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Stufette a biomassa e biochar

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  • #31
    Scherzo , sai che ogni tanto cito i miei cugini che passano in macchina sulla statale e vedono se c'è un ciuffo di erbacce nella risaia ai 120 ....
    Sono convinto che ci saranno notevoli sviluppi al riguardo nei prossimi mesi, era ora

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    • #32
      Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
      Sono convinto che ci saranno notevoli sviluppi al riguardo nei prossimi mesi, era ora
      Non ho capito nulla dei cugini.....
      Comunque un sistema simile abbinato al Vortex disintegratore per il seccaggio della pollina darebbe degli ottimi risultati ....

      Sto cercando di dissotterrare dai documenti nel computer il mulino "made in Brasil" che usa lo stesso sistema e che stavo vedendo l'anno scorso come possibile soluzione per macinare almeno come cippato, estrarre acqua residua e seccare il Capim Elefante dopo essere stato sfibrato ed aver perso una bella parte d'acqua facendolo passare fra rulli pressori....ma al momento ho solo trovato una foto, nel depliant invece c'erano dei dati "quasi" tecnici.
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      OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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      • #33
        E' vero , sembra molto simile solo che ho l'impressione che l'impianto nella foto faccia assolvere il ruolo di un mulino ad aria al tamburo e di un ciclone al ciclone . Probabilmente localizzerà le usure in maniera più selettiva e permetterà una classazione più seletiva delle polveri. Secondo me a naso va meglio questo .
        La storia della risaia era per esemplificare che a gente che tratta i propri campi come giardini è difficile far accettare modifiche del suolo di cui non condividono appieno i principi.
        Ma tu dici che se si fanno aspirare dal basso dei salami e cotechini dal ciclone .... non esce un maiale dallo scarico in alto ?

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        • #34
          Salve a tutti, leggendo incurisito la discussione, mi viene in mente un principio, cioè, la combustione è un processo chimico che avviene in presenza di un combustibile, un comburente ed una temperatura di combustione.
          Nella pirolizzazione non essondovi ossieno, con quale comburente si sviluppa la combustione?
          Un'altra stranezza che ho riscontrato, e che nella Luciastove, e nelle sue simili, vi è un piccolo ventilatore ( lo si nota in un video) che viene azzionato subito dopo l'accenzione del combustibile.
          Dopo pochi secondi inizia il processo di pirolisi.
          Biomassoso, fa notare questo particolare in questa discussione, ma a questo punto i conti non tornano.
          Sè la pirolisi avviene in assenza di ossigeno, come fa il combustibile a bruciare?
          Il ventilatore che si vede nella Luciastove, a cosa serve in effetti?
          Si nota anche, che la struttura della stufetta, il fondo è bucato prorpio per fare entrare aria.
          Fermorestando che comunque è una buona invenzione, e che il processo sia innovativo, qualcuno può delucidare meglio la teoria di detta combustione senza comburente?
          grazie a tutti

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          • #35
            qualcuno può delucidare meglio la teoria di detta combustione senza comburente?
            La pirolisi non si fa in assenza di ossigeno, ma in carenza di ossigeno... una parte serve per la normale combustione (e cioè scalda), poi l'ossigeno finisce ed il calore gassifica la legna (senza bruciarla perchè non c'è più ossigeno).
            Naturalmente, è una descrizione in parole mooooolto povere di un processo che sulzer e biomassoso hanno descritto già molto bene.

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            • #36
              pirolizzatore-gassificatore

              Esattamente, l'accrocchio racchiude la pirolisi con ridottissime % di ossigeno e la successiva gassificazione.....qui è ben spiegato a grandi linee:
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              OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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              • #37
                Salve Livingreen e Biomassoso, da una fonte di facile approccio cioè Wikipedia, giusto per farsi un'idea, la pirolisi è un processo di decomposizione termochimica, ottenuta mediante l'applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante, generalmente ossigeno. Da questo processo si produce tar olio di pirolisi e syngas.
                La gassificazione invece, sempre da Wikipedia, è un processo di degradazione termica ad elevate temperature, in presenza di una percentuale sottostechiometrica di un agente ossidante, generalmente ossigeno. La miscela gassosa della combustione parziale costituisce il syngas.
                Fermorestando che i due processi sono molto simili, la stufetta in questione quale principio sfrutta, visto la presenza del piccolo ventiltore.
                Da quello che ho capito, la pirolisi dovrebbe avvenire in un sistema isolato, con il calore che lambisce esternamente la biomassa, senza entrare in contatto con essa. In questo caso avremmo una combustione parziale del gas prodotto, che serve a riscaldare, mentre la restante produzione servirebbe ad altri scopi, tipo motori endotermici.
                Ho l'impressione che il processo utilizzato dalla stufa non sia pirolisi ma gassificazione, e magari mi sbaglio chiedendo scusa a priori.
                saluti Giovanni

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                • #38
                  Caro Giovanni,
                  Lucia stove è proprio un pirolizzatore . Le differenze tra questo innovativo sistema e il pirolizzatore descritto su Wikipedia sono :
                  1) Il pirolizzatore confina la biomassa in un sistema chiuso e pressurizzato ( immaginati un alambicco per fare la grappa ) Lucia evita la pressurizzazione creando all’imboccatura del dispositivo una barriera di gas combusti che isolano la biomassa dall’atmosfera e di conseguenza dall’ossigeno in essa contenuto. Ti dice giustamente Livin che inizialmente la reazione è ossidativa perché nella Lucia è contenuta aria atmosferica ma a temperatura di regime la barriera gassosa ne impedisce la prosecuzione . Immagino che all’interno della Lucia la pressione a regime sia leggermente superiore a quella atmosferica grazie alla espansione dei gas di pirolisi. Il principio che sfrutta è antico nella sua novità , viene applicato nei forni ad atmosfera controllata ed era utilizzato negli arsenali antichi per la produzione di un componente fondamentale della polvere pirica , soprattutto da gusci di nocciole .
                  2) La distinzione fatta dalla descrizione dei prodotti di pirolisi da wiki , vale anche per la Lucia , solamente che all’uscita dagli ugelli , questi prodotti sono talmente roventi da essere tutti allo stato gassoso , compresa acqua e alto bollenti ( i tar ) e mescolandosi con l’ossigeno dell’atmosfera bruciano completamente trasformandosi in CO2 e H2O ( teoricamente , in pratica un po’ di emissioni diverse ci saranno sicuramente )
                  Ultimamente , molti, definiscono syngas tutti i gas derivati da processi ad alta temperatura , nella realtà è una generalizzazione che non corrisponde alla realtà , cerco di chiarirtelo in breve di modo che non ti sembrino la stessa cosa .
                  La pirolisi comporta processi di : distillazione , cracking , reforming ecc. Razionalizzati sono i processi della industria petrolifera , avvengono a temperature molto elevate e l’unico ossigeno che compare nelle reazioni deriva dalla dissociazione termica dell’acqua , sia di processo che aggiunta . Il syngas che ne deriva è ad alto potere calorifico e se si esagera diventa difficile da gestire per i motori termici tradizionali per il troppo idrogeno ( di contro è sempre troppo “ sporco “ per alimentare una cella a combustibile ).
                  Il gas di gasogeno che si forma per ossidazione del carbonio contenuto nella biomassa è un gas povero a basso potere calorifico , nei pirogassificatori si cerca sempre di ossidare tutte le frazioni distillate traformandole in un prodotto sempre uguale CO , velenosissimo monossido di carbonio e H . Il gas di gasogeno è composto principalmente da CO e il suo potere calorifico è diminuito dal fatto che l’ossidante è aria atmosferica che contiene ossigeno solo in parte mentre gli altri gas che la compongono non partecipano proficuamente alla reazione . Il gasogeno, in installazioni fisse , è di uso antico , veniva alimentato a carbone prima e a combustibili liquidi poi ( perché credi che in italiano si chiami gas – olio ?) e riempiva i serbatoi a cannocchiale che punteggiavano la periferia di tutte le città . Alimentava la rete del gas cittadina e proprio per lo scarso potere calorifico veniva adoperato solo per illuminazione e cucina oltre che per i suicidi , essendo velenoso . La gente ricordando il detto “ alla canna del gas “ apre ancora le valvole e chiude le finestre quando vuole farla finita senza sapere che il metano in se non è velenoso e poi fan saltare in aria tutto il palazzo….
                  Ritorniamo alla Lucia, io sta ventola non l’ho vista ….. sarà mica il particolare su cui si appoggiano le pentole ?
                  Ultima modifica di Sulzer1; 11-12-2009, 20:53.

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                  • #39
                    Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                    Ritorniamo alla Lucia, io sta ventola non l’ho vista
                    foto dell'accrocchio: si vede il ventilatore
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                    OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                    • #40
                      Grazie della tempestività Biomassoso.
                      Dal video "the components of the lucia stove" su you tube, di questa ventola non si fa nessuna menzione, pero nella parte bassa si notano 4 grossi fori " second air inlets".
                      da un'altro video sempre su you tube, "Nat Mulcohy e la lucia stove" al momento dell'accensione della fiamma, si nota che con la mano destra si china, e contemporaneamente parte il ventilatore. Dopo 5 secondi ( lo specifica) parte la pirolizzazione.
                      Un'altro particolare da notare è la presenza di uno spinotto con quello che penso sia una batteria, nelle foto postate all'inizio del post. In tutte le foto si nota questo spinotto.
                      Dallo schema di en.ergo, si evidenzia il percorso dei gas, e finchè il sistema rimane in condizioni naturali, tutto e chiaro.
                      Dal momento che questo sistema viene sovralimentato dal ventilatore, la pressione che esso esercita all'interno del sistema, non altera il principio stesso.
                      grazie per la comprensione
                      Giovanni

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                      • #41
                        Grazie Bio, serve a " sovralimentare " l'innesco di pirolisi o ha altre funzioni e deve essere utilizzata costantemente ?

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                        • #42
                          Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                          .......serve a " sovralimentare " l'innesco di pirolisi o ha altre funzioni e deve essere utilizzata costantemente ?
                          tecnicamente ho il buio totale su questo argomento mai avendone vista una in funzione.....la mia perplessità evidenziata su altri forum era solo che cadeva un pò il fatto principale dell''aiuto a popolazioni isolate se serviva anche l'elettricità almeno da un batteria di un fuoristrada.....chi gira col cammello o a dorso di mulo si attacca!
                          preferisco rimanere su cosa serve a valle che è la riduzione di una biomassa in pezzatura omogenea e l'essiccazione a posteriori che è la cosa che da più fastidio anche in termini di consumi energetici.
                          son riuscito a disseppellire il MOHINO disintegratore-essiccatore "from Brasil"...
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                          OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                          • #43
                            Ho dovuto leggere la spiegazione in brasiliano per capire i principi.... sono un po' tardo. Comunque è molto interessante e penso che se alla produzione di energia si associano i costi dello smaltimento ci siano anche i margini di utilizzo.
                            Mi viene in mente il residuo della dry fermentation di raccolta differenziata , dopo un passaggio nel mulino diventerebbe un materiale da pirolisi e successivo biochar di sicuro interesse....

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                            • #44
                              Da quello che ha spiegato Nat durante una dimostrazione della Lucia Stove la ventola non è essenziale, esiste infatti una versione senza ventola ma con un 'camino' sottostante per regolare il flusso di ossigeno: Fan Free LuciaStove
                              La ventola serve per ottimizzare il processo regolando la pressione e il flusso di ossigeno e gas.
                              L'aria immessa non entra nella camera interna ma si mescola ai gas nella camera esterna creando la miscela che brucia uscendo dagli ugelli superiori.
                              La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell' umanità. Nikola Tesla

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                              • #45
                                Salve a tutti
                                La lucia stove è composta principalmente da due cilindri. Uno interno, forato nella parte bassa, per la fuoriuscita dei gas, l'altro esterno sempre forato nella parte bassa per l'immissione di aria di miscelazione.
                                Nel cilindro interno, la pressione dei gas (P1) dovrebbe essere leggermente maggiore della pressione del cilindro esterno (P2), altrimenti non furiescono e quindi non si miscelano.
                                La pressione P1 è prodotta dal riscaldamento del combustibile.
                                La fiamma prodotta nella parte alta, dovrebbe creare una leggera depressione, tale da aspirare l'aria esterna più i gas nel cilindro esterno. Quindi P1>P2
                                A questo punto entra in gioco un'altra pressione (P3) causata dalla ventola, che dovrebbe essere maggiore delle altre due ( ventilazione forzata). Per rimanere nelle condizioni iniziali la P3 dovrebbe mantenersi più bassa della P1, sè cosi non fosse, l'aria entrerebbe dai fori del cilindro interno ossidando il combustibile.
                                Si nota anche che la fiamma in certi casi non fuoriesce completamente dagli ugelli, e che la lingua di fuoco centrale è di colore e formazione tipica dei combustibili solidi e non azzurra come nei gas.
                                Da questo, il dubbio che si tratti di gassificazione.
                                Un'osservazione dovuta: ma i paesi poveri hanno la necessità di comprarsi una stufa per bruciare un pò di legna?

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                                • #46
                                  Non discuto la dissertazione sul funzionamento della Lucia, non ne ho mai vista una e ho solo in mente il disegno schematico di Energo . Posso dirti tranquillamente per esperienza che i paesi poveri hanno un grande bisogno della Lucia. In tutta l'Africa buona parte della deforestazione è causata dalla necessità di cucinare e scaldarsi ( si scaldarsi , in Africa fa anche freddo ) non avendo accesso ai combustibili liquidi per mancanza di denaro e gassosi per mancanza di denaro e conseguente mancanza di distribuzione , l'unica alternativa è il biochar . Non il biochar della Lucia ma quello della carbonizzazione lenta degli alberi che devono essere abbattuti allo scopo. Dalle spiegazioni Lucia può essere alimentata con biomassa che solitamente non viene presa in considerazione allo scopo per la difficoltà di utilizzo, ad es la pula e i prodotti della decorticazione dei cereali, gli arbusti e il prodotto delle sramature che solitamente dopo l'abbattimento degli alberi non vengono neanche considerati ecc.
                                  La media dei consumi africani di biochar è di c.a. 15 Kg. mese a persona , questo significa che ogni africano senza gpl . consuma 15 kgx 12 mesi x 4( fattore di riduzione legna/carbonella ) = 720 kg. di legna solo per mangiare . Valutando che per la carbonizzazione si utilizza solo il 70% dell'albero , saranno 2 alberi di medie dimensioni? Moltiplicali per qualche milione di persone e vedrai che la Lucia nella sua semplicità è geniale . tagliare alberi per far carbone è faticoso , pensi che davanti all'alternativa di caricare la Lucia di scarti o passare giorni a abbatere e notti a carbonizzare , l'uomo del brus o dela forete sceglierà la carbonizzazione ?
                                  E poi, hai idea della puzza di un fornello a kerosene ? quando ci penso mi viene ancora il voltastomaco.....
                                  La ventola si sostituisce facilmente con un soffietto , in Africa i fabbri sino a qualche anno fa li usavano ancora

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                                  • #47
                                    Molto più probabilmente, le ramaglie le lasciano dove sono (tranne che nella savana, ovviamente...in quel caso, sono oro) e abbattono gli alberi, li portano in segheria per farne assi e venderle, e bruceranno gli scarti e le cortecce.

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                                    • #48
                                      No Livin, le ramaglie non riescono a usarle al chiuso e richiedono troppa cura del fuoco . Nelle aree dove non esiste più vegetazione utile , ad esempio la zona inaridita del Serengeti , la gente fa decine di km per andare a far carbone e brucia le deiezioni delle capre che sommano danno a danno cibandosi di ciò che rimane della vegetazione stenta . L'esempio che fai del taglio degli alberi da segheria in certe aree non si verifica da decine di anni semplicemente perchè sono decine di anni che è successo ciò che dici. In africa ci sono aree immense in cui la foresta primaria è sparita prima che nascessimo noi e adesso viene inibito ogni tentivo della natura di riparare da chi stenta a vivere sul territorio.Mi permetto di postare 3 immagini che rappresentano un sito di carbonizzazione , ciò che rimane qualche anno dopo e la savana , io la chiamo bruss dopo centinaia di anni dalla incenerizione della foresta.Senza intervenire e la lavorazione della terra preta sarebbe un bell'intervento , la foresta e il suolo fertile non tornano più da soli.
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                                      • #49
                                        Ehmm, sulzer... io ci lavoravo fino all'anno scorso, in Africa (foresta)... è a quello che mi riferivo. Ovvio che se gli albri non ci sono....

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                                        • #50
                                          Vedi Livin che tutti tendiamo a universalizzare le nostre esperienze. Io mi riferisco alla mia che è limitata come quella di tutti gli esseri umani. La mia visione del problema parte dal Madagascar che conosco meglio di tutti gli altri paesi e generalizzo sbagliando. Comunque penso che questo fenomeno della " terra preta" adattato alle realtà locali, unito alla necessità mondiale di ridurre CO2 ( son 2 giorni che tutti bombardano su tutte le reti sull'argomento ) potrebbe avere ricadute estremamente positive sulle popolazioni africane. Agricoltura, modificazioni climatiche, vendita di certificati di carbon segregation ai paesi " ricchi" , inversione proficua della tendenza a depredare il patrimonio naturale. Sono alcuni dei vantaggi che potrebbero ricadere su popolazioni che altre prospettive non hanno. Se la Lucia potesse influire anche solo di qualche punto millesimale ben venga....
                                          Come mai questa passione per Magritte? Eri in congo e frequentavi troppi belgi?

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                                          • #51
                                            La mia visione del problema parte dal Madagascar che conosco meglio di tutti gli altri paesi e generalizzo sbagliando
                                            Vero, ma io stavo solo "parzialmente" generlizzando... rispondevo al tuo post precedente, dove parlavi degli " alberi che devono essere abbattuti allo scopo". Ovviamente eri in foresta o "en brousse", come me.
                                            Comunque penso che questo fenomeno della " terra preta (...) potrebbe avere ricadute estremamente positive sulle popolazioni africane.
                                            Sono d'accordo, nei villaggi sperduti (magari in savana o deserto), la vita è durissima.
                                            Come mai questa passione per Magritte? Eri in congo e frequentavi troppi belgi?
                                            No, ero solo nei paraggi ma in Congo ci sono entrato solo per duecento metri... Magritte mi piace, tutto lì.
                                            Curiosità per curiosità... conoscendo la tua zona e vedendo le tue competenze tecniche (e geografiche), non è che lavori o lavoravi per una famosa azienda della tua città, che ha un nome di tre lettere?

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                                            • #52
                                              Originariamente inviato da livingreen Visualizza il messaggio
                                              Vero, ma io stavo solo "parzialmente" generlizzando... rispondevo al tuo post precedente, dove parlavi degli " alberi che devono essere abbattuti allo scopo". Ovviamente eri in foresta o "en brousse", come me.
                                              Sono d'accordo, nei villaggi sperduti (magari in savana o deserto), la vita è durissima.
                                              No, ero solo nei paraggi ma in Congo ci sono entrato solo per duecento metri... Magritte mi piace, tutto lì.
                                              Curiosità per curiosità... conoscendo la tua zona e vedendo le tue competenze tecniche (e geografiche), non è che lavori o lavoravi per una famosa azienda della tua città, che ha un nome di tre lettere?
                                              lavoravo....ah ah, mi conosci?

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                                              • #53
                                                Conosco un po' di gente, lì dentro... magari un giorno potremmo trovarci all'Operetta e berci una birra..

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                                                • #54
                                                  Originariamente inviato da livingreen Visualizza il messaggio
                                                  Conosco un po' di gente, lì dentro... magari un giorno potremmo trovarci all'Operetta e berci una birra..
                                                  va bene , quando vuoi...

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                                                  • #55
                                                    Ma un gentiluomo che pensi di fare una caldaia secondo il principio della Lucia per almeno 1 o 2 ton di biomassa l'ora si fa avanti o no? Bisogna far resuscitare Livio Dante Porta per proseguire?

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                                                    • #56
                                                      Ciao a tutti. Ci sono novità sulla Lucia Stove? Qualcuno di voi sa se è già stata applicata ad una stufa?
                                                      Grazie mille

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                                                      • #57
                                                        Ma fare una lucia stove gigante mi pare una siocchezza, vi sono già impianti di gassificazione di biomassa che inoltre permettono di bruciare il gas ad una certa distanza (magari in caldaia in un altro locale) dal sito di produzione.

                                                        Oppure caldaie a gassificazione di legna tradizionali.

                                                        Ciao
                                                        Alexander

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                                                        • #58
                                                          Originariamente inviato da alexraffa Visualizza il messaggio
                                                          Ma fare una lucia stove gigante mi pare una siocchezza, vi sono già impianti di gassificazione di biomassa che inoltre permettono di bruciare il gas ad una certa distanza (magari in caldaia in un altro locale) dal sito di produzione.

                                                          Oppure caldaie a gassificazione di legna tradizionali.

                                                          Ciao
                                                          Alexander
                                                          Il processo di pirolisi consuma molta energia termica , tanto che le macchine che funzionano a letto fluido sono costruite in funzione del parziale recupero di questa energia . Il principio della Lucia potrebbe permettere , semplificando notevolmente , il recupero di buona parte di questa energia all'interno della caldaia stessa. Se ben strutturata potrebbe non più essere una caldaia ma uno scambiatore di calore , grazie alla qualità dei fumi ( la maggior parte dei solidi resterebbe nel char ) con minori difficoltà di abbattimento. L'idea è sempre legata alla produzione di char , che la si usi per la carbon segregation o in un gassificatore per alimentare un diesel - gas è sempre una valorizzazione . trasportare carbonella che contiene c.a. 8.000 Kcal o legna che ne contiene 1.500 modifica completamente i costi energetici e permette filiere più lunghe dove necessario.

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                                                          • #59
                                                            Ok, diciamo che in una ottica principalmente orientata alla produzione di biochar (terra preta, giusto?) da scardi legnosi, ti do piena ragione e supporto, mentre lo vedo difficilmente appliocabile in altri contesti, anche se io non sono del mestiere, come avrai capito.

                                                            Allora andrebbe benissimo per la produzione di carbonella in modo più pulito.

                                                            Ciao
                                                            Alex

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                                                            • #60
                                                              Allora andrebbe benissimo per la produzione di carbonella in modo più pulito.

                                                              Ciao
                                                              Alex[/QUOTE]

                                                              Diciamo che in Italia dove la politica di carbon segregation è orientata esclusivamente verso le " trappole di CO2 " ,che non sarebbero altro che vecchi giacimenti in cui si inietteranno i gas di scarico di una centrale a metano , pensare di fare " terra preta " è utopistico . Rimane come dici giustamente la possibilità di produrre carbonella , in una forma diversa da quella abituale perchè si tratta di una polvere . potrà essere agglomerato in ovuli come si sta facendo già oppure utilizzata così com'è . Diciamo che il suo utilizzo preferenziale non sarà il barbecue ....
                                                              Lo Zingaro diceva che quando trovavano la carbonella invece della legna il Roma faceva andare il camion come fosse a benzina .....

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