Ho letto una interessante esperienza di impianto solare termico abbinato a geotermico orizzontale.
http://www.edilio.it/news/edilionews.asp?t...otizie&cod=9592
In sintesi vengono poste sonde orizzontali a circa 2 m. di profondità nelle quali viene inviata acqua calda nella stagione estiva, ed il terreno viene utilizzato come accumulo stagionale
Il caso proposto è veramente estremo; ho però calcolato che nella mia zona climatica (D), con temperature max accumulo di circa 40°, lambda terreno = 0,8 Kcal/hmK l'energia totale persa per conduzione verso l'aria esterna (ignorando le altre dispersioni che dovrebbero essere 'recuperate' nella stagione invernale) è "solo" la metà di quella immessa nel sistema nella fase di caricamento estivo
Ad esempio in un edificio di classe A / B potrebbe essere sufficiente utilizzare nella stagione estiva i SOLI collettori previsti per la produzione di ACS (es. 7 mq) ed avere la pdc che funziona con COP elevato per tutto l'inverno, con costi di impianto minimi (qualche giornata di scavatore – posa tubi 'fai da te')
Nella peggiore delle ipotesi sarà almeno impedito il decadimento delle prestazioni nel corso degli anni per effetto del progressivo abbassamento delle temperature del sottosuolo
Tra l'altro TUTTE le opere (accumulo stagionale e pdc compresa) mi sembra possano godere della riduzione del 55% in quanto riconducibili alla "fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, nonché delle opere idrauliche e murarie necessarie per la realizzazione a regola d'arte di impianti solari termici .. in integrazione con impianti di riscaldamento" di cui all'art. 3 del DM 15 febbraio"
cosa ne pensate?
http://www.edilio.it/news/edilionews.asp?t...otizie&cod=9592
In sintesi vengono poste sonde orizzontali a circa 2 m. di profondità nelle quali viene inviata acqua calda nella stagione estiva, ed il terreno viene utilizzato come accumulo stagionale
Il caso proposto è veramente estremo; ho però calcolato che nella mia zona climatica (D), con temperature max accumulo di circa 40°, lambda terreno = 0,8 Kcal/hmK l'energia totale persa per conduzione verso l'aria esterna (ignorando le altre dispersioni che dovrebbero essere 'recuperate' nella stagione invernale) è "solo" la metà di quella immessa nel sistema nella fase di caricamento estivo
Ad esempio in un edificio di classe A / B potrebbe essere sufficiente utilizzare nella stagione estiva i SOLI collettori previsti per la produzione di ACS (es. 7 mq) ed avere la pdc che funziona con COP elevato per tutto l'inverno, con costi di impianto minimi (qualche giornata di scavatore – posa tubi 'fai da te')
Nella peggiore delle ipotesi sarà almeno impedito il decadimento delle prestazioni nel corso degli anni per effetto del progressivo abbassamento delle temperature del sottosuolo
Tra l'altro TUTTE le opere (accumulo stagionale e pdc compresa) mi sembra possano godere della riduzione del 55% in quanto riconducibili alla "fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, nonché delle opere idrauliche e murarie necessarie per la realizzazione a regola d'arte di impianti solari termici .. in integrazione con impianti di riscaldamento" di cui all'art. 3 del DM 15 febbraio"
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