un pò macchinosa come pratica
i nostri vecchi usavano e usano ancora fare cumuli di ramaglie, stoppie, letame, pollina etc... coprire con terra, lasciare stare per qualche mese e, spandere il compost così ottenuto, sul terreno come pacciame o, interrarlo come ammendante/concime
Odisseo
(E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)
(E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)
Si potrebbe utilizzare anche come "pacciamatura" per gli orti, come suggerito qui oppure leggendo la FAQ, sempre dal blog di iosononicola dove, addizionando biochar si ottengono dei benefici quali:
Stimolazione della crescita delle piante
Riduzione delle emissioni di metano
Riduzione emissioni protossido di azoto (circa 50%)
Riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti (circa 10%)
Riduzione dilavamento nutrienti
Sequestro del carbonio in un deposito sotterraneo stabile e a lungo termine
Abbassamento dell’acidità del suolo
Riduzione dell’inquinamento da alluminio
Innalzamento del numero e qualità degli aggregati nel suolo grazie all’aumento delle ife fungali
Miglioramento della capacità di ritenzione idrica del terreno
Aumento di Ca, Mg, P e K disponibili nel terreno
Aumento della respirazione microbica del terreno
Aumento della massa microbica
Stimolazione dell’azione di fissaggio dell’azoto da parte dei legumi
Maggior estensione delle micorrize
Maggiore capacità di scambio di cationi
Prendete il posto dove siete nati, metteteci la centrale a gas a ciclo combinato più grande d'italia, la seconda discarica di rifiuti del Piemonte, una nuova centrale ad olio di palma, la rete di teleriscaldamento mai terminata e la vostra salute messa a rischio... Poi provate a pensate al vostro futuro...
La tecnologia legata al biochar è particolarmente interessante anche se a doppia lama... la produzione intensiva e di grande scala potrebbe portare ai soliti problemi legati alla produzione di biomasse (la famosa "crisi" delle tortillas messicane...)
Su piccola scala è indubbiamente vincente.
Pensate a tutte le volte che vi siete trovati con ramaglie, foglie ed altro ciarpame vegetale da bruciare o compostare.
In entrambi i casi la decomposizione (compost) o la bruciatura delle biomasse immette CO2 nell'atmosfera.
Attraverso un processo in piroilisi (non così macchinoso come sembra) il carbonio vegetale viene fissato in una forma stabile per (pare) anche 1000 anni sequestrando "attivamente" CO2 dall'atmosfera.
Il carbone così ottenuto interrato nel suolo dà tutti i vantaggi di cui parlava anche Calore.
Con un minimo di abilità manuali e di competenze i gas ottenuti dalla pirolisi possono essere reindirizzati per alimentare il sistema sistema o per generare energia...
tuttavia nn ho capito come estrarre "on run" il biochar...
se intendi : "con stufa accesa" temo occorra attendere che si spenga e, svuotarla
Odisseo
(E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)
Buona visione.
Sarebbe bello riuscire a comprare qualche piccola stove... tipo quella nel video. Vorrei provare a cucinarci all'aperto...
Se qualcuno ha dati su dove acquistarla (si dice da luglio 2009)...
Roy
Altrimenti meglio contattare direttamente la Wolrdstove che produce la Luciastove http://www.worldstove.com
Sulle tecniche di produzione del biochar "on run" secondo me non è possibile.
Le tecniche tradizionali prevedono la combustione in carenza di ossigeno di biomassa.
Alla fine della "cottura" il biochar si può estrarre dal forno.
I carbonai di un tempo raccoglievano la legna nei boschi
un pò macchinosa come pratica
i nostri vecchi usavano e usano ancora fare cumuli di ramaglie, stoppie, letame, pollina etc... coprire con terra, lasciare stare per qualche mese e, spandere il compost così ottenuto, sul terreno come pacciame o, interrarlo come ammendante/concime
Odisseo
Con la Luciastove produci calore (energia) e ricavi biochar anche dalle "palline" dei conigli!
la pirolisi non roba da supermercati, ma un sistema industriale con minore inpatto per produre energia, poi se tutto lo possono fare tutti, viva l'anarchia
Un piccolo esempio di retort da pirolisi per la produzione di biochar e la grigliata ecologica con gli amici lo si può trovare qui: Simple method of charcoal production
Da quello che ne so Folke ha anche collaborato alla realizzazione della Luciastove.
Esistono comunque diversi livelli di possibilità di produzione, dalla cogenerazione energetica con impianti "industriali" alla micro produzione di biochar con materiali di scarto.
Esempio banale: quanti in autunno fanno delle belle pire e bruciano foglie secche e ramaglie? Bene, invece di fare semplicemente un fuoco ed emettere CO2 distruggendo biomassa si può utilizzare il sistema di Folke (ne ho costruito uno in giardino) ed ottenere lo stesso risultato (eliminazione di biomassa dal cortiletto di casa) sequestrando CO2 e migliorando il suolo del giardinetto stesso.
Se poi vogliamo lasciar fare sempre all'industria tutto il lavoro...
Non posso vedere tutti i video che sono stati postati a causa di una connessione internet veramente triste, ma credo che ci siano quasi più esempi di autocostruzione che di produzione industriale.
Ciao gordini-motori, puoi spiegarci, senza sintetizzare, la tua contrarietà al fai-da-te?
Prendete il posto dove siete nati, metteteci la centrale a gas a ciclo combinato più grande d'italia, la seconda discarica di rifiuti del Piemonte, una nuova centrale ad olio di palma, la rete di teleriscaldamento mai terminata e la vostra salute messa a rischio... Poi provate a pensate al vostro futuro...
sono contrario al fai da te su cose serie, ed gli impianti che funzionano seriamente in pirolisi sono su una mano, quelli che richiedano poca energia per inizializzare il processo di combustione io non ne ho ancora visto uno di quelli blasonati, l'unico che esiste a mia conoscensa,e ho anche aiutato per poter bruciare il syng gas prodotto in motori già esistentiche funzionano con gas da discarica, si trova in liguria e ha tutti contro con la banale scusa che non si puo usare rifiuti per produrre carburanti perchè rifiuti sono e come rifiuti vanno trattati, ti posso dire dal progesso delle gomme usate si ottiene più di quello che dichono, ora figuriamoci con le abitudini tutte ITALIANE,piccoli impianti per ogni casa,dimmi come gestiresti il tutto, che già ora non riusciamo ad controllare l'industriale furbo, non so che dirti,scusami
c'è comuque da dire che il sistema energetico grande, grosso e performante (?) non è più di moda. Stanno nascendo sistemi industrializzati (concordo sulla prudenza del fai-da-te di gordini-motori) di taglia domestica che hanno ottimi risutati.
Senza fare grandi filosofie si pensa di bruciare la cacca secca per scaldarci come facevano gli uomini primitivi ... la tecnologia deve essere rivista e rivalutata.
ho alcune perplessità.
Non vedo l'antagonismo fra impianto "grande, grosso e performante" e domestico. Sono semplicemente due ambiti diversi, nessuno dei quali può sostituirsi all'altro.
Da un punto di vista meramente energetico, per quel che mi è parso di capire dal video, il funzionamento di Luciastore è semplicemente sbagliato.
Il principio fondamentale di una combustione è il massimo utilizzo del combustibile, cosa che non avviene nel sistema proposto, in quanto una fetta non indifferente del carbonio rimane nelle ceneri, anche se questo viene considerato un obbiettivo.
Sicuramente il risultato non è raggiunto con una combustione a pellet, in quanto la CO2 sequestrata dalla cenere va detratta di quella prodotta appunto nel ciclo di produzione e distribuzione del pellet medesimo.
Di suo questo prototipo ha indubbiamente il pregio di cercare un'ottimizzazione della combustione della legna, problema ad oggi di difficele gestione, non tato per il pieno carico, quanto per la regolazione.
Effettivamente la produzione del carbone vegetale prodotto in assenza di ossigeno produce un residuo ricco di carbonio ... ma non sono sicuro di CO2 ...
esatto e i sistemi ad oggi in pirolisi che hanno rendimenti sodisfacenti recuperando tutto e riutilizando il tutto sono nulla e quei pochi che sarabbero anche di facile gestione e poco spesa per l'intero processo hanno tutti contro,figurioamoci il domestico fai da te, scuasatemi ma somo le mie perplesità,
Io comunque facevo il paragone per ogni sistema energetico. Il paragone è sicuramente fuori posto e chiedo scusa in anticipo ma una centrale termoelettrica ha rendimenti minori di una caldaia domestica.
L'idea della pirolisi domestica è comunque molto interessante ...
non saprei perchè le ultime centrali in ciclo combinato dovo ho avuto fortuna di seguire come aiuto di mostri sacri delle turbine di grande potenza, sono all'ordine del 75% reali a dire, poi un mio vecchio capo mi diceva che gli stessi mumeri,possono diventare una filosofia infinita, saluti a tutti
Sono d'accordo con FulvioQ quando dice che non vede l'antagonismo tra "grande grosso e performante" e domestico.
Sono semplicemente due obbiettivi diversi. E' altresì ovvio che la pirolisi per produrre biochar ha come obbiettivo primario la produzione sostenibile (senza emissioni nocive) di carbone ad uso agricolo cosa che, come già detto, porterebbe ad una possibile riduzione dell'utilizzo di concimi di sintesi (con conseguente risparmio energetico, la produzione di azoto per l'agricoltura è un'idrovora energetica) e delle lavorazioni del suolo (altra bella idrovora energetica).
Il bello del "gioco" e che, attraverso la pirolisi non solo si ottengono questi vantaggi ma è possibile produrre un po' di energia.
Quindi, a mio parere, ciò che può accadere e l'equazione seguente:
1 risparmio energetico + 1 risparmio energetico + 1 produzione energetica= una buona resa energetica con in aggiunta un bel po' di sequestro di anidride carbonica.
Ovvio che una pirolisi efficiente estrae il 100% di energia dal processo ma ciò che ti rimane è cenere... che ci fai?
Oddio... un mio amico sta lavorando su un processo che vetrifichi le ceneri dei termovalorizzatori per ottenerne materiale edile... ma consuma il 50% dell'energia prodotta dal termovalorizzatore stesso...
no è in una discarica ,ed hanno il centro raccolta pneumatici,e gli avevano promesso a suo tempo pure aiuto,tutte chiacchere sono diventate e in più gli fanno guerra contro perchè non vuole sbottonare nulla del suo sudore, saluti a tutti
Scusate questo mio post, ma non ho capito un passaggio, probabilmente per la mia enorme ignoranza. Dunque, il biochar si ottiene dalla pirolisi delle biomasse con conseguente produzione di biogas. Ma non è, più o meno, lo stesso procedimento delle caldaie a fiamma rovesciata? Perché nelle caldaie non si ottiene biochar?
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