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Mini centrale idroelettrica o ad energia solare

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  • Mini centrale idroelettrica o ad energia solare

    BUONGIORNO A TUTTI!!!!

    Sono uno studente in ingegneria al politecnico di torino!!!! Un mio sogno che vorrei realizzare con il vostro aiuto è quello di poter creare impianti di generazione di energia elettrica nei paesi poveri e in via di sviluppo con dei costi di realizzazione MOLTO contenuti!!!! pensavo a 2 possibili tipi di impianti!
    1-> produrre energia dal solare per poter estrarre acqua nelle zone particolarmente asciute in Africa
    2-> creare delle mini centrale idroelettriche che avranno il ruolo di alimentare villaggi in energia elettrica dandoli una certa indipendenza.


    OVVIAMENTE sono cose che sono già state realizzate (impianti similii) vorrei quindi un vostro aiuto per chi ha esperienza in queste cose e saper se è possibile realizzare uno di questi impianti senza dover spendere troppo. saper quanto può essere costoso, si parla ovviamente di piccoli villaggi


    Grazie in anticipo a tutti quanti!!!!

  • #2
    Leggi la discussione in evidenza "progetto volontariato in Congo" troverai molte risposte ai tuoi quesiti.Spes

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    • #3
      Argg!! Scusate l'OT... ma quando vedo uno studente universitario che fa un uso così sgrammaticato della lingua italiana..divento triste..e mi chiedo se davvero stiamo formando la futura classe dirigente..perché io un prossimo Ministro che mi scrive:

      torino e non Torino
      paesi poveri e non Paesi
      zone asciutte e non aride
      delle centralE e non delle centralI
      dandoli...neologismo o licenza poetica?
      voler un aiuto PER CHI e non DA CHI.

      Amico Fabrice..oltre alla lettura consigliata da SPES..io ti consiglierei anche tanti classici della letteratura italiana, una grammatica e un dizionario..guarda che se vuoi fare almeno una delle lodevoli cose che ti proponi..la prima cosa che ti serve è rigore logico, chiarezza espositiva, proprietà terminologica e lessicale.

      Se avessi consegnato il primo capitolo di tesi con questo "italiano" il mio relatore avrebbe ritirato il mandato..ricordo ancora le sue correzioni in BLU per qualche sparuto errore di battitura (che ancora oggi mi consento..non ho una base di scuola tecnica "nelle dita" ma sono autodidatta..ma per l'italiano non è accettabile..abbiamo fatto tutti la scuola dell'obbligo, nevvero?)

      Scusa se mi permetto, ma sono libertà che uno si prende quando ha i capelli bianchi... e magari ha cestinato decine di curricula o progetti esposti in modo raffazzonato come il tuo. Se uno non ha nemmeno il piacere e il gusto di esporre i suoi SOGNI in modo corretto, piacevole e coinvolgente..avrà mille difficoltà ha trovare aiuto e amici che condividano con lui l'impresa.

      Spero senza rancore..vedilo come uno stimolo a migliorarti ...
      CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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      • #4
        Dai Marco, confessa che era da un pezzo che morivi dalla voglia

        A proposito, qual è il plurale di curriculum ?
        http://www.mestierediscrivere.com/articolo/straniere

        Se posso commentare la domanda di Fabrice, io sono ingegnere e sono affascinato dalla sfida che pone la necessità di realizzare operazioni fondamentali come il sollevamento di aqua dai pozzi o la produzione di energia elettrica usando tecnologie le più elementari possibile.
        Mi viene in mente quella bottiglia premiata a non ricordo quale concorso, che grazie a un rivestimento in stagnola di una parete è in grado, se esposta al sole per un paio d'ore, di portare l'acqua che contiene ad almeno 60°, temperatura sufficiente per sterilizzarla. E' un'applicazione semplicissima dell'energia solare che richiede quasi niente di tecnologia.
        Usare l'energia solare per sollevare l'acqua da un pozzo senza ricorrere a complicati macchinari potrebbe essere un'altro obiettivo. Per ora la soluzione più semplice è una pompa elettrica mossa da un pannello fotovoltaico; ma è ancora troppo costosa. Sto cercando da anni qualcosa di più semplice e con il minimo di parti in movimento (che sono sempre il punto debole perchè soggette a usura). Per esempio niente pompe, ma un ejettore a vapore che metta sotto vuoto il tubo pescante nel pozzo. Una caldaia per fare il vapore, riscaldata con legna, sarebbe facile da costruire e da manutenere. (Ho buttato lì un'idea).
        L'ejettore a vpore è una macchina semplicissima e affascinante. Non so quale anno frequenti, ma ti sei mai posto il problema di spiegare come si riesca a rifornire di acqua una caldaia con un eiettore mosso dal vapore prodotto dalla stessa caldaia ? Di solito un ejettore usa vapore ad alta pressione per pompare un gas o un liquido a pressione più bassa del vapore. Eppure funziona.

        Tanti auguri Fabrice per i tuoi studi. L'ingegneria è un mestiere affascinante.
        Ultima modifica di Stregatto; 17-03-2013, 19:06.

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        • #5
          La parola latina curriculum entra in italiano attraverso la locuzione invariabile curriculum vitae 'corso della vita in breve' (prima documentazione in italiano 1892) e solo successivamente si trova la forma singola curriculum (documentato in italiano dal 1941). Anche la parola singola si afferma nell'uso nella forma invariabile, e nei vocabolari italiani è appunto annotata come sost. masc. inv. Sappiamo però che questo sostantivo in latino apparteneva al genere neutro per cui entrando nell'italiano ha subìto un passaggio di genere, venendo assimilato ai nomi maschili. Proprio questo passaggio di genere produce problemi e incertezze nel momento che si consideri la forma plurale; infatti, anche se esiste la forma adattata in italiano curricolo con il suo plurale regolare curricoli, il termine originario latino continua ad essere quello preferito e più utilizzato. Il plurale di curriculum è senza dubbio curricula, ma questa forma viene usata con qualche resistenza perché, se la forma singolare è talmente diffusa che si suppone sia conosciuta da tutti, il plurale del neutro latino con la tipica terminazione in -a è più lontano dal sistema morfologico dell'italiano e presuppone la conoscenza almeno delle nozioni elementari del latino. Si può quindi scegliere tra la parola italianizzata curricolo con plurale curricoli o la forma originaria latina curriculum con il suo plurale curricula.

          A cura di Raffaella Setti

          Redazione Consulenza Linguistica

          Accademia della Crusca


          PS se dovessimo usare solo al singolare le parole latine dovremmo dire medium e non media quando ci riferiamo all'insieme dei mezzi di comunicazione.

          PPS Ejettore non esiste ..ma esiste Eiettore..l'ingegneria deve progredire, ma non a scapito dell'italiano
          CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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          • #6
            Avevo sempre letto che le parole straniere non vanno declinate ed ecco che l'Accademia della Crusca mi contraddice. Mi inchino e rendo umile omaggio.

            Torniamo alla scienza. A proposito di pompaggio di acqua dai pozzi con tecnologie rudimentali, ho trovato per caso questo brano da una pubblicazione del Comune di Bologna (Museo del patrimonio industriale) che parla di mezzi primitivi per il pompaggio dell'acqua, usati nelle miniere di carbone britanniche:


            Nel brevetto del 1663 concesso a EDWARD SOMERSET marchese di Worcester è descritta la prima macchina a vapore, o come venne chiamata per lungo tempo macchina da fuoco (fire engine).

            In pratica risultava costituita da un cilindro in cui veniva soffiato il vapore che poi si condensava: il vuoto che ne risultava aspirava l'acqua, previa apertura di una valvola, fino a riempire il cilindro e quell'acqua ne veniva poi espulsa grazie alla pressione del vapore e il ciclo ricominciava.
            Con l'uso combinato di due cilindri e con un corrispondente sistema di valvole, la macchina poteva pompare l'acqua ininterrottamente. Non era ancora una vera macchina a vapore,

            ma una pompa a vapore che doveva servire a aspirare meccanicamente l'acqua dalle miniere, necessità che si era fatta tanto più urgente in quanto si stavano esaurendo gli strati superiori dei giacimenti di minerali.

            Portavo questo esempio di tecnologia abbastanza semplice (una caldaia a vapore a bassa pressione, un tubo e un po' di valvole) come possibile sistema adatto a paesi sottosviluppati per pompare acqua da un pozzo sfruttando legna o qualunque combustibile povero come fonte di energia.
            Un sistema molto semplice, a bassa pressione, con un minimo di parti in movimento e dunque di lunga vita.
            La Termodinamica è nata praticamente da lì.

            Ultima modifica di Stregatto; 18-03-2013, 18:25.

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            • #7
              Avevo sempre letto che le parole straniere non vanno declinate ed ecco che l'Accademia della Crusca mi contraddice. Mi inchino e rendo umile omaggio.

              Torniamo alla scienza. A proposito di pompaggio di acqua dai pozzi con tecnologie rudimentali, ho trovato per caso questo brano da una pubblicazione del Comune di Bologna (Museo del patrimonio industriale) che parla di mezzi primitivi per il pompaggio dell'acqua, usati nelle miniere di carbone britanniche:

              Nel brevetto del 1663 concesso a EDWARD SOMERSET marchese di Worcester è descritta la prima macchina a vapore, o come venne chiamata per lungo tempo macchina da fuoco (fire engine).

              In pratica risultava costituita da un cilindro in cui veniva soffiato il vapore che poi si condensava: il vuoto che ne
              risultava aspirava l'acqua, previa apertura di una valvola, fino a riempire il cilindro e quell'acqua ne veniva poi espulsa
              grazie alla pressione del vapore e il ciclo ricominciava. Con l'uso combinato di due cilindri e con un corrispondente
              sistema di valvole, la macchina poteva pompare l'acqua ininterrottamente. Non era ancora una vera macchina a vapore,

              ma una pompa a vapore che doveva servire a aspirare meccanicamente l'acqua dalle miniere, necessità che si era
              fatta tanto più urgente in quanto si stavano esaurendo gli strati superiori dei giacimenti di minerali.

              Portavo questo esempio di tecnologia abbastanza semplice (una caldaia a vapore a bassa pressione, un tubo e un po' di valvole) come possibile sistema adatto a paesi sottosviluppati per pompare acqua da un pozzo sfruttando legna o qualunque combustibile povero come fonte di energia.
              Un sistema molto semplice, a bassa pressione, con un minimo di parti in movimento e dunque di lunga vita.

              NB-Il brevetto del marchese di Worcester è anteriore a quello di Thomas Savery per un dispositivo simile usato ancora per pompare acqua dalle miniere
              Thomas Savery - Wikipedia

              P.S. Chiedo scusa per essere andato fuori tema.

              Ultima modifica di Stregatto; 18-03-2013, 18:40.

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              • #8
                idea molto buona..penso che l'elettronica di oggi possa dare un nuovo impulso a tecnologie abbandonate nel passato..

                Tuttavia pe rle zone aride dell'Africa..le poche biomasse servono per cucinare..leggevo di zone ove occorre fare km a piedi per racimolare un minimo di legna o sterco per cucinare..credo che il tuo sistema non sia utile in quel caso..meglio forse pompe eoliche (ma che prevalenza possono avere? a che profondità abbiamo acqua nelle zone aride?)...pompe elettriche abbinate a FV (idea di Frabice..penso la meno costosa e piu facile)...FV + motocondensatori (ove anche il sottosuolo non abbia falda)
                CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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