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Ancora sulle pdc ad acqua di falda

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  • Ancora sulle pdc ad acqua di falda

    Un'azienda che conosco deve sostituire la vecchia caldaia a metano che utilizza per il riscaldamento dei capannoni industriali.
    Già da più di vent'anni utilizza per il raffrescamento acqua di pozzo a 12-14 gradi fatta circolare in grossi radiatori dotati di ventola. Anzi l'acqua di falda attraverso uno scambiatore raffredda l'acqua che circola nei radiatori. Per il solo raffrescamento la pompa pesca a 15 metri di profondità 120 mc di acqua all'ora, restituita leggermente più calda ad un corso d'acqua superficiale.
    Ritenete che la pdc ad acqua di falda sia una scelta conveniente, ovviamente anche solo in linea di principio perché al momento mancano molti dati (dal fabbisogno termico alla potenza richiesta e alla temperatura dell'acqua di riscaldamento)?
    Se la temperatura richiesta fosse troppo alta per avere un buon rendimento da una pdc, ritenete una scelta logica la caldaia a condensazione che anch'essa rende bene quando lavora a bassa temperatura? Per abbassare la temperatura di esercizio quale tipo di radiatori è consigliabile in ambienti industriali?

    Edited by Lolio - 23/5/2007, 00:57

  • #2
    Il nocciolo della questione è:
    quale tipo di radiatori è consigliabile in ambienti industriali?

    Questo dipende da come è strutturato l'ambiente industriale, altezza, coibentazione, esposizione finestrature, in pratica prima si dovrebbe fare un calcolo termotecnico della struttura.
    Poi entrano in gioco altre variabili: tipologia attività svolta, sorgenti termiche, illuminazione, orari di lavoro, ecc. ecc.

    Non stai parlando di una casa di civile abitazione.

    Detto questo e tirate le orecchie, ti dico che in capannoni industriali classici di una certa altezza chiusi, con orari di lavoro diurni e discontinui, e zone di lavoro localizzate, la soluzione ottimale è quella delle cosidette strisce radianti appese al soffitto.
    Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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    • #3
      Ho fatto qualche foto con il telefono all'impianto di raffrescamento dell'industria di cui parlavo. Ci sono due capannoni raffrescati entrambi con acqua estratta da un pozzo.
      Il primo lavora con questi aerotermi, l'aria è soffiata attraverso radiatori in cui scorre l'acqua che ha ceduto calore a quella di pozzo (attraverso uno scambiatore) e fuoriesce attraverso condotte metalliche con bocchettoni oppure condotte in telo plastico traforato (come si vede nella seconda foto):
      image
      image



      Nel secondo capannone l'impianto è più recente e le ventole aspirano l'aria dall'ambiente e la espellono all'esterno. Sulle pareti sono installati i radiatori:
      image

      So che si vede molto male, sono i radiatori sulle pareti.
      Gli impianti risalgono agli anni Ottanta.

      Il primo impianto viene utilizzato anche per il riscaldamento, il secondo no. Ora devono cambiare la caldaia che alimenta il primo impianto, si tratta di una caldaia a metano da 450.000 kcal, sono orientati per una caldaia a metano a condensazione, anche per via delle detrazioni. Io pensavo ad una eventuale pdc ad acqua di falda, ma avrebbero bisogno di calcoli termotecnici ben fatti, al momento non sembra abbiano molta voglia di investire peraltro. Il riscaldamento ha picchi di richiesta di potenza nei rari momenti di fermi macchina (cioè a fabbrica chiusa), perché altrimenti il calore degli impianti di produzione di polietilene e polimetilmetacrilato producono molto calore.

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      • #4
        Tieni presente che fino a poco tempo fà cera tendenza da parte di installatori di sovvradimensionare , a volte anche del doppio le potenze dei generatori termici, quindi ho hai un fen aggiornato a oggi o se no è un terno al lotto. Saluti.

        o seza h pardon, gnurant Moliere

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        • #5
          450000 kCal. o giù di lì, comunque il capannone mi sembra bello ampio, non avrei alcun dubbio caldaia a condensazione a metano, considera che gli aerotermi che lavorano a ventilazione forzata sottraggono tanto calore all'acqua aumentando notevolmente il DeltaT, per cui la temperatura del ritorno freddo acqua viene abbassata e di molto esaltando le prestazioni della caldaia a condensazione.
          Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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          • #6
            PER LOLIO. Sai per caso i dati dei volumi di ricambio aria??? ciao

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            • #7
              Lolio dai un'occhiata a questi generatori evaporativi, dovrebbero essere più efficenti rispetto ai vecchi" aerotermi:
              http://www.edilportale.com/edilcatalogo0/E...IDProdotto=3867
              saluti
              Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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              • #8
                Io ho un vecchissimo deumidificatore Munters, è una macchina eccezionale non frigorifera (funziona "ad assorbimento") che uso per ridurre l'umidità del miele ancora nei favi. Ma questi raffrescatori evaporativi non umidificano troppo l'ambiente? E' vero che l'aria viene continuamente ricambiata, ma comunque l'ingresso è arricchito di umidità. E' simile a un sistema che si usa anche per raffrescare le stalle (pannelli alveolari umidi alle pareti, aria aspirata che crea depressione).

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                • #9
                  Lolio scusa siccome mi hanno chiesto una progettazione ed ho chiesto informazioni alla Sial, mi sono accorto solo ora che i raffrescatori evaporativi SIAL, che avevo postato, sono in realtà proprio Munters.
                  Si legge anche nella foto.
                  saluti

                  Edited by dotting - 7/7/2007, 20:46
                  Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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