Buongiorno a tutti,
è da tanto tempo che seguo le vostre discussioni come utente esterno ma ora è arrivato per me il momento di prendere parte al forum perché avrei bisogno di alcuni consigli riguardo l'impianto di riscaldamento di casa mia.
Visto che mi sto accingendo a fare una piccola ristrutturazione, vorrei approfittare per sistemare anche l'impianto.
Qui di seguito invio alcune caratteristiche:
- casa colonica di fine '800 - primi '900
- pianura emiliana, zona pedecollinare
- esposta ai 4 venti
- chiaramente nessun isolamento
- infissi in legno con doppio vetro ma telaio imbarcato e quindi diversi spifferi e dispersione
- "parte civile" (dove abitiamo) su tre livelli: PT, 1° piano, 2°piano mansardato, ognuno circa 60 mq
- termosifoni in acciaio monotubo
- vecchia caldaia a basamento a GPL con bombolone nel cortile (no rete metano)
- camino in cucina al pian terreno, chiuso con inserto economico a convezione naturale
- impianto fotovoltaico 3 kW
- pannelli solari a solo servizio ACS con accumulatore da 300lt
La situazione più o meno è questa: negli ultimi 10 anni abbiamo sempre rimediato, accendendo termosifoni 1/2 ore max per sera nei mesi più freddi e bruciato tanta legna nel camino. Lasciando aperta la porta della cucina, l'inserto una volta caldo, chiama aria giù dalle scale ed in questo modo siamo sempre riusciti a scaldare (più o meno) anche il primo livello dove si trovano il bagno e le camere.
Ciò che è cambiato nell'ultimo inverno, è che mia suocera è venuta ad abitare da noi e vogliamo creare un appartamento indipendente al secondo livello mansardato, che ahimè è praticamente impossibile riscaldare in questo modo, poiché il camino al pian terreno col suo inserto non può fare miracoli.
L'idea originaria era di montare un termocamino al posto dall'attuale inserto a convezione naturale, visto anche che la parete dietro al camino è divisoria con il vano caldaia e quindi risulterebbe anche comodo fare i vari allacciamenti. Problema principale in tutto questo è che il vano caldaia altro non è che un sottoscala e con l'accumulatore dell'impianto solare non rimane altro spazio per puffer aggiuntivo a servizio dell'impianto di riscaldamento.
Visto ciò, altra soluzione potrebbe essere la sostituzione integrale della caldaia a GPL (che peròpotrebbe durare ancora molti anni) con una caldaia a biomassa con bollitoreintegrato tipo “Tecnobioma”, con grande rammarico per me e mia moglie perché dovremmosacrificare la visione della fiamma del camino in cucina a cui siamo tantoabituati. Altro problema è che non so se una caldaia tipo questa comunque cistarebbe nel nostro vano caldaia-sottoscala.
Altra soluzione ancora, potrebbe essere andare avanti comesi è fatto finora, chiudere e rendere indipendente l’appartamento all’ultimopiano mansardato con una unità a parte. Avrei una stufa a legna con forno chenon sto utilizzando e quindi l’unica spesa sarebbe crearsi l’uscita al colmoper la canna fumaria, ma portare legna al secondo piano la vedo dura, quindisarebbe probabilmente più opportuna una stufa a pellet.
Insomma, in conclusione sono abbastanza confuso sul dafarsi, ma magari voi che siete molto più esperti di me, la situazione lavedete più chiara e semplice.
Grazie in anticipo a tutti quelli che si prenderanno tempodi consigliarmi.
è da tanto tempo che seguo le vostre discussioni come utente esterno ma ora è arrivato per me il momento di prendere parte al forum perché avrei bisogno di alcuni consigli riguardo l'impianto di riscaldamento di casa mia.
Visto che mi sto accingendo a fare una piccola ristrutturazione, vorrei approfittare per sistemare anche l'impianto.
Qui di seguito invio alcune caratteristiche:
- casa colonica di fine '800 - primi '900
- pianura emiliana, zona pedecollinare
- esposta ai 4 venti
- chiaramente nessun isolamento
- infissi in legno con doppio vetro ma telaio imbarcato e quindi diversi spifferi e dispersione
- "parte civile" (dove abitiamo) su tre livelli: PT, 1° piano, 2°piano mansardato, ognuno circa 60 mq
- termosifoni in acciaio monotubo
- vecchia caldaia a basamento a GPL con bombolone nel cortile (no rete metano)
- camino in cucina al pian terreno, chiuso con inserto economico a convezione naturale
- impianto fotovoltaico 3 kW
- pannelli solari a solo servizio ACS con accumulatore da 300lt
La situazione più o meno è questa: negli ultimi 10 anni abbiamo sempre rimediato, accendendo termosifoni 1/2 ore max per sera nei mesi più freddi e bruciato tanta legna nel camino. Lasciando aperta la porta della cucina, l'inserto una volta caldo, chiama aria giù dalle scale ed in questo modo siamo sempre riusciti a scaldare (più o meno) anche il primo livello dove si trovano il bagno e le camere.
Ciò che è cambiato nell'ultimo inverno, è che mia suocera è venuta ad abitare da noi e vogliamo creare un appartamento indipendente al secondo livello mansardato, che ahimè è praticamente impossibile riscaldare in questo modo, poiché il camino al pian terreno col suo inserto non può fare miracoli.
L'idea originaria era di montare un termocamino al posto dall'attuale inserto a convezione naturale, visto anche che la parete dietro al camino è divisoria con il vano caldaia e quindi risulterebbe anche comodo fare i vari allacciamenti. Problema principale in tutto questo è che il vano caldaia altro non è che un sottoscala e con l'accumulatore dell'impianto solare non rimane altro spazio per puffer aggiuntivo a servizio dell'impianto di riscaldamento.
Visto ciò, altra soluzione potrebbe essere la sostituzione integrale della caldaia a GPL (che peròpotrebbe durare ancora molti anni) con una caldaia a biomassa con bollitoreintegrato tipo “Tecnobioma”, con grande rammarico per me e mia moglie perché dovremmosacrificare la visione della fiamma del camino in cucina a cui siamo tantoabituati. Altro problema è che non so se una caldaia tipo questa comunque cistarebbe nel nostro vano caldaia-sottoscala.
Altra soluzione ancora, potrebbe essere andare avanti comesi è fatto finora, chiudere e rendere indipendente l’appartamento all’ultimopiano mansardato con una unità a parte. Avrei una stufa a legna con forno chenon sto utilizzando e quindi l’unica spesa sarebbe crearsi l’uscita al colmoper la canna fumaria, ma portare legna al secondo piano la vedo dura, quindisarebbe probabilmente più opportuna una stufa a pellet.
Insomma, in conclusione sono abbastanza confuso sul dafarsi, ma magari voi che siete molto più esperti di me, la situazione lavedete più chiara e semplice.
Grazie in anticipo a tutti quelli che si prenderanno tempodi consigliarmi.
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