Sostituzione caldaie a metano con caldaie a pellet/cippato - EnergeticAmbiente.it

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Sostituzione caldaie a metano con caldaie a pellet/cippato

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  • Sostituzione caldaie a metano con caldaie a pellet/cippato

    Salve,
    siamo in 6 persone in una villetta a 3 piani (taverna abitata, primo piano abitato e mansarda abitata) con 2 caldaie alimentate a metano (una per taverna e primo piano e una per la mansarda) e termosifoni in ghisa. La casa è stata costuita 20 anni fa senza particolari isolamenti termici e non so in quale classe sia.
    Vivo in provincia di Modena.
    Vorrei sapere se è possibile/conveniente fare a meno completamente del metano per riscaldamento e acqua calda sanitaria.
    Attualmente consumo in totale tra le due caldaie 3400 smc di metano/anno per una spesa di circa 3200 €/anno.
    Ho chiesto informazioni nell'altra sezione del forum per un pdc aria/acqua ad alta temperatura (visti i termosifoni in ghisa) ma mi hanno detto che nel mio caso non sarebbe conveniente e quindi vorrei valutare come alternativa di sostituire le 2 caldaie a metano con 2 caldaie a pellet o cippato.
    Quanto potrebbe costare un impianto del genere ed in quanto tempo si potrebbe ammortizzare?
    Ci sarebbe la possibilità di installare un serbatoio esterno anche eventualmente interrato per il pellet e/o cippato oppure caricare manualmente le caldaie sarebbe una operazione troppo brigosa?
    Ringrazio per la collaborazione se qualcuno fosse in grado di darmi un consiglio.

  • #2
    Il pellet ormai costa praticamente quasi come il metano, il cippato (che una volta costava una miseria) costa comunque 30-40€ a tonnellata (se c'è chi lo produce vicino a te).

    Un impianto a cippato serio (alla tedesca, completamente automatizzato) ti costerebbe una "fortuna" (nell'ordine dei 15-20k€) e dovresti costruire un deposito da circa 30mc... anche così facendo risparmieresti non molto più di 2000€ l'anno.

    Con un investimento simile ti faresti un bel cappottino che è cento volte meglio (eviti di consumare, piuttosto che cercare qualcosa di meno costoso...).

    Se proprio vuoi risparmiare qualcosa passando alla biomassa dovresti valutare sistemi più rustici ed economici (una caldaia onnivora o una a legna), però richiederebbero parecchia "attenzione" (alimentazione, pulizia, movimentazione e trasporto dei triti, che comunque sono molto meno comodi del pelet), dato che devi unire due impianti il costo sarebbe comunque non indifferente e dovresti comunque stoccare il combustibile (e non mi pare che si tratti di una fattoria dove lo spazio per "buttare" roba non manca....)

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    • #3
      Cerca climair50.... ditta seria ed ha quello che cerchi..... caldaia italiana...ma ho visto la fabbrica.....fanno il pelo ai tedeschi....hanno un container "tutto compreso" che fa al tuo caso....
      Faccio il contadino....ma... Www.attoripersbaglio.it :dev::dev:
      cosa ne pensate?...http://www.energeticambiente.it/agri...ansgenico.html

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      • #4
        Hai idea dei prezzi...? Chi produce le caldaie?

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        • #5
          I prezzi delle caldaie a pellet sono molto vari, ma mai bassi, soprattutto se i confronti con quelli di una caldaia a metano, anche di alla gamma. Chiavi in mano, di una caldaia a carica e pulizia manuale da 25 kW con bollitore o puffer combi, installazione, materiale e iva si attesta dai 6 ai 10 mila euro,mentre di un sistema automatico con serbatoio di stoccaggio e caricopneumatico può constare dai 10 ai 20 mila euro. I sistemi a cippato costano ancora di più.
          Quot homines tot sententiae

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          • #6
            Intendevo della TBH (alquanto ignota e che sembra molto più una caldaia a cippato che solo pellet)... i prezzi in generale di una caldaia a pellet li conosco bene (ahimè).

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            • #7
              il costo del riscaldamento non è così sostenuto da giustificare un impianto a cippato. io ti consiglierei vivamente il pellet.
              è vero che oggi giorno costa caro, ma se ti organizzi facendo un pò di scorta nel periodo estivo, riesci comunque a stappare buoni prezzi.
              considera che da gennaio 2013 è entrato in vigore il nuovo conto energia per il termico, che ti da un contributo per energia prodotta e consumata, inoltre molti prodotti beneficiano della detrazione del 50%.
              detto questo, un impiantino da 30 kw, senza andare su macchine tedesche (che effettivamente sono molto care, ma che garantiscono anche ottime performance), si aggira dai 5 ai 7.000 euro (parlo ad esempio di arca caldaie)
              fai bene i conti perchè, su impianti piccoli, il margine di convenienza potrebbe risultare molto basso
              buona scelta!!!!

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              • #8
                ora ci sono anche macchine italiane con performance come le tedesche ma a un prezzo ben più abbordabile.
                riscaldamento a biomassa e PDC
                Se mi cercate, ho cambiato nic. Ora sono: GiuseppeRG

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                • #9
                  Si ma per un impianto del genere non spererei di cavarmela con 5000€ (installazione inclusa)...

                  Nella migliore delle ipotesi la differenza di costo oggi tra metano e pellet è di 1400€ (che potrebbero anche essere interessanti), però bisogna togliere:
                  1) metano consumato per cucina e costi fissi del contatore (salvo avere le piastre ad induzione...), molto a occhio 150-200€
                  2) spazzacamino ogni anno, altri 150-200€
                  3) revisioni caldaia a pellet: tipicamente vanno fatte più spesso (non so con quelle molto "semplici"), probabilmente altri 100€ all'anno (è vero che in teoria si risparmia sulla caldaia a metano, ma voi le fareste togliere tutte e due avendole li già installate...?)
                  4) ammortamento caldaia a pellet: rimangono circa 1100€ l'anno, non pochissimi, però basta una fluttuazione piuttosto piccola del rapporto prezzo metano/pellet per ridurre ulteriormente i risparmi. Inoltre va ricordato che le caldaie a pellet hanno durata minore di una a gas (che puoi dimenticarti in cantina per 20 anni e più).

                  Non fraintendetemi, io sono pro-pellet (ho installato una caldaia anche sapendo che i risparmi saranno forse inferiori a quelli previsti qui sopra), però in area metanizzata è forse più eco-nomico ed eco-logico pensare ad interventi diversi (serramenti, isolamento...).

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                  • #10
                    concordo pienamente.
                    bisogna fare bene i conti per evitare, alla fine, di trovarci in una situazione peggiore rispetto allo stato attuale.
                    da considerare che col metano non si deve pensare a nulla, solo a pagare le bollette!!!!!!!!!
                    è anche vero che grazie alle detrazioni fiscali e al nuovo conto energia sul termico si può fare un bell'impianto domestico senza spendere più di tanto.

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                    • #11
                      1- ok
                      2- normalmente si aggira sui 100, a meno che tu non abbia una canna particolare
                      3- anche qualla a gas, il bollino
                      4- chi lo dice che durano meno? montata giusta e fatta giusta manutenzione, non hanno nessunissimo problema.

                      la mia idea è che un'impianto a biomassa, fatti i debiti conteggi con una persona preparata, si debba ammortizzare in non + di 4/5 anni. Se si va oltre, stanca.....
                      riscaldamento a biomassa e PDC
                      Se mi cercate, ho cambiato nic. Ora sono: GiuseppeRG

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                      • #12
                        Originariamente inviato da Dott Nord Est Visualizza il messaggio
                        la mia idea è che un'impianto a biomassa, fatti i debiti conteggi con una persona preparata, si debba ammortizzare in non + di 4/5 anni. Se si va oltre, stanca.....
                        E qui siamo al limite (anche con i contributi), volendo fare un impianto serio e durevole... Comunque mi pare che l'utente non sia particolarmente interessato di suo.

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                        • #13
                          certo, la biomassa per prima cosa deve essere amata, deve piacere il fuoco....
                          riscaldamento a biomassa e PDC
                          Se mi cercate, ho cambiato nic. Ora sono: GiuseppeRG

                          Commenta


                          • #14
                            Buongiorno a tutti.
                            da 75 KW ovvero, se buono, 15 Kg di pellet variano da 3.6 euro d'estate ai 4.4 attuali.
                            Quindi personalmente ogni euro acquisto mediamente 20 KW di potenza oraia.
                            Con il metanto ogni euro speso, acquisto meno di 1 metro cubo di gas, quindi meno di 10 KW.
                            Il pellet vince alla grande.
                            Io Le consiglio di farsi progettare un impianto a pellet e se per sua comodità lo ritiene utile, lasci la caldaia come integrazione per esempio notturna, oppure se non preevede il solare, per la produzione a.c.s.
                            Preferirei che centralizzasse il tutto, altrimenti ogni appartamento può usufruire di una tersmostufa a pellet , la quale però normalmente , senza un accumulo anche piccolo , non le garantisce il sanitario.
                            Se vuole visto che non siamo lontani può contattarmi per mail.
                            cordiliatà

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                            • #15
                              ingegnere,ci vogliamo togliere un buon 20% ai 75 Kw. ?

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                              • #16
                                Mi sfugge il senso della sua osservazione relativa ad un dato medio.Comunque ci sono molte persone in questo forum che chiedono lumi su quale sia il pellet ,migliore, forse potrebbe occuparsene Lei.Come Lei certamente saprà esistono delle certificazioni del prodotto.Posso dirle che secondo la mia esperienza pratica fatta in questi 24 anni in cui mi occupo di progettazione di impianti , molti dei quali a combustibile solido, che, per i miei interventi, il saldo in euro a fine stagione, e' spesso pari o,superiore alla meta,del,consumo di gas metano.Questa tendenza e tanto,maggiore , quanto,lo e' la potenza del generatore sostituito.vi sono ovviamente considerazioni relative al rendimento globale di impianto per altro fortemente condizionato dal rendimento,medio stagionale, che ha mia conoscenza molti termotecnicimsi,fanno,calcolare da un programma, quindi presso gli sfuggono i meccanismi che lo generano.Non vorrei, dover aggiungere altro, e se Lei volesse,farlo la prego di contattarmi via mail, anche per rispettare chi ha lanciato una discussione, di altro titolo.Cordilita'.

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                                • #17
                                  dott.travaglini,considerato che stava facendo un paragone tra pellet e metano mi sono permesso di di suggerire di togliere un 20% ( minimo sindacale) che non è altro la perdita di resa...i 5 kw/kg di potenza termica sono riferiti al bruciatore.Saluti

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                                  • #18
                                    Mi intrometto nella discussione perchè anch'io sono nella situazione di fabio, ovvero 2 appartamenti separati con un consumo annuo di circa 4200 mc di metano.
                                    Ora stiamo seriamente pensando di prendere una caldaia a legna o una combinata legna-pellet ( sp dual ).
                                    Nel caso di legna 22kw/pellet 25kw le potenze si sommano (oltre 35kw ispesl) ?
                                    Qualcuno ha esperienze simili, se non erro Leone Sandri ha una eta combinata.
                                    Altro dubbio è il calcolo della potenza, o meglio delle calorie giornaliere necessarie, posso risalire a tale dato col consumo al giorno in mc di metano? come?
                                    Dati appartamento: pino terra 100mq con radiatori in ghisa-piano primo 115mq con riscaldamento a pavimento prov,bg
                                    grazie a tutti

                                    Commenta


                                    • #19
                                      No, le combinate contano per la potenza massima (o quantomeno questa è la prassi, altrimenti si ricadrebbe nell'ex ispesl...). Leone sandri effettivamente ha una eta combinata (del tutto simile alla froeling) e ne è più che soddisfatto (avrà modo di dirti); va detto che lui proveniva da una caldaia a GPL (malfunzionante), quindi il combustibile più caro in assoluto...

                                      Per un rilevamento empirico della potenza necessaria dovresti monitorare il consumo giornaliero per tutto l'inverno (e anche così potrebbe darsi che questo non sia un inverno particolarmente freddo). Se non fai fare un progettino termotecnico (che sarebbe raccomandabile visto che con una sp dual andrai a spendere 10000€ solo di caldaia più il resto dell'impianto, quindi ben più di 15000€) puoi prendere come riferimento la potenza della caldaia a metano attuale (con le biomasse si cerca di stare "giusti" piuttosto che abbondanti).

                                      Ovviamente prima di tutto devi fare per bene i conti "economici" se vuoi risparmiare... nel tuo caso (non troppo differente dal mio) dubito riusciresti mai ad ammortare la caldaia andando a pellet (anche con il 50% di contributi)... sinceramente il saldo "dimezzato" dell'ingegnere Travaglini metano/pellet mi sembra troppo ottimistico per la maggior parte dei casi (dovendo sostituire una vecchia caldaia in un albergo dove compri 20ton di pellet per volta può dare risultati del genere, ma considerando che il pellet costa a parità di kwh ben più della metà del metano e che le caldaie a pellet rendono meno di quelle a gas...)

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                                      • #20
                                        Yapok sono d'accordo con te circa l'ottimismo del dot. Travaglini sul pellet, considerando poi che o hai un sistema completamente automatico di carico , oppure se devi movimentare a mano tanto vale andare a legna.
                                        In effetti sarei orientato per una s4 turbo 22kw con l'eventuale flangia per il pellet , giusto per far contenta la moglie.... appro di questo , vorrei sapere come avete fatto a convincere la vostra....le donne.
                                        Per quanto riguarda la convenienza secondo alcuni calcoli dovrei spendere meno della meta' del gas , quindi in circa 4 anni ammortizzerei la spesa -col 50%.
                                        Sapreste dirmi un modo per risalire ai kwh giorno necessario avendo il consumo del gas; è vero che fino ad ora non ha fatto particolarmente freddo , pero' ho dei confronti con le medie degli anni scorsi.
                                        Sul discorso termotecnico è vero ognuno deve fare il proprio lavoro , ma dopo 2 impianti ed esperienze negative se devo sbagliare preferisco far da solo , e poi non sono solo ci siete voi , che di esperienze di biomassa ne avete piu' di alcuni termo.
                                        Yapok scusa ma quale è la tua situazione?
                                        Ultima modifica di tex 73; 19-01-2013, 11:46.

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                                        • #21
                                          Consumi simili ai tuoi, anch'io attualmente a metano (su due impianti molto separati però), anch'io ci metterei più o meno 4 anni ad ammortare se tutto andasse bene con la legna. Penso però che non farò niente: per unire i due impianti dovrei autocostruirmi una condotta di "teleriscaldamento" sopra il tetto dei vicini... potrei fare un groviera di carotaggi per le cantine, ma la bicocca ha 400 anni e ha già delle brutte crepe e magagne nei restauri passati (fortunatamente sono in zona non sismica...).

                                          Io la combinata comunque l'avrei esclusa visti i costi: non sostituirei la caldaia a metano perchè mi serve per l'acs estiva, e la differenza di costo metano-pellet non è tale da giustificare i 4000€ in più. Va detto che impiantisticamente parlando risparmia varie seghe.

                                          Per i kw necessari puoi prendere il consumo giornaliero massimo e convertirlo in kg di legna, così vedi quanti carichi dovresti fare (alla fine con la legna la relazione tra potenza erogata e quella ssorbita è piuttosto "flebile", grazie anche al puffer).

                                          Di che zona sei...?

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                                          • #22
                                            Cosa intendi per "Va detto che impiantisticamente parlando risparmia varie seghe"?
                                            Abito in provicia di Bergamo ,inizio valle.
                                            Anch'io vorrei tenere una caldaia gas per eventuale integrazione , anche se mi scoccia dover mettere uno scambiatore di calore per il fatto di dover dividere il fluido ( pareri discordanti tra i vari rivenditori ....teorie).
                                            Non hai pensato di produrre acs in estate con la caldaia a legna, ecosa avresti usato un bolier a parte oppure tramite moduli acs su puffer ?

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                                            • #23
                                              Intendevo proprio la storia della somma di potenza e scambiatori (se avessi anche il pellet eliminerei il metano e relativa caldaia). Se la caldaia fa acs instantanea e/o hai un bollitore solare senza il solare e conti di usarla poco è tutto più semplice: la mandi su serpentina alta nel puffer e la metti in serie al bollitore per l'acs (oppure sulla serpentina solare se questa è presente e inutilizzata).

                                              Per questioni di economicità e funzionalità "garantita" io starei sul bollitore classico. I moduli per puffer costano un occhio della testa e non sembrano avere particolari vantaggi (a quel punto meglio un pipe in tank, che magari torna comodo per impianti solari ambiziosi).

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                                              • #24
                                                potere calorifero del pellet

                                                Cari Amici, senza tono polemico, spiego solo che il potere calorifero del pellet al KG l'ho evinto da una interessante documentazione messa in rete nel sito della caleffi, dal collega Mario Doninelli, il qule nella rivista idrulica n 40 , scaricabile da internet,fa riferimento alle certificazioni del prodotto.

                                                Qui allego la perte ad esso relativa.

                                                7 Pellet È legno ridotto in piccoli cilindri con diametri variabili da 6 a 12 mm e lunghezze comprese fra 10 e 13 mm. Tali cilindri sono ottenuti da segatura pressata e compattata ad alta pressione. I pellet sono facili da trasportare e da dosare. Una vite senza fine provvede al loro trasporto dalla zona di stoccaggio fino alla zona di combustione. Il loro colore dipende sia dal tipo di materia prima utilizzata sia dai processi adottati per l’estrusione e l’essicazione della segatura. È importante utilizzare solo pellet di buona qualità (1) per non compromettere la resa termica della combustione, (2) per non recar danni alle stufe e alle caldaie dovuti a depositi di impurità incrostanti, (3) per non immettere nell’atmosfera polveri e fumi troppo inquinanti. Per la produzione di energia termica, il cippato è normalmente utilizzato in impianti con caldaie (a partire da circa 20 kW) ad alimentazione continua. Più le caldaie sono di elevata potenzialità e più il cippato può essere a scaglie grosse ed eterogenee. Il cippato è usato anche in impianti medio-piccoli di cogenerazione: cioè in impianti che producono contemporaneamente energia elettrica e calore per il riscaldamento urbano. Generalmente i pellet di buona qualità si possono riconoscere dalle loro superfici (che devono essere poco fessurate, lisce e dure) e dall’odore di legno non manipolato. È bene anche verificare che le confezioni siano a tenuta d’aria perché i pellet sono materiali che assorbono facilmente umidità. È inoltre consigliabile accertarsi che in fondo ai contenitori non vi sia troppo legno in polvere, in quanto la sgretolabilità è indice di bassa qualità dei pellet. Cippato È legno ridotto in scaglie con lunghezze variabili da 2 a 5 cm. È ottenuto con apposite macchine (dette cippatrici) da tronchi, semilavorati o ramaglie. Il legno di base può provenire da scarti di lavorazioni industriali oppure da colture dedicate short rotation forestry: colture a rapido accrescimento e a turno breve, dai 2 ai 5 anni. La qualità dei pellet In Europa, le principali norme per definire i livelli di qualità dei pellet sono tedesche (DIN PLUS 51731) e austriache (ÖNORM M 7135). Dal 2010 sono state introdotte anche le norme EN 14961-2 dell’Istituto Tedesco del pellet (Deutsches Pelletinstitut). In base ai valori medi previsti e consigliati da queste norme, i pellet di buona qualità dovrebbero avere: Elevato potere calorifico ( > 5 kW/kg ) a parità di peso e di costo, tra i vari tipi di pellet possono esserci differenze del 10÷15% del potere calorifico e quindi del relativo contenuto energetico. Basso tenore di cenere ( < 0,5% ) serve a minimizzare i tempi e i costi di manutenzione delle caldaie, soprattutto per la pulizia degli scambiatori di calore, delle canne fumarie e dei bracieri. Basso tenore di polveri ( < 2,0% ) in quanto, col tempo, l’eccesso di polveri sul fondo dei contenitori può formare "depositi" di notevole durezza, tali da compromette il corretto funzionamento dei mezzi di carico automatici. Umidità: < 10% Residuo zolfo: < 0,04% Residuo cloro: < 0,02% Residuo azoto: < 0,30% Nella fabbricazione dei pellet può essere ammesso l’uso di termoagglutinanti vegetali a patto che siano in misura inferiore al 2% e non modificati chimicamente.

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