Avevo già accennato questa cosa nella sezione "fusione fredda" - "Test sperimentali", ma li' purtroppo sono tutti fissati con l'acqua...
Sarebbe come dire che i migliori scienziati del mondo che in passato sperimentarono il confinamento inerziale sono tutti una massa di ignoranti perchè invece di usare acqua usavano costosissimo deuterio-trizio.
Secondo me l'acqua va bene per estrarre idrogeno, niente di più.
Ma ritorniamo nell'argomento...
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La fusione nucleare con confinamento inerziale è una vecchia storia di tanti anni fa.
La vecchia idea consisteva di colpire con un potente laser una biglia di vetro contenente gas di deuterio e trizio.
La nuova idea consiste nel sostituire il laser con un impulso di corrente elettrica molto intenso è brevissimo.
Tanto breve da non danneggiare l'impianto ma sufficiente per innescare la fusione nucleare, si tratta quindi di fare un brutale corto circuito volontario (e controllato).
Questo è un possibile schema
Premetto che lo schema non va preso per oro colato perchè quello che intertessa non è seguire questo schema alla lettera ma interessa invece progettare uno schema elettronico capace di erogare un milione di ampere per un tempo brevissimo, le varianti sono quasi infinite perchè per esempio potrei usare un klystron anzichè uno spinterometro a vuoto.
Non è necessario essere dei geni per capire che la resisteza ohmica del circuito dovrebbe essere 0,000000000000001 ohom, questo perchè la resistenza ohmica influisce sui tempi di scarica che sono le colonne portanti di tutto il sistema.
Guai se il tempo di scarica non è abbastanza breve, si danneggerebbe i componenti del circuito oltre al fatto di non ottenere niente di quello che si spera, a tale proposito è bene notare che i conduttori di rame devono essere piuttosto massicci (grande sezione).
La pressione del gas di deuterio-trizio deve essere quella atmosferica, se deuterio e trizio sono sostituiti da banale idrogeno allora si presume che la macchina produce meno energia e non sarà in grado di autosostenersi, però sarà in grado di produrre deuterio, anche solo il deuterio va bene per tentare in un secondo tempo la fusione D+D.
Per motivi di sicurezza è meglio che la biglia sia piccola perché se per caso si dovesse innescare qualche reazione a catena parziale lo sperimentatore potrebbe rimanere ucciso dall'esplosione.
Diciamo che 1 cm cubico di gas vanno bene, maggiore di 1 cm cubico è meglio evitare quindi assolutamente proibito una bombola alta un metro di quelle standart.
La biglia che usavano gli scienziati che sperimentavano il laser era molto piccola e faceva fracasso tale che a momenti cadeva giù per terra tutta la struttura in cemento armato.
Per motivi di sicurezza è meglio iniziare con banale idrogeno che è molto molto meno energetico.
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Il funzionamento è come segue...
Inizialmente il gruppo condensatori è scarico e quindi cortocirquita il resto del circuito (che è lo spinterometro e il contenitore del gas).
Mentre che i condensatori lentamente si stanno caricando sempre più, succede che improvvisamente il vuoto dentro lo spinterometro viene perforato e passa la corrente, una corrente gigantesca e brevissima perchè siamo in presenza di un corto cirquito.
L'esplosione elettrica produce un'onda elettrica imponente di centinaia di migliaia di ampere per attraversa il contenitore del gas e si innesca la reazione a catena.
Poi il valore di un farad è un valore puramente indicativo, nessun calcolo preciso è stato fatto finora, quindi anche 0,1 farad forse va bene lostesso, bisogna provare oppure fare dei conteggi precisi..
Purtroppo non conosco un bravo ingegnere elettronico che sappia fare bene i conti precisi.
Anche il fatto del 100 chilovolt è indicativo, forse 380 volt basterebbero, l'idea è fare capire che serve un corto circuito brutale e voluto in un tempo brevissimo perchè altrimenti brucia tutto.
Si accettano controdeduzioni e perplessità, ben venga qualcuno che faccia 4 conticini.
Sarebbe come dire che i migliori scienziati del mondo che in passato sperimentarono il confinamento inerziale sono tutti una massa di ignoranti perchè invece di usare acqua usavano costosissimo deuterio-trizio.
Secondo me l'acqua va bene per estrarre idrogeno, niente di più.
Ma ritorniamo nell'argomento...
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La fusione nucleare con confinamento inerziale è una vecchia storia di tanti anni fa.
La vecchia idea consisteva di colpire con un potente laser una biglia di vetro contenente gas di deuterio e trizio.
La nuova idea consiste nel sostituire il laser con un impulso di corrente elettrica molto intenso è brevissimo.
Tanto breve da non danneggiare l'impianto ma sufficiente per innescare la fusione nucleare, si tratta quindi di fare un brutale corto circuito volontario (e controllato).
Questo è un possibile schema
Premetto che lo schema non va preso per oro colato perchè quello che intertessa non è seguire questo schema alla lettera ma interessa invece progettare uno schema elettronico capace di erogare un milione di ampere per un tempo brevissimo, le varianti sono quasi infinite perchè per esempio potrei usare un klystron anzichè uno spinterometro a vuoto.
Non è necessario essere dei geni per capire che la resisteza ohmica del circuito dovrebbe essere 0,000000000000001 ohom, questo perchè la resistenza ohmica influisce sui tempi di scarica che sono le colonne portanti di tutto il sistema.
Guai se il tempo di scarica non è abbastanza breve, si danneggerebbe i componenti del circuito oltre al fatto di non ottenere niente di quello che si spera, a tale proposito è bene notare che i conduttori di rame devono essere piuttosto massicci (grande sezione).
La pressione del gas di deuterio-trizio deve essere quella atmosferica, se deuterio e trizio sono sostituiti da banale idrogeno allora si presume che la macchina produce meno energia e non sarà in grado di autosostenersi, però sarà in grado di produrre deuterio, anche solo il deuterio va bene per tentare in un secondo tempo la fusione D+D.
Per motivi di sicurezza è meglio che la biglia sia piccola perché se per caso si dovesse innescare qualche reazione a catena parziale lo sperimentatore potrebbe rimanere ucciso dall'esplosione.
Diciamo che 1 cm cubico di gas vanno bene, maggiore di 1 cm cubico è meglio evitare quindi assolutamente proibito una bombola alta un metro di quelle standart.
La biglia che usavano gli scienziati che sperimentavano il laser era molto piccola e faceva fracasso tale che a momenti cadeva giù per terra tutta la struttura in cemento armato.
Per motivi di sicurezza è meglio iniziare con banale idrogeno che è molto molto meno energetico.
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Il funzionamento è come segue...
Inizialmente il gruppo condensatori è scarico e quindi cortocirquita il resto del circuito (che è lo spinterometro e il contenitore del gas).
Mentre che i condensatori lentamente si stanno caricando sempre più, succede che improvvisamente il vuoto dentro lo spinterometro viene perforato e passa la corrente, una corrente gigantesca e brevissima perchè siamo in presenza di un corto cirquito.
L'esplosione elettrica produce un'onda elettrica imponente di centinaia di migliaia di ampere per attraversa il contenitore del gas e si innesca la reazione a catena.
Poi il valore di un farad è un valore puramente indicativo, nessun calcolo preciso è stato fatto finora, quindi anche 0,1 farad forse va bene lostesso, bisogna provare oppure fare dei conteggi precisi..
Purtroppo non conosco un bravo ingegnere elettronico che sappia fare bene i conti precisi.
Anche il fatto del 100 chilovolt è indicativo, forse 380 volt basterebbero, l'idea è fare capire che serve un corto circuito brutale e voluto in un tempo brevissimo perchè altrimenti brucia tutto.
Si accettano controdeduzioni e perplessità, ben venga qualcuno che faccia 4 conticini.
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