trasmissione di report su biogas - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

trasmissione di report su biogas

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • trasmissione di report su biogas

    Report A tutto biogas

    nella trasmissione di report del 10 aprile attacco frontale al biogas da produzioni agricole dedicate.

    Una trasmissione che, pur avendo qualche buona ragione da spendere, è a senso unico e un tantino faziosa come spesso è diventata Report.

    Avvia la discussione con la posizione degli allevatori (e poi sentirà i mangimifici) che sono ovviamente contrari perchè rischiano di pagare di più il loro fattore di produzione principale. Trascura di ricordare (magari "en passant") che la produzione di carne va diminuita per migliorare la sostenibilità e ridurre le emissioni di gas climalteranti (metano).
    Poi presenta "il cattivo" (lo schema è sempre "buono-cattivo" in Report): una cooperativa di agricoltori.
    Quindi trucca i dati dell'impianto (certo, per lo più è mais e grano, ca. 15.000 t; ma avete letto sullo schema mostrato? ci sono anche 6.500 mc di reflui zootecnici: la prima volta non li legge, la seconda li nasconde con la mano) per far risaltare la tesi (se uno è "cattivo" deve essere tale).
    Spiega la ragione (a proposito: 200 mc/t di biogas da mais? non è poco?) economica (parolaccia per report).

    Quindi, colpo di scena, compare l'esperto del picco del petrolio. Addirittura un Astrofisico (magari chiedere un chimico o un geologo?). Un tale che sostiene che bisogna decrescere e uscire dal capitalismo. Per carità rispettabile, ma magari se ci dicesse come... Diciamo, senza morire tutti... O almeno senza far morire gli altri di turno (iracheni, iraniani, tutti quelli che hanno meno aerei). L'esperto ci spiega che non possiamo andare a biogas. Grazie.

    Per supportare l'astrofisico prestato alla geologia prende l'esperto americano. Questa volta è un entomolo prestato alla biologia (qualcuno che fa il suo mestiere è chiedere troppo?) che spara analisi del ciclo di vita estreme (nessuno è d'accordo con lui).

    Abbiamo quindi la Coldiretti ed infine il cattivissimo di sempre: un politico ("cattivo" e "stupido").

    Infine due esperti europei (probabilmente gli unici veri esperti della serie) che sollevano due questioni reali. La UE produce cibo fuori (ma non certo perchè gli manchi il suolo arabile, la ragione è che costa di meno). L'impatto ambientale complessivo del ciclo dei biocarburanti, considerata anche la produzione di sostituzione, potrebbe essere negativo.

    La chiusa della Gabbanelli è però quella che mi piace di più:
    "Una politica scellerata che da una parte ha fatto innalzare il prezzo dei cereali legandolo a quello del petrolio, di fatto ha trasformato il cibo in una merce, come il ferro o il cemento, e esattamente lo stesso prodotto lo puoi mangiare o bruciare."

    E' bello perchè il prezzo dei cereali (come di tutti i prodotti agricoli) sale e scende in associazione al prezzo del petrolio da sempre. Non c'è nessun legame con le recentissime politiche energetiche.
    Un motivo c'è: entrambi salgono e scendono insieme al PIL.

    Poi se il cibo non è una merce, che cosa è? La Gabbanelli, probabilmente, come il suo consulente, vuole tornare all'economia del baratto.

  • #2
    concordo con te
    il servizio è stato ridicolo e con dati completamente sbagliati
    non mi aspettavo una cosa così da Report

    poi mi sono riguardato i dati che da Di Fazio (l'astrofisico)
    sono clamorosamente sbagliati

    lui dice:
    1 ettaro di silomais = 13 tonnellate per 200 mc di biogas a 3800 kcal al metro cubo fanno 9 milioni di kcal ad ettaro

    ma sa di cosa parla??

    per quel che ne so io:

    1 ettaro = 60 tonn di silomais per 110 m3 di metano per 8400 kcal = 55 milioni di kcal

    c'è una differenza di 6-7 volte

    ma è pazzo?

    è poi lui dice anche che serve petrolio per fertilizzare (urea). secondo me ha fatto confusione tra biogas e biocarburanti

    comunque non è perdonabile

    Commenta


    • #3
      ma certo, è Report che usa le analisi del ciclo di vita di Pimentel che sono (oltre che datate) riferite al bioetanolo ed al biodiesel.
      In realtà anche Di Fazio (la cui unica pubblicazione che ho trovato si riferisce al picco del petrolio) parla di biocarburanti.
      cfr. Il petrolio si sta esaurendo
      La serietà del modo di argomentare di Pimentel si può ricavare anche dalla lettura (auguri) di questo articolo in pure stile Malthusiano.
      Limiti delle risorse <-> quantità della popolazione
      (per dire la prima, la popolazione umana non cresce affatto con il ritmo del 1,5 % all'anno, si sta già stabilizzando. Tutto il dibattito dei demografi è "a che quota" si stabilizzerà e quando. L'ipotesi dominante è a 9.000.000.000, entro una cinquantina di anni).

      Quindi in definitiva è Report che fa confusione (credo sapendolo).

      Commenta


      • #4
        rapporto FAO su sistemi integrati energia-cibo

        Per dare un'idea della faziosità della cosa, recentissimamente la FAO ha pubblicato questo rapporto dove, come si vede, l'integrazione della produzione di cibo ed energetica (bioetanolo, biogas, etc.) nel terzo mondo è incoraggiata.

        Dal riassunto di Italpress:
        Schematicamente si può dire che i sistemi integrati cibo/energia (IFES) sono sistemi agricoli che producono allo stesso tempo cibo ed energia (essenzialmente da biomasse). Essi possono essere prodotti sulla medesima superficie agraria (contemporaneamente o in successione), ovvero articolarsi secondo un processo a cascata. Il sistema comprende, in genere, l’allevamento di bestiame e, dove vi sono le opportunità, anche l’acquacoltura. In alcune circostanze è possibile incorporare nel sistema altre fonti energetiche rinnovabili quali solare, geotermico, eolico, idroelettrico.
        File allegati

        Commenta


        • #5
          D'accordo con tutti voi. Purtroppo però a report molta gente ci crede perchè non conosce la vera realtà.
          Potrebbe aiutare una lettera aperta su qualche giornale? o è meglio sperare che la gente dimentichi?

          Commenta


          • #6
            dubito che rettificherebbero
            mi dispiace solo che tutte queste cattive informazioni arrivino proprio da chi si faceva difensore dell'informazione

            io ho provato a mandare una mail a report ma non mi hanno nemmeno risposto

            deludente

            Commenta


            • #7
              si, mescolano palesemente bioetanolo brasiliano con biodiesel e biogas...a mio giudizio deludente, come tutte le trasmissioni di report sulle rinnovabili.

              Commenta


              • #8
                Dei fortissimi dubbi sulla loro imparzialità mi vennero quando qualche anno fa sparò a zero sulla PAC e su come gli agricoltori fossero dei privilegiati a prendere un contributo che nessun altra categoria lavorativa (imprenditoriale e non) prende.

                Tra l'altro notare come lo stesso servizio parla del fatto di come gli stessi agricoltori che hanno dato vita alla coperativa lo abbiano dovuto fare perchè la UE abbia azzerato la produzione saccarifera in Italia. Cosa si deve fare per campare? Andare a rubare?
                La storia è sempre quella, quando le cose vanno male la colpa va sempre al produttore. Aumentano i prezzi? Colpa degli agricoltori e non di chi fa speculazione ecc.
                C'è una possibilità e la si sfrutta, o credono che gli agricoltori debbano lavorare per la gloria?

                Fantastico poi l'allevatore che più volte utilizza impropriamente il termine "marcire" quando parla della biomassa nei digestori.
                Qualcuno glielo spiega che quei digestori funzionano come il rumine delle vacche/bovini da carne che alleva?

                Commenta


                • #9
                  Originariamente inviato da Federico82 Visualizza il messaggio
                  Dei fortissimi dubbi sulla loro imparzialità mi vennero quando qualche anno fa sparò a zero sulla PAC e su come gli agricoltori fossero dei privilegiati a prendere un contributo che nessun altra categoria lavorativa (imprenditoriale e non) prende.

                  Tra l'altro notare come lo stesso servizio parla del fatto di come gli stessi agricoltori che hanno dato vita alla coperativa lo abbiano dovuto fare perchè la UE abbia azzerato la produzione saccarifera in Italia. Cosa si deve fare per campare? Andare a rubare?
                  La storia è sempre quella, quando le cose vanno male la colpa va sempre al produttore. Aumentano i prezzi? Colpa degli agricoltori e non di chi fa speculazione ecc.
                  C'è una possibilità e la si sfrutta, o credono che gli agricoltori debbano lavorare per la gloria?

                  Fantastico poi l'allevatore che più volte utilizza impropriamente il termine "marcire" quando parla della biomassa nei digestori.
                  Qualcuno glielo spiega che quei digestori funzionano come il rumine delle vacche/bovini da carne che alleva?
                  è vero, poi mi fanno ridere anche i mangimisti
                  che raccontano le balle che i prezzi vanno su per colpa del biogas e poi comprano il mais in brasile perchè quello italiano è pieno di funghi e spore

                  Commenta


                  • #10
                    i mangimisti sono la peggio razza

                    Commenta


                    • #11
                      Questa volta è toccato a chi ha il biogas, la prossima volta toccherà agli allevatori per la storia della direttiva nitrati, degli agricoltori e la Pac ne hanno già parlato ecc...

                      @ WTR, dentro ai peggiori ci metterei pure i trasformatori (macelli) che hanno fatto il bello e il cattivo tempo col prezzo della carne devastando il settore suinicolo.

                      Commenta


                      • #12
                        Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                        Una trasmissione che, pur avendo qualche buona ragione da spendere, è a senso unico e un tantino faziosa come spesso è diventata Report.
                        Chiunque, anche mia nonna che ha fatto la terza elementare, capisce che coltivare cereali NOBILI, quali il mais, per produrre enrgia elettrica a costi quintupli ed efficienze che sono la metà rispetto ad una moderno ciclo combinato a GN è una SCELLERATEZZA!

                        Mi rendo conto in questa discussione di essere una voce fuori dal coro, che siete tutti PRO biogas da cereali, ma spero che vi ricrediate il prima possibile

                        Sono favorevolissimo agli impianti che producono energia elettrica e termica da biomasse, ma SOLO quando queste non hanno altri fini più nobili.

                        La potatura delle piante, i raspi, gli scarti delle industrie alimentati, le deiezioni animali, sono la giusta biomassa che deve entrare nei biodigestori
                        NON IL MAIS,
                        un grosso commerciante di frutta e verdura conferisce (dove lavora un conoscente) l'invenduto (gratuitamente), già in putrefazione, ad un digestore di zona dove viene miscelato a deiezione suine, QUESTO E' GIUSTO NON IL MAIS

                        Ed è pazzesco che siano le banche ad imporre questo, coltivare, blindare migliaia di ettari nella sola Cremona per 15 anni al fine di guadagnare soldi da un motore endotermico

                        Vi rendete conto??? le banche che decidono cosa deve entrare nei digestori???

                        Bisogna rifare la regolamentazione e fare in modo che gli impianti di

                        - Combustione
                        - Gassificazione
                        - Digestione

                        siano alimentati SOLO da sostanze che non AVREBBERO ALTRI FINI, se non la discarica

                        Noi stiamo cercando una società per produrre energia elettrica da biomassa, tramite combustione, ma si tratta di biomassa che raccogliamo che non avrebbe altro utilizzo se non quello della discarica, perché contaminate da inquinanti

                        Il fatto che il kWh elettrico finale costi di più se prodotto col liquame invece che col mais non ci deve spostare dall'obbiettivo primario, la digestione anaerobica serve innanzitutto a rendere meno impattante un rifiuto ed al tempo stesso produrre energia elettrica, un rifiuto, non una risorsa alimentare

                        Il mais potrebbe essere un piccolo contributo (3-5%) per bilanciare qualche microelemento, ma non essere una quota rilevante

                        Spero cambierete posizione presto e che qui dentro non ci siano titolari o dipendenti di società che abbiano interessi economici nella progettazione e/o costruzione di impianti alimentati a mais, complimenti a Report come sempre
                        Ultima modifica di Mauro1980; 22-04-2011, 11:25.

                        Commenta


                        • #13
                          secondo te non è etico mettere prodotti nobili per fare biogas, ma allora era etico che non ci fosse neanche la convenienza economica a produrli?? Perchè a fare dei bei discorsi siamo capaci tutti, però la verità è che nel 2010 moltissimi agricoltori hanno rinunciato a produrre mais perchè non riuscivano nemmeno a ripagare le spese. Stesso discorso per gli allevamenti. Purtroppo oggi spesso si lavora ma si PERDE anche lavorando bene. E' per questi motivi che si è cercato un altro modo di restare a galla, e di qui arriva il biogas.
                          Penso che nessuno si sarebbe sognato di farlo se col nostro lavoro di agricoltori e allevatori si avesse avuto un guadagno equo, ma purtroppo così non è e si cerca di fare altro
                          Poi non è vero che sono le banche a dire cosa si può utilizzare e cosa no, è lo stato italiano che decide. Gli impianti agricoli possono lavorare con materie nobili e anche con sottoprodotti, purchè non siano considerati rifiuto. Utilizzando rifiuti la cosa è fattibile da un punto di vista tecnico, ma diventa un suicidio dal punto di vista autorizzativo. Se la legislazione diventasse più flessibile (anche perchè molte cose considerate rifiuto andrebbero benissimo e senza nessun rischio per salute o ambiente) allora si potrebbero utilizzare molti altri prodotti. E penso che tutti li utilizzerebbero volentieri, anche per una questione di costo e con buona pace di tutti. Purtroppo oggi così non è e bisogna regolarsi di conseguenza, dopo il 2012 cambierà tutto, vedremo cosa decideranno in merito.

                          Commenta


                          • #14
                            Concordo in pieno che Albe 86; volete che si smetta di utilizzare mais negli impianti? Allora che ci si attrezzi perchè il prezzo non scenda più sotto i 25€/ql.

                            Troppo facile dire di non utilizzare tali materiali quando l'agricoltura italiana è un bagno di sangue...

                            Commenta


                            • #15
                              vorrei aggiungere una cosa; cosa significa che il mais è una materia prima nobile?
                              nobile o non nobile non significa niente. il sorgo è nobile? la segale? la medica?

                              il mais è semplicemente una pianta molto produttiva. produce molto organico e produce un organico facilmente riutilizzabile.
                              ecco perchè viene utilizzata per alimentazione, nella zootecnia, nella produzione di zuccheri di sintesi (glucosio ecc), nella produzione di fibre plastiche biodegradabili

                              nobile o non nobile è un dibattito sterile

                              Commenta


                              • #16
                                il problema di fare biogas (e più in generale energia) con prodotti che concorrono ad altri usi strategici come la produzione di cibo (direttamente e, in misura molto maggiore, indirettamente) è al centro dell'attenzione dei policy makers di tutto il mondo. Se si legge con attenzione gli ultimi documenti prodotti dalla UE è enunciata chiaramente la necessità di contemperare le due esigenze, entrambe di rilevanza pubblica (aumentare l'indipendenza energetica e decarbonizzare l'economia UE, da una parte, e non sacrificare l'indipendenza alimentare dall'altra).
                                Anche il dibattito preliminare sulla nuova politica agraria comunitaria è interessante in tal senso.

                                Direi che il tema è aperto e non è facile tracciare una soluzione sempre valida. Dipende dalla situazione locale.

                                Commenta


                                • #17
                                  Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                                  il problema di fare biogas (e più in generale energia) con prodotti che concorrono ad altri usi strategici come la produzione di cibo (direttamente e, in misura molto maggiore, indirettamente) ...[CUT]...

                                  Hai ragione, è una questione difficile da dirimere ed è per questo che mi da fastidio quando una trasmissione tratta l'argomento con tanta superficialità pretendendo di avere la verità assoluta, soprattutto se si tratta di una trasmissione che tenta di scoprire e portare alla luce ciò che non va nella nostra società.

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Cercherò di rispondere a tutti senz'essere noioso

                                    Originariamente inviato da Albe 86 Visualizza il messaggio
                                    secondo te non è etico mettere prodotti nobili per fare biogas, ma allora era etico che non ci fosse neanche la convenienza economica a produrli?? Perchè a fare dei bei discorsi siamo capaci tutti, però la verità è che nel 2010 moltissimi agricoltori hanno rinunciato a produrre mais perchè non riuscivano nemmeno a ripagare le spese. Stesso discorso per gli allevamenti. Purtroppo oggi spesso si lavora ma si PERDE anche lavorando bene. E' per questi motivi che si è cercato un altro modo di restare a galla, e di qui arriva il biogas.
                                    E' giusto che un agricoltore abbia la giusta remunerazione dal suo lavoro se questo rispetta l'ambiente e produce un cereale ad alto valore organolettico e che porta a prodotti buoni da mangiare.

                                    A me piace molto quello che il Giappone fa coi suoi agricoltori di riso, il governo spende molti soldi, incentiva gli agricoltori a produrre riso di elevata qualità, anche se di bassa produttività per permettere a tutti i suoi cittadini di mangiare del riso buono ad un prezzo sostenibile a chiunque.

                                    QUESTA E' AGRICOLTURA PER ME, PRODURRE CIBO BUONO in maniera sostenibile e accessibile a tutti grazie a mirati interventi governativi.

                                    Non produrre cereali per fare il gas, l'energia si fa in altro modo, non col MAIS ci sono decine di modi per fare energia in maniera più efficiente, meno impattante e più economica.

                                    Ho sempre creduto Albe, lo credo e lo crederò sempre che un agricoltore come un falegname od un piastrellista è mosso INNANZITUTTO dalla passione per il suo lavoro, AMA quello che fa e quello che produce, è giusto poi che ci sia una redditività ,ma innanzitutto deve credere in quello che fa.

                                    Se fossi un agricoltore, non produrrei mai cereali per buttarli in un digestore, è un'ASSURDITA', ma purtroppo i soldi spingono le persone anche a questo, piuttosto che fare CERTE PORCATE CAMBIEREI MESTIERE,

                                    Da qualche tempo,frequento quelli che alcuni considerano i sottosviluppati di Slowfood, ho avuto modo di conoscere persone fantastiche, che con mille difficoltà ed aziende piccole cercano quotidianamente di produrre cibo, rispettando l'ambiente, amando quello che fanno e pensando sempre di offrire il meglio che la terra ci da, agli altri, anche diminuendo i loro guadagni, perché sono mossi dalla passione e non solo dalla redditività. e non sono solo belle parole.

                                    Originariamente inviato da apperol Visualizza il messaggio
                                    vorrei aggiungere una cosa; cosa significa che il mais è una materia prima nobile?
                                    nobile o non nobile non significa niente. il sorgo è nobile? la segale? la medica?

                                    il mais è semplicemente una pianta molto produttiva. produce molto organico e produce un organico facilmente riutilizzabile.
                                    ecco perchè viene utilizzata per alimentazione, nella zootecnia, nella produzione di zuccheri di sintesi (glucosio ecc), nella produzione di fibre plastiche biodegradabili

                                    nobile o non nobile è un dibattito sterile
                                    E' NOBILE, perché nutre l'UOMO, è CIBO

                                    non è un dibattito sterile, il gas naturale non è cibo, non può nutrire l'uomo, mentre può produrre molto bene energia elettrica in modo molto efficiente ed efficace,

                                    I liquami non sono nutrimento per l'uomo, possono esserlo per le piante e possono essere poco impattanti per l'ambiente se opportunamente trattati (con alcuni di questi trattamenti, quali la digestione anaerobica si può produrre anche energia elettrica).

                                    E' qui apperol dove voglio porre l'attenzione, che non è giusto che si usi CIBO per produrre energia elettrica.

                                    Originariamente inviato da alvisal61 Visualizza il messaggio
                                    il problema di fare biogas (e più in generale energia) con prodotti che concorrono ad altri usi strategici come la produzione di cibo (direttamente e, in misura molto maggiore, indirettamente) è al centro dell'attenzione dei policy
                                    ...
                                    Direi che il tema è aperto e non è facile tracciare una soluzione sempre valida. Dipende dalla situazione locale.
                                    Non è facile tracciare una soluzione complessiva sempre valida, ma una cosa è certa, mettere i cereali nei digestori si fa solo ora e spero che non lo si faccia più già da domani,
                                    Sui libri verrà ricordata come una parentesi nefasta nella storia tecnologica dell'umanità, un po come le invenzioni del moto perpetuo nel medioevo

                                    Originariamente inviato da Federico82 Visualizza il messaggio
                                    Hai ragione, è una questione difficile da dirimere ed è per questo che mi da fastidio quando una trasmissione tratta l'argomento con tanta superficialità pretendendo di avere la verità assoluta, soprattutto se si tratta di una trasmissione che tenta di scoprire e portare alla luce ciò che non va nella nostra società.
                                    Superficialità? la superficialità è delle banche che impongono di coltivare migliaia di ettari di terreno per guadagnare 500.000€ l'anno
                                    Questa è superficialità ed andrebbe bloccato


                                    Per concludere mi piace ricordare quello che un professore all'università ci disse sui biocarburanti, un vero ambientalista,
                                    A molti ricordava che alcuni grassi animali costano meno di diversi oli vegetali usati per produrre biodiesel, immaginate se il mondo fosse governato solo dalla massimizzazione dei profitti, scenari da Matrix, animali allevati per permettere a tutti di muoversi in auto.

                                    E' quello che già avviene col mais, Bush ha firmato accordi per ritirare eccedenze di cereali per produrre bioetanolo, cioè per permettere ad un popolo di deficienti (non parlo per sentito dire, ma perché ci ho vissuto un anno della mia vita) di circolare con dei V8 5000cc.
                                    Popolazioni messicane indigene hanno sempre più difficoltà ad acquistare la fonte principale del loro nutrimento per la spinta verso il bioeanolo.

                                    Ho scritto troppo e scusate gli sfoghi, ma quando ci vuole ci vuole, bisognerebbe scendere in piazza per fermare questi scempi,
                                    buona serata a tutti e buona Pasqua a voi ed alle vostre famiglie.
                                    Ultima modifica di Mauro1980; 23-04-2011, 21:24.

                                    Commenta


                                    • #19
                                      Hai ragione forse è meglio lasciare la terra incolta!Oppure spiegami come posso fare a coltivare cereali di qualità senza rimetterci...capisco con la passione!!!!!!!
                                      Scusami tanto ma se tutti gli agricoltori s'inventano produttori di energia investendo anche le mutande un motivo ci sarà? O sono tutti pazzi cinici e immorali?
                                      Terra

                                      Commenta


                                      • #20
                                        Certo che c'è sempre dietro la passione a spingerci, ma piuttosto che chiudere e cambiare mestiere uno cerca strade alternative. Anche perchè di questo passo, se non c'è la convenienza a produrre, voglio vedere chi continuerà a farlo rimettendoci dei soldi. Essere idealisti può anche sembrare più giusto ma poi ci si scontra con la realtà. L'Italia aveva il fiore all'occhiello della zootecnia, purtroppo ce la stanno mandando a p----ne e quindi se non si vuole chiudere e fallire si cambia. Il mondo, giusto o sbagliato che sia, va avanti, ci è stata data questa possibilità e l'abbiamo colta. Ormai la situazione è questa, vedremo il legislatore cosa deciderà per il futuro.

                                        Commenta


                                        • #21
                                          Quote
                                          -----
                                          , animali allevati per permettere a tutti di muoversi
                                          -----

                                          scusa ma non ho resistito.
                                          In effetti visto che il nobile mais serve quasi solamente per nutrire animali (anche se nella trasmissione in epigrafe si citava quanta polenta potesse essere prodotta) è asurdo compiere un'altra trasformazione mais-> animale -> energia.
                                          E quelli (ancora numerosi al mondo) che già li allevano per muoversi? (Ho ancora una foto del nonno che arava con il cavallo. Dovrò nasconderla e vergognarmene)

                                          Pensa c'è anche chi sta studiando il modo di reintroddurre la canapa come fibra tessile che ruberebbe tanta superfice arabile ai pregiati cereali quando le stesse fibre potrebbero essere benissimo ottenute dal gas naturale o dal petrolio.

                                          Non è che per caso i grassi animali a buon mercato dei quali ti indigni sono tali (a buon mercato) solo perchè sottoprodotti e quindi scarto di altre produzioni (uova, fiorentine, petti di pollo, filetto) e per questo motivo secondo la tua filosofia santi o almeno santificabili?

                                          Il mondo agricolo è un sistema compleso ed è molto difficile esprimere commenti assoluti su una sua piccola parte senza essere subito smentiti e contraddetti.

                                          Se il mais è nobile, perchè darlo ai porci? (miravo evidentemente alla battuta lo stesso vale per polli bovini & C).

                                          E se coltivassi canna al posto del mais sarei ancora immorale quando la brucio? Anche il tabacco e la vite sollevano qualche piccola perplessità.

                                          Cosa fa diventare un bene un rifiuto eticamente "bruciabile"? Il basso valore di mercato ovvero un basso livello di domanda? Se diventasimo tutti vegani anche bruciare mais diventerebbe "nobile". Alla fine se non è il profitto a guidarti, anche dalla frutta marcia o dalle potature potresti ricavarci tante cosine "nobili", per cui in conclusione al di fuori di una logica di massimizzazione del profitto i rifiuti in agricoltura non ci sono e i contadini etici non si scaldano, non si vestono e non vanno a spasso.
                                          O forse è meglio essere un poco meno sicuri che risolvere un bisogno alimentare qualunque è più etico che risolvere un bisogno energetico e la cosa andrebbe analizzata con un poco più di cura e di attenzione rispetto a quella usata nella trasmissione televisiva.

                                          scusate il pesante OT

                                          buona serata
                                          Ultima modifica di coletti; 24-04-2011, 20:26.

                                          Commenta


                                          • #22
                                            capisco le obiezioni di Mauro, che sono il sentimento più immediato
                                            ma vorrei aggiungere qualche altra considerazione

                                            quanta superficie è destinata al tabacco? al cotone? è etico quell'uso delle superfici agricole?

                                            Commenta


                                            • #23
                                              Potremmo ricapitolare nel seguente modo:
                                              - gli agricoltori sono favorevoli,
                                              - alcuni cittadini bene intenzionati sono contrari.

                                              I primi per ragioni economiche, i secondi per ragioni ideali.

                                              In effetti io sono combattuto. Vedo alcune pratiche molto aderenti ai processi di incentivazione come potenziali distorsioni da correggere, ma d'altra parte la crisi dell'agricoltura (la sua difficoltà a stare sul mercato) non l'ha inventata il biogas.

                                              In generale le cose si devono poter fare. Se il prezzo dice che un bene non può essere prodotto in modo efficiente su un dato mercato (mentre, magari, può essere fatto altrove) questo segnale va ignorato? Bisogna forzarlo a forza di incentivazioni (all'agricoltura)? Ma con quali risorse?
                                              Queste risorse per il "nobile" mais a chi le tolgo? Faccio un'ipotesi: ai contribuenti, cioè a tutti.
                                              A questo punto mi direte: ma gli incentivi al biogas sono tolti ai consumatori di energia, cioè a tutti. E' vero. Ma non è la stessa cosa. Mi viene tolto in quanto consumatore energia elettrica (e quindi inquinatore). Far pagare un sovrapprezzo per produrre energia non inquinante -o non climalterante- ha il significato di applicare il principio che "chi inquina paga".
                                              Far pagare la produzione di cibo fuori mercato ai contribuenti è fare concorrenza sleale ai cittadini africani (o sudamericani) che quel cibo potrebbero produrre con minori costi (cfr. Vandana Shiva o Joseph Stiglitz sulle politiche del WTO).

                                              Un discorso complesso, difficile avere una posizione a prova di controargomenti (mentre l'esponevo si affollavano nella mia mente).

                                              Aggiungo solo due osservazioni:
                                              1- produrre energia senza alterare il clima è principalmente a vantaggio dell'agricoltura. La minaccia peggiore arriva dal mutamento climatico (e questo soprattutto in Africa e nel sud del mondo, ma anche da noi).
                                              2- qualcuno ha scritto che fare biogas è il modo più inefficiente per fare energia. Potrei essere d'accordo. Il più efficiente per suolo impegnato è l'eolico, poi viene il fotovoltaico. Quindi mi sembra di capire che siamo favorevoli alle torri eoliche ed al fotovoltaico su suolo.
                                              Ultima modifica di alvisal61; 26-04-2011, 21:44.

                                              Commenta


                                              • #24
                                                A Mauro 1980.
                                                Caro Mauro,
                                                mi piace la tua decisione, ma vorrei provare a farti valutare anche qualche altro aspetto:
                                                - tu dici che "è giusto che un agricoltore abbia la giusta remunerazione dal suo lavoro se questo rispetta l'ambiente e produce un cereale ad alto valore organolettico e che porta a prodotti buoni da mangiare". Come non essere d'accordo. Ma subito dopo citi le politiche di sostegno pubblico alla produzione agricola. Citi il lontano Giappone (un arcipelago piccolo e sovraffollato, circondato da paesi non sempre amici e ossessionato dalla sua indipendenza -energetica, di qui il nucleare, e alimentare) e ometti di citare la vicina politica USA e ancora più vicina UE. Noi e i nostri amici americani spendiamo una quota molto rilevante del bilancio per sostenere la produzione agricola. Del resto, chiamarci "amici" su questo terreno potrebbe essere temerario. Ricordo che nel negoziato in Uruguay, nel 1986, gli USA e i suoi alleati attaccarono la PAC, accusata di fare concorrenza sleale in un settore (l'esportazione di prodotti agricoli) tradizionale punto di forza strategico dell'economia USA. La conclusione fu che la UE poteva incentivare la produzione di cereali, semi oleosi e piante proteiche entro i limiti del 1992. Insieme ad altri particolari cfr. Accordo GATT del 1994. Da allora si riducono le misure "accoppiate" mentre restano possibili quelle "disaccoppiate" (come il "set-aside").
                                                Inoltre vengono trovati accordi per la riduzione delle tariffe doganali.

                                                Lo scontro è tra paesi esportatori (che vorrebbero sfruttare tale vantaggio, come USA, Argentina, Australia, Brasile, Cile, Colombia, Filippine, Indonesia, ...) e paesi importatori (UE e Giappone sopra tutti) che sostengono la funzione multifunzionale dell'agricoltura al fine di poterla difendere.
                                                Non vedi l'interesse da entrambe le parti?

                                                Nel Negoziato di Cancun, recentemente, si sono formate due posizioni: l'asse USA-UE (compromesso di Ginevra) e il nuovo G22 (paesi esportatori di quasi il 22% delle derrate agricole mondiali). Ciò ha portato ad un fallimento, nel quale trova uno spazio anche il fallito tentativo di regolare gli IDE (produzione internazionale controllata all'estero). Un settore che ormai è il doppio di quello delle esportazioni.

                                                Posso far notare che "produrre cibo buono" è un'immagine alquanto ipersemplificata?

                                                Nel seguito dici "se fossi un agricoltore..." Qui ti devo dire che non lo sono neppure io, ma se lo fossi mi offenderei molto. Cambiare mestiere è una cosa seria. Comporta modifiche dei propri piani di vita, probabili divorzi, danni economici serissimi per i propri figli, ... Non si fa per un punto di principio abbastanza discutibile. Dovresti spiegarmi -ma davvero- perchè buttare i cereali in un digestore è un'assurdità mentre nello stomaco di un bue va bene. Come, infatti, saprai molti ambientalisti sostengono che l'allevamento è totalmente non sostenibile.
                                                Altri che lo sia la produzione di mais (fatta da semi industriali Monsanto e con uso di fertilizzanti ed acqua in quantità).

                                                Quanto a "slow-food", va benissimo. Ognuno è libero di scegliere la politica commerciale che preferisce (e anche di costruirci sopra una filosofia che la rafforzi). Giustamente se le aziende sono piccole, forse non ci sono alternative. Ma ti faccio notare che non è la strada dell'alimentazione di massa (con buona pace per la signora Shiva). Il sovrapprezzo del biologico è cosa da privilegiati, come siamo noi.


                                                Per rispondere alla risposta che hai fatto al mio post. Spero anche io che si trovino soluzioni migliori. Con meno controindicazioni. Nel frattempo, però, bisogna agire con quello che si ha.

                                                E comunque, scusa, ma la trasmissione di Report era piena di evidenti (ed anche marchiani) errori. In questo senso superficiale (o, se vuoi, prevenuta).
                                                Ultima modifica di alvisal61; 26-04-2011, 21:47.

                                                Commenta


                                                • #25
                                                  Una piccola osservazione al contorno. La trasmissione ha implicitamente presentato il deficit alimentare della UE come uno scandalo da risolvere.

                                                  Le cose stanno in un altro modo e andava ricordato. L'Europa è stata in tutta la sua storia in equilibrio precario tra popolazione e capacità di sostentamento. Quando non poteva importare il cibo in quantità adeguate (fino alla metà dell'800, per ragioni tecnologiche ed organizzative) era soggetta a periodiche carestie. Di qui la famosa analisi di Malthus sulla sostenibilità della popolazione (previsione di catastrofe fortunatamente vanificata dalla importazione di cibo dagli USA, Australia ed Argentina, cfr. Paul Roberts, La fine del cibo, Codice Edizioni 2009, pp. 20 e seg.) che "arriva" alla cultura popolare ambientalista tramite l'eugenetica di Osborn, il catastrofismo di Vogt, la Rockfeller Foundation e la sua contraccezione imposta, la capacità di carico di Ehrich, Hardin ed i "commons", il Rapporto Headows, (cfr. Fred Pearce, Il pianeta del futuro, Bruno Mondadori, 2010).

                                                  Dalla fine dell'ottocento e poi nel novecento le nuove tecniche di conservazione, le reti ferroviarie e le nuove tecniche di navigazione portano ad un flusso di cereali e carne dai paesi sopra citati talmente grande che la popolazione europea aumenta considerevolmente, insieme a tutto ciò che fa il mondo nel quale viviamo.
                                                  Tornare ad un'epoca nella quale la produzione alimentare è autarchica è impossibile, almeno tanto quanto tornare alla popolazione della metà dell'800 (270 milioni di abitanti, contro 730 ca. attuali).

                                                  Poichè non credo che nessuno nella redazione di Report sia informato, almeno sommariamente, sulla demografia e connessa storia dell'alimentazione (almeno una nozione scolastica?) lasciare il messaggio implicito che 700 milioni di abitanti possano in Europa alimentarsi da soli è distorcente.

                                                  Commenta


                                                  • #26
                                                    Ricordo che fino ad un paio di anni fa per ricevere il premio Pac era necessario lasciare una superficie pari al 10% del totale aziendale a set aside (cioè un incolto controllato) per limitare il surplus di prodotti agricoli che altrimenti sarebbero dovuti essere ritirati dalla comunità a prezzi prestabiliti (prezzo d'intervento), vista l'alta offerta e la non elevata domanda di materie prime. Lì tutto andava bene, adesso che quella stessa superficie (anzi, adesso è meno) viene utilizzata per l'agroenergia la cosa non va più bene.
                                                    Senza contare che sono molto d'accordo con coletti sul fatto che se non vogliamo produrre "cibo" per bruciarlo, allora non dovremmo realmente produrre altro che cibo, ed il tabacco è l'esempio più lampante di terreno sottatto all'alimentazione solamente per un vizio della popolazione.
                                                    Altro punto che vorrei far notare è che noi in Italia produciamo già cibo ottimo (latte, carne, materie prime in genere) perchè siamo sottoposti ad innumerevoli controlli, i prodotti che possiamo utilizzare sono in continua revisione per avere il minimo impatto ambientale possibile e per non avere rischi sulla salute, eppure i nostri prodotti si trovano a competere alla stregua di prodotti esteri che non rispettano nessuno dei nostri criteri di salubrità e salvaguardia ambientale. Quindi è giusto che succedano queste cose? No, eppure nessuno dice niente, però quando uno per riuscire a stare a galla cerca di diversificare come facendo il biogas sembra che sia un criminale.
                                                    Ribadisco che è facile parlare senza avere in mano tutti gli elementi e l'esperienza reale di chi queste cose le vive.

                                                    Commenta


                                                    • #27
                                                      "facile parlare senza avere in mano tutti gli elementi e l'esperienza reale di chi queste cose le vive."
                                                      esatto albe 86, quoto in pieno......................no ai falsi moralismi

                                                      Commenta


                                                      • #28
                                                        io non ho visto la trasmissione di report, la cercherò, comunque il biogas si, è vero serve, ma solo se eco compatibile con l'area che ti circonda, il discorso è che tuttti vogliono fare soldi in fretta,e non vogliono fare un mestiere duro, io sono contrario agli impianti da un ,mega come gia ho detto in altri post in zone dove altissimo è il livello abitativo, molte stalle, e poca terra, ora se avete una diversa soluzione, oppure bisogna fare solo e strettamente cio che che la natura ti dà, e fruttarla al meglio, saluti

                                                        Commenta


                                                        • #29
                                                          intendi impianti da x centinaia di kilowatt quante se ne possono alimentare correttamente (sia in riferimento ad un ingestato sostenibile, sia alla gestione del digestato?).
                                                          Come principio è corretto. Anche se dire "ciò che la natura ti dà" è problematico. Ormai siamo da millenni oltre lo stato di natura (diciamo da 10.000 anni).

                                                          il mais in natura non esisterebbe. Si tratta di un povero, pietoso, organismo deforme tutto frutto, esposto a chiunque lo voglia (appunto, a noi) e incapace di vivere senza i nostri aiutini (fertilizzanti, anti crittogamici, preparazioni). Una pianta che abbiamo letteralmente inventato noi.

                                                          La pianta originaria (da milenni estinta) aveva pochi chicchi (servono alla riproduzione non per cibo agli animali) ben protetti.

                                                          Commenta


                                                          • #30
                                                            Originariamente inviato da gordini-motori Visualizza il messaggio
                                                            comunque il biogas si, è vero serve, ma solo se eco compatibile con l'area che ti circonda, il discorso è che tuttti vogliono fare soldi in fretta,e non vogliono fare un mestiere duro, io sono contrario agli impianti da un ,mega come gia ho detto in altri post in zone dove altissimo è il livello abitativo, molte stalle, e poca terra
                                                            sono d'accordo con te, la tariffa dei 280 €/MW ha messo in moto parecchi speculatori e gli organi autorizzativi, spesso, non hanno gli strumenti necessari per distinguere "i buoni dai cattivi"

                                                            Commenta

                                                            Attendi un attimo...
                                                            X