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    Vi prego di leggere attentamente questo articolo del 23/03/2006 notizia

    scusate ma non fuziona cercate su google pesn.com/2006/03/24/9600253_Fleischmann_joins_D2Fusion/

  • #2
    Per chi non avesse voglia e neache il tempo di leggere l'articolo in inglese.

    Un'azienda di nome D2FUsion in cui lavora Fleischmann hanno dichirato che a fine 2007 ci saranno i primi prototipi di generatori a fusione fredda per i test iniziali di collaudo e subito dopo verrano venduti.

    Gradirei dei pareri in proposito dagli esperti mi sembra strano che nessuno abbia da dire niente.

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    • #3
      Ciao Francesco e benvenuto,

      l'artcolo da te postato rientra in una serie di annunci che, periodicamente, appaiono a mezzo stampa o web che dichiarano la fattibilità, a termine, di dispositivi in grado di utilizzare i principi di questo genere di esperimenti.
      Il problema sta nel fatto che molti dei meccanismi alla base non sono ben chiariti, così, anche un prossimo impiego tecnologico è altamente improbabile.

      Uno degli ultimi, che presentò un prototipo funzionante, fu Patterson, della CETI inc. . Qualche anno fa questo signore realizzò un modello di reattore, tipo Pons-Fleischmann, in cui veniva generata sistematicamente energia. Il catodo era di nichel e il resto era nella norma Pons-Fleischmann.
      Dopo una prima partita di celle funzionanti (con le quali, letteralmente, sfidò il mondo accademico), nella costruzione di quelle successive, non otteneva più energia... anche utilizzando gli stessi piani progettuali. C'era qualcosa, in merito al nichel, che non era chiaro... pur utilizzando lo steso nichel era sfuggito quell'elemento in grado di fare la differenza.

      Nelle realizzazioni successive ebbe risultati altalenanti, fino ad arrivare al punto di sparire, mediaticamente parlando, dalla circolazione.

      Spero che la notizia da te postata segua una strada differente dalle sue ultime precedenti e che sia realmente quella definitiva. In realtà, senza studio e concertazione di menti a capire le cause che innescano e incrementano il fenomeno, sarà difficile pensare a ricadute tecnologiche.

      Avevamo una buona scuola all'ENEA, ma non è stata più finanziata. Dallo scorso dicembre Del Giudice sta in pensione e Frattolillo è stato assoldato da quelli della fusione calda.


      Speriamo bene... <img src=">
      ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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      • #4
        Hai perfettamente raggione però non sappiamo di preciso a che punto sono con la ricerche considerato che sono passati 5 anni dal rapporto 41, secondo me abbastanza per dare una svolta al tutto.

        Nella D2Fusion (ubicata in california nella silicon valley se non sbaglio) ci sono tre laboratori ,uno sulla FF elottrolitica un'altro su quella gassosa (simile al brevetto arata) e un'altro ancora sui materiali con riferimento palladio-carbonio. Nell'ultimo caso evidentemente usano le fibre di carbonio per decorarle di micro cristalli di palladio o addirittura usando nanotubi di carbonio e nanocristalli di palladio.
        Alla Stanford university (sempre in california e probabilmente da dove provengono i ricercatori) ci sono degli studi per il caricamento dell'idrogeno in una struttura nano tubi nano palladio(depositato sui nanotubi) con i seguenti risultati : a soli 30 bar l'indice di caricamento e del 0,7-0,8 in peso che dipende dalle dimensioni del palladio puo variare da 0,45-0,8 wt%. Avrei una domanda da fare il legame tra palladio e carbonio e sufficente a reggere le temperature di FF? per maggior info sull sito della Stanford university c'è un pdf dal titolo "Engineered Nanostructures for Hydrogen Storage"

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