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La terra vive o è vissuta?

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  • La terra vive o è vissuta?

    Ciao RAGAZZI... tongue.gif

    Questa mattina mi è arrivato tra le mani uno scritto di un amico che qualche decina di anni fa faceva considerazioni sul fatto che un esperimento nucleare in russia potesse portare ripercussioni in California... wacko.gif

    Lui considerava la terra come un astro ricoperto da tre strati di aria...

    Fino a 5000, l'ossigeno è una fonte di sopravvivenza. A 9.000 se non porti un respiratore fai veramente fatica a vivere, a 100 km l'aria praticamente non esiste più e a 500 la ionosfera sparisce...

    Questo strato atmosferico protegge la terra dalle RADIAZIONI solari e dai suoi effetti che altrimenti sarebbero mortali.

    I raggi solari sono molto pericolosi, e in alcune zone desertiche bastano alcune ore di eposizione per ritrovarsi praticamente cotti...

    Le radiazioni non fanno bene all'uomo, alla vita in generale.

    Io traggo dalla mia esperienza effettivamente una repulsione ai raggi solari. Mi ricordo una scottatura avuta da piccolo, un'altra avuta qualche anno fa semplicementa all'ombra di un parcheggio in sardegna... ustioni in una piccola parte del piede rimasta esposta (incosapevolmente) per un'oretta al sole e che ho dovuto curare per più di 15 giorni.

    Le radiazioni sono molto diffuse nella nostra società, molto più di quanto lo fossero 100 anni fa.

    Noi subiamo gli effetti delle radiazioni solari e dalla diradazione degli strati più alti dell'atmosfera, gli effetti dei minerali presenti naturalmetne sulla terra, raggi X nel trattamento dei processi cancerogeni, radioattività per diagnosi mediche e terapie, conservazione e trattamento inappropriato delle scorie radioattive, reattori nucleari ed incidenti vari.

    Il problema principe delle radiazioni è però dovuto all'effetto CUMULATIVO che le radiazioni hanno; Più una persona è esposta agli effetti delle radiazioni e più le radiazioni influiscono su di lei.

    Ma che dire della nostra terra? Quale incremento, quale accumulo radioattivo si sta creando nel nostro SISTEMA MONDO?
    Soluzioni, Azioni, Risultati per la vita...

  • #2
    Salve,

    allora, la crosta terrestre e gli strati immediatamente sottostanti sono ricchi di elementi radioattivi, che sono in parte causa del gradiente geotermico riscaldando le rocce con attraverso le radiazioni.
    Parliamo della radiazione artificiale e dei danni che provoca.
    I raggi alfa, beta e gamma provocano, a seconda della dose asorbita, la distruzione dei globuli bianche e delle piastrine, con conseguente vulnerabilità del sistema immunitario.
    Questi danni sono provocati da ingenti radiazioni. Ma la presenza diffusa di piccole dosi di radiazioni è un fatto quotidiano:
    l'industria elettronucleare infatti, produce un notevole inquinamento ambientale connesso al normale funzionamento dei reattori, inquinamento strettamente legato al ciclo del combustibile nucleareche innesca un meccanismo contaminante del tutto diverso: quello che i biologi chiamano "mutagenesi cellulare".
    Già in miniera, durante l'estrazione, l'uranio emana alcuni prodotti radioattivi che così circolano nell'atmosfera e possone essere inalati o ingeriti dai minatori; la loro deposizione sui tessuti polmonari provoca un irraggiamento interno all'organismo.
    La contaminazione non interessa solo i minatori; infatti nel corso della lavorazione, il materiale viene frantumato per estrarre l'uranio: si producono così grandi quantità di polveri e scorie di materiale inutilizzabile, ma contente forti tracce di radioattività che vanno a finire nelle discariche.
    Le acqua meteoriche, dilavando questi detriti, possono immettere le sostanze conteminate nelle falde acquifere inquinandole: anche per la popolazione esiste quindi il pericolo, sia di inalazione che di ingestione di sostanze potenzilamente pericolose.
    Una volta estreatto l'uranio passa negli impianti di arricchimento , dove viene aumentata la concentrazione dell'uranio fissile ( U-235 ) rispetto a quello non fissile ( U-238 ) attraverso tecniche di centrifugazione o diffusione gassosa.
    A questo punto il materiale, diviso in piccole pastiglie di ossido di uranio è pronto per essere innestato nel nocciolo.
    In condizioni di routine i reattori rilasciano all'esterno dosi di radionuclidi sia attraverso sostanze gassose che liquide.
    La radioattività scaricata dalla centrale si disperde ancora nell'atmosfera e il pericolo di contaminazione si estende alle catene alimentari.
    In cima alla piramide alimentare c'è l'uomo e li finiscono i radionuclidi, alcune di queste sostanze, come il cesio-137 o lo stronzio-90 sono materiali con una configurazione simile ad altri elementi di cui l'organismo a grande necessità: lo stronzio-90 per esempio può sostituire il calcio.
    La maggior parte dei radionuclidi purtroppo è dannosa come lo iodio-131, o il cobalto-60 che si concentrano nella tiroide e nel fegato.
    Altri pericoli di inquinamento arrivano dalla scorie che hanno periodi di dimezzamento enormi.
    Se queste vengono stoccate con ingegno non danno particolari problemi, per esempio le scorie andrebbero stoccate in siti geologicamente stabili e privi di circolazione di acque sotterranee come giacimenti profondi di granito, argilla, sale ( in Sardegna c'è un sito con queste caratteristiche ) in modo da confinarle in custodie di vetro pirex sigillate all'interno di spesse custodie di acciaio inossidabile.
    Questi contenitori andrebbero collocati a profondità di almeno 500 metri e disperisi in un'area quanto più vasta per dissipare il calore delle sostanze radioattive.
    Purtroppo sono sono ben note le scarse precauzioni adottate da inglesi e francesi nello stoccare le scorie nelle fosse oceaniche.



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    • #3
      Sulle considerazioni sui pericoli della radioattività và anche considerato il punto di vista dell'osservatore.

      Mi spiego. Un conto è porsi di fronte al problema con gli occhi dell'essere umano. Un uomo è preoccupato principalmente per la propria salute e quella dei suoi cari, vive molto (relativamente alla maggior parte degli animali), ha una comprensibile preoccupazione non solo per la sopravvivenza e la riproduzione, ma anche per la qualità della vita e la salute.
      In quest'ottica i danni provocati da dosi di radiazioni medio-alte sono considerati giustamente gravi e da evitare.
      Totalmente diverso è il punto di vista della natura. Le radiazioni (a livello non di esplosione atomica ovvio) non hanno la possibilità di creare danni gravi a una specie, pur riducendo magari la durata di vita di molti singoli animali ed esponendoli a mutazioni e malattie. Anzi lo stesso meccanismo della mutazione è alla base dell'evoluzione e assicura spesso il nascere di forme di adatttamento avanzate.
      Molti animali (topi e insetti) han dato prova di una resistenza altissima ai danni da radiazione e in ambienti ricchi di radiazioni sarebbe probabile il sorgere di ulteriore resistenza.
      Questo non significa certo che possiamo gettare le scorie nucleari nel primo buco che capita, ovvio. Ma le minacce all'ecosistema da parte dell'uomo penso siano da cercare da altre parti prima.
      “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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      • #4
        CITAZIONE (BrightingEyes @ 4/2/2006, 15:55)
        pur riducendo magari la durata di vita di molti singoli animali ed esponendoli a mutazioni e malattie.

        Non mi sembra poi tanto banale sta affermazione... w00t.gif

        Comunque a parte il banalizzare il pericolo che mi sembra legittimo, vorrei proprio porre l'accento sul SISTEMA mondo.

        Non so se ricordate la battuta della farfalla che batte le ali in polinesia che fa scoppiare un uragano nei caraibi. Il nostro pianeta, anche se è difficile da abbracciare in un solo pensiero, in effetti è in qualche modo CHIUSO come sistema.

        Scusate la similitudine un poco spinta all'assurdo, è come un corpo umano... se mangi male prima o poi ti viene il colesterolo alto...

        Sarà che oramai io vado per i 50 e la cosa comincia a sembrarmi molto reale, ma immagino la terra come un'organismo che ha dei delicati equilibri: fino a che punto possiamo spingerci a non trattarlo come tale? E poi, come possiamo pensare che l'utilizzo indiscriminato del petrolio, la continua discarica di intossicanti che riversiamo nell'atmosfera e nel terreno, di conseguenza nell'acqua e negli organismi viventi su, su, fino all'uomo, possa continuare senza un proverbiale ripensamento.

        La radioattività, poi, che permane per migliaia e migliaia di anni non è forse un debito che, come al solito, rischiamo di far pagare alle future generazioni?

        Ecco quanto, l'energia nucleare pare che per molti rappresenti una panacea che tutto risolve e a me invece, a pelle, sembra piuttosto una degenerazione della nostra non curanza della vita e della vitalità, evento che per quanto ci risulta per ora, appartiene solo a questo nostro pianeta.

        Per adesso si stanno estinguendo tigri ed elefanti, insieme a gorilla e pernice bianca italiana; non è che questo è solo l'inizio di una decadenza della vita sul nostro pianeta?

        F
        wacko.gif

        Edited by FernandoFast - 4/2/2006, 16:15
        Soluzioni, Azioni, Risultati per la vita...

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        • #5
          CITAZIONE (FernandoFast @ 4/2/2006, 16:12)
          CITAZIONE (BrightingEyes @ 4/2/2006, 15:55)
          pur riducendo magari la durata di vita di molti singoli animali ed esponendoli a mutazioni e malattie.

          Non mi sembra poi tanto banale sta affermazione... w00t.gif

          Comunque a parte il banalizzare il pericolo che mi sembra legittimo, vorrei proprio porre l'accento sul SISTEMA mondo.

          Non so se ricordate la battuta della farfalla che batte le ali in polinesia che fa scoppiare un uragano nei caraibi. Il nostro pianeta, anche se è difficile da abbracciare in un solo pensiero, in effetti è in qualche modo CHIUSO come sistema.

          Scusate la similitudine un poco spinta all'assurdo, è come un corpo umano... se mangi male prima o poi ti viene il colesterolo alto...

          Sarà che oramai io vado per i 50 e la cosa comincia a sembrarmi molto reale, ma immagino la terra come un'organismo che ha dei delicati equilibri: fino a che punto possiamo spingerci a non trattarlo come tale? E poi, come possiamo pensare che l'utilizzo indiscriminato del petrolio, la continua discarica di intossicanti che riversiamo nell'atmosfera e nel terreno, di conseguenza nell'acqua e negli organismi viventi su, su, fino all'uomo, possa continuare senza un proverbiale ripensamento.

          La radioattività, poi, che permane per migliaia e migliaia di anni non è forse un debito che, come al solito, rischiamo di far pagare alle future generazioni?

          Ecco quanto, l'energia nucleare pare che per molti rappresenti una panacea che tutto risolve e a me invece, a pelle, sembra piuttosto una degenerazione della nostra non curanza della vita e della vitalità, evento che per quanto ci risulta per ora, appartiene solo a questo nostro pianeta.

          Per adesso si stanno estinguendo tigri ed elefanti, insieme a gorilla e pernice bianca italiana; non è che questo è solo l'inizio di una decadenza della vita sul nostro pianeta?

          F
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          Salve,

          in realtà la Terra può essere considerata un sistema chiuso.
          Questo sistema è detto geosistema, ed è basato su un apporto di energia ( energia solare ) diretto ( i raggi solari ) e indiretto ( energia eolica, idraulica etc. ).
          L'energia del Sole origina tutto: i venti ( differenza di pressione ), le catene alimentari ( fotosintesi ), i combustibili fossili etc.
          Pertanto si può dire che il geosistema è formata da flussi di energia e da cicli biologici ( gli ecosistemi ), geologici ( processi erosivi ), e chimici ( ciclo dell'azoto, del carbonio, dello zolfo etc. ).
          Valutare quanto le scorie radioattive possano debilitare e sconvolgere questo sistema è arduo.
          In ogni caso, non penso siano le scorie il fondamentale problema ambientale moderno.
          Dobbiamo capire che inquinando la Terra, non mettiamo in pericolo il pianeta, ma noi stessi che ci viviamo.
          La Terra in passato ha sopportato catastrofi naturali quali l'uomo non potrà mai eguagliare con la sua stupidità e avidità.
          Eppure la vita è saempre risorta, in maniera sempre più brillante e armoniosa.
          Noi non distruggiamo la Terra, ma noi stessi.

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          • #6
            Sia le scorie radioattive sia i gas serra sono una fonte di inquinamento. La differenza è che le scorie radioattive possono essere confinate in qualche sito di raccolta dove non fanno danni (almeno si crede), mentre i gas serra si buttano nell'atmosfera e i danni li fanno eccome.
            Buttare CO2 nell'atmosfera senza preoccuparsene è una pratica erede di una mentalità superata che autorizzava di sbarazzarsi dei propri rifiuti nei luoghi pubblici: buttare la spazzatura in strada, inquinare i corsi d'acqua, scaricare nelle ciminiere gas nocivi.
            Un po' per volta ci stiamo rendendo conto che questo è immorale, che non sta bene scaricare sugli altri le nostre porcherie, e oggi abbiamo legislazioni abbastanza severe che proibiscono di buttare i rifiuti in testa ai passanti, di inquinare i corsi d'acqua e di avvelenare l'aria con le ciminiere.
            Però non abbiamo ancora risolto il problema della CO2. Sarà perchè non è tossica, o almeno i danni che fa (l'effetto serra) sono a scadenza più lunga, sarà perchè depurare dalla CO2 i fumi di combustione avrebbe costi altissimi (e che ne facciamo poi ?) allora facciamo tutti finta che le emissioni di CO2 siano un danno accettabile. Ma prima o poi dovremo accettare anche di pagare un prezzo maggiore per l'energia e depurare i fumi delle centrali. O passare ad altre forme di energia (che non costerebbero meno).

            Edited by Archangel - 5/2/2006, 12:56

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            • #7
              CITAZIONE (FernandoFast @ 4/2/2006, 16:12)

              Per adesso si stanno estinguendo tigri ed elefanti, insieme a gorilla e pernice bianca italiana; non è che questo è solo l'inizio di una decadenza della vita sul nostro pianeta?

              Certo che lo è. E non cerco di banalizzare il pericolo.
              La presenza umana è una certezza, non un pericolo, di gravissima modificazione dell'ecosistema mondo.
              Questa modificazione si concretizza in moltissime forme, dall'emissione di CO2, alla desertificazione, all'inquinamento, all'estinzione di molte specie, alla semplice presenza umana in moltitudini rumorose che sottraggono, letteralmente, spazio vitale alle specie selvatiche.

              La mia considerazione è unicamente che di tutte le cose di cui dovremmo giustamente preoccuparci, l'esposizione a radiazioni ionizzanti è probabilissimamente l'ultima. I danni da radiazione sono tangibili perlo più a livello della specie umana e sopratutto nei paesi progrediti. A livello naturale un'eventuale esposizione a dosi anche alte di radiazioni non avrebbe alcuna influenza sull'ecosistema se non nel senso di una spinta maggiore alle mutazioni. Nessuna specie si estingue per le radiazioni (a meno di un totale crollo dello scudo atmosferico) e il sistema Gaia resterebbe vitale e sano. Persino i tempi di decadimento delle scorie da esplosioni atomiche sono ben poca cosa rispetto ai tempi naturali, pur se in termini umani sono lunghissimi.

              Visto che il discorso mi pare si riavvolga alla solita scelta nuke SI- nuke NO dirò che io sono convinto che un'umanità composta da 500 milioni di persone che vivano sfruttando ESCLUSIVAMENTE energia da centrali nucleari (elettricità e idrogeno per i veicoli) sarebbero un pericolo per la vita sulla terra migliaia di volte meno grave di un'umanità di 6 miliardi che sfrutti ESCLUSIVAMENTE fonti rinnovabili (biomassa, biodiesel, eolico, in fondo anche il FV non sono affatto a costo zero sull'ambiente ed espanderli fino a dare risposte energetiche valide per miliardi di persone non è cosina da nulla come sostenibilità ambientale).
              E' una speculazione utopica, ma credo renda bene l'idea. tongue.gif

              Edited by BrightingEyes - 5/2/2006, 15:06
              “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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              • #8
                CITAZIONE (Archangel @ 5/2/2006, 12:54)
                Però non abbiamo ancora risolto il problema della CO2.

                Non so fino a che punto questo sia vero.

                In realtà esiste un metodo molto funzionale per diminuire sulla terra le emissioni di CO2: Piantare alberi.

                Ogni persona può piantare tanti alberi quanti servono per annullare il suo IMPATTO ambientale.

                Il protagonista italiano di questa sfida è IMPATTO ZERO di Marco Roveda. Il primo italiano che ha visto l'opportunità di promuovere un servizio di diminuzione delle emissioni di CO2.

                In realtà però, a livello internazionale a partire da Rain Forest esisono iniziative rivolte a questo obiettivo.

                The Carbon Neutral Company The CarbonNeutral Company leads the world in helping businesses and individuals tackle their contribution to climate change. Our scope is from strategic consultancy and carbon management for our corporate and government clients, through to climate-related gifts available on the high street

                Le KEY QUESTIONS evidenziate sono:
                a) Per i diversi livelli di cambiamento del clima quali sono gli effetti che avvengono nelle diverse parti del mondo?
                b) Per questi diversi livelli di cambiamento del clima quale stabilizzazione delle emissioni di gas ad effetto serra dobbiamo presupporre ed accettare e poi quali cambiamenti dobbiamo promuovere per ottenere i diversi livelli di stabilizzazione?
                c) Quali soluzioni tecnologiche sono necessarie per riuscire a stabilizzare le emissioni di gas ad effetto serra secondo i livelli considerati accettabili e quali sono i livelli di costo e di incertezza del risultato accettabili?

                The International Symposium on Stabilisation of Greenhouse Gas Concentrations – Avoiding Dangerous Climate Change







                CITAZIONE (BrightingEyes @ 5/2/2006, 15:00)
                Visto che il discorso mi pare si riavvolga alla solita scelta nuke SI- nuke NO dirò che io sono convinto che un'umanità composta da 500 milioni di persone che vivano sfruttando ESCLUSIVAMENTE energia da centrali nucleari (elettricità e idrogeno per i veicoli) sarebbero un pericolo per la vita sulla terra migliaia di volte meno grave di un'umanità di 6 miliardi che sfrutti ESCLUSIVAMENTE fonti rinnovabili (biomassa, biodiesel, eolico, in fondo anche il FV non sono affatto a costo zero sull'ambiente ed espanderli fino a dare risposte energetiche valide per miliardi di persone non è cosina da nulla come sostenibilità ambientale).
                E' una speculazione utopica, ma credo renda bene l'idea.  tongue.gif

                La realtà che secondo me bisogna affrontare non è tando come i paesi ricchi risolvono i problemi energetici (cosa per noi essenziale, naturalmente) piuttosto come fare per risolvere i problemi energetici di quelli che ora si affacciano all'emancipazione economica: i paesi del terzo e del quarto mondo.

                Questi paesi per la quasi totalità danno già uso di fonti rinnovabili. Bisogna però rendersi conto che nostra è la responsabilità di consegnare loro il frutto della nostra esperienza.

                Il nucleare, per i costi e per il rischio di proliferazione non è una risposta adatta. Allora, come possiamo aiutare questi UMANI, nostri fratelli poveri, (senza prosopopea o sussiego) a raggiungere una agoniata libertà di sopravvivenza?

                Sistema è anche questo: considerare che ci sono miliardi di persone che vivono sotto la soglia di sussistenza perchè non sanno o non possono utilizzare in modo efficace ed efficente l'energia.

                A questi il nucleare che risposte può dare?

                Edited by FernandoFast - 6/2/2006, 09:12
                Soluzioni, Azioni, Risultati per la vita...

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                • #9
                  CITAZIONE (FernandoFast @ 5/2/2006, 15:15)

                  A questi il nucleare che risposte può dare?

                  Ma nessuna, ovvio. Ho già avuto modo di dirlo a Battaglia. La stessa reazione del mondo alla minaccia iraniana di farsi la centrale nuke è una prova evidente che si tratta solo di una visione utopica e irrealizzabile.

                  La risposta che si deve dare alle popolazioni in via di sviluppo è una sola: utilizzo di fonti rinnovabili. Mi dirai.. già lo fanno. Certo, ma utilizzando tecnologie millenarie che non possono permettere una crescita oltre un certo limite. Difatti è evidente a chiunque abbia voglia di vederlo che la sovrappopolazione del terzo mondo è possibile SOLO grazie alla poderosa quantità di energia (sotto forma di cibo, servizi, farmaci, ecc) che il mondo industrializzato pompa loro.
                  Una crisi generale energetica del mondo industriale sarebbe gravissima qui e catastrofica nel terzo mondo. Purtroppo l'incoscienza generale in questo campo è deprimente, c'è gente che afferma tranquillamente che la terra potrebbe sopportare altri 42 miliardi di esseri umani e resta incolume, altri disegnano una vignetta satirica e li lapidano. Bah! dry.gif

                  Servono tecnologie avanzate (eolico e FV in primis) installabili e gestibili semplicemente che assicurino produzione energetica minima ma sufficiente a rendere le campagne del terzo mondo fertili e produttive. Serve tanta educazione e assistenza tecnica da parte del mondo civilizzato.
                  In questo però serve tanta energia, non proveniente da fonti che possano scatenare guerre (petrolio, gas), pulita e una decisa spinta alla evoluzione tecnologica e di costi delle rinnovabili "piccole" così da dare gli strumenti necessari.
                  In questo e limitatamente in questo non vedo in maniera sfavorevole l'utilizzo del nucleare dove si sa usare. Se riusciremo prima o poi a farne a meno ben venga. La mia preoccupazione, aldilà della limitata situazione italiana, è che andare a casaccio su fonti non sicure, troppo costose o di incerta disponibilità porti prima o poi a situazioni di confronto bellico generale. A quel punto l'ultima preoccupazione sarà l'ambiente temo. unsure.gif
                  “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                  • #10
                    Fra i vari gas sarra nn va scordato neanche il vapore acqueo. La produzione da parte dell'uomo è trascurabile però mi è venuta in mente una cosa: chi ha studiato un po di termodianmica dell'aria umida sa che una temperatura più alta permette all'aria di contenere una quantità superiore di vapore acqueo. Allora se la terra continua a scaldarsi, l'atmosfera può contenere + vapore acqueo e quindi aumentare ulteriormente l'effetto serra, formando un ciclo piuttosto pericoloso...
                    Sinceramente non mi sono informato ancora su che peso abbia l'effetto serra da vapore acqueo, ma se l'impatto dovesse essere forte il problema sarebbe non trascurabile.

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