Originariamente inviato da Dott Nord Est
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Le mie perplessità riguardo a questa soluzione sono due:
1. Quanto si riesce a governare l'utilizzo della resistenza. In inverno, ad esempio, come si riesce a dirgli di lasciare "spazio" alla stufa, piuttosto che d'estate di aspettare l'arrivo del sole? :-)
2. Con questa soluzione, sbaglio o sarò molto più carente di ACS? Quando avevo pensato alla soluzione mi ero detto: 60 litri (bollitore elettrico) li ho sicuri caldi, poi quando entra nuova acqua questa sarà cmq calda per un certo periodo (i famosi ulteriori 60/70 litri) e quindi non dovrei mai avere problemi di ACS. Quanto la resistenza può in instantanea cercare di mantere alta la temperatura dell'accumulo durante il prelievo di ACS?
Pensavo che energiticamente fosse più efficiente tenere calda solo una 60 di litri di acqua calda, piuttosto che sempre l'accumulo di 200. (sto parlando ovviamente di quanto stufa e solare sono inutilizzati
Curiosità: perché viene meno il problema di calcare? La resistenza affogata nell'accumulo non soffrirà alla stessa maniera?
l'80 litri della ariston PDC (neus) potrebbe starci nella nicchia: ma costi iniziali e successivi di gestione (oltre che di vita media) possono giustificare la spesa a fronte di un eventuale semplice semplice bollitore a resistenza?
Grazie dei consigli,
Francesco
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