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tipologia della biomassa

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  • tipologia della biomassa

    Buongiorno a tutti, vorrei riuscire a capire di più circa la possibilit&agrave; di usare la biomassa per la termogenerazione: vorrei sapere da voi se esiste un tipo di caldaia che produca energia termica ed anche energia elettrica a partire da una biomassa non legnosa ma proveniente da una pianta erbacea;<br>quindi quali caratteristiche debba avere tale combustibile (pezzatura, grado di essiccazione).<br>In fine quale metodo (e quali macchinari ed impianti) per la raccolta e lo stoccaggio della biomassa: considerando che falciando dei filari di piante si ha la possibilit&agrave; di essiccare in campo a costo zero, imballare e stoccare facilmente, mentre usando una falciacaricatrice si dovrebbe usare un apposito locale per il trattamento e lo stoccaggio del prodotto.<br>ciao Marco<br><br>
    Daje

  • #2
    La prima cosa che mi verrebbe in mente è utilizzare l&#39;insalato d&#39;erba per la produzione di Biogas, con tutte le conseguenze ( cogenerazione ).<br><br>Dipende però da quante tonnellate di erba stiamo parlando...
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    • #3
      Ciao e benvenuto<br><br>In teoria qualunque tipo di biomassa può essere idonea al tuo scopo.<br>Cosa importante rimane il contenuto di umidit&agrave;; più questa percentuale è alta minore sar&agrave; il rendimento.<br>Si consignia di non superare la soglia del 30&#37; ma ovviamente percentuali inferiori sono meglio <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/953042e7d19face71deade982a76f229.gif" alt=":P"><br>Chiaramente l&#39;umidit&agrave; dipende dal tipo di biomassa utilizzata; ad esempio il cippato ben conservato ha pochissima umidit&agrave; mentre alcune piante sono ricche di acqua e di conseguenza prima di utilizzarle bisogna essiccarle.<br>La conservazione; anche in questo caso dipende dal tipo di biomassa. Esistono piante che una volta raccolte e immagazinate tendono a fermentare.<br><br>Prova a leggere qualche discussione trattata in questo forum, si parla parecchio di questo. Poi ti dovesse venire in mente qualche domanda più specifica chiedi pure.<br><br>Ely

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      • #4
        Stiamo parlando di una produzione annua fra le 30 e le 50 tonnellate per ettaro, dipende dalla qualit&agrave; dell&#39;irrigazione, quando si usano le piante per trattare gli effluenti di fognatura, concerie, stalle (pretrattandoli) si ottengono rese ovviamente maggiori.<br>L&#39;essiccazione avviene a terra in 48 ore o poco più, e lo sfalcio non tende a marcire per lunghi periodi.<br>Insilare per la produzione di biogas è una buona idea, anche perchè la raccolta è più agevole e meno costosa in quanto si usa una falcia-caricatrice che con un solo passaggio fa tutto (ma gli impianti immagino che siano molto più costosi e visibili di una caldaia sistemata in un apposito locale.)mentre per produrre cippato sono necessari più passaggi sulla coltivazione: sfalcio con una barra falciante, quindi essiccazione, ranghinatura ed imballaggio quindi più macchine e costi più elevati<br>La mia domanda dunque è questa: che dimensioni deve avere questo cippato per essere idoneo alla trasformazione in energia, e che tipo di macchina credete sia utile per trasformare una rotoballa in cippato?<br>Grazie ragazzi.<br>ciao Marco
        Daje

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        • #5
          <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">La mia domanda dunque è questa: che dimensioni deve avere questo cippato per essere idoneo alla trasformazione in energia</div></div><br>ma allora fai il cippato o voi sapere x il biogas?<br>Sarei interessato a quanti ettari hai in queste condizioni produttive ( 30 ton/ettaro di sfalcio ).<br><br>A presto.
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          • #6
            Se parliamo di cippato, le dimensioni possono essere espresse come lunghezza media dei cips, oppure come loro distribuzione granulometrica in classi dimensionali. I metodi di classificazione possono essere molteplici; di seguito ne elenco uno, ma è possibile trovarne altri.<br>Se ci riferiamo alla lunghezza media, per esempio, si parla di cippato fine quando i cips hanno dimensioni di 10 x 20 x 20 mm e di cippato grossolano per particelle di 15 x 50 x 70 mm.<br>Le dimensioni delle particelle influiscono sulla densit&agrave; del materiale, sul tempo di essiccazione e sono determinate dal tipo di cippatrice impiegata e dalla regolazione del dispositivo di taglio.<br>La granulometria del cippato e ancor più la sua omogeneit&agrave; sono importanti ai fini dell’impiego negli impianti di riscaldamento ad alimentazione automatica, in quanto particelle di dimensioni e forma difformi possono causare inconvenienti nel funzionamento del sistema di alimentazione della caldaia.<br>Se parliamo di composizione possiamo definire 3 classi:<br>cippato bianco, che deriva dalla sminuzzatura di solo legno, ovvero di fusti o tronchetti preventivamente scortecciati.<br>Cippato marrone o con corteccia, che presenta colore più scuro del precedente e, a parit&agrave; di altre condizioni, una massa volumica leggermente superiore poiché la corteccia si frantuma in particelle di dimensioni più piccole e riempie parte degli interstizi fra i cips, dando origine a un cumulo più compatto; è il tipo di cippato più frequente.<br>Il cippato verde, contenente anche fogliame, in quanto ottenuto dalla riduzione in cips di piante intere o di porzioni della chioma. La presenza di aghi nel cippato comporta una maggiore umidit&agrave; e rende il materiale più soggetto a fenomeni indesiderati di compattamento all’interno dei silos.<br>Il cippato inoltre non deve contenere materiali estranei e limitate quantit&agrave; di Na, Cl, K, N e S.<br><br>Ely

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            • #7
              Francamente, caro Girobatol, devi dirci qualcosa di più sulla coltura che intendi impiegare, altrimenti facciamo solo una gran confusione. Il cippato (cioè legno in chips, frammenti tipo scaglie che somigliano a patatine fritte, da cui la parola) non si ottiene da colture erbacee dalle quali otteniamo invece un trinciato.

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              • #8
                Ottimo, ottimo, comincio a farmi un&#39;idea. Si direi che trinciato é più adatto come termine.<br>Partiamo dall&#39;inizio: La pianta che coltivo si chiama Vetiveria Zizanioides e ne ho ottenuto dal prof. Sardo dell&#39;istituto Superiore di Idraulica di Catania un centinaio di pezzi, una decina di anni fa per studiarne l&#39;adattabilit&agrave; e la versatilit&agrave; con i nostri climi e terreni qui in Gallura. La ho testata con temperature sottozero continuate per dieci giorni e con la bolla africana dell&#39;estate 2003, nessun problema. La sua versatilit&agrave; in termini di fabbisogno idrico per la sopravvivenza non ha pari (totale sommersione per mesi o deserto)e può incorporare molto bene un po di tutto dagli idrocarburi ai metalli pesanti (fitodepurazione e fitorimedio) inizialmente la ho selezionata per la lotta all&#39;erosione ed al dissesto idrogeologico con un paio di anni di ricerche, visto che l&#39;apparato radicale fascicolato scende in breve tempo fino a diversi metri di profondit&agrave; legando insieme i diversi strati del sottosuolo. Non mi dilungo oltre, a chi interessa visiti pure la narrazione della mia esperienza su <a href="http://diariodellacoltivazione.blogspot.com/" target="_blank">http://diariodellacoltivazione.blogspot.com/</a>.<br>Al momento dispongo di circa un ettaro di piante ma il fattore di moltiplicazione può essere spinto a x 12 senza l&#39;ausilio di serre o particolari impianti in una sola stagione.<br>Il biogas meglio si adatta alle aziende agricole che hanno anche una buona presenza di bovini che di gas, grazie a Dio ne producono, ma temo che gli impianti se non adeguatamente finanziati possano provare troppo costosi.<br>La termo valorizzazione invece sar&agrave; sicuramente più a buon mercato e più facilmente può essere integrata anche alla produzione di riscaldamento e acqua calda sanitaria, e quindi usata per un ordine di grandezza più accettabile dal punto di vista dell&#39;investimento iniziale.<br>Dubbio: esistono caldaie che vanno a trinciato? o si dovr&agrave; trasformare questo trinciato in pellets?<br>Ho la necessit&agrave; di quantificare la quantit&agrave; di energia che posso produrre, il metodo migliore per produrla, il costo degli impianti necessari per ogni tipologia, sapere di ogni finanziamento immaginabile e chi più ne ha non esiti a metterne.<br>La vostra opinione è preziosa.<br><br>
                Daje

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                • #9
                  <br><br>La Vetiveria Zizanioides che composizione in lipidi, carboidrati e proteine ha? Ha lignina e cellulosa?<br><br><br>Se vuoi te la posso provare l&#39;anno prossimo in un impianto a biogas

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                  • #10
                    Grande Lorenzo&#33; Proviamo&#33; Di quanta massa avresti bisogno? Considera che sono in Sardegna e spedisco con corriere.<br>I dati che sono riuscito a reperire sono certi ed esaustivi solo sul contenuto di proteina (crude protein) in quanto è il dato cardine dell&#39;utilizzo come foraggio: il contenuto varia in base all&#39;et&agrave; della biomassa: più recente è e maggiore il contenuto di proteina: biomassa recente(13,1&#37,biomassa matura(7,93&#37, biomassa vecchia(6,66&#37. Quest&#39;ultima è presente solo all&#39;inizio del periodo di raccolta in primavera come primo taglio.<br>Adesso cerco di recuperare gli altri dati con un paio di mail e ti faccio sapere. <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/f9545e390b763103dd12143f7907df77.gif" alt=""> <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/f9545e390b763103dd12143f7907df77.gif" alt="">
                    Daje

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                    • #11
                      COPIATO SPUDORATAMENTE: <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/21ee1ba36602e6fde72ff4a4b43b1f2e.gif" alt=""><br><br>Un&#39;altra importante fonte di reddito connessa all&#39;utilizzo del Vetiver è la possibilit&agrave; di produrre energia elettrica dalla biomassa del Vetiver. Il Vetiver infatti è una pianta erbacea perenne di tipo C4, con alta efficienza di conversione dell&#39;energia attraverso il meccanismo fotosintetico; la resa per ettaro di biomassa sembra essere molto rilevante e può variare da 20 a 60 tonnellate all&#39;anno di sostanza secca a seconda delle condizioni ambientali (coltivazioni energetiche gi&agrave; affermate producono quantit&agrave; di biomassa per ettaro che difficilmente supera le 30/40 tonnellate per ettaro). Il potere calorifico della biomassa del Vetiver varia da 15 a 18 MJ/kg, pari cioè a circa il 60&#37; del potere calorifico del carbone (da 24 a 33 MJ/kg) e pari a circa il 45&#37; di quello dell&#39;olio combustibile (4OMJ/kg).
                      OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                      • #12
                        Prima Domanda:<br><br>Tutte quelle tonnellate per ettaro vengono prodotte in quanti anni ( ci sono anni in cui l&#39;impianto deve essere avviato? e se si ogni quanti anni deve essere rifatto? il taglio ogni quant avviene? ) ? E&#39; un dettaglio non trascurabile.<br><br>Seconda Domanda:<br><br>Tutte le sostanze che &quot;filtra&quot; ( relativamente alla fitodepurazione e alla maggiore concentrazione di silicio conosciuta ) se poi le brucio non dovrebbero tornare in atmosfera? Oppure ci sono dei processi di &quot;stabilizzazione&quot; che le rendono inerti, oppure si sedimentano nelle radici e di li non si muovono?<br><br>Ritengo siano aspetti di non secondo rilievo prima di valotare qualsiasi bont&agrave; di tale biomassa.<br><br>A presto.
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                        • #13
                          Prove in pianura padana ne esistono? Spero non faccia la fine del miscanto&#33;<br>Per girobatol: ho letto su vetiver sardegna che non può diventare infestante, perchè? Potenzialmente tutte le piante possono diventarlo, quale caratteristica la rende poco invasiva?

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                          • #14
                            NICOLA...facendo un piccolo sforzo cerca il termine <b> Vetiveria Zizanioides</b> e trovi una notevole mole di informazioni.<br>Non è una infestante perchè non produce ne stoloni ne rizomi...al nord trova impiego per consolidamento delle scarpate e contro l&#39;erosione. Saluti Bio-Mas<br><br><a href="http://www.vetiver.it/" target="_blank">http://www.vetiver.it/</a>
                            OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                            • #15
                              SOLARPREX....<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">Tutte quelle tonnellate per ettaro vengono prodotte in quanti anni</div></div><br>L&#39;impianto e relativa resa è anche per 50/60 anni, ma non mi vedo personalmente una coltivazione intensiva se non su terreni altamente marginali e quindi di non semplice accesso......se avessimo zone quasi desertiche pianeggianti a disposizione sarebbe il benvenuto&#33;&#33;<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">se poi le brucio non dovrebbero tornare in atmosfera?</div></div><br>Questa è la grande incognita: infatti nelle sue foglie vi è una delle più grandi concentrazioni di silice che si conosca nel regno vegetale, quindi a lungo andare anche altamente corrosivo per qualsiasi apparato meccanico....di combustione e/o di movimento...<br><br>Saluti Bio-Mas
                              OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                              • #16
                                <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (biomassoso @ 25/4/2007, 15:47)</div><div id="quote" align="left">Non è una infestante perchè non produce ne stoloni ne rizomi...al nord trova impiego per consolidamento delle scarpate e contro l&#39;erosione. Saluti Bio-Mas.</div></div><br>Non è un buona ragione... molte graminacee sono infestanti pericolose per mais e frumento perchè geneticamente affini, altre lo sono perchè hanno un ciclo vitale più veloce e coprono prima il suolo altre etc etc. Il fatto di non produrre stoloni o rizomi significa solo che è più facile da eliminare con le tecniche di diserbo meccanico.

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                                • #17
                                  Allora: il sesto di impianto che ho fatto due anni fa vedeva file spaziate di tre metri con 30 cm sulla fila per utilizzare un&#39; ala gocciolante con quel passo (fettuccia usa e getta che dura un paio di anni senza intasarsi, arriva in rotoli da 3km e costa 18 centesimi al metro trasferendo 7 l/h per metro, irrigazione una volta alla settimana per un&#39;ora) la piantumazione è avvenuta alla fine di Aprile, quando le piante tornano in vegetazione e a settembre erano gi&agrave; adulte (dimensione alla propagazione circa 5 cm di diametro, a settembre la fila era gi&agrave; completamente compatta e le chiome tra le file si intersecavano).<br>Dalla letteratura presente sul sito principale al mondo, <a href="http://www.vetiver.org" target="_blank">www.vetiver.org</a> ho letto di siepi usate per dividere i campi che avevano gi&agrave; più di 80 anni. Forse il maggiore problema con le siepi vecchie é che moltiplicandosi per gemme basali, l&#39;accrescimento procede dal centro verso l&#39;esterno, ho riscontrato che dopo sei sette anni il centro della pianta comincia a svuotarsi producendo meno. D&#39;altro canto sto parlando di siepi mai disturbate, ritengo che falciando costantemente la pianta, dunque continuamente esponendo la ceppaia alla luce, il problema considerato non dovrebbe sussistere .<br>Il taglio avviene da giugno a novembre, a distanza di poche settimane; la pianta comincia a rallentare la produzione verso ottobre per fermarsi tra novembre e dicembre, il campo di temperature influisce, ma anche la durata del giorno (sia termofila che xerofila).<br>Dicevo che la pianta è sterile non solo perché possiede un apparato radicale fascicolato, ma anche perché la variet&agrave; che coltivo (variet&agrave; Monto) è provatamente sterile (selezione naturale da una variet&agrave; del nord dell&#39;India), quindi non produce semi. (mai visto un fiore in dieci anni.) Questa è stata fin dall&#39;inizio una Conditio Sine Qua Non, visto che la ho introdotta in Sardegna uno degli ultimi ambienti ancora sufficientemente naturali in Europa. Questo fattore ha conseguenze, visto che la pianta non si semina ma si propaga dalla divisione della ceppaia quindi ci vuole più manodopera per fare un&#39;impianto.<br>Che io sappia gli inquinanti dovrebbero rimanere nelle radici, infatti, quando la si usa per il fitorimedio (depurazione di terreni inquinati), questa concentra nelle radici l&#39;inquinamento presente fino a buone profondit&agrave;, si procede poi alla rimozione solo della massa radicale e del terreno intrappolato in essa. E possibile poi che non esista un filtro di scarico per i fumi? Una specie di marmitta catalitica che so, ad acqua? qualcosa che concentri tutto lo scarto che viene poi reimmesso nel circuito di depurazione dell&#39;acqua(?)<br>Non concordo con biomassoso, perché dovremmo coltivarla solo su terreni marginali? non interferendo con altre coltivazioni (nessuna competizione per umidit&agrave; o nutrimento) può serenamente essere interpiantata per dividere ogni monocoltura ed aumentarne la sostenibilit&agrave;, riducendo l&#39;erosione superficiale connessa alle monocolture coltivate convenzionalmente, aumentando di molto la quantit&agrave; di acqua presente in falda, diminuendo drasticamente l&#39;apporto di pesticidi ed aumentando il rientro economico da altre voci,diversificando.<br>L&#39;impiego per il consolidamento é una prassi in altri paesi, la Cina la usa estensivamente, in Australia la usano per parecchi scopi tra cui rivegetare scarti minerari, in Italia è arrivata da quindici-venti anni ma la ditta che la propone non vende piante e non ne dissemina la conoscenza (a differenza di tutti gli altri al mondo), effettua la piantumazione per il consolidamento e poco altro facendoselo pagare moooolto bene. (nessuna polemica) <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/fcdeb20f73183f1f732469a918d1e1da.gif" alt="&lt;_&lt;"><br>e poi loro non hanno la variet&agrave; Monto ma la Sunshine (americana).<br>Il fattore corrosione potrebbe essere un limite per la termovalorizzazione? di quanto potrebbe ridurre la longevit&agrave; della caldaia? forse una frequente pulizia della camera di combustione potrebbe limitarla?
                                  Daje

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                                  • #18
                                    <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">perché dovremmo coltivarla solo su terreni marginali?</div></div><br>Perchè dovrebbe essere concorrenziale con i prezzi &quot;sovvenzionati&quot; di altre colture e con le incentivazioni per i terreni mantenuti incolti.<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">di quanto potrebbe ridurre la longevit&agrave; della caldaia?</div></div><br>Ci sono caldaie che bruciano direttamente balloni di paglia con alta concentrazione di silice o impianti a lolla di riso che in fatto di silice non scherza ma sono inconvenienti risolvibili.<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">molte graminacee sono infestanti pericolose per mais e frumento perchè geneticamente affini</div></div><br>Non piantarlo nei campi tra il grano ed il mais <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/a80e1c551f8b66098eb72f2c437aa42e.gif" alt="">
                                    OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                    • #19
                                      <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (girobatol @ 25/4/2007, 23:33)</div><div id="quote" align="left">Dicevo che la pianta è sterile non solo perché possiede un apparato radicale fascicolato, ma anche perché la variet&agrave; che coltivo (variet&agrave; Monto) è provatamente sterile (selezione naturale da una variet&agrave; del nord dell&#39;India), quindi non produce semi. (mai visto un fiore in dieci anni.) Questa è stata fin dall&#39;inizio una Conditio Sine Qua Non, visto che la ho introdotta in Sardegna uno degli ultimi ambienti ancora sufficientemente naturali in Europa. Questo fattore ha conseguenze, visto che la pianta non si semina ma si propaga dalla divisione della ceppaia quindi ci vuole più manodopera per fare un&#39;impianto.</div></div><br>Questo è un buonissimo motivo per non considerarla infestante&#33;Grazie per la la risposta. <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/87d87a81730506f591d2c81ef84b44c8.gif" alt=""><br>In una stagione vegetativa quanti ettari riesci a coprire per propagazione? L&#39;argomento comincia a farsi interessante&#33;

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                                      • #20
                                        Ciao a tutti sono tornato e ho qualche pezzetto di info in più da aggiungere al puzzle:<br>Per cominciare rispondo senza citare Biomassoso: interpiantare la vetiveria alle graminacee non produce effetti collaterali di sorta anche se si tratta di una graminacea: é piuttosto atipica e molte prove sono state fatte in australia sulla compatibilit&agrave; con altre coltivazioni: non ci sono interferenze eccezion fatta, in minima parte con il sorgo, e questa interferenza è stata rilevata entro il metro e 50 fra la siepe e la coltivazione, insomma non interferisce con niente, anzi interpiantare è una buona idea per spezzare le monocolture e ridurre l&#39;apporto di pesticidi come dicevo neo post precedente.<br>Ieri ero a Catania e parlavo con il professor Sardo dell&#39;istituto superiore di idraulica che ha studiato sia la tolleranza alla salinit&agrave; che l&#39;applicazione alla fitodepurazione che la produttivit&agrave; e la resa per termogenerazione. Nei prossimi giorni vi saprò dare informazioni più precise perché attendo copia degli studi fatti: vi saprò dire in che percentuale gli inquinanti derivati dalla fitodepurazione si trasferiscono nel fogliame con maggiore certezza.<br>Per il momento, vi posso comunicare questo dato che dovrebbe rispondere alla domanda sul contenuto di lignina e cellulosa fatta da Lorenzo Iraci: di preciso non so, ma so che la caloria sviluppata da una tonnellata di questa massa equivale a 16Gj oppure 4440 Kw/h. Questo non è il mio campo quindi non so di che parlo, qualcuno potrebbe spiegarmi cosa significa questo dato?<br>Nei prossimi giorni potrò parlarvi con maggiore cognizione sugli argomenti che vi accennavo.<br>Biomassoso, queste stufe che bruciano balloni di paglia, intendi rotoballe o tradizionali? hai foto? vedere, sono forse stufe danesi? Me ne hanno gi&agrave; parlato, vediamo se riusciamo a saperne di più.<br>Produttivit&agrave; ettaro:<br>A settembre sono stato costretto a muovere tutta la coltivazione ed ho creato circa 700 metri di siepe in pochi giorni con un amico, un paio di operai ed il mio motocoltivatore Ferrari (parente povero del più famoso Enzo), la produzione è meccanizzabile quindi se si avesse materiale di propagazione e meccanizzazione, non credo che ci sarebbero limiti, se ne possono fare chilometri in poche ore in queste condizioni, guarda come lavoro e semmai fai tu le dovute proporzioni. <a href="http://diariodellacoltivazione.blogspot.com/" target="_blank">http://diariodellacoltivazione.blogspot.com/</a><br>Ciao e a presto, Buon 1° maggio a tutti
                                        Daje

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                                        • #21
                                          Ciao GIRO...ti basta questa come taglia? <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/7e571f8326ea3cef59bb4fa70b0df5fe.gif" alt=""><br>Se non vado errato mi sembra polacca ma non sono sicuro.....poi ve ne sono Danesi ed Inglesi, ma apparati gi&agrave; predisposti per co-trigenerazione non so se si trovi qualcosa qui in Italia..<br><br>4400 kcal/kg è una resa alquanto sovradimensionata se potere calorico inferiore....ma ci può anche stare col superiore con umidit&agrave; del 15&#37;<br><br>Saluti Bio-Mas<br><br><center><b>Attached Image</b></center><br><table class="fancyborder" style="width:50%" align="center" cellpadding="4" cellspacing="0"><tr><td align="center"><img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/4890944557621fb9b88c18056946a2b4.jpg" alt="Attached Image"></table><p>
                                          OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                          • #22
                                            Dimoniu&#33; ma questa è l&#39;Enel di Portovesme&#33;<br>L&#39;idea di coltivarsi una fila di piante con i reflui prodotti in loco è soprattutto quella di rendere sostenibile un insediamento in ambito agricolo per acqua calda e riscaldamento, se poi si può fornire energia alla rete aggiungendo una fonte di guadagno, meglio, ma questo.....mi pare un po fuori scala.<br>Ho visto l&#39;immagine di una onnivora (calorina?), intendevo più qualcosa del genere. un abbraccio Marco
                                            Daje

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                                            • #23
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                                              • #24
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                                                Daje

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                                                • #25
                                                  Leggendo i vari interventi a riguardod el vetiver mi sembra ci capire che buoni studi sono stati svolti relativamente alla fitodepurazione.<br><br>Propongo pertanto di aprire nell&#39;apposita sezione dell&#39;inquinamento delle acque una discussione dove riportare i risultati ( al fine di mantanere efficiente il forum ).<br><br>A presto.
                                                  www.energeticambiente.it

                                                  www.energoclub.org

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                                                  • #26
                                                    Scusa se ricapitolo, ma la domanda originale era: posso fare andare una caldaia per ACS e riscaldamento ed eventuale termogenerazione con la mia coltivazione di vetiver? (usarla anche per fitodepurazione in modo da produrre più massa foliare, risparmiando acqua e riciclarne una parte è una considerazione dalla quale si può prescindere in quanto secondaria.)<br>Ci siamo solo posti la domanda se fosse il caso di riportare in atmosfera ciò che transita nella fossa settica, ed in che percentuale.<br>La domanda che ti faccio è sempre questa: esiste una caldaia che divori trinciato?<br>A che dimensioni è bene ridurre questo trinciato affinchè la coclea non si inceppi?<br>Come sarebbe meglio raccogliere questa biomassa? falciacaricatrice per poi essiccare il trinciato oppure imballaggio classico per fornire alla caldaia le balle così raccolte?(sempre che esista un sistema di carico appropriato).<br>Se vuoi parliamone anche nella parte relativa alla fitodepurazione <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/41e4f3a2f7cf2ab1bebc424c9dcc9228.gif" alt=""><br><img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/12e391db697fffef64718ae5f84f5c95.jpg" alt="image"><br>
                                                    Daje

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                                                    • #27
                                                      <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">posso fare andare una caldaia per ACS e riscaldamento ed eventuale termogenerazione</div></div><br>Si può fare tutto: la risposta è SI&#39;<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">esiste una caldaia che divori trinciato?</div></div><br>Sì. E se non c&#39;è, la si costruisce o la si modifica.<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">A che dimensioni è bene ridurre questo trinciato affinchè la coclea non si inceppi?</div></div><br>Direi che per bruciare 100 tonnellate all&#39;ora potrebbe bastare anche una coclea di diametro di un paio di metri, quindi puoi anche non trinciare.<br><br><br><br>Morale: se non dici di che potenzialit&agrave; la vuoi questa caldaia, come si può rispondere? Ci sono piccole stufe a pellet da 15 kW con cocleee che quasi non si vedono tanto sono piccole, e centrali a biomasse da 20 MW con sistemi di caricamento automatici che costano un paio di milioni di euro.<br>Se la caldaia è grande, è inutile trinciare o usare coclee, ci si infilano dentro le rotoballe intere; se è piccola magari devi trinciarla fine come i pellet.....<br><br>

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                                                      • #28
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                                                        Daje

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                                                        • #29
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                                                          • #30
                                                            Mi par di capire che gassificare e produrre biogas sono cose diverse vero?<br>per quanto attiene l&#39;isolamento considera che il tutto sar&agrave; da costruire ex novo, quindi...<br>Ti capita di avere qualche dettaglio in più circa la Danese a rotoballe? : marca, foto, qualcosa per fare una ricerca?<br>Mi sei di grande aiuto&#33;<br>Per l&#39;erba al momento dispongo di un potenziale di circa 15-25 T/anno ma conto di raddoppiare, e coltivare su un&#39;appezzamento dai 20 Ha in su, non tutti però&#33;
                                                            Daje

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