Caldaia a legna fiamma inversa,prove di rendimento. - EnergeticAmbiente.it

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Caldaia a legna fiamma inversa,prove di rendimento.

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  • Caldaia a legna fiamma inversa,prove di rendimento.

    Salve a tutti,vorrei provare a fare una prova sul rendimento di una caldaia a legna a fiamma inversa 20KW,mi piacerebbe sapere anche il vostro parere sicuramente più tecnico.
    Partendo dal fatto di mantenere una T Fumi di 170°C ,vorrei provare a creare un volano termico,formato da mattonelle refrattarie,nel vano sottostante la camera di combustione,in modo da fare accumulare più calore e quindi maggior inerzia.
    Una prova l'ho già fatta,ma non riesco a capire se ci sono vantaggi oppure no.
    Mi spiego meglio,dopo aver creato una struttura con altro refrattario nel punto che ho detto sopra,lasciando i passaggi per i fumi e gas ovviamente,ho acceso la caldaia,inizialmente ho notato che in fase di partenza da freddo ci vorrà qualche minuto in più per fare iniziare a salire le temperature Fumi,la caldaia inizia a lavorare in fase di massimo,fa più fatica a raggiungere i 180/190°C, fino a che arriva alla temperatura di 65°C dell'anticondensa e cosi' inizia la modulazione.
    A questo punto l'aspirazione inizia a diminuire portandosi sui 140° ( impostati ) per stabilizzarsi ,dopo di chè inizia a risalire modulando fino a mantenere 170°.
    A questo punto l'aspiratore si mantiene al 45-46% della velocità,i refrattari dopo circa mezza ora dall'accensione,iniziano ad essere incandescenti,sia quelli aggiunti ma anche il refrattario originale dove batte la fiamma di combustione.
    Quello che pensavo avvenisse ,una volta arrivato ai 170° T fumi l'aria primaria iniziasse a chiudere per fare mantenimento e abbassare la potenza,invece rimane comunque aperta anche a 88/93%,mentre è la secondaria che chiude leggermente,di conseguenza i refrattari si scaldano ulteriormente.
    La mia paura è che se non modula abbassando la primaria e quindi la potenza,si rischia di crepare il refrattario originale di combustione dove batte la fiamma.
    La caldaia l'avevo caricata con metà camera,50% di legna,ci ha impiegato 4 ore esatte per arrivare fino alle ceneri.
    La domanda era:
    - perchè tutte le caldaie non inseriscano un'altro turboatore nel vano tra il refrattario di combustione e i turbolatori verticali? c'è una spiegazione? da qui è iniziato il mio interesse a provare di incrementare il rendimento.
    -Questa prova può giovare oppure rischio solo di scaldare materiale in più senza avere nessun giovamento a livello di rese e quindi di risparmio di legna.
    Qualcuno ha già provato?
    saluti.

  • #2
    Ciao serpico1,

    per me non serve a nulla e ti spiego il perchè:
    secondo me, il refrattario sotto la fessura della fiamma inversa serve principalmente a riparare dalla fiamma diretta perpendicolare che arriva da sopra e dalle alte temperature che si creano in quel punto, perchè credo che renderebbe meglio, come trasmissione del calore, il ferro, il problema è che la fiamma diretta lo consumerebbe velocemente, sopratutto visto le alte temperature, poi man mano ci si allontana da quel punto, la fiamma e il calore diminuisco quindi il ferro non corre più il rischio di consumarsi prematuramente e il refrattario non serve più.
    Quindi mettere ulteriori refrattari penso serva a poco, perchè quello che possono cedere all'acqua alla fine è talmente irrilevante che non vale il loro costo.

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    • #3
      Se sul refrattario lasci un po di cenere, sempre, hai piu protezione al refrattario e rese nella norma
      Mai togliere tutta la cenere da refrattario, ammortizza i colpi e il calore, meglio di ogni altra cosa
      La resa non cambia mattone piu mattone meno.............................................. troppo facile

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      • #4
        capisco quello che intendi dire,però ho trovato in rete una spiegazione riguardante quelle stufe che pubblicizzano con combustione lunga durata anche 30/35 ore,premetto che se non vedo non credo :-) ,però la logica potrebbe essere quella in cui .. tornando alla nostra caldaia a fiamma inversa.., se riuscimo a mantenere alte Temperature all'interno ... anzi come ho visto facendo la prova .. incrementa maggiormente,la centralina deve mantenere la T Fumi 170°C,a questo punto se in camera di combustione ho 1000°C,l'unica cosa che può fare è diminuire l'aspirazione per mantenere i 170°,giustamente non può ridurre l'ossigeno altrimenti diventerebbe una combustione non buona.
        A questo punto se ho 170° T fumi
        Aspiratore a 50%
        T c. combustione 1000° (il refrattario era incandescente)
        A questo punto quello che potrei fare è abbassare ulteriormente la T Fumi,di conseguenza diminuisce l'aspiratore.
        in breve,mantenere alte temperature riducendo l'andamento della caldaia,ma avendo comunque una perfetta carburazione data dai 900° all'interno (dipenderebbe dal residuo che ci si trova ),di sicuro comunque allungherebbe la durata della combustione.
        La domanda... Cosa cambia in condizioni normali senza l'aggiunta dei refrattari?
        Che per mantenere i 170° se bastano per bruciare anche i residui, l'aspiratore deve avere più tiraggio con temperature sicuramente meno inferiori nella camera di combustione,quindi a quella T la caldaia si sporca di più.
        Comunque rivaluterò anche il tuo concetto in condizioni normali di fabbrica.

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        • #5
          Ciao serpico1,

          non confondiamo le stufe a combustione lunga ad ARIA, quindi il calore immagazzinato nel refrattario è ceduto all'ambiente direttamente e gradualmente (ma l'ambiente non ha le T dell'acqua di una caldaia), con le caldaie a fiamma inversa che devono rendere il calore all'acqua.
          Il refrattario che hai messo, sicuramente diventa incandescente, ma non ha la superficie a diretto contatto con l'acqua della caldaia, come il ferro, ed eventualmente solo per una piccola parte di esso, quindi credo che l'unica cosa che potresti notare che la T fumi dopo che la caldaia si è spenta, si abbassa molto più lentamente di prima, ma solo perchè il refrattario sta cedendo all'aria il calore che ha immagazzinato, mentre all'acqua ne riesce a cedere molto meno, perchè la superficie di scambio con l'acqua è molto meno rispetto all'aria.
          Quindi la T fumi nel funzionamento normale è più basso perchè il refrattario sta assorbendo il calore, e lo rilascia poi piano piano all'aria e se ne va per il camino quando la caldaia e spenta, quindi per me non cambia nulla.
          Anzi in teoria ha coperto una parte di ferro (con il refrattario) che avrebbe potuto scambiare di più con l'acqua, perchè è a diretto contatto con l'acqua, invece con refrattario c'è un ulteriore passaggio del calore, prima passa dal refrattario, poi passa al ferro e poi all'acqua, senza refrattario avevi un passaggio e di conseguenza una perdita in meno.

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          • #6
            questo è vero,però in condizioni normali come era stata settata la centralina,il tecnico aveva messo la T Fumi a 220°C,alcuni anche a 235° ho notato, per mantenere la caldaia pulita,con residuo di cenere ridotto a una polvere più fine della farina.
            Praticamente avrei la stessa condizione con lo stesso incremento,ma lavorando con una T Fumi tra 160/170°C, notando che la caldaia è bianca all'interno,significa che la mantiene pulita e le ceneri sono praticamente simili.
            Sicuramente in fase di partenza se di normale servono 15/20 min. per portarla in temperatura,nell'altra condizione serviranno 30/35 min.
            Sul fatto del contatto del materiale hai perfettamente ragione,è solo una prova che ho voluto fare.

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