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Vecchio mulino...

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  • Vecchio mulino...

    Parafrasando: “Vecchio mulino, quanta acqua è passata sulla tua ruota...”
    Ovvero, breve escursione fra vecchi impianti idraulici a ruota.

    Questo impianto è situato sull'altopiano del Renon, in provincia di Bolzano. Evidentemente è in disuso da decenni. Il ruscello che lo alimentava, scavato in una piccola valle secondaria fra modeste ondulazioni, nel periodo di inizio estate ha una portata modestissima.
    I mutamenti economici, con la cessazione delle coltivazioni cerearicole, a favore di allevamento e turismo, la distanza da centri abitati e la scarsità ed incostanza della portata di acqua, ne hanno determinato la fine.
    La ruota, a cassette per disopra in legno ha un diametro di non più di 2,7 metri.
    L'interno è completamente privo di meccanismi ed in completo abbandono.
    Non si riscontra più traccia della canaletta di adduzione.
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  • #2
    Questo stupendo mulino, inserito in una grande azienda agricola della pedecollina piacentina, è alimentato da un canale ad uso plurimo, derivato da un fiume locale.
    Ha funzionato per la macinazione di cereali, destinati prevalentemente alla alimentazione animale, fino alla fine del secolo scorso.
    Allora, correva voce che insieme ad altri significativi mulini, venisse tenuto in attività a fini didattici, grazie a contributi della Regione.
    La ruota, in ferro, ha un diametro di quasi 8 metri.
    All'interno dei locali sono ancora presenti tutti i meccanismi di rinvio e moltiplicazione ed il mulino vero e proprio con macine in pietra.
    Il canale di derivazione è perfettamente funzionante a scopi irrigui.
    A servizio del relativo consorzio, parecchi chilometri a monte, nella prima metà del secolo scorso, venne costruita una grande diga ad arco-gravità che ha creato un invaso di 2 km2 di superficie e 11 milioni di m3 di capacità.
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    • #3
      Decisamente bei posti, quando il tempo scorreva "più lentamente" e forse la qualità della vita era migliore.
      Grazie delle foto Wil!
      Ciao
      Rem
      "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
      (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
      Leggete il regolamento del Forum EnergeticAmbiente.it

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      • #4
        Con piacere, Rem!

        Il mulino documentato nelle seguenti foto, collocato al termine di una canaletta derivata da un torrente delle colline piacentine, era ridotto ad un rudere cadente,
        Una decina di anni or sono, il fabbricato è stato completamente recuperato e ristrutturato, preservando parte delle caratteristiche originarie, come la ruota, le saracinesche, una porzione del canale di alimentazione, ecc.
        La ruota in metallo, a cassette per di sopra, ha un diametro di circa 3,8 metri.
        Pur non avendo dati certi, sospetto che tutti i meccanismi siano stati rimossi. Non ho mai visto la ruota in funzione, ne in estate, ne in inverno.
        Il canale di alimentazione ha una portata irrisoria ed è per la gran parte parzialmente interrito.
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        • #5
          Buongiorno Wil,
          belle foto ma soprattutto bei posti.
          Le alture dell'appennino emiliano ricordano, per certi versi, le mie Alpi del Mare.
          ciao car.boni
          Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

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          • #6
            Ciao Wil,complimenti belle foto,io ci avrei messo almeno un piccolo alternatore per accendere anche solo le luci esterne!

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            • #7
              Buran un alternatore anche qua no...qualcosa di storico lo lasciamo per i nostri figli e nipoti!
              Per le luci è più pratico se ti installi un impiantino solare ;-)
              Ciao
              Rem
              "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
              (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
              Leggete il regolamento del Forum EnergeticAmbiente.it

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              • #8
                Originariamente inviato da buran001 Visualizza il messaggio
                Ciao Wil,complimenti belle foto,io ci avrei messo almeno un piccolo alternatore per accendere anche solo le luci esterne!
                Anch'io, Buran!
                Preservando tutto il valore storico ed estetico, come dice Rem...

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                • #9
                  Ciao,si si concordo,ma se sono a pezzi,nel senso che manca già tutto l'interno,e c'é solo la ruota....

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                  • #10
                    Accade a volte che da un fortuito incontro nascano cose egregie.
                    Questo è il caso del rapporto fra un vecchio mulino ed il suo attuale proprietario. Un incontro casuale ed un amore a prima vista, quindici anni or sono, quanto il mulino, inattivo da lungo tempo, cominciava a mostrare i segni di un avanzato degrado.
                    Il gentile molinaro, ha saputo vedere oltre le erbacce infestanti, le finestre sfondate ed il tetto cadente. Con l'ausilio di una impresa edile, ma anche tanto progetto e lavoro personale, ha iniziato l'impegnativo recupero, che è andato oltre la estetica e la facciata, con la riattivazione di meccanismi e funzioni.
                    Travi, travicelli, coppi, malte, antichi fregi, camino e forno a legna, tutto è stato oggetto di un amorevole recupero al limite del possibile. Per il mulino vero e proprio, è stata riattivata la presa sul torrente, spazzata via da una frana, sgorgato il canale di alimentazione ed il bottaccio o gora, intasati da detriti e vegetazioni palustri, ripristinate paratoie e scoli, recuperate due delle tre vecchie ruote. Una di queste, (orizzontali, simili a grandi Turgo di legno) aveva una delle dieci pale spezzata. Il molinaro (uno stimato medico) ha disegnato una dima e partendo da un tronchetto di rovere, ha ricavato la pala a “mezzo cucchiaio” ed il relativo incastro, montando e rinforzando il tutto con cerchi in ferro ricavati da vecchie botticelle. Ha quinti ravvivato le due macine superstiti e reintegrato gli accessori tradizionali rotti o dispersi.
                    Oggi, il mulino è saltuariamente utilizzato per la macinazione di cereali destinati alla alimentazione animale in allevamenti dei dintorni e specialmente, meta di scolaresche e di curiosi in visita.
                    Mi rincresce non poter documentare con una visione d'insieme lo spettacolo stagionale offerto dalla natura nella collina reggiana...
                    1)Il fabbricato del mulino e della abitazione con, sulla destra il molinaro.
                    2)Vista del bottaccio e paratoie.
                    3)Il canale di troppo pieno
                    4)L'ingresso al locale ruote
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                    • #11
                      Altre immagini:
                      5)Una delle ruote in legno di rovere
                      6)Una delle macine, per grano o mais
                      7)Il medico-molinaro, oltre che naturalista è anche uomo di fine cultura. Una delle decorazioni a tempra di ispirazione Liberty da lui dipinte nelle stanze di abitazione.
                      8)La ruota in funzione
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                      • #12
                        Buongiorno Wil,
                        complimenti per il bel reportage.
                        Trovare persone che comprendano fino in fondo il valore del recupero di vecchie strutture e' sempre piu' una merce rara.
                        Nella maggioranza dei casi al recupero si preferisce la demolizione e ricostruzione moderna o il definitivo abbandono.
                        ciao car.boni
                        Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

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                        • #13
                          Veramente carina questa pagina!
                          E' un piacere tornare a trovarvi!
                          Un saluto a tutti

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                          • #14
                            mulini in Svizzera

                            a titolo informativo per gli appassionati :
                            [url=http://www.muehlenfreunde.ch/mtag07/liste.html]Liste der teilnehmenden M
                            http://www.muehlenfreunde.ch/mtag08/liste.html

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                            • #15
                              Originariamente inviato da udos3 Visualizza il messaggio
                              a titolo informativo per gli appassionati :
                              [url=http://www.muehlenfreunde.ch/mtag07/liste.html]Liste der teilnehmenden M
                              http://www.muehlenfreunde.ch/mtag08/liste.html
                              Ciao Udos,
                              Gli svizzeri sanno come valorizzare il loro patrimonio e questa e' una dimostrazione molto interessante.
                              grazie
                              ciao car.boni
                              Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

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                              • #16
                                wilmorel, l'ultimo molino ke hai postato mi ricorda uno ke ho visto st'estate, si trova in sicilia nn è vero?
                                _________________________________________
                                A tutti quelli che credono che gli uomini antichi non sapessero costruire delle meraviglie architettoniche

                                http://www.greatpyramidexplanation.com/

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                                • #17
                                  Originariamente inviato da vengance Visualizza il messaggio
                                  wilmorel, l'ultimo molino ke hai postato mi ricorda uno ke ho visto st'estate, si trova in sicilia nn è vero?
                                  E' situato in una amena valle laterale della val d'Enza provincia di Reggio E (e Parma).

                                  Ricambio i saluti a Carboni, Lilli e gli altri.

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                                  • #18
                                    Nel corso dei miei vagabondaggi nelle montagne fra Piacenza e Modena, capita a volte di imbattermi in toponimi del tipo mulino, mulinetto, mulinazzo, mulein, mola ecc. Il più delle volte a questi luoghi, spesso isolati, corrispondono pochi ruderi diroccati, più raramente edifici ristrutturati e riattati ad uso abitazione, senza alcuna memoria della funzione perduta.

                                    Il mulino Burgazzi, sito nella boscosa valle del torrente Borla (PC), era in funzione fino agli anni 80 dello secolo scorso ed oggi, pur non essendo un rudere, mostra segni evidenti del lungo abbandono.
                                    Dalla breve carraia che si stacca dalla strada provinciale, in prossimità del ponte, seminascosti dalla vegetazione, si intravedono i tre fabbricati che compongono il complesso.
                                    Un primo edificio ad uso multiplo, legnaia, deposito e rimessa, quindi la piccola casa di abitazione, poi, in posizione più elevata, aggrappato alle pendici della stretta gola, il fabbricato del mulino vero e proprio. Quasi integro visto in distanza, avvicinandosi, mostra tutto il degrado del tempo e della incuria. Vetri rotti, imposte e porte sfondate, erbacce e rovi ovunque, salvo il piazzaletto e le zone lastricate.
                                    Stupisce di trovare in zona montana un mulino con ruota a cassette per di sopra. Più frequentemente si vedono ruote orizzontali a mezzi cucchiai colpite dall'acqua tramite condotta o scivolo.
                                    Con un diametro di 5,5 m e larghezza di 0,6 m, presumibilmente poteva ricevere 200-250 lt/sec e disporre di 5-6 kW di potenza meccanica all'asse ruota, utilizzata su due coppie di macine ed un vaglio, ancora presenti all'interno dell'edificio ed in discrete condizioni di conservazione. Accanto alla ruota sono ancora eretti i pilastrini di sostegno della parte terminale del canale di adduzione, probabilmente di legno e del tutto scomparso. Rimane una parte del canale, in pietra e terra, addossato alla parete della gola ed in alcuni punti interrotto da una frana.
                                    Non c'è più traccia invece dell'opera di presa che doveva trovarsi nelle immediate vicinanze del ponte.
                                    L'acqua del torrente scorre limpida e freschissima, relativamente abbondante, considerata la stagione estiva avanzata, la quota modesta (meno di 400 m slm) e la piccola estensione del bacino idrografico (6 km2), che ha però la particolarità di essere, a monte, completamente boscato e privo di abitazioni permanenti.

                                    La infausta sorte di questi manufatti, ormai appartenenti alla archeologia industriale, fa riflettere sulle cause che l'hanno provocata. Nel caso specifico, si possono probabilmente individuare nella frana che ha interessato il canale di adduzione, nel danneggiamento della opera di presa e nella onerosità e precarietà del loro ripristino. Si possono solo ipotizzare la vecchiaia del mugnaio e la scarsa propensione degli "eredi" a succedergli in un mestiere ormai per niente remunerativo.
                                    Più in generale, viceversa, sono sicuramente influenti lo spopolamento della montagna e l'abbandono di tanti terreni difficili e marginali a cui si uniscono la convenienza per le residue aziende agricole e cerearicole, al conferimento dei prodotti a distanti consorzi e mulini industriali elettrificati, piuttosto che al consumo locale.
                                    La rilevante distanza da grandi centri abitati come Parma e Piacenza, e la cattiva viabilità, ne sconsigliano poi un recupero didattico.

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                                    • #19
                                      Ciao Wil,
                                      che si può dire .. capolavori che racchiudono in se un'era ..... e perderne la memoria sarà un errore che si rimpiangerà ..
                                      in qualunque paese un minimo decente verrebbero completamente censiti e ristrutturati .. ma i fondi europei e dei beni culturali che ci sarebbero dove vanno a finire .................? e qui non è il caso di dire più nulla

                                      saluti a tutti

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                                      • #20
                                        Grazie Wil,
                                        per l'attenta e accurata speigazione e le foto che hai inserito.
                                        Concordo con vortex, stiamo perdendo pezzi della nostra cultura e delle nostre tradizioni e "Chi non ricorda la storia vive alla giornata"!

                                        PS = anch'io quando vedo una via/località denonominata Mulino, Maglio, ecc mi domando dov'è l'impianto ?
                                        "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
                                        (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
                                        Leggete il regolamento del Forum EnergeticAmbiente.it

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                                        • #21
                                          Il mulinello Crecca, situato in aperta campagna, in prossimità del borgo di San Protaso (PC), esemplifica un mulino di pianura, sostanzialmente modificato nella destinazione d'uso.
                                          I fabbricati originari, sulle attuali fondamenta, risalgono uno al 1869, l'altro al 1922, come si può leggere da due targhe in terracotta poste sulle facciate. La ruota ed i meccanismi sono stati demoliti e asportati nel 1963-64.
                                          L'intero complesso, formato da più edifici è stato poi trasformato in un vasto e frequentato ristorante-pizzeria con annesse strutture sportivo-ricreative.
                                          L'intervento di ristrutturazione e trasformazione dei fabbricati in ristorante, attuato a partire dal 1970, sembra essere stato eseguito salvaguardando le caratteristiche estetiche degli originali (al netto di patio, gazebo e parcheggio lastricato) e comunque ha consentito la sopravvivenza degli stessi.
                                          Gli attuali propietari affermano di avere cercato di ripristinare il mulino, con la doppia finalità di immagine promozionale e di generazione elettrica, ma di non essere riusciti nell'intento a causa della alterazione e cancellazione di una parte importante del canale di adduzione, che derivava l'acqua dal torrente Chiavenna con un percorso di circa 1500 m per restituirla al medesimo tramite un profondo fosso di scolo di circa 500 m di lunghezza.
                                          Non sono reperibili notizie o ricordi sulle caratteristiche tecnologiche del mulino (o quantomeno io non sono riuscito a trovarli), ma da una misurazione di ciò che rimane della canaletta di adduzione e dal suo dislivello rispetto al fosso di scolo, che si aggira sui 3 metri, si può immaginare che fosse installata una ruota a cassetti per di sopra, con diametro attorno ai 2,5 m e portata fra 200 e 300 lt/sec, compatibile con le portate del torrente per 7-8 mesi all'anno. La potenza all'asse ruota avrebbe potuto aggirarsi fra i 3 e 4 kW.
                                          Queste caratteristiche sarebbero suffragate da una grande immagine del mulino come era, dipinto a tempera su di una parete del ristorante. Purtroppo questo dipinto è inattendibile, in quanto, il propietario ha ammesso che il pittore ha realizzato la ruota lavorando di fantasia.
                                          Non ho elementi per giudicare le problematiche incontrate dal cortese proprietario nel tentativo di ripristino, del tipo derivazioni irrigue, servitù decadute e vincoli derivanti da altre propietà attraversate, ma anche omettendo queste difficoltà, questo sito, a mio parere, rientra fra quelli che difficilmente, oggi, potrebbero essere riattivati, se non con tempi di rientro economico biblici.
                                          Se, ragionando per assurdo, fosse disponibile l'acqua, a margine dell'area, la canaletta di adduzione e il fosso di scolo verrebbero a trovarsi in una posizione favorevole per l'inserimento di un diverso impianto, meno oneroso di un recupero storicamente corretto.
                                          Con i se e con i ma non si fa la storia, afferma un adagio, o più banalmente, frittelle o mulini.

                                          Foto:
                                          1 panoramica attuale del mulino
                                          2 canaletta di adduzione
                                          3 fosso di scolo/scarico
                                          4 dipinto del mulino "come era"

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                                          • #22
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                                            A presto
                                            RemTechnology
                                            "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
                                            (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
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                                            • #23
                                              Complimenti a Wil.. un vero segugio dei mulini!!!! Ne ho trovato uno anche io in provincia di Vicenza che, se possibile, posterò prossimamente.
                                              Volevo cheidere se, secondo voi, in presenza di condizioni economiche accettabili (buona curva delle portate, presenza di opere di presa e canalizzazioni ancora leggibili e ripristinabili), non sarebbe possibile un recupero di questi immobili ad uso microhydro con contestuale restauro delle opere storiche (macine ecc).

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                                              • #24
                                                La convenienza è possibile. Molto dipende dalle reali condizioni di ogni singolo componente il mulino, ruota inclusa e dalla disponibilità di acqua.

                                                Un competente tecnico che frequenta il forum ha realizzato, per un cliente un interessante recupero.
                                                A Dovera, Cremona, un privato ha recuperato l'esistente mulino e ruota ad uso idroelettrico e didattico.
                                                Lo stesso dicasi della amministrazione locale di Adegliacco? che ha realizzato l'interessante recupero di cui allego il link.
                                                Ecc. ecc.

                                                Attendiamo il tuo contributo di descrizioni ed immagini.
                                                Ciao

                                                Il mulino di Adegliacco: la ruota finalmente gira!!! - YouTube
                                                Ultima modifica di Wilmorel; 30-08-2013, 12:07.

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                                                • #25
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                                                  • #26
                                                    La produzione eccedente credo ti venga pagata regolarmente dal GSE ma secondo me potresti avere altri tipi di problemi:
                                                    1. con l'Enel se la potenza immessa in rete eccede di molto quella massima richiesta in fase di connessione
                                                    2. con chi ti ha rilasciato la Concessione (provincia/regione) che ti può fare delle multe in quanto per fare 400 kW anziché 235 dovrai derivera molta più acqua

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                                                    • #27
                                                      Osservando le banali immagini allegate a queso ultimo post, ci si potrebbe chiedere cosa hanno a vedere con il nostro argomento. Occorre spiegare che entrambe mostrano la trasformazione subita da due mulini che alla fine dell'800 erano collocati appena oltre le mura di una cittadina che aveva ed ha conservato più di altre, caratteristiche urbanistiche e architettoniche medievali. Si tratta dei due mulini ora inglobati nella espansione urbanistica avvenuta a partire da allora. Entrambi i fabbricati sono sopravvissuti ma hanno subito radicali cambiamenti funzionali. L'uno (mulino Del Cardinale) è divenuto forno-pasticceria (c'è una certa attinenza), l'altro (mulino Tarzolo), una farmacia. Le ruote ed i meccanismi sono da tempo perduti, smontati o demoliti da decine di anni. Il fabbro che eseguì la operazione, ricorda ruote colpite di fianco, grandi ed in discreto stato di conservazione, una delle quali ebbe una collocazione museale a Piacenza. E' quasi ovvio che gli impianti sono irrecuperabili, come mulini, cioè come macchine idrauliche a ruota per la macinazione di cereali, oppure per la generazione di elettricità. Eppure l'acqua scorre ancora nel canale (tombato...)
                                                      Sul medesimo canale, che in sponda sinistra derivava acqua tramite una traversa dal torrente Arda, era collocata una collana di mulini, 6 o forse 7, in meno di 10 km di percorso, dei quali, questi posti nell'abitato erano i primi due. Altrettanto accadeva nell'equivalente canale in sponda destra. Fra tutti ne è rimasto funzionante uno, che macina per poche decine di ore all'anno. Gli anziani della zona ricordano che durante ed immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale, commercianti liguri venivano ad acquistare farina o a molire grano. Viene quindi da chiedersi per quale motivo, dopo le dismissioni avvenute negli anni del petrolio e dell'energia facile, della sostituzione dei micro impianti a macine con impianti industriali a cilindri ed azionamento elettrico, ora che valori quali ecologia e rispetto ambientale sono diventati un patrimonio culturale generalizzato, strutture di questo tipo non possano essere convertite per la generazione elettrica, secondo il principio del recupero delle energie diffuse e fatti salvi sani criteri economici. A volte le motivazioni possono essere meno evidenti e semplici di quanto appare. Il declino di questi specifici impianti e la impossibilità/difficoltà di un recupero odierno è iniziato a mio parere, con la costruzione, a monte, della grande diga di Mignano (15 Mmc), completata attorno al 1934, finalizzata alla produzione di energia elettrica e poi convertita ad invaso ad uso esclusivamente irriguo ed acquedottistico.
                                                      I canali a servizio dei mulini sono stati perciò a loro volta, convertiti ad asta principale di distribuzione dell'acqua ad uso irriguo per la sottostante pianura. In parole semplici, prima della esecuzione della diga, l'acqua era presente nelle stagioni piovose, quindi da Settembre a Maggio, con secca quasi completa nei restanti mesi, mentre ora, nei mesi predetti viene rilasciata la modesta quantità di sopravvivenza del corso d'acqua, mentre portate consistenti vengono rilasciate nel periodo irriguo, cioè Giugno-Agosto. Quindi, microimpianti idro sostitutivi delle vecchie strutture, disporrebbero di poco più di un centinaio di giorni di funzionamento all'anno, vincolati per di più alle esigenze e discrezionalità del consorzio di bonifica.
                                                      Mi pare allora che un riuso civile e museale possa essere il massimo che in queste situazioni si possa sperare.

                                                      FOTO
                                                      1 ex mulino Del Cardinale visto di lato
                                                      2 progetto di edificio di stile eclettico (1930-40) adiacente al detto mulino. Si nota a tratteggio la sagoma del mulino.
                                                      3 ex mulino Tarzolo trasformato in farmacia

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                                                      • #28
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                                                        • #29
                                                          Ciao idrotec,Per chiarire le cose io sulla concessione ho letto che e per una produzione media di 235kwh, e poi mi chiedevo se si può eventualmente chiedere un'aumento della concessione, in quanto volevamo realizzare un revamping con una turbina da 400kwh.Ciao e grazieGiovanni

                                                          ....Intendevo la potenzadi concessione....solo che non sono ferrato un cavolo in questo settore!
                                                          Ultima modifica di nll; 02-09-2013, 00:16. Motivo: Unione messaggi consecutivi dello stesso utente

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                                                          • #30
                                                            Forse è già possibile con la concessione che hai. 235 e' riferita alla portata media annua al lordo dei rendimenti mentre i 400 sono al netto dei rendimenti legato alla portata massima. Quanto hai di portata Max in concessione?

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