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Biometano, finalmente libera produzione e incentivi

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  • Biometano, finalmente libera produzione e incentivi

    Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ha pubblicato le procedure di qualifica degli impianti di produzione di biometano e quelle applicative per la richiesta e il rilascio degli incentivi per il biometano, trasportato con modalità extra rete a mezzo carri bombolai.
    Il coordinamento delle associazioni che rappresentano la filiera del biometano italiano – Consorzio Italiano Biogas (CIB), Confagricoltura, Assogasmetano, NGV Italy e Consorzio Italiano Compostatori – sottolinea che «Anche in Italia potrà prendere avvio la produzione di biometano per i trasporti.

    Il via libera porterà una sensibile riduzione delle importazioni di biocarburanti dall’estero e la creazione di nuovi posti di lavoro» ed aggiunge che così’ il GSE «chiude il complesso iter attuativo avviato con il decreto ministeriale 5 dicembre 2013. Per quanto riguarda invece l’immissione del biometano nella rete del gas naturale, il processo del necessario aggiornamento del ‘codice di rete’ deve essere ancora concluso. Il biometano è ottenuto dalla digestione anaerobica di effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali, colture di integrazione e frazione organica dei rifiuti urbani. Rappresenta un ulteriore contributo per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni posti dall’Unione Europea e dal Protocollo di Kyoto».

    Secondo il coordinamento delle associazioni del biometano è «Un primo passo, ma si tratta comunque di un significativo risultato. Dopo la rete elettrica anche quella del gas in Italia viene aperta alle produzioni da fonti rinnovabili».


    L’Italia ha già fissato per legge gli obiettivi per la produzione di biocarburanti avanzati con una quota obbligatoria del 2 per cento entro il 2020, un primato normativo che condivide con gli Usa e pochi altri Paesi. Secondo le stime del CIB e le proiezioni dello studio Althesys, «la filiera del biogas-biometano potrebbe consentire la creazione di 13 mila green jobs al 2020, con investimenti per oltre 2 miliardi di euro».

    Piero Gattoni, presidente del CIB, evidenzia che «Le aziende agricole hanno una nuova opportunità di diversificazione di mercato, per creare nuovi occupati e migliorare la sostenibilità delle loro aziende. Questa volta soprattutto il Sud non dovrà trovarsi impreparato. Il GSE ha compiuto un ottimo lavoro tecnico, così come i ministeri coinvolti e in particolare il sottosegretario Giuseppe Castiglione, a cui il Mipaaf ha conferito la delega per le agro energie. Ci vorrà del tempo ma le imprese ora sanno di poter contare su un quadro normativo perfettibile ma completo. Ci aspettiamo che anche la parte del decreto relativa all’immissione in rete vada avanti, coerentemente con le evoluzioni normative europee.

    Il biometano, l’unico vero biocarburante avanzato prodotto con biomasse made in Italy, è strategico per il “sistema-Paese”. Rappresenta una possibilità di sostegno per l’agricoltura, che in un momento di crisi, può diversificare il reddito senza creare competizione con l’alimentare, per l’indotto dell’industria del gas nella quale esprimiamo delle eccellenze a livello globale, per l’industria automobilistica che primeggia nelle vendite del segmento, ed infine per i consumatori e l’ambiente. Utilizzare i veicoli a metano infatti non solo fa bene all’ambiente ma è conveniente e fa risparmiare».

    ---
    Fonte: http://www.greenreport.it/news/energia/biometano-il-gse-da-il-via-libera-a-produzione-e-incentivi/

    Essere realisti e fare l'impossibile

  • #2
    Non so cosa ne pensate voi, ma leggendo tutto il quadro normativo per quanto riguarda l'immissione in consumo di biocarburante, non penso che molte aziende agricole aderiranno a questo tipo di pratica (tenendo conto che proprio nei trasporti siamo ancora carenti come obiettivi al 20-20-20), probabilmente saranno molte ex-municipalizzate a fare questo tipo di progetti avendo già in casa forsu. che ne pensate?
    Sopratutto penso che avendo il rilascio dei CIC una volta all'anno, a meno di trovare un accordo basato sull'anticipo del valore dei CIC, sarà difficilmente sostenibile economicamente costruire un impianto biometano per l'uso nel trasporto.
    In più, sbaglio o per poter vendere biocarburanti, tutta la filiera deve essere certificata?

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    • #3
      Quello che temo io è che questa cosa vada semplicemente a favorire chi già specula sul biogas.
      So per esperienza di un parente veterinario che lavora con grandi aziende agricole che da tanti anni le grosse aziende sfruttano le biomasse per produrre biogas e dal biogas energia elettrica. Produrre biometano vuol dire semplicemente fermarsi un passo prima.
      Fin qui niente di male, anzi un'ottima cosa!
      Il problema è che molti hanno capito la convenienza economica della cosa (convenienza che nasce anche grazie ad incentivi UE), e hanno iniziato a produrre intensivamente mais al solo scopo di buttarlo per intero nei biodigestori e vendere energia.
      Questa pratica, in un bilancio energetico complessivo che tenga conto anche del consumo di energia e di acqua per la produzione delle biomasse, finisce per essere più dannosa per l'ambiente che benefica.
      Non ho letto la legge e non conosco i dettagli, ma la cosa fondamentale perché il progetto funzioni è che ci sia un severo controllo della produzione e che sia in qualche modo certificato che sia produzione rigorosamente da scarti e non da materiale biologico prodotto ad hoc.

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      • #4
        perché il progetto funzioni è che ci sia un severo controllo della produzione e che sia in qualche modo certificato che sia produzione rigorosamente da scarti e non da materiale biologico prodotto ad hoc.
        esattamente succede l'opposto di cos'era lo spirito della legge, e cioè trovare una collocazione energetica agli scarti agricoli anche se col supporto del PANTALONE che paga

        migliaia e migliaia di ettari di mais RIGOROSAMENTE no OGM vengono coltivati al solo scopo di immetterli nei digestori, e noi ci mangiamo quello importato dall'Argentina

        OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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        • #5
          Ciao a tutti,
          vi segnalo che il prossimo 10 settembre il CIB, Consorzio Italiano Biogas, organizza a Bologna il primo seminario tecnico formativo a livello nazionale sul biometano e le nuove procedure applicative del GSE, pubblicate lo scorso 5 agosto.
          Tutte le info su Via libera alla produzione di biometano, a Bologna il primo seminario a cura del Cib | Tekneco

          eroyka
          Essere realisti e fare l'impossibile

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          • #6
            Purtroppo, come sicuramente saprete, il biometano è molto lontano dall'essere "pronto a spiccare il volo".
            Al momento l'immissione in rete è bloccata e lo sarà fino alla fine dell'anno.
            L'impiego nella CAR è sostanzialmente fuori discussione se non per quelle aziende che hanno già un cogeneratore ed hanno un progetto già autorizzato per un piccolo impianto biometano (non so nemmeno se esiste questa condizione); teniamo poi conto che rientrando nel contingente dei 5,8 Mld penso che nessun operatore si assuma il rischio di iniziare un'iter così lungo per poi rimanere fuori dal contingente previsto.
            L'incentivo dedicato al trasporto in tre parole: non è bancabile (a meno che non sia l'operatore a dare le dovute garanzie).

            Le regole emanate dall'AEEGSI non le commento perché molto probabilmente verrei bandito all'uso di internet per tutta la mia vita...
            Le economie di scala degli impiantisti sono rimaste identiche al 2013
            Gli unici impianti che, a breve, entreranno in funzione sono legati ad impianti di trattamento forsu (sono le uniche aziende che possono ammortizzare un'eventuale oscillazione del prezzo del CIC)

            Sarebbe interessante avviare in questo forum una discussione sui provvedimenti e sulle strategie che si possono tentare, lasciando in da parte (almeno per ora) i tecnicismi legati alla biologia, la bontà delle tecnologie impiantistiche, ecc..

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            • #7
              Utilizzo mais o scarti

              la legge parla espressamente di una percentuale non superiore al 30% di colture dedicate (mais o altro), il 70% DEVE essere biomassa di scarto.Lei ha ragione non tanto per il fatto che coltivare mais per il biogas sia sbagliato....infatti l'agricoltore sul suo terreno fa quello che ritiene conveniente...e oggi conviene forse vendere il mais anziché digerirlo! (quindi le produzioni rimangono...e non danneggiano il sistema) ma per il fatto che é ecologico e moralmente obbligatorio oggi utilizzare gli scarti ed i sottoprodotti ed evitare fonti fossili!!! é vero che grazie all'incentivo si fanno impianti, ed é vero che le principali ditte tedesche di biogas hanno speculato e si sono arricchite alle spalle di tutti (riportanto i soldi degli incentivi in Germania....guarda caso..) ma é anche vero che se non ci fossero stati incentivi nessuno avrebbe mai fatto energia dal letame!
              Ultima modifica di eroyka; 12-02-2016, 12:35. Motivo: eliminato quote

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              • #8
                Non sapevo dove scrivere .
                Su alcuni siti internet scrivono che è possibile recuperare gas anche dagli escrementi umani e' già in uso un recupero di questi gas nei depuratori o nelle biologiche condominiali o è solo una bufala

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                • #9
                  Ciao,
                  difficilmente si può attuare quello che dici... troppo poca fibra e materiale non adatto... mi spiace
                  Essere realisti e fare l'impossibile

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                  • #10
                    Vicino a casa mia (poche centinaia di metri in linea d'aria) hanno costruito un digestore per produrre biometano dagli scarti degli allevamenti e dei campi del posto. Effettivamente l'impianto è del tutto isolato dalla rete fognaria, la materia prima viene conferita direttamente dai contadini, vedo la fila dei loro trattori che portano i loro scarti, che vengono ammassati in stalli all'interno dell'impianto e man mano si preleva quanto serve ad alimentare il ciclo di produzione (vi sono più cisterne, immagino che ciascuna sia un digestore per uniformare la produzione nelle diverse fasi).

                    Con il recente aumento del prezzo del gas, deve essere aumentata anche la produzione, tanto da avere in breve esaurito tutto il materiale degli stalli... e siamo solo all'inizio della primavera, quando c'è meno materiale da conferire all'impianto. Temo che se non ne arriva dell'altro da fuori zona (ma conviene?), l'impianto potrebbe doversi fermare.

                    L'impianto è di proprietà del consorzio intercomunale energia e ambiente della zona, immagino sia da considerare privato, o al più una cooperativa, anche se gli azionisti sono prevalentemente le amministrazioni comunali.

                    ••••••••••••

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                    • #11
                      Leggevo che in rwanda gli escrementi umani visto che è un problema anche lo smaltimento vengono raccolti recuperato il biogas e poi centrifugati e fatti essiccare con ventilatori e fatte palline di carbone .
                      Dicono che vi sia un guadagno del 10- 20 % delle spese.
                      In teoria noi avremmo anche la carta igienica che penso sia fibra .
                      Invece di farne palline e venduto se usato direttamente per produrre energia potrebbe portare un vantaggio oltre a quello degli spurghi ad un vantaggio energetico.
                      Non sapevo vi fossero anche molti studi per sfruttare gli escrementi umani e farne un guadagno la sua raccolta anche dal punto di vista energetico.

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                      • #12
                        In condizioni estreme forse qualcosa si può tirare fuori... diciamo che potrebbe essere un modo per fare a meno della fognatura in luoghi isolati e con poche risorse... non sono esperto fino a questo punto.
                        Io mi riferivo in condizioni "abituali" quali quelle dei paesi occidentali.
                        Ben venga se si trovano soluzioni intelligenti (che risolvono più problemi in contemporanea), per situazioni particolari.
                        Essere realisti e fare l'impossibile

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                        • #13
                          A quanto pare nel depuratore di bergamo vengono già separati usati per biogas concimi e per il termovalorizatore, probabilmente lo faranno già anche altre province ma non lo sapevo

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                          • #14
                            Originariamente inviato da teoria del tutto Visualizza il messaggio
                            Non sapevo dove scrivere .
                            Su alcuni siti internet scrivono che è possibile recuperare gas anche dagli escrementi umani e' già in uso un recupero di questi gas nei depuratori o nelle biologiche condominiali o è solo una bufala
                            La produzione di biogas da parte dei depuratori è in atto da molti decenni ed è un processo consolidato. Tuttavia, in particolare in Italia, la situazione dei depuratori è pessima (molto peggio dal centro al sud Italia con un gran numero fuori norma). Il potenziale nel nostro Paese per sfruttare questa fonte è ancora molto alto, per non parlare dell'indotto. Il biogas sino a qualche anno fa veniva usato quasi esclusivamente per la cogenerazione (quindi produzione interna energia elettrica più calore da utilizzarsi nei processi), da quando i primi DM per il biometano hanno un po' semplificato la vita allora viene sfruttato ai fini della biometanazione ottenendo un gas quasi puro (CH4>96%) che viene o immesso in rete, o usato in loco per le flotte o trasferito con carri CNG o LNG.
                            Gli scarti così ottenuti, "esauriti" della parte di interesse ai fini produzione gas, vengono trattati ulteriormente con varie destinazioni.
                            Molto diverso per l'uso condominiale che in Europa non mi risulta applicato se non in ambito sperimentale (ma non ho approfondito); in Cina vi sono varie applicazioni così come in altri Paesi del terzo mondo.
                            Tuttavia la massa utile alla produzione è relativamente molto poca e quindi quanto giustifichi la produzione non saprei quantificare (ma con i regimi occidentali direi proprio no) e comunque otterresti biogas che, solo dopo trattamento di depurazione, può dare metano utile (il biogas tal quale ha componenti che non sono molto salutare da usare sul fornello!!).
                            Da ultimo nei depuratori si riesce a compensare buona parte delle molecole tutt'altro che utili alla produzione di gas sfruttando il potere della natura (batteri specifici in varie fasi) ed additivi, nell'ambito condominiale, soprattutto occidentale, le cose son ben diverse e la produzione sarebbe comunque fortemente inibita.
                            Ciao

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                            • #15
                              Grazie mille per la spiegazione, giustamente per piccoli condomini il materiale e' poco per ottenere un guadagno che superi a conti fatti la chiamata degli spurghi, anche se in effetti preferiscono ora che la parte solida vada direttamente al depuratore (rispetto ad alcuni decenni fa)e penso per avere un guadagno generale che copra almeno le spese del recupero del materiale.
                              comunque pensavo di usarlo per riscaldamento del' acqua o per produrre elettricità perché per cucina mi coprirebbe l' odore del cibo.
                              Avevo pensato ad un riciclo perché nelle taverne che hanno dei bagni obbligano ancora l' uso delle fosse biologiche che in teoria costruendo apposite pompe potrebbero evitarne la costruzione di tali fosse immettendo più materiale nel depuratore comunale, costruendo per ipotesi piccoli contenitori di raccolta e una pompa che triti il materiale e lo pompi nelle tubazioni comunali. Perché ora viene immessa in fogna solo la parte liquida avendo ancora in circolazione molte biologiche che ovviamente portano ad una spesa per il condominio e per la chiamata degli spurghi.
                              Era solo un' idea per eliminare la spesa degli spurghi ottenendo nel mentre un guadagno collettivo che copra le spese.
                              Grazie ancora per la spiegazione ora mi è più chiaro cosa sta dietro il lavoro dei depuratori e che anche qui si è seguito un recupero del materiale a scopo energetico.


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