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Alimentazione di un Impianto a Biogas

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  • #31
    Ciao DG600

    Sapere che la provincia di Lodi sia alimentata dal 97% da energia da biogas è una ottima notizia!!!!
    Sicuramente gli agricoltori della zona saranno molto contenti riguardo al prezzo del mais, nella mia zona piangono lacrime per i costi elevatissimi e lo scarso guadagno credo che 19 Euro/ton sia un ottimo prezzo.

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    • #32
      Originariamente inviato da cblego Visualizza il messaggio
      Ciao DG600

      Sapere che la provincia di Lodi sia alimentata dal 97% da energia da biogas è una ottima notizia!!!!
      Sicuramente gli agricoltori della zona saranno molto contenti riguardo al prezzo del mais, nella mia zona piangono lacrime per i costi elevatissimi e lo scarso guadagno credo che 19 Euro/ton sia un ottimo prezzo.
      Ciao cblego.
      volevo solo dirti che 19Euro/q è a livello nazionale quindi anche gli agricoltori della tua zona ne possono usufruire (la previsione è anche di 23Euro/q)possono cambiare da zona a zona invece sia il costo del silomais sia degli affitti anche se tendenzialmente al rialzo proprio per la localizzazione di impianti a biogas .

      ciao

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      • #33
        DG600,ci dobbiamo ancora arrivare alla fine dell'anno sparare affermazioni che non sono la realtà nonè bello

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        • #34
          Originariamente inviato da gordini-motori Visualizza il messaggio
          DG600,ci dobbiamo ancora arrivare alla fine dell'anno sparare affermazioni che non sono la realtà nonè bello
          Ciao, non sto sparando quando fai 3 impianti da 1M entro l'anno distanti pochi km l'uno d'altro e con silomais capisci che colpi subisce il mercato agricolo....per quanto invece riguarda il mercato del mais a livello nazionale e non solo puoi intuire la veridicità delle mie affermazioni da come si muovono le grandi multinazionali. Il problema comunque sollevato da me non è questo,ma mi rendo conto che in campo agricolo si sta verificando un cambiamento epocale ,se mi è concesso il termine e nessuno valuta la cosa . Faccio un seplice esempio con il biogas fatto con foraggi ,occorrerà più terra sia per produrre materia prima che per smaltirla , mentre se vediamo i piani di sviluppo prevedono più logistiche ,più case, più strade...e naturalmente meno agricoltura .
          Io sono felice che il biogas abbia dato questa oppurtunita' all'agricoltura ormai alla camera a gas ,ma come al solito senza una programmazione che possa dare una certezza per il futuro.
          P.s. tra circa 2 mesi inizieranno le semine e oggi l'agricoltore non si puo' permettere di sbagliare o sperare che le cose vadano bene , gli strumenti per programmare ci sono ,vedi internet e non solo,quando parlo di cambiamento dico anche che l'agricoltore ,grazie al biogas ,diventera' imprenditore a pieno titolo.

          Ciao
          DG600

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          • #35
            si ma 15 anni sono lunghi e gia ora dopo pochi anni i prima siamo gia alle fucilate e altro, comunque di sicuro gli avvocati lavorano

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            • #36
              scusate,ma per 1000 euro ad ettaro io il trinciato non ve lo faccio vedere neanche in fotografia...

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              • #37
                Originariamente inviato da attilio bongiorno Visualizza il messaggio
                scusate,ma per 1000 euro ad ettaro io il trinciato non ve lo faccio vedere neanche in fotografia...
                Salve Attilio, perfetto sono almeno 3 volte in più ,per ora . Io penso che si debbano rivedere i piani di rientro dell'investimento in base a prezzi reali della materia prima e alle reali potenzialità dell'impianto . In alcune occasioni nel forum si legge di dati influenzati da un discorso "commerciale".Poi riprendo una mia domanda :se ci fosse una grandinata tale per cui il silomais dovrebbe essere di scarsa qualità o peggio impossibile farlo, quali potrebbero essere le alternative immediate?

                Grazie e ciao a tutti

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                • #38
                  Alimentazione impianto a Biogas

                  Gentili partecipanti al Forum,

                  sono alla ricerca di imprenditori agricoli e contoterzisti con i quali mettere in piedi delle filiere agro-energetiche economicamente senstate e destinate ad alimentare impianti per la produzione di energia elettrica, calore e biometano da Biogas. Offriamo interessanti modelli di partecipazione e/o acquisto di insilato di mais e altre colture energetiche ad ottime condizioni, se vincolate da contratti di lungo termine. La presenza di liquami non è essenziale ma sarebbe vantaggiosa dal punto di vista biologico e di processo.

                  Chiunque abbia interesse non esiti a contattarmi. Vi ringrazio dell'attenzione e Vi saluto tutti.

                  Attilio
                  File allegati

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                  • #39
                    Gentile DG600,

                    proprio in momenti difficili come questo l'agricoltura e gli imprenditori agricoli farebbero bene ad allearsi in partnership che diano certezza di programmazione per le loro attività e per quella degli investitori, su delle basi contrattuali ragionevoli e leali. È comprovato che proprio l'impianto a Biogas non solo dà certezza di programmazione e garanzia di reddito, ma anche stabilità al settore agricolo, sul quale, come in tutti gli altri mercati di materie prime, chi prima arriva meglio alloggia. La Germania lo ha dimostrato...

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                    • #40
                      si ma qui non siamo in germania e tipico di queste associazioni che con la scusa ma gli altri fanno così ora siamo ridotti a arrancare per vivere,e con le chiacchere non si fa energia,saluti

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                      • #41
                        Originariamente inviato da gordini-motori Visualizza il messaggio
                        si ma qui non siamo in germania e tipico di queste associazioni che con la scusa ma gli altri fanno così ora siamo ridotti a arrancare per vivere,e con le chiacchere non si fa energia,saluti
                        Quoto pienamente e sicuramente è un oppurtunità per l'agricoltura italiana (ma anche per chi vende questi prodotti) e come dice giustamente gordini-motori "qui non siamo in Germania"

                        saluti

                        DG600

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                        • #42
                          Gentili DG600 e gordini-motori, Vi ringrazio per il gentile commento. Il settore agricolo italiano non è molto diverso da quello tedesco. La mentalità invece è molto diversa. Posso garantirvi che il mercato agricolo tedsco è molto più duro per condizioni. Pensate che un litro di latte in alcuni Supermercati in Germania viene venduto ad € 0,59. In Italia nelle città di Bergamo, Brescia e Milano fino ad € 1,51. Con ciò non voglio dire che gli agricoltori italiani guadagnano di più, ma che i prezzi sul mercato alimentare tedesco sono molto più tirati di quelli sul mercato italiano. Le insicurezze e le paure che oggi si rilevano in Italia circa gli impianti a biogas sono le stesse di quelle in Germania 10 anni fa. Concordo con gordini-motori che con le chiacchiere non si pruduce energia. Qeusto lo sappiamo molto bene, dato che La nostra società gestisce 80 impianti a biogas proprietà in Germania. Ci vuole organizzazione strutturale e programmazione economico legale. Alcune delle filiere a disposizione dei nostri impianti sono composte da 70 e più fornitori (coltivatori diretti, contoterzisti e allevatori). Diventare fornitore di materia prima per l'alimentazione di un impianto a biogas vuol dire sicurezza e stabilità di reddito per tutta la durata dell’esercizio (15 anni) e maggiore indipendenza dai dettati del settore dell'industria agro-alimentare, rendendo l'agricoltore partecipe alla produzione dislocata di energia elettrica, che aiuta, come nel caso della provincia di Lodi, a renderci autosufficienti in termini di energia. Vi saluto. Attilio.

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                          • #43
                            Originariamente inviato da agricapital Visualizza il messaggio
                            Gentili DG600 e gordini-motori, Vi ringrazio per il gentile commento. Il settore agricolo italiano non è molto diverso da quello tedesco. La mentalità invece è molto diversa. Posso garantirvi che il mercato agricolo tedsco è molto più duro per condizioni. Pensate che un litro di latte in alcuni Supermercati in Germania viene venduto ad € 0,59. In Italia nelle città di Bergamo, Brescia e Milano fino ad € 1,51. Con ciò non voglio dire che gli agricoltori italiani guadagnano di più, ma che i prezzi sul mercato alimentare tedesco sono molto più tirati di quelli sul mercato italiano. Le insicurezze e le paure che oggi si rilevano in Italia circa gli impianti a biogas sono le stesse di quelle in Germania 10 anni fa. Concordo con gordini-motori che con le chiacchiere non si pruduce energia. Qeusto lo sappiamo molto bene, dato che La nostra società gestisce 80 impianti a biogas proprietà in Germania. Ci vuole organizzazione strutturale e programmazione economico legale. Alcune delle filiere a disposizione dei nostri impianti sono composte da 70 e più fornitori (coltivatori diretti, contoterzisti e allevatori). Diventare fornitore di materia prima per l'alimentazione di un impianto a biogas vuol dire sicurezza e stabilità di reddito per tutta la durata dell’esercizio (15 anni) e maggiore indipendenza dai dettati del settore dell'industria agro-alimentare, rendendo l'agricoltore partecipe alla produzione dislocata di energia elettrica, che aiuta, come nel caso della provincia di Lodi, a renderci autosufficienti in termini di energia. Vi saluto. Attilio.
                            ingr
                            Gentilissimo Agricapital ,le mie sono considerazione che sono permettimi di più ampia veduta . Come dicevo in altri interventi si sta verificando a mio parere un 'anomalia in Italia .ma già riscontrata in Germania che la presenza di nitrati nei terreni non è diminuita ..e questo è uno dei problemi correlati ad un ingresso cosi' massiccio del bio-gas in agricoltura . Per non parlare degli" eco-sistemi" parola tanto utilizzata dalle organizzazioni agricole in questo periodo che fanno fatica ad inglobare i digestori. Poi c'è il governo e forse voi sapete che nell'ultima finanziaria i certificati verdi sono stati dimezzati da un emendamento e poi ritirato all'ultimo istante , ma in futuro? ...ci sarà il nucleare e servono fondi...lo so questo è solo un mio sospetto privo di fondamento, ma mi sembra che il solare non navighi in acque tranquille già dal 2011. Per gli agricoltori germanici faccio solo notare che il prezzo del latte loro è di 0,25 a litro e venduto come lei dice a 0,59 ,in Italia è di 33,156 e veduto a 1,51 faccia le sue considerazioni oltre al fatto che in Germania hanno avuto un contributo di 1000 euro peR l'abbattimento delle vacche.
                            Avrei altre problematiche che vorrei affrontare , vorrei solo però una risposta :cosa faccio se un eveto atmosferico mi impedisce il raccolto e la qualità del foraggio stesso come influisce sulle fermentazioni e sui costi. Attenzione non sono contro il Bio-gas ma vorrei che venisse analizzato tutto il processo dall'iter normativo a i ricavi in modo più particolare e meno commerciale da parte dei venditori per l'interesse di tutti.

                            Grazie ,
                            un saluto
                            DG600

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                            • #44
                              Gent. DG600,
                              grazie mille per il contributo. Generalmente i danni da eventi atmosferici possono essere coperti da specifiche polizze assicurative. Il processo di progettazione, autorizzazione realizzazione e programmazione economica di un impianto a biogas non è facile. Noi non vendiamo impianti, li compriamo e li gestiamo dopo aver sviluppato le filiere dedicate. Il nocciolo del mio messaggio è rivolto a mettere in evidenza i vantaggi per il mondo agricolo e per l'agricoltore che potrebbe convertire meglio il proprio lavoro e le proprie risorse alleandosi con chi è esperto nella produzione di energia elettrica da fonte agricola. Almeno mi pareva di capire dai vari contributi che c'è gente che si lamenta dell'attuale situazione economica in agricoltura. Cmq. spesso chi si lamenta, forse e dico FORSE lo fa per non fare capire agli altri che fondamentalmente sta bene. ))! Saluti a tutti.... Attilio.

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                              • #45
                                Originariamente inviato da agricapital Visualizza il messaggio
                                Cmq. spesso chi si lamenta, forse e dico FORSE lo fa per non fare capire agli altri che fondamentalmente sta bene. ))
                                Questa frase detta come battuta può anche stare bene, però purtroppo la nostra agricoltura è in crisi da tanti anni ed è ormai prossima al tracollo per molti settori produttivi. Molte grosse stalle stanno chiudendo perchè non riescono a coprire i costi, molte aziende familiari tengono duro tirando la cinghia e rinunciando al benchè minimo reddito pur di proseguire l'attività, ma se le cose non cambiano l'agricoltura italiana non ha molto futuro. Si spera che il biogas ed il settore energetico possano dare uno stimolo all'agricoltura, ma comunque non è pensabile barattare l'eccellenza zootecnica e alimentare italiana per concentrarsi tutti sul comparto energetico e poi dipendere interamente dall'estero per la nostra alimentazione (con tutte le conseguenze e problematiche del caso, ma qui ci sarebbe troppo da dire).

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                                • #46
                                  Gent.mo Albe, hai perfettamente ragione. Le realtà di cui parli le ho visitate e ho parlato personalmente con allevatori che per generazioni fornivano il latte in consorzio al Grana Padano e ora si trovano con l'acqua al collo perchè il latte, sebbene per legge e regolamenti dovrebbe pervenire dalle stalle italiane, lo fanno arrivare della Lituania o dalla Polonia. Questo fenomeno di globalizzazione cmq. non si fermerà, anzi incrementerà. A me dispiace tantissimo credimi, ma i mercati seguono le leggi economiche, dai target di risultato delle multinazionali alimentari e dettati dalla volontà di risparmio dei consumatori. Gli impianti a Biogas dopo 15 anni se ne vanno, ma le bestie e la terra resta. Il comparto energetico potrebbe aiutare il distretto agricolo a passare questo periodo difficile. Ma gli agricoltori sono insicuri, hanno timore di cambiare. Credimi, ho già parlato con talmente tanti agricoltori e allevatori e quando mi trovo in trattativa per l'acquisto di insilato di mais mi l'offrono al prezzo dell'oro, mi chidono prezzi assurdi e dimenticano che anche il distretto energetico è spinto da dettati economici. L'imprenditore agricolo non deve dimenticare che tenere in mano un contratto di fornitura di 15 anni a prezzi stabili per il Suo mais, vuole dire avere in mano un titolo bancabile, che gli permetterebbe di investire, rimodernare le Sue strutture, avere sicurezza e invece no... preferiscono andare avanti di stagione in stagione e vendere il proprio mais, aspettando gli esiti delle quotazioni delle borse cerealicole locali e facendo contratti di anno in anno...mah. Cmq. ognuno, con il Suo è padrone di fare quello che meglio crede. saluti e buon lavoro...Attilio.

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                                  • #47
                                    Sono d'accordo sul fatto che le leggi di mercato ci sono e valgono per tutti, però non è giustificabile pretendere dai nostri prodotti (es latte, carne...) tutta una serie di controlli, una serie di garanzie sull'uso di determinati prodotti o pratiche (es che siano rispettosi dell'ambiente, che siano salubri per il consumatore..) e poi però andare a comprare i prodotti all'estero perchè costano meno, anche se non hanno il benchè minimo controllo e comunque non posseggono i nostri stessi requisiti. Non possiamo fare concorrenza a loro perchè lo stato ci costringe a produrre di qualità, poi però non obbligano le industrie di trasformazione e la gdo a distribuire prodotti con gli stessi requisiti che richiedono agli agricoltori qui in italia, è qui lo scandalo. Io sono favorevole alle agroenergie in generale, però mi dispiace perchè molte stalle stanno chiudendo per aprire impianti di biogas, che invece dovrebbero esserne l'integrazione.
                                    Invece sono d'accordo con il discorso di trattare con gli agricoltori, perchè molti sono di mentalità un po' chiusa e spesso avanzano delle pretese esagerate. I gestori di impianti di biogas ad oggi possono pagare il mais più del prezzo di mercato, peccato che quando si va a chiedere di farsi vendere il prodotto l'agricoltore è molto scettico e diffidente e preferisce rinunciare ad un introito maggiore e soprattutto certo. Altri invece sarebbero anche disponibili a vendere la produzione, ma pretendono prezzi elevatissimi perchè conoscono le redditività degli impianti, che tutte le ditte vanno a sbandierare, e quindi vogliono aversi riconosciuta buona parte di quella redditività, peccato però che non è chi produce mais che ha fatto il forte investimento, è andato in banca a chiedere i soldi e paga il mutuo con i suoi begli interessi, segue l'impianto 24 ore al giorno, si occupa dello smaltimento e di tutto quello che ruota attorno ad un impianto.

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                                    • #48
                                      Gentile Albe86, si capisce che te ne intendi di quello che dici... Complimenti, sei per caso proprietario di un impianto? Se si dove e che tipologia? Grazie a tutti gli interlocutori. Saluti, Attilio.

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                                      • #49
                                        Grazie mille per i complimenti.. in effetti ho una certa dimistichezza con tutti questi argomenti perchè, oltre ad essere laureato in Agraria, sono sia agricoltore che allevatore, e prossimamente realizzeremo un impianto di biogas di taglia medio-piccola (250 kW), che riteniamo sia il miglior compromesso per un'azienda come la mia.

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                                        • #50
                                          Ottima decisione.... auguri per il Vs. intento. Saluti, Attilio.

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                                          • #51
                                            di che zona sei albe?
                                            Originariamente inviato da Albe 86 Visualizza il messaggio
                                            Grazie mille per i complimenti.. in effetti ho una certa dimistichezza con tutti questi argomenti perchè, oltre ad essere laureato in Agraria, sono sia agricoltore che allevatore, e prossimamente realizzeremo un impianto di biogas di taglia medio-piccola (250 kW), che riteniamo sia il miglior compromesso per un'azienda come la mia.

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                                            • #52
                                              quote
                                              ----------
                                              riprendo una mia domanda :se ci fosse una grandinata tale per cui il silomais dovrebbe essere di scarsa qualità o peggio impossibile farlo, quali potrebbero essere le alternative immediate?
                                              ----------

                                              beh! un generatore, per assurdo, posso sempre spegnerlo ma se non per biogas per cosa potrei utilizzarlo il "silomais" ? E quando è di cattiva qualità cosa ci faccio con quelle vacche? E' difficile spegnerle per qualche settimana e comunque sono molto minori i margini economici per ricorrere ad un eventuale "mercato" per mantenere la produzione. Questa obiezione dovresti porla a chi alleva vacche non a chi installa un impianto di generazione elettrica!(tra l'altro per quel poco che so le vacche sembrano molto più schizzinose nell'alimentazione di un impianto di biogas)

                                              buona serata!

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                                              • #53
                                                Scusami coletti ,ma non capisco il senso della tua risposta

                                                Per Albe ,i venditori ti fanno i complimenti, io allevatore e genetista da quasi 40 anni con vari attestati (nonostante il poco temo a disposizione) di corsi sull'energia e sull'ambiente, ti faccio i miei più sinceri auguri.Volevo solo aggiungere alla tua ottima analisi, che la situazione è per gran parte colpa del settore agricolo che ha sempre visto un interesse personale e settoriale piuttosto che un interesse comune , nel comparto latte poi quando c'era da far valere i propri diritti ,si muoveva meno del 5% degli allevatori.

                                                Per Agricapital, non prendiamoci in giro con la storiella dell'assicurazione.

                                                Un saluto a tutti
                                                DG 600

                                                Commenta


                                                • #54
                                                  illustrissimi colleghi, salve a tutti voi. io ho da proporvi una domanda. ho intenzione di realizzare un impianto per un consorzio di agricoltori che hanno a disposizione molti terreni (piu di 300 ettari) e non li lavorano perchè non guadagnano piu nulla, a questo punto rende di piu coltivare silomais o sorgo per l'alimentazione dell'Impianto?? confido in una vostra risposta.

                                                  Commenta


                                                  • #55
                                                    A mio avviso, se la superficie a disposizione è molta, è meglio un singolo raccolto di mais.

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                                                    • #56
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                                                      • #57
                                                        @ Giordini-motori: su che basi esprimi questi tuoi pareri? perchè fare mais porterebbe alla desertificazione?
                                                        Fare mais in monocoltura (parlando di terreni irrigui), piuttosto che fare triticale da insilare seguito da un sorgo zuccherino insilato, non mi sembra che sfrutti di più il terreno, anzi. Innanzitutto entrambe le coltivazioni ipotizzate impoveriscono il terreno di sostanza organica, con la differenza che facendo un singolo raccolto di mais ci sarebbe sempre la possibilità di fare un sovescio in periodo invernale, cosa che non è possibile fare con il doppio raccolto. Inoltre fare sorgo porta ad una maggiore destrutturazione del terreno. Quindi, se i terreni sono irrigui, a mio avviso meglio un singolo raccolto di mais ben irrigato, che produce circa la stessa energia ad ettaro rispetto al doppio raccolto triticale-sorgo, però sfrutta meno il terreno, ha più ampie finestre per la distribuzione del digestato e soprattutto bisogna preparare il terreno solamente una volta.
                                                        Logico che se la superficie a disposizione è molto più ampia del necessario a quel punto può essere più conveniente, agronomicamente parlando, fare una rotazione con colture miglioratrici come ad esempio soia o colture da granella con interramento dei residui colturali, per non privare troppo il terreno di s.o.
                                                        Questo caso sarebbe l'ideale, però spesso cozza con la realtà, e cioè, se si vuole fare il mega, 300 ettari non sono poi così tanti, se si volesse fare il 500 kW il discorso cambia, ma spesso le motivazioni prettamente economiche portano alla realizzazione dell'impianto il più grande possibile.
                                                        Il discorso cambia se i terreni non sono irrigui, in quel caso è preferibile puntare su una coltura vernina, che sfrutti bene l'umidità della stagione fredda, e poi un sorgo, che patisce molto meno gli stress idrici rispetto al mais.

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                                                        • #58
                                                          non ho detto Mais, ma solo che certe mono colture per spremere il terreno nel nord hanno portato la terra ad essere cosi aridà che l'acqua che devono utilizzare tutti gli anni deve aumentare, se invece si parla di colture rispettose e nello stesso modo economicamente vantaggiose in questo caso per produrre energia, bene, ti faggio una domanda il termico prodotto dove credi di utilizzarlo, saluti

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                                                          • #59
                                                            secondo me non dipende tanto dalla coltivazione che si fa, ma dalla sostanza organica che si distribuisce al terreno.
                                                            Se si raccoglie un trinciato di mais e si dà solo del concime chimico e un po' di liquame, sicuramente li terreno si desertifica. Se invece si ridistribuisce tutto il digestato, torna sul terreno parecchia sostanza organica oltre all'azoto.
                                                            Originariamente inviato da gordini-motori Visualizza il messaggio
                                                            non ho detto Mais, ma solo che certe mono colture per spremere il terreno nel nord hanno portato la terra ad essere cosi aridà che l'acqua che devono utilizzare tutti gli anni deve aumentare, se invece si parla di colture rispettose e nello stesso modo economicamente vantaggiose in questo caso per produrre energia, bene, ti faggio una domanda il termico prodotto dove credi di utilizzarlo, saluti

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                                                            • #60
                                                              Originariamente inviato da jordy66it Visualizza il messaggio
                                                              secondo me non dipende tanto dalla coltivazione che si fa, ma dalla sostanza organica che si distribuisce al terreno.
                                                              Se si raccoglie un trinciato di mais e si dà solo del concime chimico e un po' di liquame, sicuramente li terreno si desertifica. Se invece si ridistribuisce tutto il digestato, torna sul terreno parecchia sostanza organica oltre all'azoto.
                                                              Queste erano le preoccupazioni di chi sosteneva che la monocoltura avrebbe impoverito a lungo andare il terreno di sostanza organica:
                                                              Oggi possiamo dire dopo 20 anni ,in base alle analisi ,che non è vero . Vorrei ricordare i limiti di distribuzione dell'azoto (170 kg/ha) e non per coltura . Il prodotto del digestore potrebbe essere definito ammendante alla coltura e questo risolverebbe i problemi di smaltimento da un punto di vista burocratico(vedi fanghj da depurazione) ma non risolverebbe il problema dell'ecosistema che presto ,ripeto, sarà messo in evidenza da normative comunitarie.


                                                              Ciao a tutti

                                                              DG600

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