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ERoEI, biocarburanti e Biomasse

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  • ERoEI, biocarburanti e Biomasse

    In molte pubblicazioni reperibili in rete, il rapporto tra energia investita ed energia ottenuta (ERoEI) per le bioenergie è segnalato come inferiore ad 1, specie per i biocarburanti.
    Molti analisti ritengono che il successo del bioetanolo in Brasile sia dovuto esclusivamente alle favorevoli condizioni ambientali ed allo sfruttamento della manodopera impiegata; a bassissimo salario; nella raccolta della canna da zucchero.
    Faccio le mie domande in questo forum perché mi sembra un contesto in cui alla teoria si affianchi una buona dose di pratica e di buon senso:
    • Le biomasse, il biodiesel ed il biogas, in assenza di incentivi pubblici sarebbero economicamente convenienti ?
    • Ed in caso di risposta negativa, vi sembra che gli incentivi pubblici stiano producendo degli sviluppi tecnologici che avvicinano alla grid parity ? (come sta accadendo per il fotovoltaico e l'eolico)

    Questo per cercare di capire se abbia effettivamente un senso l'incentivazione di questo tipo di rinnovabili, che fanno una forte concorrenza alla produzione agricola di cibo (e che è un altra energia rinnovabile di cui l'umanità potrebbe trovarsi rapidamente a corto)
    grazie

  • #2
    Sostenibilità_Biocarb_Europea.pdf
    Direi che se tu avessi voglia di leggere attentamente le c.a. 80 pagine che ti allego troveresti parecchie risposte ai giusti interrogativi che ti poni. Sono gli stessi interrogativi che si sono posti in sede europea.Per superare l'empasse derivante dalla competizione coltivazioni per alimentazione - coltivazioni per biocombustibili,biocarburanti è stato studiato un sistema articolato . Il contributo di bio viene da più fonti, una saranno le coltivazioni dedicate , solo se rispetteranno certe condizioni.Per le altre leggi .

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    • #3
      Grazie Sulzer, ho dato una scorsa ed approfondirò appena troverò il tempo, mi sembra che questa legge risponda solo in parte ai miei interrogativi, (le leggi europee, poi, restano spesso solo dei cataloghi di buone intenzioni)

      Hai comunque attirato la mia attenzione su un aspetto che non avevo considerato della sleale concorrenza che le biomasse fanno alla produzione di cibo,: ed è quello derivante dal fatto che queste prendono doppi incentivi, dalla PAC per le produzioni agricole e dal GSE per la produzione elettrica.
      Mi piacerebbe sapere qualcosa di "vita vissuta", per esempio, su un altra discussione che non riesco a ritrovare, qualcuno parlava dei molti relitti di centrali a biomasse abbandonate sul territorio, rese obsolete dalle modifiche dei sistemi di incentivazione. qualcuno sa dirmi di più?
      grazie

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      • #4
        Molti non mi risulta, sopratutto non a causa della variazione del regime di incentivi visto che una volta acquisita la autorizzazione a questa corrispondono gli incentivi.Nella realtà ho sentito parlare di quelle che mi ostino a non considerare centrali, i picoli impianti a olio vegetale che per le dimensioni non raggiungono la massa critica che consente autonomia di trattativa negli acquisti . Sono in balia del mercato speculativo e quando i prezzi sono troppo alti sono costrette a spegnere per non produrre in perdita. Forse sono questi i relitti di cui parli.
        La realtà è che non esiste competizione in ambito agricolo tra coltivazioni "alimentari" e coltivazioni " energetiche" la competizione negli scorsi anni era tra la nostra agricoltura e quella dei paesi emergenti a prezzi più bassi dei nostri costi produttivi incentivati . L'unico risultato che avrebbe portato il proibire o il disincentivare le coltivazioni energetiche sarebbe stato l'abbandono di parecchie coltivazioni diventate non competitive come è successo per molte attività nel nostro paese messe a confronto con altre realtà. Non produciamo più magliette ma le comperiamo e un mucchio di altri prodotti sono nelle stesse condizioni. A te salta agli occhi il discorso energetico perchè è entrato nell'cchio del ciclone negli ultimi anni ma magari non ti accorgi che molti prodotti industriali sono da sempre prodotti sottraendo agli alimenti in tutto o in parte sostanze nutritive . Dagli amidi alle bioplastiche che oramai ci circondano in tutti i supermercati le cose da mangiare hanno tutti altri utilizzi. Una coltivazione annuale , rispetto a dei basamenti in cemento armato ha il pregio che l'anno dopo può essere sostituita e smettere di competere .....

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        • #5
          Certo non è da ieri che l'agricoltura produce altro dal cibo: legna da ardere, fibre tessili, oli combustibili.
          Prima dell'avvento delle fossili, tutte le energie erano tratte dalla terra e dall'irraggiamento solare, ed è a quello che inevitabilmente torneremo, nei prossimi anni, non appena avremo finito di grattare il fondo del barile delle fossili.
          Il punto cruciale ora è considerare che prima dell'avvento delle energie fossili l'umanità non aveva ancora superato il miliardo di abitanti e che gli stili di vita erano infinitamente più morigerati degli attuali.
          La sfida del domani (e dell'oggi) è sfamare, vestire, alloggiare e mantenere in vita, tra i 6 ed i 9 miliardi di persone sul pianeta, e questa sfida non può essere vinta senza un po' di lungimiranza e di buon senso,
          Faccio due esempi: in un paese che possiede tra i 20 e i 40 mila Kmq (gli studi differiscono) di tetti e lastrici solari, che senso ha consumare terra agricola fertile per fare il fotovoltaico? oppure: se l'indice ERoEI del biocarburante è inferiore ad 1, significa che la convenienza di una centrale elettrica diesel da un mega, che per funzionare necessita di 1200 ettari di cultura dedicata ( 5000 ore di esercizio al ritmo di un ettaro ogni 4 ore) è vantaggiosa solo per il sostegno congiunto di incentivi agricoli ed elettrici (e solo per il suo imprenditore) perché da un punto di vista puramente energetico dissipa solo risorse, restituendone meno di quelle che ha consumato.
          Il fatto che citi poi. della concorrenza che le agricolture di paesi terzi più avvantaggiati per clima e fertilità del suolo fanno alla nostra agricoltura collinare e svantaggiata, è senz'altro vero, ma va considerato che ciò è reso possibile dall'azione congiunta dei bassi costi di trasporto intercontinentale e agricoltura intensiva meccanizzata, dovuti al petrolio ancora economico e dal dumping delle manodopere a basso costo dei paesi emergenti,
          Due fattori che si andranno estinguendo, da una parte per la fine del petrolio a basso costo, dall'altra per il progressivo livellamento di salari e potere d'acquisto prodotti dalla globalizzazione tra i lavoratori del terzo mondo e noi
          Ultima modifica di ndrea; 24-04-2012, 07:32.

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          • #6
            Sposo tutto quello che affermi ndrea, e se leggerai capendo il documento che ho postato capirai che va in quella direzione. FT di rifiuti vuol dire ricavare gasolio dai rifiuti come fossero petrolio. Fatto sta che dalle mie parti le aziende agricole che non sapevano come sbarcare il lunario per la speculazione sui cereali con la produzione di biogas funzionano benissimo. Prima il loro mais andava alla Roquettes e finiva tutto in prodotti industriali che non si mangiano , persino l'olio viene denaturato e va nei lubrificanti

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