a mano ( non farla fare ai bambini che Pankaj dice che bastano 4 semi per ucciderli e a volte la mangiano come fosse una nocciolina ) la Mahafalensis è ancora più facile perchè dopo qualche esperimento ci siamo accorti che l'oil expeller lavora meglio se non la sgrani . costruiresti una linea di spremitura per 4 ha?

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                            • Grazie sulzer ancora una cosa.
                              Contestualizzo: vorrei utilizzare la Jatropha per produrre elettricità in villaggi isolati in Sud America (da quello che ho visto in Africa lo fanno) e devo farmi un'idea dei macchinari necessari (minimi) per una produzione su piccolissima scala di elettricità da olio combustibile tal quale .
                              Quindi sarebbero la pressa ed eventualmente la cetrifuga (se i filtri in tessuto che ho visto dovessero essere troppo lenti) ed il gruppo elettrogeno. Dimentico qualcosa?
                              Sai di qualcuno che li modifica o ne vende (come avrai capito parlo di olio tal quale e non di biodiesel.
                              (niente bambini per questa volta )
                              Lombroso

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                              • [
                                Lombroso[/QUOTE]

                                partiamo dalla zia Irene della cascina Nuova. Quando anni fa le ho detto che volevo occuparmi di olio mi ha squadrato sopra gli occhiali e mi ha chiesto " C'mè Vuncion ?" Traduco , come Untone . Allora ho indagato su questa figura di cui non avevo mai sentito parlare . Vuncion era un signore che sul finire degli anni 20 del secolo scorso aveva montato sul cassone di un camioncino una pressa a vite senza fine azionata da una serie di rinvii collegati all'albero secondario del cambio della macchina, questo gli permetteva anche di variare la velocità di spremitura in funzione della marcia. Gli agricoltori dedicavano una parte dei terreni alla coltivazione del girasole e una volta l'anno dopo l'opportuna essicazione sull'aia passava Vuncion nelle cascine e spremeva a pagamento l'olio alimentare per tutto l'anno . Questo comportava una decantazione naturale ( come avviene per l'olio di oliva ) e un consumo famigliare. Mi sa tanto che modernizzando il processo potresti pensare di emulare Vuncion.
                                vedrei bene un pick up ,( io preferirei un hi lux ma è questione di gusti ) un generatore a olio , magari un Lister , un oil expeller ( preferirei Mailca perchè sono più leggeri e consumano meno energia ) e una centrifuga. Questa sarebbe l'attrezzatura mobile . In ogni villaggio prevederei di lasciare un decanter che contenga l'olio di un anno ( con quei terreni nn farai più di 8 ton ) e che permetterebbe la definitiva chiarificazione nell'arco di 2 o 3 mesi ( sono andato a vedere una bottiglia che non muovevo da 2 mesi e il polverino è tutto sul fondo ). Come motore non cercherei di esser troppo sofisticati . Tieni presente che il tuo decanter conterrà al massimo 2.000 Kwh . Questo significa che se volessi produrre anche solo 5 Kwe non avresti un'ora di elettricità al giorno. comunque penserei a un vecchio Lombardini o un lister dotato di un kit lisbet o simili . Ti rimarranno c.a. 16 ton di panello , puoi compostarle naturalmente nella letamaia( se lo usi fresco è fitotossico e i pomodori patiscono ) oppure pensare a un piccolo biodigestore che produca biogas e ammendante . Con quelle quantità potresti arrivare a produrre c.a. 4000 di biogas al 50% di metano e ancora una decina di tonnellate di ammendante. trovassi un gentiluomo che è capace di farlo a quel punto useresti il biogas per alimentare il diesel , l'olio per l'iniezione pilota e l'energia termica d'avanzo per aumentare la temperatura di digestione e usare termofili nella fermentazione . Siamo a dimensioni di bricolage , in teoria così siamo a più di 2 ore al giorno di funzionamento del cogeneratore , è un po' poco per andare a olio perchè solo la fase di preriscaldo dell'olio e del motore richiederebbe almeno mezz'ora . Non possiamo pensare almeno a 15 ettari ? Richiederebbero il lavoro di 20 persone per 2 mesi l'anno e produrrebbero c.a. 30 ton l'anno di olio che rapportate al gasolio avrebbero un valore venale di 18.000 dollari , avresti panello per 15.000 mc di biogas e tutto in proporzione .
                                Lo stoccaggio di 30 ton potresti risolverlo con dei flexi tank che alla fine della stagione verrebbero lavati con il normale detersivo , asciugati e riutilizzati alla nuova spremitura.
                                Chiedi se ti serve altro
                                Sulzer
                                p.s.
                                Ogni 5 ton di panello biodigerito al 20% di acqua vale pressapoco come una ton di concime azotato industriale . Tutti gli scarti e le sramature possono diventare green characoal e essere utilizzati come combustibile per cucinare ma questo te lo racconto un altra volta
                                Ultima modifica di Sulzer1; 13-05-2009, 13:48. Motivo: informazione aggiuntiva

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                                • Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                  [
                                  Siamo a dimensioni di bricolage , in teoria così siamo a più di 2 ore al giorno di funzionamento del cogeneratore , è un po' poco per andare a olio perchè solo la fase di preriscaldo dell'olio e del motore richiederebbe almeno mezz'ora . Non possiamo pensare almeno a 15 ettari ?
                                  Io avevo fatto questo conto (correggimi dove sbaglio): da un ettaro di coltivazione un po' fitta (2x2) ottengo 3.5 t di seme che spremuto e filtrato arriva a darmi circa 850 L di olio combustibile (sono ottimista?).
                                  Un 5 kWe ho visto che consuma circa 1.6 L/h, quindi per avere 6h di elettricità al giorno per 365 giorni mi servono 3504 L/anno che corrispondono a 4.1 ha.

                                  Evidentemente o sopravvaluto la resa o sottovaluto il consumo.

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                                  • Originariamente inviato da Lombroso Visualizza il messaggio
                                    Io avevo fatto questo conto (correggimi dove sbaglio): da un ettaro di coltivazione un po' fitta (2x2) ottengo 3.5 t di seme che spremuto e filtrato arriva a darmi circa 850 L di olio combustibile (sono ottimista?).
                                    Un 5 kWe ho visto che consuma circa 1.6 L/h, quindi per avere 6h di elettricità al giorno per 365 giorni mi servono 3504 L/anno che corrispondono a 4.1 ha.

                                    Evidentemente o sopravvaluto la resa o sottovaluto il consumo.
                                    sei stato prudenziale con la produzione di olio , sono io che ho diviso invece di dividere e ti ho dato i 2000 Kwh come un dato certo. Sono giusti i tuoi conti, Almeno una ton di olio a ettaro la ricaverai dal terzo anno , sopratutto se avrai una piovosità superiore a 500 mm

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                                    • Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                      sei stato prudenziale con la produzione di olio , sono io che ho diviso invece di dividere e ti ho dato i 2000 Kwh come un dato certo. Sono giusti i tuoi conti, Almeno una ton di olio a ettaro la ricaverai dal terzo anno , sopratutto se avrai una piovosità superiore a 500 mm
                                      Meno male credevo di non aver capito niente.

                                      Secondo te (ormai ne approfitto ) in una valutazione di massima: pressa + centrifuga + gruppo elettrogeno + decanter = posso rimanere dentro i 15000 euro? Come avrai capito è la mia prima esperienza professionale in questo settore e mi serve tutto l'aiuto possibile.

                                      Grazie
                                      Lombroso

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                                      • rese ettaro

                                        Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                        . Sono giusti i tuoi conti, Almeno una ton di olio a ettaro la ricaverai dal terzo anno , sopratutto se avrai una piovosità superiore a 500 mm
                                        Da come ho capito il LOMBROSO parla di Sudamerica, e qui in Brasile le rese sembrano ancora superiori.........sempre non sia un mero dato pubblicitario.

                                        °°A primeira colheita dá-se já no primeiro ano, de início pequena, aumentando ao longo das sucessivas safras até estabilizar a produção entre os 5 e 6 anos. Poderá produzir, em média, 6 a 7 toneladas de amêndoas por hectare, sempre no primeiro semestre do ano, em três ou quatro colheitas. As amêndoas possuem de 35 a 38% de óleo, gerando produtividades em torno de 2.400 kg de óleo por hectare. O subpro-duto é uma torta rica em nitrogênio, fósforo e potássio, portanto, um excelente adubo. No futuro, se inativados os seus princípios tóxicos, a torta poderá ser fornecida aos animais. A casca é excelente fornecedora de energia e pode ser queimada em fornalhas de caldeiras.°°
                                        OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                        • Originariamente inviato da biomassoso Visualizza il messaggio
                                          Da come ho capito il LOMBROSO parla di Sudamerica, e qui in Brasile le rese sembrano ancora superiori.........sempre non sia un mero dato pubblicitario.

                                          °°A primeira colheita dá-se já no primeiro ano, de início pequena, aumentando ao longo das sucessivas safras até estabilizar a produção entre os 5 e 6 anos. Poderá produzir, em média, 6 a 7 toneladas de amêndoas por hectare, sempre no primeiro semestre do ano, em três ou quatro colheitas. As amêndoas possuem de 35 a 38% de óleo, gerando produtividades em torno de 2.400 kg de óleo por hectare. O subpro-duto é uma torta rica em nitrogênio, fósforo e potássio, portanto, um excelente adubo. No futuro, se inativados os seus princípios tóxicos, a torta poderá ser fornecida aos animais. A casca é excelente fornecedora de energia e pode ser queimada em fornalhas de caldeiras.°°
                                          Io parlo di Argentina settentrionale e non posso che essere contento, speriamo di non andare su un terreno sfigato.

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                                          • Originariamente inviato da Lombroso Visualizza il messaggio
                                            Io parlo di Argentina settentrionale
                                            Sei in Mesopotamia o in Chaco?
                                            OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                            • Originariamente inviato da biomassoso Visualizza il messaggio
                                              Sei in Mesopotamia o in Chaco?
                                              Non è ancora chiaro dove andrò a finire e se ci andrò davvero, ma mi piacerebbe davvero molto. del preventivo che ho chiesto cosa ne pensi bastano?

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                                              • I macchinari non è che costeranno un capitale ma nello specifico non ho nessuna idea se bastino...
                                                Prova a contattare qualcuno su questo sito:
                                                Agricultura - Jatropha curcas: Floración, fructificación y cosecha - Cultivos tropicales - Ref. 0 Engormix.com

                                                Qui qualche esperienza nel nord argentino:
                                                Jatropha Chaco
                                                http://www.abc.com.py/suplementos/ru...php?pid=424986


                                                Poi se non sei ancora sicuro di dove andrai leggi anche qualcosa qui, che tanto AR o BR non cambia molto.

                                                Frutos de Pinhão Manso on Flickr - Photo Sharing!
                                                Potencialidades do Pinhão-Manso
                                                Pinhão manso

                                                L'importante è non fare come questi Sauditi che giù in BR utilizzavano lavoratori schiavizzati facendo loro pagare perfino l'acqua che bevevano:

                                                Repórter Brasil ::. Superintendência liberta 280 de fazenda de pinhão-manso
                                                OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                                • Originariamente inviato da Lombroso Visualizza il messaggio
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                                                  Secondo te (ormai ne approfitto ) in una valutazione di massima: pressa + centrifuga + gruppo elettrogeno + decanter = posso rimanere dentro i 15000 euro? Come avrai capito è la mia prima esperienza professionale in questo settore e mi serve tutto l'aiuto possibile.

                                                  Grazie
                                                  Lombroso
                                                  Temo di no a meno che tu non cerchi macchine usate e con il rischio che non siano adatte. Secondo me per produrre almeno 3 o 4 ton al giorno ci vogliono almeno 30.000 € per la parte mobile e qualche migliaio di euro per le flexi bags. la centralina e l'eventuale biofermentazione a parte

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                                                  • Jatropha

                                                    Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                                    Allora, premesso che ogni tanto permetto a burlonsulzer di scrivere qualcosa perchè si annoia. Lungi da me l'intenzione di trattarti con sufficienza e non prenderti in considerazione. Ben vengano gli apporti di tutti . Parlo male di Jatropha dopo aver vissuto due diverse fasi di approccio con lei. La prima entusiasta mi ha portato a sperimentarla ovunque ho potuto , verificarne le caratteristiche e studiarne i risultati. Ho avuto la fortuna di conoscere posti dove cresceva che in altre storie e in altri tempi avevo già frequentato , alcuni amici che si occupano solo di alberi per ricerca scientifica proprio dove abito . Questo mi ha permesso di raccogliere alcune esperienze significative sull'argomento.
                                                    La seconda è stata una ricerca storica su Jatropha. Mi ha permesso di rivisitare le esperienze di quasi 100 anni su questa euphorbiacea e di capire che parecchi studi erano già stati fatti in molte direzioni e per l'utilizzo dell'olio e come apporto proteico per gli animali.
                                                    Come scrivo spesso , sono convinto che jatropha , nei paesi in via di sviluppo ( eufemismo per definire i paesi in cui una parte della popolazione è alla fame ) sia una ottima opportunità di evoluzione sociale. Utilizzata per il rinboschimento di aree degradate a scarsa piovosità può essere l'innesco della pionierizzazione di suoli altrimenti inutilizzabili ( sopratutto se abbinata alla pratica della " terra preta" ) . Tutto questo se si prescinde dal mero intento speculativo perchè sperare di guadagnare denaro con jatropha in questo momento è pressochè impossibile. La sua coltivazione può avere successo se si considera l'olio un sottoprodotto che può aumentare il reddito complessivo di chi la coltiva. Jatropha dovrebbe essere coltivata in aree residuali sotto la supervisione delle tante organizzazioni internazionali , tipo USAID ecc. e finanziata dalle stesse . la produzione di olio ne sarebbe una conseguenza ma non lo scopo.
                                                    Il futuro dei biocarburanti è nelle mani di chi sta sviluppando le alghe , non abbiamo abbastanza terra coltivabile per mangiare in 6 miliardi e produrre energia....
                                                    Sulzer
                                                    Un doveroso saluto a tutti da un nuovo arrivato, anche se vi seguo da diversi anni. Diversamente da Sulzer (anche se sotto sotto credo la pensi come me) credo che il futuro sia Jatropha e professo amore profondo per tale pianta.

                                                    Concordo con Sulzer che le microalghe possano rappresentare il futuro dei carburanti. Lo affermano dati americani estrapolati da un impianto pilota di qualche ettaro. Sembra che, destinando il 10% del territorio arabile ( e non ) alle microalghe, sia possibile soddisfare l'intero fabbisogno di bio-carburanti degli USA. Però un litro di olio viene a costare 2,6 dollari, direi un po' troppo per poter fare concorrenza al petrolio nei prossimi 40 anni. Forse se il barile di oro nero salisse fino a 300 dollari..... Sicuramente quando non ci sarà più il petrolio sarà necessario coltivare le microalghe, non oggi comunque.

                                                    Ma intanto che facciamo?? Non esiste una risorsa energetica che da sola sarà in grado di prendere il posto del petrolio nei prossimi 40 anni, ma la domanda di energia dovrà essere soddisfatta attraverso mix energetiche. Tra queste, l'olio di Jatropha avrà un ruolo importante soprattutto per la produzione del bio-diesel poichè detiene due primati: (!) è poco costoso (400 dollari per tonnellata) e di ottima qualità (!!) si può ottenere su terreni pre-desertificati non altrimenti coltivabili. Desidero sottolineare quest'ultimo punto perchè la "normativa Turmes", diventata quest'anno legge del parlamento Europeo, indica che solo gli oli prodotti secondo "criteri di sostenibilità ambientale" e provvisti di "certificazione" potranno godere degli incentivi europei, importante requisito per le industrie che producono energia o biocarburanti.

                                                    Mentre l'olio di palma è oggi privo dei necessari certificati di sostenibilità ambientale, in quanto prodotto su torbiere a cui viene dato fuoco per preparare il terreno (tale pratica è tra i principali motivi dell'effetto serra mondiale), l'olio di Jatropha può essere prodotto su terreni non altrimenti coltivabili (ad esempio dell'Africa sub-equatoriale) e possiede quindi tale requisito essenziale per gli oli che verranno impiegati nella UE. Inoltre la sua produttività per ettaro, se escludiamo le microalghe, è seconda solo alla palma da olio e 3-5 volte superiore a colza, soja e girasole. Requisiti che lo collocano in "pole-position" tra gli oli del presente.

                                                    Perchè ritieni che la Jatropha non sia redditizia? Le grandi piantagioni potrebbero aumentare la redditività?

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                                                    • Perchè ritieni che la Jatropha non sia redditizia? Le grandi piantagioni potrebbero aumentare la redditività?[/QUOTE]

                                                      Permettimi di dissentire su alcuni argomenti.
                                                      1) Redditività per ettaro della Jatropha.
                                                      Le mie prove pratiche hanno portato una redditività massima per ettaro di 1 ton di olio spremuto con variazioni minime derivanti dal regime di piovosità. ( più piove e più aumentano i semi ma si riduce la percentuale di olio estratta )
                                                      2) Il costo di 400 $ , dove è raggiunto ( i miei BP sono sempre più alti ) si basa sul basso costo di raccolta manuale , appena chi raccoglie si sente indispensabile ( giustamente ) il costo aumenta.
                                                      3) Continuare a ripetere le affermazioni delle associazioni ambientaliste sulle torbiere senza verificare l'attualità dei fenomeni significa mistificare la realtà.
                                                      Quando più di 10 anni fa si è verificato il fenomeno della distruzione delle grandi foreste primarie nell'est Asia l'unica preoccupazione dell'occidente è stato il rischio del raffreddamento derivante dall'effetto schermo del fumo e delle ceneri volanti nell'atmosfera. Adesso che oramai le foreste sono state sostituite dalle coltivazioni di palma e producono ( l'olio che arriva deriva da palme che hanno almeno 3 - 5 anni ) cerchiamo di sommare danno a danno.
                                                      4) quando il palma entra nel circuito del biodiesel da autotrazione nessuno lo contesta , come mai questa disparità di considerazione?
                                                      5) sino a che il processo di coltivazione e raccolta di jatropha non sarà completamente meccanizzato la differenza tra grandi e piccole piantagioni sarà minima dal punto di vista economico mentre da quello ambientale è evidente il maggior impatto sia positivo che negativo su grandi estensioni di terreno semiarido....
                                                      Per il resto sposo appieno le tue affermazioni , sono convinto che debba essere risolto qualche problema nel processo di produzione delle alghe perchè oggi costano troppo ma promettono così tanto che è meglio spender soldi in ricerca sulle alghe che in altri settori.
                                                      Quest'anno il nostro paese per non esser meno della Spagna e non smentire il grande Rubbia spenderà c.a. 150.000.000 di € per costruire una centrale termodinamica che se ben costruita ci permetterà di dire che ciò che han già sperimentato gli americani con Solar two e gli Spagnoli è vero . Magari spesi in sperimentazione sulle alghe ci facevano trovare qualcosa di nuovo ....
                                                      Sulzer

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                                                      • Caro Sulzer, lungi da me mistificare la realtà.
                                                        Mi sono limitato a riportare da cronista quanto emerge dalla lettura girovaga del web. In particolare traggo spunto da un documento ufficiale del parlamento UE (COD/2008/0016, un po' lunghino per la verità), scaricabile al link http://www.europarl.europa.eu/oeil/file.jsp?id=5589632&fromfiche=1384&mailer ed in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Europea. Con tale documento la UE ha inteso recepire gli avvertimenti di Greenpeace, e ribadire che la sua strategia energetica basata sulla produzione di biocarburanti ha l’obiettivo di ridurre la produzione di gas serra e non di alimentarla. Ma anche una importante multinazionale del settore cosmetico (non certo ambientalista d’astrazione, ma solo uno dei maggiori utilizzatori di olio di palma) ha deciso di richiedere la certificazione di sostenibilità dai paesi produttori. Forse c’è qualcosa di vero in quanto riporto, non credi?

                                                        >> Sulzer - quando il palma entra nel circuito del biodiesel da autotrazione nessuno lo contesta , come mai questa disparità di considerazione?>>>>

                                                        Senza entrare nel merito della normativa UE, nel prossimo futuro ogni governo sarà tenuto a garantire “quote di risparmio di emissioni” nel rispetto del trattato di Kyoto, pena pesanti sanzioni UE. E’ ragionevole supporre che tale traguardo potrebbe essere facilmente raggiunto attraverso “incentivi” o “crediti” statali. Chi produrrà biocarburanti “non certificati all’origine” cioè sprovvisti dei certificati di sostenibilità ambientale previsti dalla normativa entrante non potrà beneficiarne e sarà meno competitivo sul mercato. Ragionevole supporre che taluni tipi di olio oggi utilizzati potrebbero non essere più competitivi nel prossimo futuro. Quest’ultima è ovviamente una speculazione che deriva dalla lettura tra le righe della normativa UE.

                                                        >> Sulzer - sono convinto che debba essere risolto qualche problema nel processo di produzione delle alghe perchè oggi costano troppo ma promettono così tanto che è meglio spender soldi in ricerca sulle alghe che in altri settori>> >>

                                                        Per quanto concerne gli investimenti per la ricerca, credo che limitarli al raggiungimento di un solo obiettivo equivalga a puntare su un singolo numero alla roulette: se esce bene, sennò… che facciamo? Bisogna senz’altro trovare il coraggio di investire… perché chi semina raccoglie…. E gli altri lo comprano a caro prezzo.>>

                                                        E se produrre un transgenico Jatropha fosse davvero interessante?? Magari una variante senza curcina??

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                                                        • [QUOTE=guiu guiu;118955835]Caro Sulzer, lungi da me mistificare la realtà.

                                                          >>>guiu
                                                          Transgenico a volte mi fa più paura di non rinnovabile, ma è una mia opinione.
                                                          Per quanto riguarda i biocarburanti ciò che ha decretato l'Europa varrà dal 2017 e rispetto ad ora dice solo che dovrà esserne certificata la rinnovabilità.
                                                          Sarebbe utile farlo adesso ma i tempi di certe decisioni sono sempre biblici.
                                                          In Africa ci sono inattivi o mal coltivati alcuni milioni di ettari di palmeti il cui impianto risale a quasi 2 secoli fa , sono in un clima in cui jatropha non da il meglio di se stessa e dovessero essere ripiantati e coltivati razionalmente darebbero quasi il doppio del frutto a disposizione adesso.
                                                          Vorrei però chiarire un punto che riguarda tutte le oleacee esclusa jatropha( proprio per la tossina che contiene ) . L'olio è un ineliminabile sottoprodotto della produzione di mangimi proteici per gli erbivori di cui l'umanità anela cibarsi. Produciamo troppo olio rispetto a quello che mangiamo perchè mangiamo un mucchio di bovini, ovini , pollami che devono essere nutriti con le proteine contenute nei semi e nelle drupe dopo che sono state disoleate . Ogni tonnellata di mangime produce dal 15% al 50% del suo peso di olio .Almeno un miliardo di persone che oltre a consumare tutti i giorni e tutto il giorno almeno un Kwh a testa di energia elettrica , mangiano carne, montagne di carne e producono di conseguenza olio, montagne di olio. Per dire che siamo rinnovabili cosa bisognerà fare? Sprecare l'olio nel biodiesel esterificandolo? Portarlo a discarica per non dire che l'abbiamo usato per produrre energia rinnovabile ?
                                                          Senza insistere troppo sul discorso jatropha , hai provato a seguire le sorti della meteora D1 , se cerchi un po' in internet trovi fiumi di parole sull'astro che stava nascendo grazie a jatropha e sulla "sola" che si è presa BP comperandola.
                                                          Io non sono contro jatropha, è un argomento che mi piace molto, se si potesse coltivare in un contesto sociale diverso da quelli che conosco saprei creare una filiera senza sprechi e con buoni ritorni economici. In questo momento non vedo le prospettive per una sua reale diffusione "economica " sopratutto se la si deve vendere a 400$ ton.
                                                          Sulzer1

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                                                          • Cenere siamo, cenere ritorneremo. Tutti noi siamo rinnovabili.

                                                            Conosco il caso della D1 oil britannica. E' partita troppo presto nella produzione di biodiesel, investendo decine di milioni di euro negli impianti di transesterificazione di olio di soja, mais e girasole. Ha dovuto chiudere i due impianti UK perchè dagli USA arrivava biodiesel prodotto grazie agli incentivi di stato e quindi ad un costo decisamente più basso di quello da lei proposto al mercato. In assenza di incentivi UE non avrebbe potuto reggere il colpo altrimenti ed ha preferito convertirsi. NB. tale situazione potrebbero viverla anche i nostri produttori di biodiesel ( esclusi quelli che reciclano l'olio fritto ), soprattutto quelli che non utilizzano oli "certificati", perchè potrebbero trovarsi nell'impossibilità di fruire di eventuali incentivi statali. La normativa Turmes-UE andrà in vigore molto prima di quanto asserisci, tant'è che sono in essa previste le "quote" che l'Italia deve raggiungere alla prima "interrogazione UE" del 2015" ( leggi bene ).
                                                            Quando i produttori italiani andranno a vendere il loro prodotto sul mercato dovranno confrontarsi con i prezzi del biodiesel ottenuto dagli altri (ad es. dalla Jatropha). Sottolineo l'importanza e la lettura del documento Turmes agli interessati in questo campo.

                                                            Non credo D1 sia una "sola" come la definisci, ha solo deciso di cambiare l'asset imprenditoriale, di vendere i transesterificatori per fare cassa e di dedicarsi esclusivamente alla ricerca (dei trangenici, appunto, sulla Jatropha). Ha rastrellato nel 2008 circa 15 milioni di euro sul mercato e "sposato" la BP che è molto esperta nella coltivazione gir-in-giro per il mondo. Adesso D1-BP stanno piantumando 300.000 ettari nella fascia sub-equatoriale del mondo. Avessero più soldi ..... . E' tutto riportato nel documento resoconto del direttore della D1 per l'esercizio 2008 (disponibile al sito D1 oil). Quest'anno hanno il primo raccolto. Vedremo.

                                                            I terreni africani coltivati oggi a palma da olio sono senz'altro interessanti, perchè potrebbero godere degli incentivi in quanto creati prima del 2008. Personalmente però ritengo che l'olio di palma dovrebbe essere destinato esclusivamente all'alimentazione e alla cosmesi (ci fanno un noto sapone idratante) e non per la produzione di carburante.

                                                            Laddove il terreno non può essere altrimenti utilizzabile, Jatropha cresce bene e dona i suoi frutti ricchi di olio: è l'olivo del deserto, da cui si può ottenere un ottimo biodiesel grazie all'alto contenuto in acido oleico. Il panello di scarto non puoi utilizzarlo per l'alimentazione umana ed animale, ma è un ottimo fertilizzante e si vende bene.

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                                                            • posso chiederti una cosa Sulzer1 ?
                                                              mi sebra di capire che non consideri sostenibile l'opzione solare tipo "rubbia"
                                                              mi puoi dire perchè?
                                                              grazie, ciao.

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